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10.12.13

Chieti - I bambini digitali


Ipermediatici, iperconnessi, multitasking, disinteressati e anche un pò somari: sono i nativi digitali fotografati dall'indagine "La Dieta Mediatica dei nostri figli" curata dal prof. Tonino Cantelmi, professore incaricato di Psicologia dello sviluppo e dell'educazione - Lumsa, Roma, condotta nelle scuole elementari, medie e superiori. L'indagine analizza otto aree: televisione, computer e internet, telefonino, cinema, videogiochi, radio, riviste e quotidiani, libri. Cosa fanno i giovanissimi quando navigano su internet? E mamme e papà sono realmente consapevoli dei rischi che possono correre i loro ragazzi? Sono nativi digitali, usano internet come compagno di giochi al posto del vecchio cortile. Un mondo virtuale ricco di stimoli, ma anche di potenziali pericoli. Per un genitore è difficile trovare il giusto compromesso tra la necessità di lasciare i propri figli sperimentare le enormi potenzialità della rete e quella di tutelarli da eventuali situazioni sgradevoli. Allarme anche sul tema dei videogiochi: secondo il 57% del campione videogiocare influenza molto gli atteggiamenti del giocatore stesso. Allora è ipotizzabile che giochi particolarmente violenti possano implicare conseguenze negative per i ragazzi. 1 videogiocatore su 2 ha risposto di "Si" alla domanda "Hai mai pensato di voler essere come uno dei protagonisti dei tuoi video giochi?". Il dato più preoccupante è che nella classe di età 6-10 più della metà (il 56%) si identifica con il proprio avatar.

@enio

20.8.13

Chieti - Attenzione a cosa postiamo in web

Crescono i casi di ricatti contro chi posta foto hard sul web dopo essere stato convinto da fantomatici amici in rete. Lo dice la Polizia postale, invitando tutti alla massima prudenza. La polizia Postale ricorda che, in tutti i casi, ogni foto che viene postata o ogni ripresa che viene effettuata tramite una webcam, sfugge definitivamente dal controllo del suo protagonista e, quindi, è sempre bene riflettere attentamente a cosa viene postato o ripreso. La polizia consiglia di non assecondare assolutamente le richieste avanzate dal ricattatore poiché ciò non garantirebbe comunque la non diffusione del video o delle fotografie e potrebbe alimentare ulteriori successive richieste di denaro... sopratutto educhiamo i nostri figli ad un uso intelligente dei social-network!

@enio

16.5.13

Chieti - Perché in Italia non nascono i Jobs


L'avventura di Steve Jobs, il genio sognatore scomparso tempo fa, che a 21 anni, creava dal nulla la Apple e cambiava il modo di comunicare del mondo, solleva una domanda che ci deve interrogare nel profondo: in Italia sarebbe mai potuto avvenire? Può un ragazzo senza una famiglia alle spalle, senza aver frequentato prestigiose università, senza mezzi e appoggi, se non la propria creatività e ingegno, al solo motto «stay hungry, stay foolish» (restate affamati, restate folli), fondare un impero da 350 miliardi di dollari e inventare il domani? La risposta è sicuramente no, e solitamente se ne attribuisce la causa al sistema, al governo, alla gerontocrazia immutabile di un Paese di vecchi, ai fondi negati, alla mancanza di contributi, eccetera eccetera. Tutto vero, peraltro. Ma se ci fosse anche dell'altro? Se fosse perché le nostre famiglie, le nostre scuole, le nostre imprese, la nostra società soffocano la nascita di nuovi Steve Jobs nostrani perché a loro propongono impongono altri modelli e altre prospettive? Se fosse perché gli stessi giovani, coccolati lisciati accuditi da mamma papà e da prototipi di vita comoda, preferiscono non rischiare, non restare affamati, non restare folli, e magari cercare il posto (non il lavoro) grazie alle conoscenze familiari e alle sicurezze dell'ambiente sociale in cui si è nati? Se così fosse, non basta cambiare governi o destinare qualche fondo in più al Ministero dell'Istruzione, per invertire lo stato delle cose. Serve cambiare cultura, spirito di vita, mentalità, sguardo al domani, modo di porsi di fronte allo studio e al lavoro. Insomma, creare le condizioni di chi «ha fame» e coltiva in sè la follia creativa che nei secoli ha visto questa terra generare civiltà che hanno segnato la storia e dato al mondo geni. Dall'Impero romano al Rinascimento fiorentino. Da noi è raro veder nascere uno Steve Jobs, perché il successo professionale non dipende prevalentemente dalle capacità personali, ma dal luogo di nascita e dalla famiglia di origine. Se uno è farmacista è perché il padre è farmacista, se uno è notaio è perché il padre è notaio, se uno è imprenditore è perché si è nati in una famiglia di imprenditori. Poi, magari, si è anche bravi a farlo, ma quello che conta da noi è l'ambiente giusto, le conoscenze giuste, la strada già percorsa e segnata. Non la voglia di innovare, di rischiare, di percorrere strade nuove. Addirittura negli accordi sindacali si acconsente al pensionamento del padre, se viene assunto il figlio, perché nulla cambi. Purché nessuna strada nuova venga percorsa. Quanti sono i giovani disposti a mettersi in proprio, a rifiutare il posto di bancario o nelle ferrovie procurato grazie alle conoscenze del papà, per chiudersi in un garage e dar sfogo alla propria creatività, alla propria manualità, alla sana follia che c'è in ciascuno di noi? Quanti sono disposti ad affrontare le mille difficoltà che in Italia ci sono, per realizzare la propria idea, per fare qualcosa con le proprie mani, per «inventarsi lavoro» invece che cercarsi posti di lavoro? Vorrei cono scere anche il vostro parere.

@enio

 

13.10.11

Windows 8 si vedono già online le prime relize !


In queste ore è stata trafugata in rete una copia del futuro sistema operativo di casa Microsoft, Windows 8, contro il volere degli sviluppatori stessi. Questa copia è recentissima 6.2 7989.0. amd64fre.winmain 110421-1825 e si tratta di Windows 8 Milestone 3 (Windows server 8). Scaricare e fare il download di Windows 8 è abbastanza semplice in quanto è stato messo online il file nei piu’ comuni canali torrent e in server FTP privati però sconsigliamo vivamente di prelevare questa versione beta perchè oltre a non essere stata distribuita per il pubblico, è anche molto instabile.Tra le novità che possiamo notare sono il nuovo sfondo con un interfaccia utente sbloccabile e una nuova schermata d’avvio con un immagine a forma di pesce. Tuttavia Microsoft ha recentemente dichiarato che il tradizionale menu Start di Windows sarà sostituito da un interfaccia piu’ intuititva e le nuove applicazioni saranno basate sull’ HTML5 e il Javascript. Secondo voci di corridoio, i cracker sono già al lavoro su questa versione per decifrare  ed estrapolare dati ed informazioni relativi all’infrastruttura di Windows 8, soprattutto sulle nuove tecnologie anti-contraffazione introdotte da Microsoft. La versione ufficiale dovrebbe essere pronta entro il 2013 e stando a quelli che hanno installato già le trasformations pack (per modificare XP, Vista e windows 7) il sistema operativo è rivoluzionario e consuma pochissima RAM ed è destinata principalmente computer di nuova generazione quelli per intenderci che fanno poco uso di tastiera esterna.... Se son rose fioriranno a noi, per adesso, non resta che aspettare gustandoci le successive Beta relizes,  prendendo piano piano pratica col nuovissimo OS...

enio

 

28.3.11

Pazzie per iPad2

  
Alla faccia della crisi, verrebbe da pensare, sabato scoeso, l'iPad 2 è andato a ruba sugli scaffali dei negozi, sia a Mediaworld che a DG Informatics, infatti, hanno esaurito nell'arco di poche decine di minuti le poche scorte del nuovo gioiellino targato Apple. Lanciato negli Usa quasi due settimane fa, l'iPad 2 era da ieri in vendita in altri 25 Paesi, Italia compresa. Ovunque, in Europa e nel mondo, si sono registrate code fuori dai negozi, e da noi non è stata da meno. A Mediaworld già dalle 12 alcune persone si sono messe ordinatamente in fila per non rischiare di rimanere con un pugno di mosche in mano. E alle 17.30 le scorte erano già esaurite. Tante persone che stavano attendendo questo giorno ora finalmente possono tornare a casa con il loro iPad2. C'era una buona scorta, ma tutti i pezzi sono andati a ruba. Pare ci fosse, per l'acquisto molta più gente rispetto al lancio dell'iPad1. Si spera di ricevere quanto prima nuovi rifornimenti per accontentare tutti i clienti, rimasti senza, commenta il direttore di MediaWorld. Steve Jobs ha detto bene: questo tablet è il post pc. Non lo affianca, ma lo supera, lo sostituicse in tutto e per tutto. Il Ceo di Apple, presentando qualche settimana fa il nuovo prodotto, era stato chiarissimo. «Mentre la concorrenza sta cercando di capire cosa sia il nostro primo iPad, noi cambiamo già le regole del gioco lanciando il 2». E se lo dice lui, il boss dell'azienda di Cupertino, c'è da fidarsi: l'impressione è che Jobs sia talmente geniale e talmente vincente che se aprisse una fabbrica di cappelli la gente nascerebbe con tre teste. Anche con iPad 2 tutti i record di vendite sono abbattuti, e la gente è contenta, come dimostrano le persone che escono da Mediaworld dopo l'acquisto.


7.12.10

Assange si è costituito

 
Il fondatore di Wikileaks Julian Assange è stato arrestato oggi dalla polizia britannica. Scotland Yard ha riferito che Assange è stato arrestato alle 09.30 (le 10.30 in Italia) sulle base di un mandato d'arresto europeo. L'arresto è avvenuto in una stazione di polizia londinese dove si è presentato il cittadino australiano dopo aver preso appuntamento con i poliziotti. Successivamente Assange comparirà davanti alla corte di Westminster. Contro di lui pesa un mandato di cattura internazionale per il presunto stupro, in Svezia, di due donne. Accuse che il giornalista australiano ha sempre negato. Ora, dopo essere interrogato dalla polizia britannica, dovrà apparire davanti ai magistrati della corte di Westminster che decideranno sull'estradizione. Il suo avvocato - che nelle ultime, frenetiche ore ha trattato la resa del suo assistito con Scotland Yard - ha ribadito che Assange si opporrà con tutte le sue forze a ogni tentativo di estradizione, perché il rischio è che possa essere "consegnato agli americani". I suoi sostenitori, intanto, non si fermano: l'arresto di Assange è un attacco contro la libertà di stampa e non modificherà i piani per la diffusioni di nuovi documenti, ha immediatamente commentato il portavoce di WikiLeaks Kristinn Hrafnsson. E un network di hacker ha organizzato un attacco informatico contro PayPal e Postfinance, che hanno bloccato i finanziamenti al sito.

23.7.10

PIRATI DEL SOFTWARE


Per la legge si chiama «programma non licenziato», in gergo meno formale è un software pirata, in ogni caso è illegale. Per il possesso di questo materiale, giovedì scorso due architetti sono stati condannati dal giudice Ancona a 4 mesi di reclusione ciascuno. Si tratta di uno dei primi casi di condanna di un professionista in Italia. L’indagine che ha condotto al processo è scaturita a seguito di alcuni controlli a campione svolti nei mesi scorsi dalla guardia di finanza. Nello studio dei due architetti le fiamme gialle trovarono alcuni software per i quali i professionisti non furono in grado di dimostrare la provenienza. Nessuna scatola originale, nessuno scontrino fiscale che testimoniasse un acquisto. I programmi in questione erano di vario tipo: dal banale «Office» utilizzato per la scrittura ad altri programmi professionali, utili per svolgere complicati calcoli statistici. Valore sul mercato: probabilmente qualche centinaia di euro. Secondo i finanzieri quei programmi non potevano «girare» sui computer dei due architetti senza licenza e dunque è scattata la denuncia per violazione della legge sul diritto d’autore. Al termine delle indagini la procura ha chiesto e ottenuto dal gip l’emissione di un decreto penale di condanna: 4 mila euro di multa da pagare subito e in cambio i due imputati avrebbero potuto evitare il processo. Forti di una linea difensiva giudicata coerente i due professionisti hanno deciso di non pagare e di affrontare il processo. Sono così comparsi davanti al giudice Ancona spiegando che la normativa sul diritto d’autore punisce la detenzione di programmi non licenziati «a scopo commerciale o imprenditoriale». Nel caso in questione, invece, l’uso del programma pirata sarebbe stato fuori dalla cornice delineata dalla norme nel senso che il suo utilizzo mirava unicamente alla produzione di un servizio dell’intelletto, come quello reso dall’avvocato, dal medico o dall’ingegnere. Insomma, secondo la difesa dei due architetti sarebbe mancato quell’elemento dell’«imprendiatorialità» dell’uso indicato dalla norma. La difesa, però, non ha convinto Ancona che - aderendo ad una linea interpretativa della Cassazione - ha ritenuto estensibile anche all’attività del professionista il precetto che vale per le imprese o le attività commerciali. Si tratta di una delle prime sentenze in questa materia pronunciate dal tribunale di Trento. Dunque si restringono sempre di più i margini per l’utilizzo di software copiati, anche se le norme che regolano il settore sono ancora poco chiare e spesso ostaggio di interpretazioni giurisprudenziali molto variabili. Prendete il caso - deciso solo tre anni fa sempre dallo stesso tribunale - di un ambulante trovato in possesso di 800 tra dvd e cd masterizzati, tra cui anche parecchi software non originali. La difesa dell’imputato convinse il giudice sostenendo che le copie trovate in suo possesso non erano conformi all’originale, ma avevano una qualità più scadente. Rispetto all’edizione “madre”, le copie erano state depurate di molti elementi che rendevano i file più leggeri. Inoltre la giurisprudenza accetta la possibilità di realizzare legalmente la copia di un cd o di un dvd di cui si ha il possesso, non la sua commercializzazione.


20.7.10

Generazione Y

Studiano con la radio accesa e il cellulare all'orecchio, hanno in tasca l'ultimo costosissimo modello dell' iPhone, ma indossano abiti usati e comprano di seconda mano su eBay, considerano la vita un gioco e colgono l'attimo. Sono la "generazione Y, i digital natives, cioè i ragazzi tra i 18 e i 25 anni nati all'epoca di internet. Il loro identikit è stato tracciato dall'Istituto di ricerca Bva su richiesta dei patron delle 40 principali società della borsa francese (CAC 40). «La loro attività cerebrale, la consapevolezza del reale, le capacità intellettuali e la visione della società - si legge nello studio - sono stati completamente trasformati dall'onnipresenza del digitale durante l'infanzia». «È soprattutto il rapporto con il tempo che li differenzia dalla generazione precedente, senza internet - spiega al quotidiano Le Figaro il sociologo Stephane Hugon - La vita per loro è un gioco, non cercano di cambiare il mondo, ma piuttosto di renderlo migliore, colgono l'attimo». «I cinquantenni di oggi sono cresciuti con la cultura del progetto. La vita era una serie di tappe, di sforzi e di sacrifici verso uno scopo. Questo modello è in via d'estinzione. I giovani invece non credono più nel futuro e sopravvalutano il presente». Nel mondo del lavoro, generazione Y è sinonimo di precariato: hanno imparato ad "accettarlo", si sono "adattati". I nuovi giovani sono più attivi e meno riflessivi, continua il rapporto, pronti a lasciare un lavoro se non li soddisfa. Abituati al mondo del web, dove tutto è a portata di clic, sono tentati dal non affrontare i problemi. Disprezzano la politica, le istituzioni, le gerarchie, ma sono fedeli alle regole del gruppo dei pari. Sono spendaccioni, ma solo per le nuove tecnologie. Per il resto cercano l'offerta migliore e cercano di non farsi manipolare dalla pubblicità: comprano i vestiti nei negozi dell'usato e gli elettrodomestici su eBay, riciclano mobili di seconda mano. «I digital natives - si legge ancora nello studio - sono spesso percepiti dagli adulti come superficiali, senza ideali, irrispettosi dell'autorità». Per loro invece i genitori sono «eroi del quotidiano, che sono riusciti a crescerli nonostante le difficoltà».

24.3.10

Il computer sempre più robot


Ogni anno il mercato si trova di fronte a novità che stanno radicalmente cambiando il modo di avvicinarci e convivere con la tecnologia. Vi ricordate i primi computer degli anni 70 ? Quanto erano grandi e rumorosi ? Senza parlare poi della qualità del video, dell'audio o delle prestazioni. Vi ricordate quanto spazio portava via il video ? Assomigliava molto al vecchio televisore con tubo catodico. Chi l'avrebbe mai detto che il video sarebbe diventato poco più spesso di qualche centimetro ? È il bello della tecnologia, in soli pochi mesi tutto ciò che prima era nuovo e sensazionale poi diventa superato. Pensiamo alla tastiera. Nei prossimi mesi si dice che sarà così sottile da non vedersi, sembra che addirittura sparirà, perché sarà una proiezione interattiva. Si stanno facendo le prove generali di questa tecnologia in Corea, dove puntano a invadere il mondo con una generazione di "laserkey", gli apparecchi che proiettano la tastiera su qualunque superficie piana. Un nuovo tipo di computer senza mouse e tastiera, il QB1 è stato invece già presentato l'anno passato alla conferenza specializzata Lift a Ginevra. Composto di un braccio articolato che termina con uno schermo, il computer senza tastiera né mouse è capace di identificare l'utente e di capire i suoi desideri. Oggi giorno è l'utente che deve avvicinarsi al computer ed esprimere le sue volontà servendosi della tastiera o di un telecomando. Con QB1 si sono scambiati i ruoli: è il computer che si adegua e che cerca l'informazione. L'utente dialoga a gesti con il computer. Anche iride e comandi vocali diventeranno un modo usuale di rapportarsi al computer. Come avveniva in Minority Report, il film di Spielberg (2002), ambientato nel 2054, dove Tom Cruise interagiva con un computer per violare fisicamente ambienti virtuali e prelevava file direttamente con le mani. QB1- una versione più elaborata rispetto al prototipo Wizkid presentato nel 2008 a New York - è capace di comprendere simultaneamente i gesti di due mani. Il computer risponde a distanza alle volontà del suo interlocutore: La macchina vi reperisce nella stanza in cui vi trovate e vi propone dei contenuti e con un semplice gesto si può accettare o rifiutare e con un altro semplice gesto si può aumentare o diminuire il volume.


10.2.10

Steve Jobs e iPad


Non è tanto sulla bellezza o sull’utilizzo dell’iPad che voglio soffermarmi, quanto su due altri aspetti. Il primo è quello della presentazione del nuovo prodotto. Steve Jobs, il cofondatore di Apple, ha svelato la sua ultimissima creazione sul palco dello Yerba Buena di San Francisco a un gruppo selezionato di 600 tra analisti e giornalisti di tutto il mondo. Per farlo si è servito si un maxi schermo alle sue spalle, di una poltrona e di un tavolino con una bottiglia d’acqua, presa qualche minuto prima in un distributore automatico di bevande. Barba incolta, jeans sbarazzini, maglione blu e scarpe da jogging: questo il look di Steve (solo a vederlo lo si sente quasi un amico, tanto che viene da chiamarlo per nome), boss di un’azienda che nel primo trimestre fiscale ha avuto un utile netto pari a 3,4 miliardi di dollari, con ricavi pari a 15,68 miliardi di dollari. Chiamatelo marketing, chiamatele strategie di comunicazione, in ogni caso il messaggio che l’utente riceve da una presentazione così è chiaro: «Adesso presento il prodotto, poi, tra venti minuti, me ne torno al lavoro sulla mia scrivania per svilupparlo ulteriormente». Le reazioni, tuttavia, non sono state entusiaste, e molti si sono chiesti cosa fosse questo iPad. E a questa domanda è legata la seconda considerazione, più tecnica, riguardo al suo utilizzo. Jobs fa suo un concetto fondamentale: l'iPad deve essere identificato, ancora una volta, in un concetto prima ancora che in un device. Apple non vuole vendere un tablet, insomma, ma un nuovo modo di accedere all'informazione. Ecco perchè Jobs ha avuto, a quanto pare, delle riunioni con il management del New York Times e con i massimi rappresentanti del Wall Street Journal: l'editoria è il gancio migliore, poiché la comunanza di intenti potrebbe far scattare ottime partnership. Se l’iPad non fosse un semplice tablet ma un punto d’accesso, unico e irrinunciabile, all’informazione? Il tempo lo dirà. O meglio, tra poco tempo lo si saprà, perchè l’attesa non è propria del mondo web.

23.10.09

Windows 7

Da ieri in tutto il mondo inizia la commercializzazione di pc dotati del nuovo sistema operativo di Microsoft, mentre aziende e consumatori possono acquistarlo per aggiornare le precedenti versioni di Windows. Più semplice, più veloce, più sicuro e soprattutto pratico. Windows 7 deve colmare le lacune e l'indifferenza generata dal precedessore Vista, sistema operativo che molti hanno rapidamente sostituto con XP, il "nonno" di Windows 7, considerato più affidabile e facilmente gestibile. E infatto le nuove funzionalità nascono da "centinaia di migliaia di segnalazioni che Microsoft ha ricevuto e raccolto da tutto il mondo e successivamente elaborato e integrato nel nuovo sistema"”, ha dichiarato Pietro Scott Jovane, amministratore delegato di Microsoft Italia. Windows 7 ha potuto contare su oltre 8 milioni di "beta tester" che in tutto il mondo hanno avuto la possibilità di provarlo per 18 mesi, segnalando le loro osservazioni a Redmond, quartier generale di Microsoft. Le novità introdotte da Windows 7 sono una barra delle applicazioni più efficiente e personalizzabile, la facile creazione di una rete domestica di pc adatta alla condivisione dei file, una più semplice connessione degli apparecchi esterni come stampanti e telefoni cellulari. "Snap" consente di affiancare due finestre sullo schermo senza complicate manovre con il mouse. Inoltre vengono garantiti tempi ridotti di accensione e spegnimento del PC, e una migliorata gestione delle batterie. In Windows 7 sono stati introdotti dei miglioramenti in termini di performance con il supporto a 64-bit e la grafica DirectX11.