il problema attuale non è più la lotta della democrazia contro il fascismo ma quello del fascismo nella democrazia (G. Galletta)

Amicus Plato, sed magis amica veritas



Visualizzazione post con etichetta Giuseppe Pinelli. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Giuseppe Pinelli. Mostra tutti i post

mercoledì 12 dicembre 2012

12 Dicembre 1969 La Strage è di Stato

La strage Fascista

12 dicembre 1969 - Milano, piazza Fontana, Banca dell'Agricoltura

17 morti e 89 feriti: 
1. Giovanni ARNOLDI, anni 42
2. Giulio CHINA, anni 57
3. Eugenio CORSINI
4. Pietro DENDENA, anni 45
5. Carlo GAIANI, anni 37
6. Calogero GALATIOTO, anni 37
7. Carlo GARAVAGLIA, anni 71
8. Paolo GERLI, anni 45
9. Luigi MELONI, anni 57
10. Vittorio MOCCHI
11. Gerolamo PAPETTI, anni 78
12. Mario PASI, anni 48
13. Carlo PEREGO, anni 74
14. Oreste SANGALLI, anni 49
15. Angelo SCAGLIA, anni 61
16. Carlo SILVA, anni 71
17. Attilio VALÈ, anni 52



20 dicembre - funerali di Giuseppe Pinelli

"La strada era nera di folla, fra le due pareti di case popolari. Donne, gli occhi rossi e lo scialle, si affacciavano. Qua e là, fotografi appostati. Mi sono detto: quanta gente. Ma non era vero. Neanche un migliaio di persone. Quanti debbono aver avuto paura. C'è un mazzo di bandiere nere con la A in rosso. Due o tre bandiere rosse. Di quelle della Quarta Internazionale, credo. Molti, forse più, erano giovani; ma molti anche gli anziani e vecchi. Quando sono in mezzo a una folla non mi rammento di essere già, per i più, un vecchio". (Franco Fortini)

per ascoltare la "Ballata del Pinelli" clicca il link


Quella sera a Milano era caldo
Ma che caldo che caldo faceva
Brigadiere apra un po' la finestra
E ad un tratto Pinelli cascò.

"Commissario io gliel'ho già detto
Le ripeto che sono innocente
Anarchia non vuol dire bombe
Ma eguaglianza nella libertà."

"Poche storie indiziato Pinelli
Il tuo amico Valpreda ha parlato
Lui è l'autore di questo attentato
E il suo socio sappiamo sei tu"

"Impossibile" – grida Pinelli –
"Un compagno non può averlo fatto
Tra i padroni bisogna cercare
Chi le bombe ha fatto scoppiar.

Altre bombe verranno gettate
Per fermare la lotta di classe
I padroni e i burocrati sanno
Che non siam più disposti a trattar"

"Ora basta indiziato Pinelli"
– Calabresi nervoso gridava –
"Tu Lo Grano apri un po' la finestra
Quattro piani son duri da far."

In dicembre a Milano era caldo
Ma che caldo che caldo faceva
È bastato aprir la finestra
Una spinta e Pinelli cascò.

Dopo giorni eravamo in tremila
In tremila al tuo funerale
E nessuno può dimenticare
Quel che accanto alla bara giurò.

Ti hanno ucciso spezzandoti il collo
Sei caduto ed eri già morto
Calabresi ritorna in ufficio
Però adesso non è più tranquillo.

Ti hanno ucciso per farti tacere
Perché avevi capito l’inganno
Ora dormi, non puoi più parlare,
Ma i compagni ti vendicheranno.

"Progressisti" e recuperatori
Noi sputiamo sui vostri discorsi
Per Valpreda Pinelli e noi tutti
C’è soltanto una cosa da far.

Gli operai nelle fabbriche e fuori
Stan firmando la vostra condanna
Il potere comincia a tremare
La giustizia sarà giudicata.

Calabresi con Guida il fascista
Si ricordi che gli anni son lunghi
Prima o poi qualche cosa succede
Che il Pinelli farà ricordar.

Quella sera a Milano era caldo
Ma che caldo che caldo faceva
Brigadiere apra un po’ la finestra
E ad un tratto Pinelli cascò.

domenica 11 dicembre 2011

12 Dicembre 1969 La Strage è Di Stato


…Sono passati 42 anni da quella bomba alla banca dell’Agricoltura in piazza Fontana a Milano. 42 anni di infiltrazioni, depistaggi, servizi deviati e servizi che deviati non lo erano e giudiziosamente eseguivano gli ordini di chi diceva di infiltrarsi*, di provocare e di far ricadere le responsabilità su una sinistra che dopo aver contribuito con il proprio sangue a liberare questo strano paese dai nazi fascisti, ancora oggi non si comprende bene quale colpa deve espiare se non viene preferita a governi di piduisti affaristi e faccendieri da questo strano popolo che è quello italiano.
42 anni per la conquista di alcuni diritti contro cui ci esplosero le bombe ci manganellarono i celerini e ci uccisero le Brigate Rosse.
42 anni di lenta erosione della democrazia che forse non aveva quegli anticorpi che sbandieravamo se ci siamo trovati in svendita dalle banche private, in svendita il nostro lavoro, il nostro futuro, la nostra stessa sopravvivenza.
42 anni in cui quella forbice tra chi si impoveriva e chi si arricchiva era destinata ad aprirsi inesorabilmente, in un balletto che aumentando il divario economico in diminuzione c’erano anche i diritti.
42 anni in cui da una parte c’era chi lavorava per un alto concetto di una Europa dei popoli  e dall’altra chi più sommessamente ed efficacemente per una Europa delle banche.
42 anni in cui le strategie possono anche modificarsi ma che alla stretta finale la risposta è quella di Genova 2001 o di Roma 15 ottobre 2011.

Non solo voglio ricordare il 12 dicembre 1969 e Giuseppe Pinelli, ma voglio ricordare anche quello del 1970 e l’uccisione dello studente Saverio Santarelli, che in quel 12 dicembre manifestava a milano nel primo anniversario della STRAGE DI STATO




Ballata del Pinelli

Dal centrosinistra all'autunno caldo (1963-1969)

Quella sera a Milano era caldo
ma che caldo, che caldo faceva.
«Brigadiere, apra un po' la finestra»
ad un tratto Pinelli cascò.

«Signor questore, io gliel'ho già  detto,
lo ripeto che sono innocente:
anarchia non vuoI dire bombe,
ma giustizia, amor, libertà».

«Poche storie, confessa Pinelli,
il tuo amico Valpreda ha parlato:
è l'autore del vile attentato
e il suo socio, sappiamo, sei tu».

«Impossibile - grida Pinelli -
un compagno non può averlo fatto
e l'autore di questo misfatto
tra i padroni bisogna cercar».


«Stiamo attenti, indiziato Pinelli,
questa stanza è già  piena di fumo;
se tu insisti apriam la finestra
quattro piani son duri da far».

Quella sera a Milano era caldo
ma che caldo, che caldo faceva.
«Brigadiere, apra un po' la finestra»
ad un tratto Pinelli cascò.

L'hanno ucciso perchè era un compagno
non importa se era innocente;
«era anarchico e questo ci basta».
disse Guida, il feroce questor.

C'è una bara e tremila compagni
stringevamo le nostre bandiere
in quel giorno l'abbiamo giurato
«non finisce di certo così».

Calabresi e tu Guida assassini
che un compagno ci avete ammazzato
l'anarchia non avete fermato
ed il popolo alfin vincerà .

Quella sera a Milano era caldo
ma che caldo, che caldo faceva.
«Brigadiere, apra un po' la finestra»
ad un tratto Pinelli cascò.







*Francesco Cossiga

Ti è piaciuto l'articolo? Vota Ok . Grazie Mille! Puoi votare le mie notizie anche in questa pagina.

BEGIN

Share |

Lettori fissi

networkedblogs

DISCLAIMER


Questo blog non rappresenta una testata giornalistica in quanto viene aggiornato senza alcuna periodicità . Non può pertanto considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n° 62 del 7.03.2001.
L'autore del blog non è responsabile del contenuto dei commenti ai post, nè del contenuto dei siti "linkati".

Alcuni testi o immagini inserite in questo blog sono tratte da internet e, pertanto, considerate di pubblico dominio; qualora la loro pubblicazione violasse eventuali diritti d'autore, vogliate comunicarlo via E-mail. Saranno immediatamente rimosse.

Some text or image, in this blog, were obtained via internet and, for that reason, considered of public domain. I have no intention of infringing copyright. In the case, send me an E-mail and I will provide immediately.