il problema attuale non è più la lotta della democrazia contro il fascismo ma quello del fascismo nella democrazia (G. Galletta)

Amicus Plato, sed magis amica veritas



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domenica 27 novembre 2011

SENZA KYOTO NON C'E' FUTURO - ALLA VIGILIA DELLA CONFERENZA ONU SUL CLIMA IN SUDAFRICA



SENZA KYOTO NON C'E' FUTURO. 
ALLA VIGILIA DELLA 17a CONFERENZA ONU SUL CLIMA IN SUDAFRICA

FAIR, LEGAMBIENTE, ALTRECONOMIA, ARCI E CGIL:

"UN ACCORDO VINCOLANTE PER NON SUPERARE IL PUNTO DI NON RITORNO" 

Mancano pochi giorni al via della 17a Conferenza ONU delle Parti sul cambiamento climatico, che si terrà a Durban, in Sudafrica, dal 28 novembre al 9 dicembre. Un appuntamento delicato, dopo l'ultimo appuntamento di Cancun, nel dicembre 2010, dove si riuscì a rimettere in piedi un negoziato in crisi, ma a spese di un accordo concreto ed operativo sulla lotta al cambiamento climatico. Questo in un momento drammatico sia per la situazione economico finanziaria, che sta impattando pesantemente sulla vita delle persone, ma anche per l'impatto delle attività umane sul pianeta, se pensiamo che a livello globale le emissioni è aumentato nel 2010 di un +6% rispetto al 2009, superando le peggiori previsioni della comunità scientifica internazionale. Un impatto già tangibile, e che ha visto un incremento degli eventi meteorologici estremi che ha toccato la cifra di 14mila in tutto il mondo tra il 1990 ed il 2009 e che, anche nel nostro Paese, sta lasciando il segno, basti pensare alle alluvioni recenti in Liguria ed in Sicilia. Un accordo vincolante, che rilanci Kyoto aggiornato ai dati che provengono dall'IPCC, il Panel internazionale di scienziati sul clima, e che stanzi da subito le cifre necessarie per adattamento al cambiamento climatico e mitigazione delle emissioni, per evitare di superare il punto di non ritorno. E' quello che chiedono l'organizzazione dell'economia solidale Fair, Legambiente, Altreconomia, Arci e CGIL presenti a Durban per monitorare i negoziati, mobilitandosi a fianco delle reti internazionali. Altreconomia, in collaborazione con ReteClima, Equomercato, LiberoMondo, Palm e Fair, ha deciso di aprire una finestra quotidiana sui negoziati sul clima di Durban. Il blog Ri(e)voluzione (www.altreconomia.it/clima) sarà un filo diretto con la delegazione italiana a Durban con l'obiettivo di mantenere accesa l'attenzione su un vertice che dovrebbe porre le basi del cambiamento di rotta necessario.

Segui il vertice COP17 di Durban su: www.altreconomia.it/clima

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sabato 19 novembre 2011

Abbiamo troppo poco tempo a disposizione per poterci permettere il lusso di pettinare le bambole o smacchiare i giaguari.



...Sabato 12 novembre avevo indossato la giacca e stavo per dirigermi verso Montecitorio o il Quirinale per partecipare all'evento programmato “la caduta di un premier” quando il più banale dei quesiti mi ha rovinato sia l'entusiasmo sia quello che da anni avrei considerato un bel giorno per l'Italia: chi ha mandato a casa Berlusconi?.

E' fin troppo evidente che quelli che abbiamo per anni invocato come gli anticorpi che entravano in circolo nel momento in cui qualcuno avrebbe attentato al nostro sistema democratico sono entrati in crisi, forse per eccesso di fiducia in un impianto statale fatto più di consuetudini che di atti formali e sostanziali inoppugnabili. Dal conflitto di interessi a leggi at personam e leggi at azienda.
Non è un caso che quello che è stato un meccanismo che ha retto bene sino a che c'è stata la Democrazia Cristiana, si sia inceppato nel momento in cui i democristiani per estinzione del proprio partito si sono, insieme ai socialisti, spalmati tra i due partiti di riferimento all'interno dei due poli.
Non è un caso che il meccanismo può riprendere a funzionare nel momento in cui archiviata la seconda repubblica il governo Catto-Bancario del prof. Monti ha nel suo DNA la mappatura proprio della Democrazia Cristiana degli anni del benessere, del boom economico, della società dei consumi, ma non le risorse per uguagliarla.

Che il PD di Bersani sia troppo interessato all'accredito nei salotti bene della finanza internazionale a scapito dei soggetti più deboli non è una novità. La rincorsa alle banche finì nella burla dei ragazzini scoperti con le mani nella marmellata, e la scelta aclassista ha radici decisamente più lontane, legate alla stesse sorti dell'allora PCI.
Il rifiuto o di un governo “politico” o di larghe intese o di unità nazionale o di elezioni anticipate, è solo il sinonimo della volontà di non disturbare i grandi vecchi e le organizzazioni mondiali capaci di movimentare ingenti capitali in titoli e in liquidità, veri strumenti di ricatto politico sociale nei confronti di paesi sovrani.

Viene a mancare il fiato pure alla sinistra extraparlamentare, chi ha per troppo tempo tubato con alleanze imbarazzanti ma assolutamente organiche ad una spartizione di un po di seggiole (o sgabelli) in un ipotetico governo di pseudo centro-sinistra, ed oggi si trova in debito d'ossigeno e fuori gioco, vista l'indisponibilità da parte del PD stesso a percorrere strade diverse (e non necessariamente l'uscita dalla UE del nostro paese) per riconquistare autonomia politica e una politica indirizzata su tutto alla tutela di tutti quei soggetti definiti non a caso “più deboli”

Da parte della sinistra definita “radicale” la perenne ricerca di unificazione impossibile di soggetti insufficenti e inadeguati, e la mancanza di unificazione su un progetto comune di società legata alle trasformazioni politiche e sociali globalizzate.

...Mi sono tolto la giacca, resta troppo poco tempo per poterci permettere il lusso di pettinare le bambole o smacchiare i giaguari.

Non è nell'attuale Parlamento che si può costruire una alternativa alla società delle banche e della finanza. Da Seattle a Puerto Alegre, a Genova, oltre dieci anni di indicazioni sulla possibilità di società diverse e sostenibili. Non è il sofismo se superata o meno questa sinistra, è in quell'ambito e in quell'humus culturale che matura comunque questo dibattito, che può e deve trasformarsi in progetto sociale.

Loris




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sabato 12 novembre 2011

Da "res publica" a "res privata"

...a far cadere Berlusconi sono i diktat di banche e lobbies finanziarie.
Che, uno dei principali responsabili del disastro politico ed economico abbia abdicato non può che essere considerato un elemento positivo, anche se la soluzione del problema "debito" è solo  rimbalzato al nuovo esecutivo.
Senza fare giri di parole, la priorità resta di "Non pagare il debito", di riappropriarci degli spazi di democrazia violati da organismi economici ricondotti a soggetti privati (banche).
Loris

galleria di immagini - genova 11.11.11



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mercoledì 9 novembre 2011

11.11.11 Genova - perchè manifestare


Le vicende "metereologiche" che hanno nuovamente coinvolto pesantemente Genova, non sono disgiunte dalla perdita di democrazia dovuta ai diktat della BCE .
Patti di stabilità che impongono tagli su servizi e manutenzioni del territorio inadeguati, insufficenti o nulli.
La rivendicazione di un sistema democratico non assoggettato ai ricatti delle banche, degli speculatori e della finanza criminale che ai profitti sacrifica gli individui i beni comuni e i più elementari diritti sociali.
Per queste ragioni portiamo in piazza le nostra indignazione e la nostra rabbia l'11.11.11.
Loris




11.11.11 Occupy The Streets. Occupy The World

venerdì 11 novembre alle ore 17, 30
davanti alla Banca d'Italia
via Dante 3 - Genova

Porta in Piazza la tua Indignazione!
Riprendiamoci gli spazi della protesta e dell'aggregazione,
della politica e del sociale.

Riprendiamoci il diritto all'indignazione e a far sentire la nostra voce.

Territori violati, beni comuni svenduti, servizi privatizzati, 
lavoro e vita sempre più precari
diciamo basta! 

Rimandiamo al mittente la lettera della BCE

diciamo no ai dictat della finanza e delle speculazioni!
Vieni in piazza con la tua denuncia, le tue proposte
Facciamoci sentire con pentole e coperchi!

11.11.11 Occupiamo le Strade. Occupiamo il mondo
spiazzaaffari.genova@gmail.com

venerdì 4 novembre 2011

se il g20 non va in paradiso


Autore: Alberto Zoratti
fonte: Altreconomia

Arrivare al Principato di Monaco non è mai stato così complicato. Dalla strada vista mare che porta dal micropaese di Cap d'Ail ad uno dei paradisi fiscali più cinematografici del mondo il 3 novembre il passaggio era off limits, ma non per i milioni di euro che convergono verso l'anonimato ed i privilegi di Montecarlo, ma per gli oltre 500 manifestanti che in mattinata hanno provato ad avvicinarsi ai confini virtuali della città stato monegasca.
Un gruppo di clown ed un sound system con un pallone gigante precedevano una manifestazione che sottolineava come sia necessario tassare le transazioni finanziarie, un dejà vu dei primi public forum del secolo quando si cominciava a parlare di Tobin tax facendo sorridere frotte di presuntuosi economisti.
Dieci anni dopo ed una crisi mondiale sulla testa hanno spento quei sorrisi, ma la questione rimane aperta soprattutto nel momento in cui gli effetti della finanziarizzazione dell'economia hanno metastatizzato ogni angolo del vivente. Un sistema così onnivoro, come ogni animale selvatico non ha solo bisogno di crescere e di andare a caccia di opportunità, ma anche di nascondersi. Ed è quello che succede negli oltre 40 Paesi (dato Ocse, il Financial Stability Board parla di oltre 60) che hanno scelto di diventare rifugio per la finanza impazzita. Parliamo di oltre 11 mila miliardi di dollari nascosti al fisco e custoditi da prestanome e società fantasma, una cifra che corrisponde ad un quinto del Prodotto interno lordo mondiale e al doppio della cifra stanziata in questi anni per affrontare l'attuale crisi economica.
Quando parliamo di finanza offshore non stiamo però parlando solamente di Paesi esotici, ma zone franche all'interno del sistema finanziario globale, come la city di Londra o il centro finanziario di New York, o ancora la conosciutissima Svizzera e il minuscolo principato di Monaco.
Con alcune di queste, vedi la Svizzera, si stanno imbastendo accordi bilaterali per risolvere una situazione insostenibile. Ma per alcuni di questi, vedi l'Italia, il problema dell'anonimato rimarrà probabilmente intonso. Ma la questione più scandalosa rimane la lista nera dei tax heavens, rimasta praticamente vuota. Paesi come le British Virgin Islands, le Isole Cayman, Gibilterra e il Lichtenstein sono stati addirittura promossi perchè collaborativi. Ma la totale inconsistenza di un G20 che solo che due anni fa aveva dichiarato guerra alla finanza off shore di tutto il mondo dimostra l'inutilità di questi vertici. E tutto questo mentre gli scandali continuano, l'ultimo in ordine di tempo sono le dimissioni di Tsuyoshi Kikukawa dalla presidenza dell'Olympus, la nota multinazionale leader in dispositivi medici e fotografici in seguito all'accusa di aver dirottato fondi in paradisi fiscali per evadere le tasse. E mentre i Paesi, e l'ecosistema, hanno bisogno di centinaia di miliardi di dollari per rimettersi in piedi.

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lunedì 5 settembre 2011

RETE ITALIANA DEL FORUM SOCIALE MONDIALE - lettera aperta


RETE ITALIANA DEL FORUM SOCIALE MONDIALE
PRIMA RIUNIONE A ROMA, 4 SETTEMBRE 2011:


LETTERA APERTA SUL 15 OTTOBRE 


GIORNATA DI MOBILITAZIONE EUROPEA E INTERNAZIONALE


e gli altri impegni dell’agenda



LETTERA APERTA:
15 OTTOBRE – GIORNATA DI MOBILITAZIONE EUROPEA E INTERNAZIONALE


Gli indignad@s spagnoli invitano a scendere in piazza, diversi/e e insieme, per dare vita a una grande manifestazione europea e internazionale il 15 ottobre. Nel nostro continente, come in altre aree del mondo, nel Mediterraneo e anche nel nostro paese, tanti e tante stanno raccogliendo e rilanciando il loro appello perché, nella tremenda crisi in cui siamo, nessuno può salvarsi da solo. 
Non è tollerabile la distruzione sociale e democratica che ci viene imposta con il ricatto del debito, a livello europeo e nazionale, da istituzioni subalterne alle banche, alla finanza, alle multinazionali, a pochi gruppi di privilegiati. Abbiamo bisogno di rafforzare le alleanze, la capacità della cittadinanza europea di opporsi e di conquistare una vera alternativa. 
In Italia bisogna fermare Governo e Confindustria, questa manovra e i suoi effetti devastanti. Ancora una volta e sempre di più, mantiene intatte rendite e privilegi e aggrava l’impoverimento della maggioranza della popolazione. 
Bisogna impedire le ulteriori privatizzazioni che negano la volontà popolare espressa con i referendum, lo smantellamento della Costituzione e la costituzionalizzazione del pareggio di bilancio. Bisogna opporsi alla cancellazione dei diritti e delle garanzie sociali, alla precarizzazione del lavoro e della vita delle persone. Bisogna respingere l’aggressione alle rappresentanze sindacali e ai diritti del lavoro, la cancellazione del contratto nazionale e dell’art. 18 dello Statuto dei Lavoratori. Bisogna fermare la distruzione di beni comuni, di ambiente e territorio, di relazioni sociali, di cultura e istruzione. Bisogna contrastare il razzismo, fermare le guerre, le spese militari e la militarizzazione.
Non intendiamo lasciare il nostro futuro nelle mani di una classe politica privilegiata e schiava dei mercati finanziari. Dobbiamo riconquistare il nostro potere di cittadinanza, una democrazia reale in cui donne e uomini, comunità, lavoratrici e lavoratori abbiano il diritto di decidere liberamente sulle scelte che riguardano tutte e tutti. Le alternative esistono e vanno conquistate, insieme. In tanti e tante, diversi e diverse, uniti. E’ il solo modo per vincere.



La Rete Italiana del FSM, al termine del suo primo incontro a Roma il 4 settembre, propone a tutte le organizzazioni, le reti, le alleanze, i gruppi e le persone interessate di verificare la possibilità di una grande convergenza unitaria nella giornata europea e internazionale di mobilitazione del 15 ottobre e di costruire insieme un “Comitato Unitario 15 ottobre”.
Propone quindi a tutti e a tutte di incontrarsi martedì 13 settembre alle ore  11.00 in Via dei Monti di Pietralata 16 a Roma.

GLI ALTRI IMPEGNI DELL’AGENDA
LA COSTRUZIONE E IL FUNZIONAMENTO DELLA RETE

La Rete Italiana del FSM si impegna a lavorare nei prossimi mesi in modo aperto, inclusivo, orizzontale e partecipativo per facilitare la più larga comunicazione e connessione fra la dimensione internazionale dei movimenti altermondialisti e antiliberisti e la dimensione locale, territoriale e nazionale delle lotte di resistenza e della costruzione di alternative.
Nella prossima riunione si discuteranno le modalità e gli strumenti per rendere possibile e accessibile questo impegno al coordinamento, alla comunicazione e al coinvolgimento. 


PROSSIMO INCONTRO DOMENICA 16 OTTOBRE


Il prossimo incontro, a cui sono invitati tutte le organizzazioni e le reti interessate, si terrà 16 ottobre a Roma.


LA PARTECIPAZIONE ALLA MOBILITAZIONE IN FRANCIA DURANTE IL G20 DI CANNES


Nella riunione di ottobre si definiranno gli ultimi dettagli in merito alla partecipazione italiana all’Alter Forum e alle iniziative europee previste a Nizza dall’1 al 4 novembre, quando a Cannes si riunirà il G20, con l’obiettivo di contrapporre le alternative sociali e democratiche alle ricette liberiste.
Di qui alla prossima riunione, un gruppo di lavoro della Rete si occuperà della relazione con gli organizzatori francesi, della informazione in Italia, della partecipazione collettiva alla discussione e alla mobilitazione di novembre.

A GENNAIO IN ITALIA IL SEMINARIO SULLA RICOSTRUZIONE DEL FORUM SOCIALE EUROPEO

Nella riunione del 16 di ottobre si definirà compiutamente l’invito a tutte le organizzazioni e le reti europee per il seminario per discutere le possibilità e le condizioni di un rilancio del Forum Sociale Europeo, che abbiamo accettato di organizzare in Italia su invito del Consiglio Internazionale del FSM. Un largo e rinnovato spazio pubblico europeo delle resistenze e delle alternative, capace di connettere l’esistente e di favorire il rafforzamento di lotte e campagne comuni, in questo periodo è una necessità assoluta. 

Per iniziare a preparare le condizioni logistico-organizzative del seminario, che si prevede di tenere a gennaio a Milano, la Rete ha costituito un gruppo di lavoro ad hoc. In preparazione dell’incontro europeo di gennaio, la Rete si propone di tenere un seminario interno di approfondimento sull’Europa. 

MAGHREB-MASHREK: INCONTRO SUL SOSTEGNO ALLE RIVOLUZIONI, CONTRO LA REPRESSIONE, LE GUERRE E LE OCCUPAZIONI

Le organizzazioni maggiormente attive su questi temi (repressione in Siria, guerra in Libia, occupazione in Palestina, sostegno alle rivoluzioni in Tunisia ed Egitto...) hanno preso l’impegno di convocare nelle prossime settimane una riunione unitaria per fare il punto delle diverse iniziative in corso, e per definire possibili iniziative comuni.

GLI APPUNTAMENTI INTERNAZIONALI DEI PROSSIMI MESI

La mobilitazione sul clima a Durban in occasione della COP sul clima fra fine novembre e dicembre, quella in occasione della ministeriale WTO a Ginevra dopo Durban, la giornata di azione globale dei migranti il 18 dicembre, il Forum Mondiale Alternativo dell’Acqua a Marsiglia nel marzo 2012, la realizzazione in Italia nel 2012 del Forum Euro-Maghreb-Mashrek, la grande mobilitazione a Rio de Janeiro in occasione del vertice Onu Rio +20 sullo sviluppo sostenibile, la preparazione del primo Forum Sociale Mondiale che si realizzerà nel 2013 nella regione Mediterranea (in Tunisia o in Egitto).

A questi appuntamenti comuni promossi nell’ambito del FSM, nel prossimo anno si accompagneranno molte altre iniziative specifiche di reti e coalizioni internazionali e europee, fra cui ad esempio la creazione della rete europea per l’acqua bene comune e le Iniziative dei Cittadini Europei (con la raccolta di un milione di firme) per il basic income, la cittadinanza di residenza, l’acqua pubblica.

UTILITA’ DI UNA RETE UNITARIA

L’impegno della Rete Italiana del FSM è di facilitare la possibilità di coinvolgimento su queste iniziative per tutti i soggetti sociali attivi, sul territorio e a livello nazionale, secondo i propri interessi e disponibilità, nonché di costruire insieme gli appuntamenti e le campagne comuni.

Le dimensioni internazionale, europea, nazionale e territoriale sono strettamente connesse. Il grandissimo numero di organizzazioni e reti italiane che si riconoscono nel FSM può fare della Rete una sede davvero unitaria di discussione, che potrà essere utile per affrontare, se e quando verrà ritenuto opportuno, iniziative e temi legati alla dimensione nazionale.

Seguiranno a breve comunicazioni dei referenti dei gruppi di lavoro con le indicazioni utili per gli interessati a farne parte. In attesa di definire strumenti di comunicazione ad hoc, continueremo ancora a utilizzare la lista Coordita e l’indirizzario del Coordinamento2aprile, oltre che l’indirizzario dei circa sessanta partecipanti alla riunione del 4 settembre, con la preghiera a tutti e a tutte di inoltrare le informazioni ad altre organizzazioni, reti e gruppi interessati.

mercoledì 27 luglio 2011

DICHIARAZIONE FINALE COMUNE - GENOVA 2011 “Loro la crisi – Noi la speranza” Assemblea internazionale 24 luglio


DICHIARAZIONE FINALE COMUNE

GENOVA 2011 “Loro la crisi – Noi la speranza”
Assemblea internazionale 24 luglio

La rete italiana verso il FSM nel Maghreb-Mashrek si incontra il 4 settembre a Roma


Noi, partecipanti a Genova 2011 “Loro la crisi- Noi la speranza” riuniti nell’assemblea internazionale del 24 luglio, dopo la grande manifestazione di ieri, ci impegniamo a costruire insieme il percorso che ci porterà al Forum Sociale Mondiale del 2013 che si terrà nella regione Maghreb-Mashrek.
Per la prima volta, i movimenti, gli attori sociali, gli attivisti e le comunità di tutto il mondo si riuniranno nella nostra comune regione mediterranea, ospiti delle rivoluzioni della dignità.
Il Forum e il suo processo di costruzione ci offrono una straordinaria occasione di convergenza nazionale e internazionale per rafforzare il campo di forze e delle alleanze necessari a una vera alternativa alla crisi globale, fondata sulla radicalizzazione della democrazia e dei diritti, sul rifiuto di ogni guerra, su un altro modo di produrre, di vivere, di consumare, di convivere, capace di respingere al mittente le devastanti ricette anticrisi imposte dai poteri dominanti.
Ci impegniamo a costruire insieme due importanti appuntamenti internazionali in Italia:
-        Nei prossimi mesi, un seminario aperto per la ricostruzione di uno spazio pubblico europeo pubblico e partecipato dagli attori sociali che nel nostro continente fanno vivere le lotte, le vertenze, le alternative, le buone pratiche per una Europa diversa.
-        Nel 2012, decennale del FSE di Firenze del 2002, un evento Forum mediterraneo, un grande incontro dei movimenti europei con i protagonisti e le protagoniste delle rivoluzioni della dignità nella riva sud .
Organizzeremo la partecipazione alle manifestazioni contro il G20 a Nizza in novembre, per la giustizia climatica a Durban a dicembre e in Brasile in occasione della conferenza Onu sullo sviluppo sostenibile Rio+20, nel Forum Mondiale Alternativo per l’Acqua a marzo 2012 a Marsiglia. Ci mobiliteremo per la giornata di azione dei migranti il 18 dicembre del 2011.
La “rete italiana verso il FSM” sarà una rete orizzontale e partecipata, capace di socializzare e democratizzare al massimo le relazioni internazionali altermondialiste, e di assicurare la massima partecipazione degli attori sociali, delle comunità, dei territori.
L’Assemblea della Rete Italiana FSM si riunirà il 4 settembre ore 10.30 a Roma alla sede nazionale dell’Arci V. Monti di Pietralata 16 per programmare il proprio lavoro.
Sarà anche l’occasione per discutere le possibili convergenze di azione sul livello nazionale di mobilitazione, nell’autunno caldo di lotte e di resistenze che tutti e tutte stiamo preparando nel nostro paese.




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