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martedì 23 giugno 2020

Il cagnolino bianco


... la tapparella si abbassò, uno di quei cosi marrone sporco, tutti arrotolati, e io là che gettavo la palla a un cagnolino bianco, vedi caso. Alzo la testa, chissà poi perché, e la vedo venir giù. Chiuso e finito, finalmente. Rimasi a sedere ancora per pochi istanti, con la palla in mano e il cane che saltava e abbaiava, voleva farmi giocare. (pausa) Istanti. Gli istanti di lei, i miei istanti. (pausa) Gli istanti del cane. (pausa) Alla fine ho allungato la mano e lui l'ha presa tra i denti, con dolcezza, con dolcezza. Una vecchia palla nera, piccola e dura, di gomma piena. (pausa) La sentirò nel palmo della mano fino alla fine dei miei giorni. (pausa) Avrei potuto tenermela. (pausa) Ma l'ho data al cane. (pausa) Insomma...


Samuel Beckett, L'ultimo nastro di Krapp, ed. Einaudi 1976, traduzione di Carlo Fruttero


( Fernand Khnopff, 1916 )

martedì 19 maggio 2020

Il sole sul lago


...la parte alta del lago con la barca, fatto il bagno sulla riva, poi spinto la barca al largo e via alla deriva. Lei era distesa sul fondo con le mani sotto la testa e gli occhi chiusi. Sole abbagliante, un filo di brezza, acqua un po' mossa, come piace a me. Ho notato un graffio sulla sua coscia e le ho chiesto come se l'era fatto. Cogliendo uvaspina, ha detto. Ho ripetuto che secondo me non avevamo speranza, che era inutile continuare, e lei ha fatto segno di sì, senza aprire gli occhi. (pausa) Le ho chiesto di guardarmi e dopo pochi istanti... (pausa) ... dopo pochi istanti lo ha fatto, ma gli occhi erano due fessure per via del sole. Mi sono curvato su di lei per farle ombra e allora si sono aperti. (pausa. A voce più bassa). Mi hanno fatto entrare. (pausa) Andavamo alla deriva in mezzo alle canne e ci siamo arenati. Come si piegavano, sospirando, davanti alla prua! (pausa) Mi sono disteso su di lei, la faccia sul suo petto, la mano su di lei. Stavamo là, sdraiati, senza muovere. Ma sotto di noi tutto si muoveva e ci muoveva, dolcemente, su e giù, da un lato all'altro. (pausa) Dopo mezzanotte. Mai sentito...

Samuel Beckett, L'ultimo nastro di Krapp, ed. Einaudi 1976, traduzione di Carlo Fruttero

 
(Frederick Childe Hassam, 1893 )

venerdì 14 aprile 2017

Samuel Beckett


Tom Bishop, studioso e intimo amico, (...) offrì il suo aneddoto beckettiano preferito, sul cane che lui e sua moglie avevano chiamato col nome dello scrittore. Erano troppo imbarazzati per dirglielo, ma lui lo scoprì comunque tramite un amico comune. La signora Bishop gli chiese se non si sentisse offeso, e Beckett rispose: «Se il cane non se la prende, non vedo perché dovrei farlo io.»
Mel Gussow, Conversazioni con (e su) Beckett, ed. UbuLibri 1996, pag.131
(nell'immagine, Samuel Beckett sul set di "Film")

mercoledì 21 settembre 2016

Rane


Samuel Beckett scrive il romanzo "Watt" (da leggersi anche come "What?") nel 1945, e lo pubblica nel 1953 in Francia. Il riassunto, peraltro del tutto inutile, lo prendo da wikipedia:
Suddiviso in quattro parti, descrive il viaggio del protagonista, Watt, verso e nella casa del signor Knott, dove diventa il domestico solitario del padrone e sostituisce Arsene che pronuncia un lungo monologo d 'addio alla fine della prima parte. Nella seconda, Watt si sforza di trovare senso alla vita nella casa del signor Knott, avendo provato una grande preoccupazione durante la visita degli accordatori di pianoforte Galls, padre e figlio, e tra altri episodi, per un contenitore misteriosamente resistente alle lingue. Nella terza parte (narrata da un certo Sam) Watt è in reclusione, la sua voce mascherata oltre il limite dell'identificazione, mentre il racconto parte per tangenti fantastiche come la storia del resoconto di Ernest Louit al comitato della vecchia università di Beckett, il Trinity College a Dublino, su un viaggio di ricerca nell'Irlanda occidentale. La quarta parte è la più breve e mostra Watt che arriva in una stazione ferroviaria da dove, nella distorta cronologia del romanzo, si mette in viaggio verso il ricovero che ha già raggiunto nella terza parte.

Ma poi consiglio subito di andare a leggersi il libro, si fa un po' fatica ma ne vale la pena: per esempio per ritrovare queste magnifiche rane.
(Samuel Beckett, Watt - pag.140 ed.Sugarco 1994, traduzione Cesare Cristofolini)
(avrei dovuto trascrivere tutto come si deve, lo so; ma la paura di fare errori nella partitura mi ha consigliato la scansione della pagina) (facendo clic si legge tutto meglio, i musicisti potranno divertirsi a ricreare il ritmo)
(la vignetta è della Settimana Enigmistica, un po' taroccata però)

martedì 13 settembre 2016

Mosche




Così ogni uomo, prima o dopo, prova invidia della mosca, che ha davanti a sè tutta l'estate.
(Samuel Beckett, Watt; pag.169 ed.Sugarco 1994)
(la mosca fra i topini è di Beatrix Potter)