| Michele Mari bambino |
Nacqui hieme ineunte. Poi ragazzino, incominciai a trasferire particole di anima nei libri che leggevo, fino a dislocarvela compiutamente: in questo modo potevo circolare nel mondo come un insensibile golem senza patir troppi danni, e quando mi prendeva vaghezza di recuperare un po' della mia anima andavo a cercarmela là dove l'avevo nascosta, nei libri: soprattutto in quelli spaventosi e d'avventura: finché, presa l'abitudine di recuperarne troppa, di roba, per far prima a nasconderla ho cominciato a sbatterla in gran quantità dentro i libri che mi sono messo a scrivere io, appositamente. Ecco, fine della dinamica.
| Michele Mari in treno con la madre |