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venerdì 19 gennaio 2018

Nato in inverno


Michele Mari bambino


Nacqui hieme ineunte. Poi ragazzino, incominciai a trasferire particole di anima nei libri che leggevo, fino a dislocarvela compiutamente: in questo modo potevo circolare nel mondo come un insensibile golem senza patir troppi danni, e quando mi prendeva vaghezza di recuperare un po' della mia anima andavo a cercarmela là dove l'avevo nascosta, nei libri: soprattutto in quelli spaventosi e d'avventura: finché, presa l'abitudine di recuperarne troppa, di roba, per far prima a nasconderla ho cominciato a sbatterla in gran quantità dentro i libri che mi sono messo a scrivere io, appositamente. Ecco, fine della dinamica.







E' un passo tratto da Leggenda privata, un libro dichiaratamente autobiografico di Michele Mari, un autore a cui mi sono accostata solo di recente.  Penso sia difficile raccontare di sé stessi evitando il rischio di banalizzare e ridurre il proprio vissuto; ancora più complicato è non tradire la propria intimità nel momento in cui la si rende oggetto di uno scritto e le si dà una forma.


Michele Mari in treno con la madre