| illustrazione di E. Luzzati |
— Come farò a presentarmi alla mia buona Fatina? Che dirà
quando mi vedrà?… Vorrà perdonarmi questa seconda birichinata?… Scommetto che
non me la perdona!… oh! non me la perdona di certo!… E mi sta il dovere: perchè
io sono un monello che prometto sempre di correggermi, e non mantengo mai!… ―
Arrivò al paese che era già notte buia; e perchè faceva
tempaccio e l’acqua veniva giù a catinelle, andò diritto diritto alla casa
della Fata, coll’animo risoluto di bussare alla porta e di farsi aprire.
Ma quando fu lì, sentì mancarsi il coraggio, e invece di
bussare, si allontanò, correndo, una ventina di passi. Poi tornò una seconda
volta alla porta, e non concluse nulla: poi si avvicinò una terza volta e nulla:
la quarta volta prese, tremando, il battente di ferro in mano, e bussò un
piccolo colpettino.
Aspetta, aspetta, finalmente dopo mezz’ora si aprì una
finestra dell’ultimo piano (la casa era di quattro piani) e Pinocchio vide
affacciarsi una grossa Lumaca, che aveva un lumicino acceso sul capo, la quale
disse: