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14 November 2014
Ma dov'é finito il tempo? Non si sa. Non ho piú tempo neanche di grattarmi in testa. E si che ho pure tagliato i capelli e dovrebbe essere anche pure piú facile grattarmi in testa!
Tra le giornate che si sono accorciate e il sonno che alle 6 del pomeriggio giá incombe come il buio, sembra che dopo il lavoro non abbia più voglia di fare niente a parte guardare come un ossessa la serie "Scandal".
Se decidete di vederla, sappiate che é molto addictive, cioé non avrete voglia di guardare nient'altro tranne che una puntata dietro l'altra. Se invece la state guardando o l'avete giá vista, sapete giá di cosa sto parlando.
Benché non ci sia un freddo polare qui, ha iniziato a piovere, e pure tanto. Piove come il cielo comanda, che poi é anche come piace a me, con fulmini e tuoni.
Ho mille foto da postare dei miei ultimi viaggi, ma non ho ancora avuto modo di selezionare niente, per cui per questa volta una pasta e ceci dovrà bastare.
Una delle ultime grigliate di fine estate/inizio autunno di un paio di peperoni verdi e l'occasione giusta per spellarli e buttarli letteralmente nella pasta e ceci che ci sta bene a tutte le stagioni. Rigorosamente con tagliatelle spezzate e una manciata di pepe che come vedete ci é scappata un po' la mano.
Ingredienti
ceci in scatola
aglio
rosmarino
peperoncino
peperoni verdi grigliati
olio
pepe
sale
pasta a piacere
In una padella capiente soffriggete l'aglio, il rosmarino e il peperoncino. Aggiungete i ceci e i peperoni grigliati, aggiustate di sale e saltate per qualche minuto. Se volete frullate un po' di ceci in modo che si formi una cremina che vada poi ad amalgamarsi con la pasta. Cuocete la pasta a parte, poi versate tutto in padella e saltate finché tutto non si sia amalgamato. Condite con pepe e olio crudo a piacere.
Pasta and Chickpeas with grilled green peppers
Ingredients
canned chickpeas
garlic
rosmary
chilly
green green peppers
olive oil
pepper
salt
pasta
In a large skillet fry the garlic, rosemary and chilly. Add the chickpeas and grilled peppers and sauteed for a few minutes. Adjust with salt. If you want you can blend a bit of the chickpeas in order to form a creamy sauce that goes to blend in with the pasta. Cook the pasta separately, then pour into the pan and sauteed until everything until well mixed. Season with pepper and olive oil to taste.
29 August 2013
Per gli amanti delle spezie come me, non c'è niente di meglio di uno stufato vegetale alla marocchina. La fragranza pungente dello zenzero, l'aspro cumino, l'acceso peperoncino, la dolcezza dei datteri...hmmm! Un piatto che si mangia caldo o tiepido, con riso basmati o cous cous, o anche con pane tostato o con la classica pita. La lista degli ingredienti é più lunga del tempo che si impiegata a cucinare il piatto intero. Sono tutti ingredienti che più o meno dovreste avere a portata di mano se amate questo tipo di cucina...e buon appetito!
Ingredienti1 butternut squash media1 cipolla media1 scatola di ceci2 spicchi d'aglio1 pezzetto di zenzero fresco tritato1 cucchiaio di curcuma in polvere1 cucchiaino di cumino in polvere1 cucchiaino di coriandolo in polvere1 cucchiaino di cannella in polvere1 cucchiaino di peperoncino in polvere2 tazze di brodo vegetale6 datteri snocciolati1 cucchiaio di miele2 cucchiai di olive nere snocciolate4 cucchiai di succo di limonesale e pepeolio quanto bastacoriandolo fresco per decorareRiscaldate l'olio in una padella capiente. Aggiungete le spezie e tostate per qualche istante. Aggiungete l'aglio, la cipolla, lo zenzero, la zucca e i ceci. Mescolate per qualche istante, poi aggiungete i datteri tagliati a pezzetti, i ceci, le olive e il miele. Versate il brodo vegetale e coprite con un coperchio. Cuocete per circa 15 minuti, il tempo necessario affinché la zucca diventi morbida. Infine versate il succo di limone e il coriandolo fresco. Servite con riso basmati o cous cous.
Butternut Squash and Chickpea Tagine
Ingredients1 medium butternut squas1 medium onion1 can of chickpeas2 garlic cloves1 piece of fresh ginger1 Tbsp ground turmeric1 tsp ground cumin1 tsp ground coriander1 tsp ground cinnamon1 tsp ground chilly powder2 cups vegetable stock6 pitted dates1 Tbsp honey2 Tbsp pitted black olives4 Tbsp lemon juicesalt e pepperolive oilfresh coriander to decorateHeat a couple of Tbsp of oil in a large skillet. Add the spices and sauté for a few moments. Add garlic, onion, ginger, pumpkin and chickpeas. Stir for a few seconds, then add the chopped dates, chickpeas, olives and honey. Pour the vegetable broth and cover with a lid. Cook for about 15 minutes, the time required for the pumpkin to soften. Finally, pour the lemon juice and fresh coriander. Serve with basmati rice or cous cous.
15 March 2013
Ero venuta in visita in Irlanda tanti anni fa, intorno al 2000 credo. In quell'occasione avevo scattato tantissime foto in bianco e nero con la mia vecchia Nikon quando esistevano ancora i rullini. Le stesse foto le avevo poi fatte sviluppare da un fotografo e me le ero stampate in camera oscura. Ovviamente non ve le posso far vedere perché stanno da qualche parte in una cantina in Puglia, ma sono riuscita a recuperarne una dal mio fotoblog: una macchina bruciata, in un posto sperduto del Wicklow, sulla costa sud-est di Dublino.
Soprattutto mi ricordavo benissimo di una trattoria in cui avevo mangiato un fantastico risotto alle pere e gorgonzola. Un posto che mi ha attanagliato per tanti anni e che mi ero promessa di tornare a visitare, qualora fossi tornata da queste parti. E infatti qualche tempo fa ci sono ritornata, ma ho capito che era meglio vivere nel ricordo.
Chiaramente quando visiti un posto per vacanza, tutto ti sembra bellissimo, anche perché del luogo apprezzi quello che di buono ti offre in un tempo molto limitato. Quando invece decidi di viverci (per volontà tua o di qualcun altro), allora il discorso cambia un po'.
L'Irlanda me l'immaginavo un po' come l'Inghilterra, burocraticamente parlando. A parte la moneta diversa, la lingua e l'accento diversi, pensavo che più o meno qui tutto funzionasse come dall'altra parte del mare. E invece no.
Nel cercare casa in fretta e furia, mi sono imbattuta in un posto sperduto a nord di Dublino, chiamato Bettystown. L'annuncio parlava di una casa sul mare, senza troppi fronzoli contrattuali e troppe richieste di referenze. Vista l'urgenza che avevo di traslocare, l'ho subito presa, anche perché pensavo che poi nel caso non mi fossi trovata bene, potevo sempre cambiare un'altra volta... Certo dopo Bournemouth pensavo che continuare a stare sul mare, fosse diventato un po' il mio ambiente naturale anche perché pensavo che raggiungere Dublino o altri posti limitrofi, sarebbe stato un gioco da ragazzi. Non é che mi fossi informata moltissimo su questo posto, sapevo solo che era un posticino tranquillo nel mezzo di niente e con circa 10mila abitanti. Va beh che sarà mai, ho pensato...
Tanto per cominciare qui se non hai il PPS (Personal Public Service Number) non riesci a fare niente. Il PPS é una specie di NIN inglese (che non é l'acronimo di Nine Inch Nails, ma piuttosto National Insurance Number) o del nostro CF italiano. Per ottenerlo bisogna essere residenti, o lavorare in Irlanda. Il che già ti complica la vita se tu non appartieni a nessuna delle sopra citate categorie. In fondo in fondo poi, ti dicono che puoi ottenerlo anche se hai una residenza temporanea, del tipo un B&B or la casa di un parente. Fatto sta che anche per cercare casa te lo chiedono, é un documento da fare subito appena si mette piede qui. Io non ne ho avuto granché bisogno visto che lavoro ancora per il Regno Unito e alla mia padrona di casa qui, non interessava più di tanto, ma le agenzie invece, me lo hanno chiesto.
In Inghilterra il servizio sanitario é gratuito. Qui, no. Mentre una vista medica in UK non la pago, a meno che non decido di andare da uno specialista, qui in Irlanda se hai un reddito superiore a un tot, devi pagare sia la visita medica che le medicine. La visita da un medico generico costa dai 40 ai 60 Euro, una ricetta medica costa sui 25 Euro e persino per ottenere il foglio medico per giustificare un assenza da lavoro, qui lo devi pagare. Le donne incinte hanno un numero limitato di visite gratuite, fino ad un certo periodo anche dopo la nascita, dopodiché devono pagare anche per quello. Mentre in Inghilterra le donne in attesa per esempio, hanno diritto ad assistenza sanitaria gratuita, incluso il dentista. Qui, se non hai la "medical card" vuol dire che non puoi usufruire di questi servizi gratuiti. Non so come funziona in Italia adesso ma io ero rimasta che le visite dal medico non si pagavano a prescindere dal reddito.
Mentre in Inghilterra puoi comprare qualsiasi cosa online, qui no. Anzi, qui si fa fatica ad ordinare anche dall'Inghilterra, molti specificano proprio che non spediscono da queste parti. Anche questa cosa mi fa parecchio girare le scatole perché io sono abituata a comprare quasi tutto online.
Qui a Bettystown, ho a disposizione 3 negozi alimentari. 1 Tesco, 1 Donovan e un Centra. Il primo market noto a molti, gli altri due non li avevo mai sentiti nominare. E io che detesto fare la spesa nei supermercati, non ho molta scelta, se non tra questa minestra o andare a Dublino con il carrello della spesa e scioppare al mercato frutta e verdura all'aperto, oppure andare a Drogheda, che sta a 20 minuti di autobus da qui. I cassieri dei supermercati qui mi odieranno, perché vado sempre a chiedere se hanno cose "strane", del tipo: "ce l'avete il silken tofu? e la crema spalmabile di carrube? e lo yogurt di soya?" Vabbé va, come non detto.
In compenso ho a disposizione due farmacie, un dentista, due ristoranti cinesi, una palestra, una sala giochi e più giù verso Laytown, una chiesa con vista. Pescherie: ZERO. Nonostante il pesce non rientri quasi più nella mia dieta, questa é ancora una di quelle cose che non riuscirò mai a comprendere. Anche a Bournemouth o persino nel Devon, per avere un po' di pesce fresco, l'unica soluzione era andarselo a pescare! Qualche giorno fa, dopo aver visto un video sulla raccolta delle vongole, ho deciso di andare a chiedere in un negozietto qui vicino che vende un po' di tutto, se avessero un affare simile. Lui mi ha guardato e ha risposto: "EH?!"
I mezzi di trasporto da qui sono sporadici. Per esempio, per andare a Dublino, ho a disposizione solo un autobus che parte ogni ora dal lunedì al venerdì, più sporadico durante i weekend e nei bank holidays.
Non essendo riuscita a tornare a casa per recuperare qualche oggetto personale, non posso neanche affittare una macchina. Per farlo serve l'altra metà della patente, che io ho ovviamente, ho lasciato rinchiusa in un cassetto a Londra! Anche perché per affittare una macchina da qui bisogna andare o a Drogheda oppure all'aeroporto di Dublino. Poi però per tornare a casa, se poco poco sgarri l'orario del bus, ti tocca tornare in taxi alla modica cifra di 65 Euro. Per andare in aeroporto tra l'altro, da qui non esiste un autobus diretto. Si deve prima viaggiare a sud verso Dublino e da lì tornare indietro a nord verso l'aereoporto. Oppure andare a nord verso Drogheda, quindi ridiscendere verso sud. Un manicomio insomma.Come se non bastasse se si vuole fare un viaggio a caso, le compagnie aree volano tipo alle 6 del mattino oppure bisogna prenotare di settimana in settimana, precludendosi così la possibilità di quei tanto amati, weekend brevi.
Insomma, mancando molti servizi che rendono la vita più facile, ho avuto veramente un po' di problemi ad ambientarmi. Le temperature polari e l'inverno in generale poi, non mi hanno per niente facilitata. Per cui ho trascorso questi ultimi mesi, vivendo come una sorta di eremita. Certo, ci sono posti peggiori al mondo in cui vivere, ma dopo un po' anche il più sano di mente uscirebbe un po' pazzo qui!
L'idea di spostarmi a Dublino mi é balenata un paio di volte, ma poi ho desistito per varie ragioni logistiche e pratiche, ma soprattutto perché avevo avuto la vaga illusione che sarei potuta tornare a Londra prima del previsto. Intanto il tempo é passato ed ora che manca poco, mi conviene godermi questa gelida natura a disposizione, finché dura.
Vi faccio vedere alcune misere foto, di cui un paio scattate la settimana scorsa dall'interno della palestra e con il cellulare, quindi non di grande qualità. Vi garantisco che ho fotografato praticamente tutti i punti cruciali del villaggio, non c'è molto altro da vedere insomma. Tutte le "attrazioni" si trovano nel giro di 1km. Cliccate sulle immagini se volete ingrandirle.
Quel giorno il vento era fortissimo ed
il mare agitato. Cosa ci facessero i cavalli nell'acqua gelida, non ne
ho idea.
A destra: il mare in burrasca.
A destra: lo sport preferito da queste parti si chiama "stai al caldo in macchina e guardati il mare, mentre sfrecci con la tua torpedo rossa sulla sabbia".
Qui secondo me il cartellaio non sapeva bene che altro aggiungerci. Gli ha messi un po' tutti.
E i cartelli continuano qua e là per la spiaggia anche andando più giù. Anche se io ho visto ragazzini fare il motocross e addirittura un avventuroso che usava la spiaggia come pista d'atterraggio per un enorme areo telecomandato....boys and toys!
A destra: famoso monumento a non so cosa, poco prima di entrare nella spiaggia.
A destra: la farmacia, una delle due, con tanto di nome dedicato al villaggio, hai visto mai che uno avesse un'amnesia e non si ricordasse più dov'è.
Il ristorante cinese, nonché il palazzo dove vivo, per fortuna non direttamente sopra né direttamente accanto altrimenti a quest'ora avrei imparato il cinese anch'io. Il menù non é malvagio, per Betty, direi che é più che dignitoso, con veri cinesi all'interno che non parlano una parola di inglese, men che meno di Irish.
A destra: la palestra, con vista mare. Fiore all'occhiello di questo posto. Vedi il mare da quando corri sul tapirulan a quando sei comodamente spaparanzato nella vasca Jacuzzi. Sono soddisfazioni.
Infine, la chiesa di zona, che io trovo piuttosto inquietante con quel robo in mezzo che sembra più il monumento ai seguaci di satana che altro, situata nel villaggio a fianco che si chiama Laytown. (Bettystown, Laytown, Julianstown...grande fantasia). Anche questa, neanche a dirlo, con vista mare.
Cosa c'entrano le falafel al forno? Niente, ma proprio niente. Forse solo l'inconscio, ma anche conscio, desiderio di un posto al caldo! Nel frattempo mi preparo per il Bank Holiday weekend e per la festa di San Patrizio, sempre che non piova...
Ingredienti
- 2 confezioni di ceci in scatola, o precotti a casa
- 2 fette di pane integrale raffermo o tostato, oppure pan grattato
- 1 piccola cipolla rossa
- 1 spicchio d'aglio
- 1 cucchiaino di coriandolo in polvere
- 1 cucchiaino di cumino in polvere
- 1 cucchiaino di pepe di cayenne
- 1 cucchiaino di bicarbonato
- il succo di 1 limone
- 1 cucchiaio di olio
- sale
Mettete tutti gli ingredienti nel mixer finché non avrete ottenuto un composto facilmente malleabile. Formate delle palline piccole che andrete ad appiattire un po', se invece decidete di friggere, allora potete dargli una forma tondeggiante. Infornate a 180C per 15 minuti, poi girate e lasciate dorare per altri 10 o 15 minuti. Servite con una salsa composta da yogurt di soia o al naturale, un cucchiaio di succo di limone, pepe di cayenne, olio di oliva e sale.
English translation - Baked Falafel with yogurt sauce
Ingredients
- 2 cans of chickpeas, or cooked by yourself
- 2 slices of whole bread or bread crumbs
- 1 small red onion
- 1 clove of garlic
- 1 tsp of coriander powder
- 1 tsp ground cumin
- 1 tsp cayenne pepper
- 1 tsp baking soda
- the juice of 1 lemon
- 1 Tbsp of olive oil
- salt
Put all the ingredients in a blender until all combined and smooth enough to shape. Shape into small balls and flatten them a bit on parchment paper, if you decide to fry them, then is fine to shape them into small balls. Bake at 180C for 15 minutes, then turn and let brown for another 10 or 15 minutes. Serve with a sauce made of soya yogurt or natural yogurt, a Tbsp of lemon juice, cayenne pepper, olive oil and salt to taste.
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Published
Blikki - Feb/Mar 2013