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giovedì 25 settembre 2014

SETTEMBRE - PULIAMO IL MONDO












Clean Up the World è un'iniziativa ambientale in cui i volontari di tutto il mondo ripuliscono, valorizzano e conservano i propri territori.
L'evento principale della campagna si svolge a livello mondiale ogni terzo weekend di settembre, comunque gli organizzatori incoraggiano i cittadini a intraprendere iniziative durante tutto l'anno.
Clean Up the World è stata creata nel 1993 quando i fondatori di Clean Up Australia, Ian Kiernan and Kim McKay, proposero all'UNEP di trasformare Clean Up Australia in un'iniziativa di volontariato globale. La partnership così creata mobilita ogni anno circa 35 milioni di volontari in 120 paesi, rendendo Clean Up the World la più grande iniziativa ambientale organizzata da volontari.
L'Unep assiste Clean Up the World a promuovere la campagna e incoraggia la partecipazione attraverso il proprio network.
Nel 1998, Ian Kiernan è stato insignito dall'UNEP del premio ambientale Sasakawa per la sua visione e organizzazione di questa iniziativa mondiale di volontariato ambientale



giovedì 11 luglio 2013

Vandana shiva

Vandana shiva





Nel breve saggio Povertà e globalizzazione] Shiva correla la povertà del terzo mondo agli effetti della globalizzazione. In esso si ritrovano in sintesi i punti chiave del suo pensiero, che ha esposto in altri libri.
« Noi possiamo sopravvivere come specie solo se viviamo in accordo alle leggi della biosfera. La biosfera può soddisfare i bisogni di tutti se l'economia globale rispetta i limiti imposti dalla sostenibilità e dalla giustizia. Come ci ha ricordato Gandhi: "La Terra ha abbastanza per i bisogni di tutti, ma non per l'avidità di alcune persone". »
(Vandana Shiva)

http://it.wikipedia.org/wiki/Vandana_Shiva

LA ROSA DI VALENTINO



La storia di  Valentino ed  Eleonora e le loro rose

Documentario di Erica Barbiani   e Pier Paolo Giarolo

http://www.audiovisivofvg.it/product/eleonora-valentino-e-le-rose/

Diciassette anni fa Valentino, meccanico in pensione di Artegna, regala trenta rose antiche alla moglie Eleonora per festeggiare trent’anni di matrimonio. Quel giorno, Valentino non sa che nei prossimi vent’anni il giardino dietro casa, che confina con la statale, i binari della ferrovia e il campo da calcio comunale, crescerà fino ad ospitare duemila rose. Non immagina nemmeno che Eleonora, casalinga curiosa, vorrà conoscere la storia di ogni rosa. Gambi, spine, boccioli, petali e foglie portano addosso storie d’amore sacro, tenero e profano. “La rosa non è solo il simbolo dell’amore – racconta Eleonora – ma di tanti tipi d’amore!” Mentre Valentino pota, scava, brucia rami secchi e pianta nuove rose, Eleonora sfoglia libri e cataloghi, scrive lettere e battezza nuove rose. Senza l’aiuto di nessuno, la coppia trascorre assieme undici mesi di potature, bacche e spine per preparare una fioritura di sole tre settimane. Le rose antiche fioriscono solo a maggio, ma la loro bellezza mantiene Eleonora e Valentino vicini tutto l’anno. Nel roseto più grande d’Europa, l’amore è soprattutto quotidiano.

LIBERESO GUGLIELMI : IL GIARDINIERE RAMPANTE




http://www.sanremonews.it/2013/07/06/leggi-notizia/argomenti/eventi-1/articolo/il-giardiniere-rampante-quando-il-verde-e-commestibile-con-libereso-guglielmi-lunedi-su-rai-5.html#.Ud5V9DvWMrU


L’incontro di Serena Dandini con Libereso Guglielmi, registrato il 5 marzo  all’Auditorium Parco della Musica di Roma,  trasmesso su Rai 5 nell’ambito della rassegna Il Paradiso perduto. Il viaggio di Serena Dandini alla ricerca di un eden sostenibile, di una possibile inversione di rotta per il nostro Pianeta attualmente alla deriva.


http://www.mariazanolli.com/index.php/foodwine/il-giardiniere-di-calvino-incontro-con-libereso-guglielmi


IL GIARDINIERE DI CALVINO: INCONTRO CON LIBERESO GUGLIELMI

Ha le mani forti e nelle unghie i segni della terra.
Gliele guardo per la prima volta a tavola, al ristorante Melograno di Sanremo, mentre disegna un fiore sul mio taccuino. Sono seduta di fronte a Libereso Guglielmi, uno dei più grandi esperti di botanica al mondo, allievo di Mario Calvino, padre di Italo.
Abbiamo appena finito di mangiare flan di ricotta e fiori su vellutata di boraggine, proprio una delizia, soprattutto il gusto fresco dei petali di viola.
È la mia prima volta con i fiori e non so se sono più emozionata per le sensazioni culinarie che sto provando o perché ho davanti un grande maestro che ha vissuto nello stesso giardino di uno dei miei scrittori preferiti.
Da dove iniziare? Sono quegli incontri che vorresti tenere sospesi sul filo del tempo. Mi ero preparata mille domande sul suo rapporto con Calvino, pur sapendo di andar fuori tema, visto che l’articolo era stato pensato per parlare della cucina con i fiori. Ma come succede in certe occasioni speciali tutto quello che avevo ipotizzato prima dell’incontro non avvenne mai. È stato molto di più. Dal momento in cui ci siamo stretti la mano fino al giorno seguente, a casa di Libereso e nella sua “jungla”, le parole e i discorsi si sono intrecciati uno dopo l’altro toccando argomenti che mai mi sarei aspettata, a partire dalle storie curiose che stanno dietro ogni piccola pianta, fino ai grandi pensieri filosofici sul senso della vita e sulla ricerca della felicità. Che per Libereso è semplice, gliel’ha confidato un Lama incontrato durante uno dei suoi viaggi a sco- prire piante fiori. “Sdraiati in un prato, e quando sentirai le gioie della terra per la nascita di un seme, tu sarai un uomo felice”. Mi sembra un ottimo messaggio per entrare nel mondo di Libereso, un ottantacinquenne senza tempo, che ha un sacco di cose da insegnarci.
I latini dicevano nomen omen ovvero nel nome è il destino. Ti ritrovi?
Direi di sì. Mio padre mi ha chiamato Libereso pensando a far crescere un uomo libero.
La mia legge è da sempre la libertà, la mia patria è il mondo intero. Il tuo pensiero dev’essere sempre libero. “Io non cerco nulla da te, tu non cerchi nulla da me”.
La cosa più bella è essere se stessi e cercare di stare in pace col mondo.
Quindi gli insegnamenti di tuo padre, un grande pensatore ed esperantista, hanno influito sulla tua vita?
Ho sempre ammirato mio padre. Era un pensatore potente, parlava l’esperanto, mi ha insegnato moltissime cose.
Ce ne dici una?
Non bisogna mai chiedere scusa a qualcuno. L’importante è non sbagliare, non fare del male.
Il tuo pensiero è molto delicato, un po’ come i fiori, ma tu li mangi abitualmente i fiori, vero?
Beh sì, quella del mangiare fiori è una pratica perduta, risale a 3000 anni a.C., viene dall’antico Egitto. Noi pensiamo che il fiore sia qual- cosa di diverso dal resto della pianta, però, per esempio, mangiamo il carciofo che è un fiore, come il cavolfiore, le cime di rapa, e allora perché una violetta o un geranio non dovrebbe essere buoni solo perché sono identificati come fiori?
In effetti le violette che abbiamo mangiato stasera erano ottime…
Pensa che le viole si mangiavano anticamente, condite con olio e sugo d’acacia.
La fantasia della cucina con i fiori è infinita e potrebbe aiutare gli chef a creare piatti più interessanti, non trovi?
Sì, tra le erbe che abbiamo nei nostri prati ci sono almeno 200 varietà di piante mangerecce che non conosciamo. Nel mio giardino a Sanremo, che ormai è diventata una giungla, ho raccolto semi e piante da tutto il mondo.
Hai viaggiato moltissimo quindi?
Sì, quasi tutto il mondo. Viaggiare è tutto. E bisogna “rubare”, accumulare, conoscere. Cerco di dirlo anche ai bambini che incontro.
So che vai a trovare i bambini nelle scuole. Cosa gli insegni?
Gli insegno a disegnare, non solo le piante, ma anche personaggi, animali, storie. Quando ero ragazzo di giorno stavo nel giardino di Calvino e la sera andavo da Rubino, quello del Corriere dei Piccoli. Mario Calvino è stato un maestro eccellente. Era un grandissimo agronomo e ho imparato molto nel giardino della sua villa che era un campo sperimentale.
Ovviamente questa tua passione per i fiori e per le piante nasce da una filosofia generale sulla natura e sulla vita? Dobbiamo essere figli della natura, conoscerla, amarla. Io ho il mio “giardino dei pensieri”: me lo sono creato e tutti potrebbero farlo. Quando sono stanco della vita moderna, guardo nel prato dei miei pensieri e controllo che non ci sia qualche pianta invasiva che mi porta a pensare a cose brutte come la guerra, l’intolleranza. Se ne trovo qualcuna la elimino.
A proposito di piante velenose, come si riconoscono?
Spesso i fiori sono neri o hanno un odore sgradevole.
E il tuo rapporto con gli animali?
L’animale è mio amico, io gli amici non li mangio.
Quindi sei vegetariano?
Sì, non vegano, mangio uova e formaggio.
Tu hai 85 anni, ma negli occhi e nelle parole lo sguardo e la voce di un bambino che sa tantissime cose e non smette di imparare. Quindi, in tutto quello che mi racconti, c’è il segreto dell’eterna giovinezza?
Non lo so, io non ho etichette, sono un libero pensatore e sono sempre me stesso. Pensa che qualche anno fa ero miope, ma con infusi di ruta ho perso anche la miopia. Adesso ci vedo benissimo.
Non so se è la ruta, comunque a me ricorda il segreto della volpe che diceva al Piccolo Principe: “Non si vede bene che col cuore, l’essenziale è invisibile agli occhi”.
(Articolo pubblicato su Baccus, luglio-agosto 2010)




IL GIARDINO DI LIBERESO GUGLIELMI:






mercoledì 5 giugno 2013

GIORNATA MONDIALE DELL'AMBIENTE


Oggi, mercoledì 5 giugno 2013, è la Giornata 

Mondiale dell'Ambiente. La ricorrenza fu 

celebrata per la prima volta nel 1972 a 

seguito della sua proclamazione da 

parte della Assemblea Generale dell'UNU




lunedì 16 luglio 2012

Giardini Hanbury LIGURIA









La passione naturalistica di una famiglia inglese ha creato, dal 1867 presso Ventimiglia, un giardino botanico per l'acclimatazione di piante provenienti dalle più diverse zone del mondo, sfruttando la felice posizione della zona e la particolare dolcezza del clima: i Giardini Botanici Hanbury. Grazie alla collaborazione di botanici, agronomi e paesaggisti in massima parte stranieri, fu creato un grandioso insieme che non trova eguali in Europa sia dal punto di vista botanico, con le 5800 specie di piante ornamentali, officinali e da frutto, che da quello paesaggistico, grazie alla felice armonia compositiva tra edifici, elementi ornamentali e terrazzamenti coltivati.
http://www.parks.it/giardini.botanici.hanbury/







venerdì 15 giugno 2012

AFRICA FAME E SVILUPPO SOSTENIBILE


Fame e caro cibo nel Sahel: a rischio sviluppo sostenibile




Si tratta della situazione peggiore dal 2005. A detta del Coordinatore degli Affari umanitari dell'Onu nel Sahel, David Gressly, entro fine 2012 nei Paesi dell'Africa occidentale 18 milioni di persone di cui tre milioni di bambini patiranno la fame. La motivazione va ricercata nell'aumento dei prezzi di miglio, granturco e riso, piu' alti dal 50 all?85% rispetto alla media degli ultimi cinque anni, a causa della scarsita' delle riserve di cibo, della forte richiesta di Stati come Nigeria e Ghana, della situazione politica in Mali e degli alti costi di trasporto. Ecco perche' Jose' Graziano da Silva, direttore generale dell'Organizzazione Onu per l'alimentazione e l'agricoltura, nel documento strategico stilato in attesa del vertice internazionale Rio+20 ha sottolineato che "fin quando non verranno sradicate fame e malnutrizione, che colpiscono una persona su sette nel mondo, non si potra' parlare di sviluppo sostenibile".
31 Maggio 2012 13:00 AMBIEnte


Cari amici, 


18 milioni di persone hanno disperato bisogno di cibo nella regione del Sahel africano devastato dalla siccità, ma i governi di tutto il mondo rispondono con un silenzio assordante alle urgenti richieste di aiuto. Il musicista senegalese Baaba Maal ha fatto partire una petizione per chiedere a USA, Giappone, Francia e Germania di impegnarsi per fare ciascuno la propria parte. Uniamoci a lui: firma la petizione urgente qui sotto e fai risuonare una sveglia di massa che scuota questi leader fino all'azione:



Mi chiamo Baaba Maal, sono un musicista senegalese e sto scrivendo una richiesta personale di aiuto. Vivo nel Sahel, una regione africana devastata dalla siccità in cui 18 milioni di persone sono sull'orlo del disastro, inclusi 1 milione di bambini che rischiano di morire di fame. Ma alle nostre urgenti richieste di aiuto rispondono con un silenzio assordante. Solo un appello all'azione mirato e travolgente può impedire che questa catastrofe diventi una carneficina.

L'ONU dice che milioni di vite potrebbero essere distrutte se non verranno stanziati immediatamente 1500 milioni di dollari in aiuti, ma i governi si sono impegnati per meno della metà della somma richiesta. I paesi che possono fare la differenza sono USA, Giappone, Francia e Germania, ma sono immobili:questo è il motivo per cui ho fatto partire una petizione sul sito di Petizioni della Comunità di Avaaz per chiedere un aiuto al mondo.

Tra pochi giorni, i leader mondiali si incontreranno a Brussels per discutere del Sahel: se proprio lì decideranno di impegnarsi a fare ciascuno la propria parte, potremo evitare il disastro. Firma questa petizione urgente ora: Avaaz, Africans Act 4 Africa, e Oxfam la consegneranno in un'azione coordinata non appena raggiungeremo 1 milione di firme: 

http://www.avaaz.org/it/save_the_sahel_a/?brOnVbb&v=15211 

Una siccità terribile, instabilità politica, e prezzi alle stelle hanno devastato un'area delle dimensioni degli USA, che si estende dal Senegal ad ovest fino al Sudan ad est. La gente sta facendo di tutto per sopravvivere, ma la crisi ci ha colpiti così duramente che è difficile restare speranzosi. Ho visto donne e bambini cercare di far crescere cibo in pezzi di terra che sono completamente aridi.Sanno che la gente sta parlando di quello che sta succedendo nel Sahel, ma non sanno se gli aiuti arriveranno mai. 

L'ONU recentemente ha ricevuto solo il 43% dei 1500 milioni di dollari necessari: è una mancanza di denaro di proporzioni immani. Ma questo buco deve essere riempito, e può essere riempito dai paesi più ricchi, se c'è la volontà politica. Non abbiamo molto tempo per evitare sofferenze di diffusissime, e sono determinato a parlare per conto delle persone che stanno qui finché ci daranno l'aiuto di cui abbiamo bisogno. 

Il mondo si è girato dall'altra parte altre volte nel passato, ma questa volta possiamo fare la differenza tra la vita e la morte forzando i nostri governi a rispondere. Firma subito la petizione urgente: 

http://www.avaaz.org/it/save_the_sahel_a/?brOnVbb&v=15211 

I membri di Avaaz si sono uniti numerose e numerose volte per rispondere a calamità naturali, salvando migliaia di vite e assicurando che aiuti fondamentali fossero portati a Birmania, Haiti, Somalia e Pakistan. Abbiamo il potere di forzare i nostri leader ad interrompere l'inerzia di fronte ad una crisi che possiamo prevenire. Mobilitiamoci ora per chiedere che il mondo risponda alle richieste di milioni di persone che vivono nella vasta regione del Sahel. 

Con speranza e determinazione,

Baaba Maal, con il team di Avaaz 

ULTERIORI INFORMAZIONI 

Fame e caro cibo nel Sahel: a rischio sviluppo sostenibile (Corriere della Sera)
http://www.corriere.it/notizie-ultima-ora/Ambiente/Fame-caro-cibo-Sahel-rischio-sviluppo-sostenibile/31-05-2012/1-A_001633525.shtml 

Unhcr: Servono 153,7 mln dollari per operazioni umanitarie nel Sahel (La Presse)
http://www.lapresse.it/mondo/africa/unhcr-servono-153-7-mln-dollari-per-operazioni-umanitarie-nel-sahel-1.170081 

Sahel: un milione di bambini rischia la malnutrizione (Blitz Quotidiano)
http://www.blitzquotidiano.it/foto-notizie/sahel-bimbi-malnutriti-1241685/ 

18 milioni di persone soffrono la carestia in un'area dell'Africa grande quanto gli Stati Uniti (Giornalettismo)
http://www.blitzquotidiano.it/foto-notizie/sahel-bimbi-malnutriti-1241685/ 

SAHEL. Corsa contro il tempo per evitare la catastrofe (Vita)
http://www.vita.it/news/view/120616 

CRISI ALIMENTARE IN SAHEL. CIRCA 18 MILIONI DI PERSONE SOFFRONO LA FAME

25 MAGGIO 2012

Valerie Amos, Sottosegretario Generale per gli Affari Umanitari e il Coordinamento degli interventi Umanitari della Nazioni Unite (OCHA), a conclusione di una missione nella regione del Sahel il 24 maggio ha affermato: “ per  evitare che la crisi alimentare nei paesi attraversati dal Sahel si trasformi in catastrofe, abbiamo bisogno di mettere in atto un piano complesso di risposta all’emergenza, programmare azioni di intervento coordinate e veloci e richiedere continuità nel flusso di fondi internazionali ”.

Gli ultimi dati parlano di oltre 18 milioni di persone ridotte in condizione di crisi e insicurezza alimentare.
Situazione che sembra possa perdurare fino al prossimo autunno, quando le condizioni metereologiche muteranno consentendo con la stagione delle piogge la ripresa dell’attività agricole e della pastorizia.

Tra le priorità evidenziate dalla Amos, oltre alle distribuzioni massive di generi alimentari e acqua, si richiedono interventi igienico sanitari e di salute pubblica. Inoltre, come sottolineato dal Sottosegretario Generale di OCHA, sarà necessario rafforzare i meccanismi locali di prevenzione e riduzione del rischio, cosicché in contesti naturalmente esposti a condizioni di carestia e siccità si possa limitare la dipendenza dagli aiuti internazionali per far fronte ai periodi di crisi.

AGIRE sta monitorando la situazione attraverso l’accreditata presenza delle ONG del network nei paesi oggi colpiti dalla crisi alimentare.
http://www.agire.it/it/mediaroom_agire/news_agire_onlus/newsDetail.html




CLICCA QUI E LEGGI UNA  POESIA SUI BAMBINI SOLDATI 
http://calcioallapoesia.blogspot.it/2012/06/ogni-tanto-una-poesia-fa-bene.html

martedì 5 giugno 2012

40a Giornata Mondiale dell’Ambiente



Oggi siamo alla 40a edizione, l’evento venne celebrato la prima volta nel 1972 negli Stati Uniti. La giornata è promossa dall’ONU e le celebrazioni ufficiali saranno a Rio de Janeironei prossimi giorni. Infatti dal 20 al 22 giugno2012, venti anni dopo la famosa Conferenza del 1992, nella stessa città ci sarà la “Conferenza Rio+20” sullo sviluppo sostenibile, indetta con  la Risoluzione RES/64/236 del 23 dicembre 2009, dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite.
     Intanto è un piacere constatare che alcuni quotidiani dedicano sempre più spazio a questi eventi e ai problemi dell’ambiente. Ad esempio, ilCorriere della Sera di oggi dedica ben quattro pagine di articoli alla Giornata dell’Ambiente, vale la pena di leggerli. È uno dei segnali di un’accresciuta sensibilità dei lettori per i temi e i problemi ambientali e gli stili di vita che hanno portato ad alcuni disastri (regionali o planetari) attuali. Solo per quanto riguarda le piante, tra il 2000 e il 2010, certi comportamenti dissennati hanno portato alla distruzione di 130 milioni di ettari di foresta! Anche se in qualche Paese c’è stato un aumento della forestazione.
     A Torino, in occasione di questa “Giornata” e della conclusione del festival Cinamambiente, oggi viene proiettato “La vita negli oceani”, un film-documentario che ha richiesto quattro anni di lavoro con riprese in varie parti del pianeta. Il film alterna immagini belle ad altre terribili, in grado di smuovere le coscienze degli spettatori. La proiezione vuole essere un ponte tra la Giornata di oggi e la meno conosciuta celebrazione della “Giornata mondiale dei mari” che sarà il prossimo 8 giugno.

lunedì 12 dicembre 2011

DURBAN - 17^ CONFERENZA INTERNAZIONALE SUL CLIMA


Si è chiusa a Durban (Sud Africa) la 17^ Conferenza internazionale sul clima promossa dall’O.N.U.  
  Le valutazioni appaiono, per ora, abbastanza contrastanti, la sensazione predominante è che non vi sia ancora la volontà politica di giungere a un vero e proprio trattato internazionale vincolante sulla lotta ai cambiamenti climatici.


 E’ pur vero che nel 2020 dovrebbero esser parte dell’accordo la Cina, gli Stati Uniti, l’India, il Brasile e buona parte degli Stati responsabili della gran parte delle emissioni dei gas serra,
 tuttavia ancor oggi non hanno sottoscritto nemmeno il protocollo di Kyoto
 E il 2020 potrebbe esser troppo tardi. 
Inoltre, alcuni Stati (Giappone, Russia, Canada) hanno già detto che non aderiranno.


da Il Sole 24 Ore on line12 dicembre 2011
Durban: accordo globale salva-clima, adozione entro il 2015. Clini: «Superati i limiti di Kyoto»: 
http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2011-12-11/durban-accordo-globale-salvaclima-161101_PRN.shtml 

Clima: UE, l’accordo di Durban rappresenta una svolta storica:http://www.diariodelweb.it/Articolo/Energia/?d=20111211&id=227547


Il Segretario generale dell'Onu Ban Ki-moon ha accolto con soddisfazione «la significativa intesa» raggiunta alla Conferenza Internazionale sul Clima di Durban, che prevede l'adozione di un accordo generale per la lotta contro il riscaldamento globale entro il 2015.

domenica 6 novembre 2011

PARCO NAZIONALE DELLE CINQUE TERRE PATRIMONIO CULTURALE E NATURALE DELL'UMANITA' UNESCO


Parco Nazionale delle “Cinque Terre”
Documenti del Piano del Parco


Nelle Cinque Terre le leggi dell’equilibrio ecosistemico della natura – della stabilità dei suoli, del regime delle acque e della biodiversità – sono state profondamente modificate dall’azione umana.

Gli assetti naturali dei suoli e del drenaggio sono stati trasformati dal sistema dei terrazzamenti che, nel periodo della sua massima estensione, si sviluppava per più mille ettari, cioè, approssimativamente, per circa un terzo del territorio del parco.
Nelle aree terrazzate la vegetazione spontanea è stata sostituita dalle colture agrarie: in percentuale maggiore dalla vite, in misura minore dall’ulivo, in passato anche dalla coltura dei gelsi e poi da quella degli agrumi.
Anche i boschi di castagno sono stati introdotti per integrare le economie agricole locali e fornire il materiale per costruire mobili, attrezzi, i sostegni della vite ed utensili vari, oltre ai prodotti alimentari derivati dalle castagne.

Le trasformazioni sono avvenute con continuità durante tutti i secoli passati, seguendo ed assecondando le diverse necessità economiche che sopravvenivano all’interno della comunità.

 All’equilibrio degli ecosistemi della natura 
è stato sostituito un nuovo equilibrio, 
più complesso, e quindi più delicato, 
degli ecosistemi in cui la natura interagisce 
con gli artefatti realizzati dall’uomo.

Tuttavia, mentre il primo ha una sua stabilità indipendentemente dalla presenza dell’uomo, il secondo, se questa viene meno, degenera fino al collasso.

La (ri)naturalizzazione degli artefatti

Oggi le necessità, che avevano condizionato le trasformazioni e la manutenzione degli ecosistemi terrazzati, non esistono più.
Le economie locali, abbandonando l’agricoltura non più remunerativa, hanno trovato altri sbocchi nel turismo o nei servizi.
Si è in presenza di una tendenza generalizzata all’abbandono delle pratiche agrarie.
Con il venir meno della manutenzione del territorio, ad esse legata, si assiste al contrarsi degli ecosistemi agricoli e all’involuzione della stabilità ecologica. Le regole che hanno governato i processi di antropizzazione del territorio sono disattese e le leggi della natura tendono a riprendere il loro corso eliminando artefatti, terazzamenti e colture agrarie.

La natura, prima di ristabilizzarsi su nuovi equilibri, 
richiede un tempo di assestamento 
durante il quale aumenta in maniera rilevante 
il rischio legato ai dissesti idrogeologici ed agli incendi.

Affinché ciò non accada anche il processo di rinaturalizzazione va guidato.
Il venir meno della presenza dell’uomo ha avuto quale effetto l’attivarsi di fenomeni catastrofici, che, se non saranno presi provvedimenti, causeranno anche la perdita dell’identità locale, ed, in ultimo, provocheranno la scomparsa di quel paesaggio, che oggi serve da richiamo per l’economia del turismo.


Convenzione UNESCO sulla protezione del patrimonio culturale e naturale dell’umanità

Nel 1972 la Conferenza generale dell’UNESCO ha adottato la

“Convention concerning the protection of World Cultural and Natural Heritage”.

Obiettivo della convenzione è quello di identificare il patrimonio culturale e naturale di “riconosciuto valore universale”.

Dal momento che la Convenzione distingueva solo le due categorie dei beni di valore naturale e di quelli di valore culturale, non vi erano meccanismi per riconoscere i siti il cui valore era dovuto all’effetto dell’interazione tra i fenomeni naturali ed i fenomeni culturali.

Per questa ragione nel 1992 fu inserita, nella lista dei siti appartenenti al patrimonio mondiale dell’umanità, anche la terza categoria dei “paesaggi culturali”.

La motivazione, da parte del Comitato del Patrimonio mondiale dell’iscrizione delle Cinque Terre come “paesaggio culturale”, recita: 

“La riviera ligure orientale delle Cinque Terre è un paesaggio culturale di valore eccezionale, che rappresenta l’armoniosa interazione stabilitasi tra l’uomo e la natura per realizzare un paesaggio di qualità eccezionale, che manifesta un modo di vita tradizionale millenario e che continua a giocare un ruolo socioeconomico di primo piano nella vitta della comunità”.


Il paesaggio delle Cinque Terre appartiene, inoltre, alla sottocategoria del “paesaggio vivente”, che è definito come quello che “mantiene un ruolo sociale attivo nella società contemporanea, in stretta associazione con i modi tradizionali di vita, e nel quale il processo evolutivo è ancora attivo.

Infatti il paesaggio manifesta non solo l’evidenza materiale delle sue forme, ma anche la loro evoluzione nel tempo”.

Negli orientamenti per l’attuazione della Convenzione del patrimonio
mondiale si afferma che

 “i paesaggi culturali” manifestano l’evoluzione della società e dell’insediamento umano nei secoli, sotto l’influsso dei condizionamenti o dei vantaggi posti dall’ambiente naturale e dalle forze sociali, economiche e culturali, sia interne che esterne”. Essi
rappresentano il risultato dell’azione combinata della natura e dell’uomo e ricoprono una grande varietà di manifestazioni del rapporto tra gli uomini ed il loro ambiente naturale."

Alle Cinque Terre è stato riconosciuto il valore universale eccezionale, in base alla loro “rappresentatività di una regione geo-culturale chiaramente definita ed alla capacità e di rappresentare gli elementi culturali essenziali e distintivi di tale regione”. 
 Il paesaggio delle Cinque Terre, appartenendo al patrimonio mondiale dell’umanità, risponde a criteri di integrità e d’autenticità, che si manifestano nei caratteri di specificità e nelle componenti distintive delle forme del paesaggio agrario, caratterizzato dall’insediamento rurale e dai terrazzamenti sostenuti da muri a secco”.
In quanto “paesaggio culturale” di formazione agricola, riflette sia le
tecniche di utilizzo sostenibile dei suoli, che hanno preso in
considerazione le caratteristiche ed i limiti dell’ambiente naturale,
determinando forme uniche e peculiari del paesaggio, sia una specifica relazione spirituale con la natura, che è la matrice dell’identità culturale delle comunità locali.
Vi si afferma, inoltre, che la protezione dei paesaggi agrari tradizionali può contribuire alle moderne tecniche di utilizzo sostenibile dei suoli ai fini di uno sviluppo in grado di conservare o di migliorare anche i valori naturali, dal momento che la permanenza di forme tradizionali di agricoltura sostiene la biodiversità in molte regioni del mondo. Di conseguenza, la protezione del paesaggio agrario tradizionale, caratterizzato dai muretti a secco e dalla coltivazione della vite, è utile anche per mantenere la biodiversità.

La legge istitutiva del parco nazionale
Nel 1999 è stato istituito il parco nazionale delle Cinque Terre. 
Il piano del parco, anche in accordo a quanto proposto dalle linee guida
per i paesaggi culturali della Convenzione del patrimonio mondiale per il
“piano di conservazione”, ha posto molta attenzione a riconoscere e
distinguere i valori naturalistici ed i valori storico culturali, avendo ben
presente che nelle Cinque Terre sono soprattutto questi ultimi a
determinare anche i valori paesaggistici.


VEDI ANCHE QUESTA BELLA STORIA DELLA LOCALITA' "LA FRANCESCA"
CHE PUR AVENDO SCOPI DI ATTRAZIONE TURISTICA E' COMUNQUE INTERESSANTE PERCHE' CONTIENE APPROFONDITE NOTIZIE STORICHE E DELICATE SUGGESTIONI DI MEMORIE PERSONALI DELL'AUTRICE


MA SE I RISULTATI DEL PIANO DEL PARCO , DELLE RACCOMANDAZIONI DELL'UNESCO E DELL'INTERESSE E DELL'ORGOGLIO DELL'ITALIA AD AVERE TALI RICONOSCIMENTI A LIVELLO MONDIALE SONO QUELLI DI VEDERE OGNI ANNO DI PIU' ABBANDONATI E DEGRADATI TALI TERRITORI, TAGLIATI I FONDI PER FAR FRONTE AL DISSESTO IDROGEOLOGICO, DISATTESI I PIANI DI RIPOPOLAMENTO DEL TERRITORIO, LASCIATI ALL'INCURIA I TERRAZZAMENTI, LASCIATI SOLI I POCHI AGRICOLTORI RIMASTI E A MARCIRE NEL FANGO I PICCOLI BORGHI ....LASCIAMO PURE CHE IL DILUVIO ARRIVI.... NEANCHE UN NOE' CHE COSTRUISCA UN'ARCA SI VEDE PERO'....SULLA CIMA DEL MONTE MAGGIORASCA