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8 March 2013


Sono passati due anni, sette mesi e qualche giorno dall'ultima volta. Il tempo é letteralmente vo-la-to. E' proprio vero che dopo i 30 e' meglio smettere di contare, il tempo passa anche quando non ci si diverte un granché.

Molti mi hanno data per dispersa, chi sparita nel vuoto, chi rapita dagli alieni. Alcuni mi hanno cercata, emailata, contattata, chiedendomi dove fossi finita e che fine avessi fatto. Ma non é che se uno sparisce significa che abbia fatto per forza una brutta fine. Non ho mai sentito l'esigenza di mettere un cartello fuori la porta per avvisare che "Sono fuori, torno presto". Ho lasciato la porta di casa aperta, direi spalancata, nell'attesa che l'ispirazione mi ricogliesse, che avessi qualcosa da dire e che sentissi il bisogno di farlo.

Certo di cose ne sono successe. Tanto per cominciare sono diventata zia di un bellissimo bambino che pero' fino ad ora ho avuto solo la possibilità di vedere una volta. Ho viaggiato poco, lavorato tanto e ri-traslocato altre due volte. Si, beh, se non mi spostassi ogni due per tre non mi chiamerei come mi chiamo.
Dopo la mia vacanza a Capri dell'ultimo post, ho iniziato ad avere una certa noia della città, del mondo frenetico fatto di palazzi alti e di persone che vanno avanti e indietro senza sapere dove, sviluppando un senso di disagio, finché non ho deciso di voler cambiare aria. Un'altra volta.

Prima che mi decidessi é comunque passato un altro bel po' di tempo. A metá Febbraio del 2012, ho trascorso un weekend a Bournemouth, nella regione del Dorset. Faceva ancora parecchio freddo, ma il mare immenso e la lunga spiaggia di 22Km, mi hanno convinta che quello era il posto giusto. Sicché dopo un paio di settimane ho cercato e trovato casa e mi sono spostata agli inizi di Aprile. L'idea era quella di trascorrere solo 6 mesi, asciugarmi un po' le ossa e poi ritornare a casa. Ma le cose non sono andate esattamente così...

Bournemouth é una bella cittadina, popolata di turisti e studenti nei mesi estivi, piuttosto morta nei mesi invernali, come tutti i posti di mare. E' una cittadina a vera misura d'uomo, dove i contatti umani sono possibilissimi viste le distanze ravvicinate alle quali non ero più abituata. A Londra, per esempio, se devi incontrare qualcuno, prima devi prendere un appuntamento, neanche dovessi andare dal medico, di solito fissato dopo una o due settimane, ovvero quando a me é già passata di gran lunga la voglia o mi sono completamente scordata chi dovevo incontrare. Io sono più un tipo da "Che fai - niente - ci vediamo - a che ora - ok a dopo".

Ho affittato una casa piuttosto centrale e non lontana dal mare, la casa più antica nella quale ho vissuto credo, un enorme casone del 1883 diviso in tanti appartamenti. Certo una casa ristrutturata, ma pur sempre un gran pezzo di antiquariato. Tant'è che solo dopo un paio di settimane di permanenza, ha iniziato letteralmente a piovermi dentro.
All'inizio due gocce, poi quattro, poi secchio e pezza e telefonate d'emergenza alla mia landlady che se ne stava beatamente all'asciutto in Grecia.

Tutti mi dicevano che di solito a Bournemouth fa caldo d'estate. Vedrai, l'estate arriverà. Ma più passava il tempo e più mi rendevo conto di aver beccato l'anno più sfigato della storia di Bournemouth: non ha fatto altro che piovere, piovere, piovere e piovere. Ho goduto veramente poco delle giornate di sole, ma per quel poco, sono comunque riuscita a fare dei bei giri in bicicletta sul lungomare, passeggiate nella natura, tanta aria buona e qualche nuovo contatto umano.

Il mio soggiorno dunque, doveva durare solo 6 mesi. Per spostarmi a Bournemouth ho dovuto affitare la mia casa di Londra, per permettermi di affitarne un'altra.
Mi sono messa quindi alla ricerca del perfetto inquilino. Qualcuno che avesse fin chiaro dal principio che io andavo via per soli 6 mesi, qualcuno che fosse affidabile con i pagamenti, che avesse delle referenze decenti e che non mi demolisse quel poco di arredamento che ho.
La prima intervistata voleva portarsi in casa un pianoforte. L'ho guardata e ho subito pensato "No, questa no. Ma non lo vedi che non ci entra un piano in questa casa? Che solo per farci entrare un divano ad angolo ho quasi dovuto sfondare la porta. Che qui le porte le fanno larghe 50cm se ti va bene e le finestre non ne parliamo." Bocciata.
Poi é arrivata una signora che doveva essere una single, invece veniva con figlia a carico, ma che voleva stare solo per 3 mesi. Bocciata.

Altri interessati non hanno neanche superato il colloquio, finché mentre guardavo gli annunci di chi cerca casa, non me n'è balzato all'occhio uno. Era quello di un certo P., sui quarant'anni, palestrato anche troppo e con una malattia poco bella. Il suo annuncio in breve diceva che nonostante la sua condizione, anche lui si meritava un posto decente dove vivere. E io spinta da un insano istinto di croce-rossa, gli ho scritto. Gli ho detto che mi dispiaceva per quello che stava passando e che magari se non trovava niente potevamo parlarne (maledetto quel giorno).

Dopo quel messaggio ne sono seguiti altri fino a quando non siamo arrivati ad incontrarci.
P. si é presentato con accompagnatore al seguito. Entrambi sono rimasti subito colpiti dalla casa. Ci siamo seduti sul divano ad angolo ed abbiamo fatto quattro chiacchiere. "It feels great! I will treat this place like my home!", ha detto subito lui. Ed io ho pensato bene, ma che bello, sembra uno affidabile, nonostante pesi 200kg ed abbia muscoli ovunque, e poi, dice che tratterà casa come se fosse sua! (proprio).

Gli ho spiegato per benino che io andavo ma poi tornavo, sei mesi insomma, sei sicuro, va che io devo tornare, non ti mettere in testa strane idee, a meno che non cambio idea io, sono solo sei mesi. Lui diceva si a qualsiasi cosa, gli bastava avere la casa.
Mi ha raccontato un po' della sua malattia e del fatto che percepisse un sussidio mensile. Al che ho pensato che l'accompagnatore fosse proprio un assistente sociale, venutosi ad accertare delle condizioni decenti della futura dimora. Un ragazzo alto 2 metri, magro magro, timido e polacco.
Approfondendo la conversazione lui mi ha spiegato che cercava un posto solo per se stesso, che il suo fidanzato aveva giá dove vivere. Gulp!
E insomma vivi a Londra e' normale che ti si presenti un culturista altro 1 metro e una gazzosa con un fidanzato polacco di due metri. Non c'é da stupirsi. E infatti io non ho fatto una piega. Nonostante i benefits, i bicipiti, i tricipiti, i quadricipiti e il fidanzato al seguito, ho finito per fargli un contratto di sei mesi e sono partita tranquilla (aimé), lasciando l'80% delle mie cose, a casa.

I mesi sono trascorsi lenti a Bournemouth, ottobre sembrava non arrivasse mai. Dopo 3 mesi mi sono totalmente rotta di stare lí. Il tempo faceva pena, mi pioveva in casa, faceva freddo, sia fuori che dentro.
Verso i primi giorni di ottobre ho iniziato ad impacchettare quelle poche cose che mi ero portata al seguito. Mi ricordo di quanto fossi eccitata di ritornare in cittá. Strana la vita. Dopo qualche mese di detox ero pronta a rituffarmi nel caos ordinato di Londra.
Una settimana prima della mia partenza mi arriva un email dal fidanzato polacco che nonostante non vivesse con P., gli faceva da segretario. K., il polacco, mi scrisse "Mi dispiace, ma P. non ha ancora trovato casa e per questo non se ne può andare. Ti faremo sapere non appena possibile."

Come non ha trovato casa? Come non se ne può andare? Ma e' uno scherzo?

No, non era uno scherzo per niente. Ho preso il telefono e ho chiamato P. Dopo vari tentativi, lui finalmente ha risposto e la prima cosa che mi ha detto é stata "Conosco i miei diritti, non diventerò homeless per colpa tua, da qui non me ne vado, tu non mi puoi cacciare".

Colpa mia? Ma colpa di che? Di averti affittato casa e di essermi fidata di te?
Cercai di farlo ragionare, invano. Lui non ne voleva sapere. Gli offrii persino di condividere casa finché non ne avesse trovata un'altra. Ma niente, imperterrito mi disse che dal Council gli avevano consigliato di non schiodarsi finché non trovava una casa che piacesse a lui. E io? Ma io che faccio? Lui rispose dicendomi di fare la stessa cosa. "Stai dove stai e non ti muovere che tanto nessuno ti può cacciare, é un tuo diritto."

Un mio diritto? Ma diritto di cosa? Di comportarmi come un delinquente come te?
Mi sbatté il telefono in faccia e subito dopo mi inviò un messaggio per chiedermi di richiamarlo. Pensai subito che avesse cambiato idea, che magari avesse voluto scusarsi e che avrebbe accettato la mia proposta di condividere. No. Sbagliato.
Gli chiesi almeno di poter andare a casa a prendere della roba, visto che non ci potevo ritornare ed avevo con me un guardaroba leggermente estivo per la stagione autunnale "Almeno fammi entrare a casa mia per prendere qualche maglione." Lui mi chiese con chi sarei andata, quando e come e poi aggiunse: "Stai attenta, sono stato anche in carcere, non sai di cosa sono capace".

Sapessi io quando m'incazzo di cosa sono capace!!!! Chissà come mai durante il colloquio non me lo avevi detto che sei stato dentro. Come se tutti gli altri dettagli del curriculum non fossero abbastanza. Mi disse di non andare proprio a casa, ed io sinceramente a quel punto non avevo nessuna voglia di confrontarmi con un tipo del genere, che si era trasformato in Mr. Hyde dal giorno alla notte.

La conversazione finì con uno spiacevole fuck off da parte sua e con una minaccia di denuncia per harrasment se avessi continuato a chiamarlo. Harrasment a me. Che ho semplicemente cercato di comunicare e di capire a che gioco stesse giocando.

Quella, é stata l'ultima volta che io e P. ci siamo sentiti al telefono.

Ero nei pasticci anche con la mia landlady, nonostante lei si fosse dimostrata molto comprensiva. Le spiegai la situazione, dicendole che nonostante conoscessi i miei diritti, io di rimanere in quella casa, non avevo comunque intenzione, soprattutto visto che anche lei a sua volta aveva organizzato il suo trasloco di ritorno. Le dissi che avrei cercato casa e me ne sarei andata il più presto possibile, al massimo un paio di settimane.

In realtà a quel punto avevo tre opzioni. Restare dov'ero e comportarmi da delinquente, affittare un altra casa a Bournemouth, o cercarmene una a Londra.
L'ultima opzione la scartati subito. L'idea di tornare a Londra andando in affitto in un'altra casa, sapendo che dietro l'angolo c'era casa mia, mi avrebbe fatto incazzare molto di più. Restare a Bournemouth non se ne parlava visto che già ero psicologicamente pronta per andarmene. Che fare?

Mi misi alla ricerca di una casa e la trovai. In Irlanda. Ma questo argomento richiede proprio un capitolo a parte.
Nel frattempo, siccome le cose andavano per le lunghe, fui costretta a rinnovare il contratto a P., che tanto da casa mia non aveva intenzione di andarsene, tanto valeva, rinnovargli il contratto per altri sei mesi.
Sbagliare humanum est, but perseverare is diabolicum indeed.

Intorno alla metà di dicembre, con una scusa, gli chiesi cortesemente di cercarsi un'altra casa perché a me sarebbe servito urgentemente di ritornare alla base. Il fidanzato polacco mi scrisse dicendomi che intanto P. non voleva più parlarmi, (come sei io invece avessi tanta voglia di farlo) ma che avrebbe fatto di tutto per cercare una nuova casa verso metà gennaio.

Siamo a marzo e questo energumeno sta ancora a casa mia. Legalmente ne ha tutto il diritto perché il contratto scade ufficialmente a fine aprile. L'unica cosa che posso fare é sperare, per il momento, che vada via senza doverlo denunciare e dover intraprendere una lunga e costosa battaglia legale.

In questi mesi ho avuto la certezza che la giustizia non é proprio di questo mondo e che la disperazione fa diventare la gente arrogante. "La disperazione più grave che possa impadronirsi di una società, é il dubbio che vivere onestamente sia inutile." - Corrado Alvaro

Ho simpatizzato molto con la famigliola del film "Tutti contro Tutti", uscito da poco nelle sale italiane. Un film in cui si narra la storia di una famiglia, che esce per andare alla comunione del figlio e rientrando trova la loro casa (in affitto), occupata.
Diciamo che il mio é un caso un po' diverso, ma le sensazioni sono identiche. E' un po' come ritrovarsi la casa invasa dai ladri.

In particolare in una scena del film, la protagonista Kasia Smutniak, polacca nella vita e anche nel film tra l'altro, legge il tema che suo figlio ha fatto a scuola, che riarrangiato, fa più o meno così..

Tema: I miei sogni per il futuro
I miei sogni per il futuro sono pochi, anzi, se proprio ci penso bene, sono uno solo: ritornare a casa mia.
Io finora avevo sempre pensato che casa mia era a Londra, al secondo piano di un ex council building, poi invece negli ultimi mesi ho capito che casa non é soltanto una cucina, un bagno, o un tavolo, la casa é quando sento il mio vicino di sopra che fa rumori tutta la notte, la mia vicina a destra che fa il lavoro piu antico del mondo e quello a sinistra che si fa le canne tutto il giorno. Lo so che é strano, ma il mio sogno per il futuro é di tornare al passato, quando stavo dentro casa mia, e nonostante tutto, mi sentivo bene.

Almeno questa casa (n.d.r. fiordizucca), non me l'ha ancora tolta nessuno.

Ingredienti per la base
  • 250gr di farina
  • 100gr di cacao in polvere
  • 120gr di zucchero di canna
  • 2 cucchiaini di bicarbonato
  • 1 pizzico di sale
  • 100gr di margarina di semi di girasole
  • 450ml di Guinness
  • 1 cucchiaino di estratto di vaniglia
  • 1 cucchiaio di aceto di mele

Ingredienti per il frosting
  • margarina di semi di girasole
  • burro di arachidi senza zucchero e possibilmente senza sale
  • 1/2 cucchiaino di estratto di vaniglia
  • zucchero a velo

Sbattete la margarina con lo zucchero, aggiungete il cacao in polvere e la vaniglia. Versate la farina setacciata, il sale e la Guinness fino ad ottenere un composto omogeneo. Alla fine aggiungete il bicarbonato e l'aceto di mele. Versate in uno stampo pre-imburrato ed infornate a 180C per circa 30 minuti o finché cotta nel centro. Lasciate raffreddare, poi tagliate la base e decorate a piacere con il frosting.
Le quantità dipendono dalla torta sfornata e dallo stampo che avete usato. Io ho usato 200gr di margarina, con 100gr di zucchero a velo e burro di arachidi quanto mi é servito.

English translation - Guinness cake with peanut butter frosting


Ingredients for the sponge
  • 250gr flour
  • 100gr cocoa powder
  • 120gr brown sugar
  • 2 tsp baking soda
  • 1 pinch salt
  • 100gr sunflower margarine
  • 450ml Guinness beer
  • 1 tsp vanilla extract
  • 1 Tbsp apple cider vinegar

Ingredients for the frosting
  • sunflower margarine
  • peanut butter with no added salt or sugar
  • 1/2 tsp vanilla extract
  • icing sugar

Beat margarine and sugar, add the cocoa powder and vanilla. Add the sifted flour, salt and Guinness until mixture is smooth, then the baking soda and apple cider vinegar. Pour into a pre-buttered mold and bake at 180C for about 30 minutes or until cooked in the middle. Let it cool, then cut the base and decorated with frosting as desired. The amount of frosting depends on the mold you baked the cake into. I have used 200gr of sunflower margarine with 100gr icing sugar and peanut butter as I needed.

24 March 2006


La Guinness è sicuramente la mia birra preferita anche se non ne bevo a fiumi, ma mi piace gustarla quasi come un buon bicchiere di vino. Lo stufato ha tutto il sapore che potete aspettarvi da un ricco piatto di carne. La birra regala un retrogusto amarognolo che contrasta bene con le prugne. Come molti piatti, anche questo é ancora piú buono se mangiato il giorno dopo.

Ingredienti
  • 400gr di manzo
  • 30gr di burro
  • 1 lattina di Guinness da 440ml
  • 200gr di scalogni
  • 00ml di brodo di carne
  • 2 carote
  • 150gr di prugne snocciolate
  • 150gr di anacardi
  • 50gr di pancetta
  • sale, pepe
Infarinate leggermente il manzo. Soffriggete la pancetta con un po' di burro, eliminate la pancetta dalla pentola e mettetela da parte per evitare che si bruci. Versate i pezzetti di manzo infarinati e fateli dorare leggermente. Aggiungete ancora un po' di burro se necessario. Rimettete dentro la pancetta, gli scalogni interi, le carote tagliate a pezzetti, le prugne snocciolate e gli anacardi. Versate la birra e il brodo di carne. Coprite e fate cuocere per circa 1 ora e mezza o fino a quando la carne non sarà tenera e cotta. Se necessario aggiungete altro brodo ma tenete la pentola sempre coperta non dovreste averne bisogno. Quando la carne sarà cotta, se è rimasto troppo liquido, fate andare ancora per qualche minuto a pentola scoperta per farlo consumare. Servite ben caldo.

Anacardi - Cashew nuts


L'Anacardium occidentale é un albero originario del Brasile. Gli anacardi non sono altro che i semi di questo albero. Molto simili di gusto alle arachidi, fanno parte della stessa famiglia.
Vino: meglio bere Guinness, ma se si vuole del vino direi un rosso corposo del Nord Italia, magari da uve appassite come l’Amarone della Valpolicella o lo Sforzato Valtellinese.

SognandoSognando: sognare carote indica abbondanza.

NaturalmenteNaturalmente: La carota (Daucus Carota L.) è la pianta della quale comunemente usiamo e consumiamo la radice (in erboristeria vengono usati anche i semi da cui si estrae l'olio essenziale) la quale contiene numerosi principi attivi tra cui primo fra tutti il carotene (dal nostro organismo elaborato in vitamina A) vitamina PP, D e gruppo B, sali minerali quali fosforo e potassio e vari oligoelementi. Le sue proprietà sono quelle di essere un ottimo regolatore intestinale ed epatico, remineralizza e depura, la sua polpa è lenitiva ed emolliente per la nostra pelle in caso di arrossamenti e scottature, ottima per le macchie cutanee. Il betacarotene in esse contenuto è un antiossidante che contrasta l'invecchiamento cutaneo e rassoda la pelle. Un'ottima maschera casalinga, antirughe ed emolliente, è quella di grattugiare 2 carote, aggiungere 1 cucchiaio di fecola di patate, 1 tuorlo d'uovo. Amalgamare bene e applicare su viso e collo puliti per 20 minuti risciacquando poi con acqua tiepida.

12 January 2006



Ebbene si! Questa é una ricetta della mitica Terry (non te l'aspettavi eh!?) che posta le sue ricettine sul sito di Cooker.net. La stessa ricetta é stata anche ripresa dalla mia vicina di banco cannella. La mia versione é riadattata ad una bottiglia di Guinness che avevo in casa da un po' e che sarebbe servita per preparare il Christmas Pudding, che poi non ho piú fatto, ma che é in lista per il prossimo natale... Non vado matta per la birra ma la Guinness é quella che preferisco e che ho anche assaporato nella original factory di Dublino qualche anno fa. Il pane risulta avere un sapore amarognolo, e l'aspetto é scuro. Sa di Guinness insomma. Quindi se non vi piace, potete usare una birra normale bionda meno corposa.

Ingredienti: 350gr di farina, 1 cucchiaio di lievito secco in polvere, 1 cucchiaino di zucchero, 250ml di Guinness, 1 cucchiaino di sale, olio

Stemperate la birra a temperatura ambiente. Versate la farina a fontana sulla spianatoia, versate il lievito e lo zucchero ed iniziate ad impastare versando a poco a poco la birra. Impastate per circa 10 minuti. Mettete il pane in una terrina infarinata e fate lievitare per almeno 1 ora, o fino a quando non avrá raddoppiato di volume, in un posto caldo, coperto da un panno. Riscaldate il forno a 180 C. Quando il pane sará lievitato, riprendetelo sulla spianatoia, lavoratelo brevemente per qualche minuto e riformate la palla iniziale. Oleate un contenitore da forno di vostra scelta, metteteci dentro il panetto ed infornate per 40-45 minuti fino a quando non si sará dorato. Sfornate e lasciate raffreddare bene prima di tagliare.

Sognando: sognare pane rappresenta i bisogni primari della vita. Sognare di mangiare pane indica equilibrio e buona salute; sognare di impastare pane indica lavoro ben retribuito; sognare di infornare pane indica problemi che si risolvono; sognare di affettare pane indica che riceverete notizie da lontano; sognare di comprare pane indica ottime prospettive; sognare pane bianco indica sensibilità morbosa; sognare pane scuro indica appoggi amichevoli; sognare pane bruciato indica generosità e altruismo.


English please: Guinness Bread

Ingredients: 350gr white flour, 1 Tbsp dry yeast, 1 tsp sugar, 250ml Guinness, 1 tsp salt, olive oil
Set the beer at room temperature. Sift the flour on your working surface and make a hole in the middle.
Add dry yeast, sugar and Guinness slowly. Work the dough for about 10 minutes, adding more beer until you get a smooth and soft ball.
Put the dough in a floured container, cover it with a clean cloth and leave it to leaven in a warm place for 1 hour or until it has doubled the size.
Preheat the oven at 180 C (350 F, 4 Gas Mark).When the bread has leaven, work it again on your working surface to remove the air in the dough.
Lightly oil a round oven proof pan, put it the dough and cook for about 45 minutes or until golden brown and well cooked inside.
Cooking times may vary accordingly to the type of oven you have.
Let it cool well before cutting it.
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