A Colombo, dietro una fila di auto
parcheggiate, mi sono avvicinato ad un incantatore di serpenti. Se ne
stava accucciato all'ombra di una palma, ai bordi di un piazzale
assolato in terra battuta, mentre la sua scimmietta cercava di
restare a buona distanza, guardandosi attorno nervosamente.
Due cobra uscivano da dei cestini di
vinco scoperchiati davanti a lui, con il corpo pronto a flettersi
nell'aria al minimo comando del loro sguardo attento. Gli
ondeggiamenti del flauto li interessavano più della melodia, ma a
tratti non seguivano più nemmen quelli. La mano su cui di colpo si
lanciavano, ogni tanto li afferrava come per il collo, respingendoli
al loro posto.
Niccolò