il problema attuale non è più la lotta della democrazia contro il fascismo ma quello del fascismo nella democrazia (G. Galletta)

Amicus Plato, sed magis amica veritas



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sabato 7 settembre 2013

la Costituzione non puo' essere un pretesto


"Potevo fare di questa aula sorda e grigia un bivacco per miei manipoli
Era il 16 novembre 1922 quando Mussolini interviene in aula a un mese dalla marcia su Roma e alla sua investitura come Primo Ministro. Il disprezzo e la minaccia per la democrazia è evidente, ciò nonostante, deve passare“formalmente” da quell'aula, che è il terreno di confronto parlamentare,, anche se di li a poco stravolgerà ogni regola, calpesterà i diritti parlamentari, farà assassinare i parlamentari di opposizione, li metterà fuori legge e li imprigionerà o li costringerà, perseguitati, all'esilio.
Occorreranno più di 20 anni, riempiti di atrocità e ignominie e sangue di valorosi, prima di restituire a quell'aula la dignità e l'autorevolezza che gli competeva.
La Costituzione Repubblicana sancirà la sacralità per la democrazia di quei luoghi di confronto politico e le modalità di confronto al loro interno.
Ieri, 6 settembre, a Montecitorio un manipolo pentastellato ha “occupato” il tetto del palazzo esibendo striscioni, in un tentativo becero di “difesa della Costituzione” dalle manipolazioni della scellerata maggioranza delle “larghe intese”.
Come si può pretendere di volere il rispetto delle regole, quando non si è in grado di rispettare le regole e i luoghi dove le regole stesse vengono scritte?
Ci sarebbe stata ben più che indignazione se altri si fossero minimamente permessi comportamenti analoghi, coinvolgendo o utilizzando i luoghi “principi” delle istituzoni. Incapacità e inettitudine non sono scusanti ammissibili per le performance pentastellate.
Non ci si può trincerare dietro la logica “craxiana” che infrangere le regole se lo fanno tutti, diventa accettabile. Quella regola ci ha portato oggi ad avere in Parlamento figure come il pregiudicato Berlusconi e la cavillosa ricerca di una più o meno grossolana possibilità di mantenergli una agibilità politica.
Non si può neanche non considerare che azioni come quella di ieri siano proprio il frutto di quella cultura berlusconiana sulla visibilità quando i contenuti sono risibili. Sicuramente può diventare un cavallo di troia per legittimare una più o meno regola a salvaguardia di Berlusconi stesso.
Infine una considerazione sulla difesa della Costituzione. Il tentativo di modifica dell'art. 138 è senza ombra di dubbio un grave tentativo di intervento proprio sui meccanismi di riforma della Costituzione stessa. Il tentativo di sottrarre al giudizio popolare le eventuali modifiche è altresì evidente e la dice lunga sul tenore delle modifiche che vorrebbero apportare.
Sono, fortunatamente molti i soggetti che si sono attivati a salvaguardia della Carta, alcuni però, e il M5S sono poco credibili. La vocazione presidenzialista non è neanche velatamente nascosta e gli strumenti di legame dei cittadini con lo Stato sono per il M5S quelle cose da aprire con l'apriscatole.

Sostanza è anche forma, e oggi possiamo dire che la forma ci ha ricordato molto quella sostanza con cui gli italiani hanno avuto a che fare dal 1922 al 1945.
Loris

giovedì 21 febbraio 2013

Il fascismo si è presentato come l'antipartito

"Il fascismo si è presentato come l'antipartito, ha aperto le porte a tutti i candidati, ha dato modo a una moltitudine incomposta di coprire con una vernice di idealità politiche vaghe e nebulose lo straripare selvaggio delle passioni, degli odii, dei desideri. Il fascismo è divenuto così un fatto di costume, si è identificato con la psicologia antisociale di alcuni strati del popolo italiano, non modificati ancora da una tradizione nuova, dalla scuola, dalla convivenza in uno Stato bene ordinato e amministrato"

(Antonio Gramsci, L'Ordine Nuovo, 26 aprile 1921).



ogni mia considerazione è superflua, quando domenica o lunedì metterete la croce su un simbolo provate a ricordare proprio le parole di Gramsci. Essere partigiani significa odiare gli indifferenti.

martedì 19 febbraio 2013

Con i Partigiani della Costituzione

“Odio gli indifferenti. Credo che vivere voglia dire essere partigiani..."

Questo blog iniziava le pubblicazioni poco dopo la sconfitta della “sinistra arcobaleno”. Cinque anni non sono pochi, e in questi cinque anni non è mai venuto meno un impegno politico che ha voluto guardare soprattutto ad una ricostruzione, prima culturale e conseguentemente politica della sinistra in Italia.
Cinque anni in salita, a cercare di arginare le derive liberiste e le conseguenti emarginazioni di interi ceti sociali schiacciati da una crisi economica e finanziaria che come nelle migliori tradizioni del liberismo scarica nel “pubblico” le perdite accumulate per essere pronti ad incamerare nel “privato” delle banche e di holding finanziarie i profitti.

Cinque anni a cercare di difendere conquiste democratiche come lo statuto dei diritti dei lavoratori e il suo articolo 18 o la sacrosanta rivendicazione di uno stato sociale che ci siamo pagati e che oggi ci vogliono espropriare in virtù di una modernizzazione o di una presunta aspettativa di vita; in realtà anche in questo caso, uno scaricare le perdite di una mancanza di piani industriali sui lavoratori, dopo che hanno incamerato i profitti generati dalla produzione, dal consumo e dalla ridistribuzione.
Cinque anni a difesa dell’ambiente, contro la politica delle cementificazioni selvagge con i conseguenti dissesti e le tragedie come alluvioni e frane o la difesa della salute come a Taranto, che deve comunque coniugarsi con la difesa del lavoro. Contro la politica delle grandi opere, di cui dimostrata l’inutilità resta il quesito di chi ci guadagna.
Cinque anni fa, attraverso il blog, esternavo la preoccupazione di una esautorazione del Parlamento, per il continuo ricorso al voto di fiducia da parte di Berlusconi. Oggi denuncio il forte pericolo di tenuta di un sistema politico che ha fatto dello sperpero del denaro pubblico una religione, e dell’autoimmunità una ragione di sopravvivenza.
Dopo aver sentito un comico per due ore urlare, non posso non pensare ad un imbianchino, che oltre ai suoi di urli ha portato ad un urlo di massa, talmente assordante da sembrare muto  tra le ceneri di milioni di uomini e donne rei di essere diversi: sessualmente, politicamente o di razza.
L’emergenza democratica ed economica non è una mia invenzione e la riprova sono le conflittualità che nascono e si generano all’interno dei sempre più radi posti di lavoro, o nelle aule che dovrebbero dispensare cultura ed invece nella propria condizione di subalternità alimentano la mancanza di un progetto ed anche l’assenza completa di una prospettiva per i nostri figli.

Per queste ragioni oggi sostengo senza esitazione la lista di Rivoluzione Civile e Ingroia che è il suo candidato Premier.
Essere “Partigiani della Costituzione” vuol dire riaffermare il valore fondante di una comunità che nel lavoro, la pace e nella capacità di rappresentanza politica ha ricostruito una Nazione.
Essere “Partigiani della Costituzione” vuol dire impedire di sacrificare la propria sovranità per soddisfare gli appetiti di banchieri vari e/o società finanziarie.
Il mio invito al voto, attraverso le pagine di questo blog va a Rivoluzione Civile e ai suoi Partigiani della Costituzione”

Loris
admin “a sinistra”

venerdì 4 maggio 2012

Moni Ovadia e Don Gallo a conclusione della campagna elettorale di Doria

...Ecco alcune immagini della serata conclusiva della campagna elettorale di Marco Doria.
Considerando che le condizioni metereologiche non sono al meglio consiglio a tutti i Genovesi di andare a votare, comunque e sempre resta un diritto al quale don dobbiamo rinunciare.
Come ho ricordato all'inizio di questa campagna elettorale, una delle parole d'ordine di Doria, presa da Don Primo Mazzolari è “A che serve avere le mani pulite, se si tengono in tasca?”.
Sarebbe un peccato per non aver tolto le mani di tasca precluderci anche la possibilità di sognare.
Buon voto a tutti i Genovesi, e un augurio ai Palermitani che sono stati offesi da un comico genovese, che, molto probabilmente la  mafia la conosce perchè ha visto i film di Francis Ford Coppola e,cresciuto nel brodo della cultura berlusconiana, da buon cabarettista le cazzate le sa sparare bene.





Se poi a qualche genovese venisse anche l'ispirazione di un voto all'amministratore di questo Blog....


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