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il problema attuale non è più la lotta della democrazia contro il fascismo ma quello del fascismo nella democrazia (G. Galletta)
Amicus Plato, sed magis amica veritas
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venerdì 25 aprile 2014
BUON 25 APRILE
venerdì 26 aprile 2013
Genova 25 aprile 2013 - Video
Per la sua attività antifascista la città di Genova è insignita, il 1° Agosto 1947, della medaglia d'oro al valor militare con la seguente motivazione:
«Amor di Patria, dolore di popolo oppresso, fiero spirito di ribellione, animarono la sua gente nei venti mesi di dura lotta il cui martirologio è nuova fulgida gemma all’aureo serto di gloria della "Superba" repubblica marinara, i 1863 caduti il cui sangue non è sparso invano, i 2250 deportati il cui martirio brucia ancora nelle carni dei superstiti, costituiscono il vessillo che alita sulla Città martoriata e che infervorò i partigiani del massiccio suo Appennino e delle impervie valli, tenute dalla V zona operativa, a proseguire nell’epica gesta sino al giorno in cui il suo popolo suonò la diana dell’insurrezione generale. Piegata la tracotanza nemica otteneva la resa del forte presidio tedesco, salvando così il porto, le industrie e l’onore. Il valore, il sacrificio e la volontà dei suoi figli ridettero alla madre sanguinante la concussa libertà e dalle sue fumanti rovine è sorta nuova vita santificata dall’eroismo e dall’olocausto dei suoi martiri. 9 settembre 1943 - aprile 1945. »
Atto di resa
atto di resa In Genova, il giorno 25 aprile 1945 alle ore 19,30; tra il Sig. Generale Meinhold, quale Comandante delle Forze Armate Germaniche del Settore Meinhold, assisitito dal Cap. Asmus, Capo di Stato Maggiore, da una parte; il Presidente del Comitato di Liberazione Nazionale della Liguria, sig. Remo Scappini, assistito dall'avv. Errico Martino e dal dottor Giovanni Savoretti, membri del Comitato di Liberazione Nazionale della Liguria e dal Magg. Mauro Aloni, Comandante della Piazza di Genova;
1) Tutte le Forze Armate Germaniche di terra e di mare alle dipendenze del Sig. Generale Meinhold si arrendono alle Forze Armate del Corpo Volontari della Libertà alle dipendenze del Comando Militare per la Liguria.
2) La resa avviene mediante presentazione ai reparti partigiani più vicini con le consuete modalità ed in primo luogo con la consegna delle armi.
3) Il Comitato di Liberazione Nazionale per la Liguria si impegna ad usare ai rpigionieri il trattamento secondo le leggi internazionali, con particolare riguardo alla loro proprietà personale e alle condizoni di internamento.
4) Il Comitato di Liberazione Nazionale per la Liguria si riserva di consegnare i prigionieri al Comando Alleato Anglo-Americano operante in Italia.
5) La resa avrà decorrenza dalle ore 9 del giorno 26 aprile 1945.
Fatto in quattro esemplari di cui due in italiano e due in tedesco.
Remo Scappini Meinhold Errico Martino Giovanni Savoretti Mauro Aloni Asmus
sabato 31 dicembre 2011
Buon Capodanno... in lotta
| Tea Benedetti |
Per chi ha vissuto in un polo industriale e ha partecipato attivamente alla sua vita, evoluzione e involuzione, il “Capodanno di lotta” non è una novità. E’ con una certa nostalgia e tenerezza che ricordo quello del 1974, a Genova, all’interno della Pettinatura Biella “Fabbrica Occupata” , per la difesa del posto del lavoro. Oltre 400 giorni di occupazione, e in quella fabbrica occupata, oltre che luogo di rivendicazione sindacale, si sviluppò un laboratorio culturale che non perse mai il collegamento con il resto della città e soprattutto con i quartieri operai da cui provenivano le maestranze impiegate. Teatro, Concerti, letture e confronti non mancarono mai, grazie all’impegno di operaie come Tea Benedetti che incarnò quella lotta e quel territorio e di cui, chi visse quei momenti, non potra mai dimenticare l’enorme valenza politica.
Sono pochi i chilometri che separano l’area dell’ex Pettinatura Biella all’ingresso della Fincantieri di Sestri Ponente, ma la realtà industriale genovese ed in particolare del Ponente genovese, per effetto della deindustrializzazione, appare ad una distanza paragonabile a quella tra due ere geologiche.
Sicuramente le ristrutturazioni industriali sono state dettate da scelte di mercato, quindi economiche, ma è evidente che l’obbiettivo neanche troppo secondario è stato un tessuto sociale e politico che nel lavoro fondava i suoi valori più profondi e il motivo di un orgoglio indomito, sopravvissuto alle crisi prima del fascismo e sopravvissuto al fascismo stesso.
Per queste ragioni questa sera sarò col cuore in due diverse collocazioni:
davanti ai cancelli di Fincantieri, per rivendicare un futuro per quei cantieri navali, un futuro per i lavoratori li impiegati e un futuro per la delegazione di Sestri Ponente che attorno a quei cantieri ha costruito parte della sua economia.
Ad oltre 500 chilometri dal Cantiere di Sestri, nella redazione di “Liberazione” a Roma, dove a fronte del taglio dei contributi all’editoria la testata giornalistica non è più in condizione di far trovare in edicola il giornale.
Sarò col cuore in quella redazione perché quel giornale possa raccontare le storie delle “Pettinatura Biella” dei giorni nostri, siano call center o lavoratori dei vagoni letto, siano i lavoratori della Fincantieri o della Fiat, ma siano anche i racconti dei massacri a Gaza o in Kurdistan, o di cosa accadde a Genova nel 2001 o come morì Aldrovandi, tutte storie che non possiamo permetterci il lusso di delegarle ai pifferai del potere.
Loris Viari
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