(...) Una mattina presto usciamo da
queste baracche e vediamo che non c'è più un tedesco che ci
sorveglia; e c'era il portone aperto, però nessuno voleva uscire
perché si diceva: "se ci aspettano fuori e poi ci
mitragliano?". E stiamo lì su quella porta aperta, con qualcuno
che fa tre passi fuori e poi rientra, a godersi per qualche attimo la
libertà. Finché, dopo un'ora di questa attesa, con un silenzio
profondo da tutte le parti, in un gruppetto di tre o quattro ci
avviamo. Raggiungiamo un bosco, e io quasi subito ho sentito che
stavo respirando un'aria diversa, e mi guardo attorno come se volessi
salutare la Natura, perché ormai era un'amica, e vedo una farfalla.
Ecco, su questo incontro ho fatto una
poesia che l'ho detta un sacco di volte e che vi ripeto:
Contento, proprio contento,
sono stato molte volte nella vita;
ma più di tutte quando
mi hanno liberato in Germania
che mi sono messo a guardare una
farfalla
senza la voglia di mangiarla.
(Tonino Guerra, dal documentario
"Tonino Guerra - il poeta del cinema", regia di Nicola
Tranquillino)