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mercoledì 26 settembre 2012

Anatomia di un paninaro





Ho già parlato più volte dei paninari… e non poteva essere diversamente, visto che sono stati probabilmente i personaggi più in vista del decennio, così come gli impegnati con l’eskimo lo furono nei ‘70 e gli yuppies “rampanti” nei ‘90. Ora, ho trovato in Rete questa scheda che esplora il mondo paninaro – è tratta dalla rivista “Cucador”: il marketing ha sempre avuto un fiuto particolare per catturare le mode del momento. Ecco un tipico esempio di quella fauna, allora: con le sue scarpe Timberland, le calze Burlington, il piumino Moncler, la cintura di El Charro, la felpa Best Company, i jeans della Stone Island. Mettiamogli su i Duran Duran come colonna sonora e l’opera è completa.

martedì 26 gennaio 2010

Sei un ragazzo degli Anni ‘80?

10 particolari per scoprire se sei un ragazzo degli Anni ‘80:


  1. Il tuo passatempo era il cubo di Rubik
  2. Ricordi quando non esisteva MTV
  3. Ascoltavi l’Hit Parade su Radio Rai
  4. I tuoi idoli erano Madonna, Don Johnson, Jennifer Beals, John McEnroe
  5. Milano era “da bere”
  6. Sapevi usare un telefono a rotella e infilare i gettoni in quelli pubblici
  7. Sapevi fare la mitica “camminata sulla Luna”
  8. I tuoi capelli sfidavano la forza di gravità
  9. Ti sentivi figo con un paio di calze a rombi e i jeans con l’orlo risvoltato
  10. Commodore 64, ZX Spectrum, Atari, IntelliVision e Coleco erano il massimo per computer e videogiochi.

 

Se ti sei identificato con almeno sei delle frasi qui sopra, sei un ragazzo degli Anni ‘80! Altrimenti o non c’eri o ci sei passato senza accorgertene…

giovedì 29 ottobre 2009

La moda degli anni ‘80

 

FEBBRAIO 1980

SETTEMBRE 1980

DICEMBRE 1982

APRILE 1984

martedì 24 marzo 2009

L'eterno ritorno degli Anni 80

Sulla "Stampa" di oggi, martedì 24 marzo 2009, c'è un interessante articolo scritto da Marinella Venegoni, giornalista esperta di musica e spettacolo. Parla della riunificazione di un gruppo storico, gli Spandau Ballet, dopo anni di liti. Partendo dalla notizia, la Venegoni traccia un interessante ritratto di quei fantastici anni:

Spandau & C. l'eterno ritorno degli Anni 80

MILANO

Mancava qualche ritocco al revival degli 80, ma ora il quadro è completo con l’annuncio (clamoroso, in quel campo) che i componenti degli Spandau Ballet si riuniscono dopo venti anni giusti di battaglie in tribunale: e non solo hanno fatto pace, ma domani a Londra - da una nave da guerra ormeggiata sul Tamigi - annunceranno alla grande una rentrée; pare di sentire la pronuncia un po’ cockney dell’ora 48enne Tony Hadley che promette (come ha già fatto): «Certo, ci sarà nostalgia, ma non solo. Contiamo di incidere nuovo materiale, andremo in tour». Eccoli là, per questo si sono riformati, per i tour che sono l’ultima vacca da mungere nel musicbusiness: da tempo ci hanno già pensato i loro antichi rivali, i Duran Duran, che hanno sfornato qualche dimenticabile opera discografica ma nel live hanno avuto buoni risultati. 

Sul dualismo Spandau vs Duran si fondarono all’epoca adolescenze e credenze, si ruppero amicizie, si organizzarono cortei, in disuso dal decennio precedente. Ma, Spandau o Duran, era tutta materia di sogni femminili, comunque. I ragazzi badavano meno alla musica dei gruppi e più a come si vestiva questo o quell’altro; da lì il macho cominciò a diventare un po’ più micio, con giovanotti impegnati a costruire l’icona del paninaro - dai luoghi scelti per gli incontri, votati al fast food - indossando il giusto Monclair, le scarpe Timberland, la cintura El Charro, i jeans Levi’s 501, e insomma tutto un repertorio dal quale, se si sgarrava, si finiva out. 

Già, perché gli 80 furono soprattutto anni di vestiti, con la nascita del look dopo un’era di gonnellone ed eskimo, Clarks e studiata transandatezza: ed è un vizio che, da allora, più nessuno è riuscito a togliersi. Il decennio portò in trionfo l’istituzione Top Model, con la santificazione di signorine come Cindy Crawford, Carla Bruni, Linda Evangelista, Claudia Schiffer, Naomi Campbell, Jerry Hall. Dee indiscusse, che misero in crisi l’istituzione Miss Qualcosa; finirono come ognuno ancora sa, spesso sposate benissimo. Spalle larghe (in vari sensi) e vita stretta, furono le regine del jet-set in un mondo che spasimava per il futuro ma ancora comprava enciclopedie cartacee a rate, e si fermava alle cabine telefoniche per comunicare. 

Un mondo ottimista, in crescita, che badava agli affari, disinvolto e confuso in politica, con ancora i leader di tanti partiti a baruffare per il primato ma anche con l’antenato di Berlusconi - Craxi - insediato da metà del decennio saldamente alla guida di un’Italia che si sarebbe svegliata brutalmente solo 7 anni dopo, al suono delle monetine lanciate al leader socialista. Un’Italia con ancora poche reti, che si riuniva davanti alla tv all’ora di cena per non perdersi in Drive In Tini Cansino e le sue tette (altro mito rimasto in voga fino ai nostri giorni) o le cosce di Lory Del Santo: una scoperta, quest’ultima, di Renzo Arbore, che dall’85 avrebbe creato un linguaggio con Quelli della notte, dove amabilmente si prendevano in giro i vizi dell’epoca quasi fossero un gioco, mentre un implume e ancora povero Roberto D’Agostino, dal suo pulpito arboriano pontificava sull’edonismo reaganiano e su Milan Kundera. 

Tutto questo succedeva, mentre gli Spandau Ballet, infilati nel movimento new-romantic, rimanevano a lungo un monumento all’inutilità musicale, finché non imbroccarono un singolo, True, che li portò avanti nel decennio, e insegnò loro la strada da percorrere. Occhi truccati (come del resto oggi Morgan e all’epoca Robert Smith dei Cure), melodie suadenti, sembrarono sempre piuttosto improbabili, anche quando Tony Hadley cantava fingendosi ispirato Through the Barricades, l’ultimo pezzo di successo della band, e nel videoclip appariva con i volantini che gli piovevano sul bomber - simile a quello indossato l’altro giorno da Ruggeri per cantare alla convention del neonato PDL - ed esibiva collanette sul girocollo nero, mentre furoreggiava alle sue spalle un sax: quello stesso sax su cui si ammazzano ora i fan dei Killers, che proprio non lo vogliono sentire. Una colonna sonora non granché, quella degli 80, in verità. Se in quel periodo non fossero arrivati alla fama gli U2, davvero ci sarebbe poco da ricordare: Spandau Ballet e Duran Duran, checché se ne dica, furono soprattutto fenomeni di costume.



Ah, dimenticavo... gli Spandau Ballet:

mercoledì 14 gennaio 2009

26 anni a risolvere il cubo

Una notizia trovata sul sito ANSA

LONDRA - Per 26 anni il cubo di Rubik ha occupato ogni suo pensiero: non usciva alla sera per cercare di risolverlo, non dormiva durante la notte pensando a una possibile soluzione e il polso e la schiena gli dolevano per il troppo esercizio. Ora Graham Parker, un muratore britannico di 45 anni, ce l'ha finalmente fatta ed è riuscito a ricomporre il cubo acquistato nel lontano 1983. "Il sollievo che provo è indescrivibile. Mi aveva fatto impazzire e controllava la mia vita. Ho perso eventi importanti per stare a casa e cercare di risolverlo e stavo sveglio la notte a pensarci...Quando l'ultimo pezzo è andato al suo posto e ogni facciata era di un colore solo, mi sono messo a piangere", ha raccontato al Sun l'uomo, che in tutto avrebbe trascorso ben 27.400 ore a tentare di risolvere l'enigma del cubo. La scorsa notte l'associazione mondiale del cubo di Rubik ha affermato che quello di Parker è con molta probabilità un record. Ad aver risolto il cubo più velocemente è l'olandese Erik Akkersdijk, che l'ha ricomposto in 7, 08 secondi.

Cosa ci vuole a essere così bravi da sistemare il cubo in poco più di sette secondi? "Il cubo di Rubik" invece non può che complimentarsi con il signor Graham Parker di Portchester, così dedito alla sua passione, quest'uomo che ha impiegato 26 anni per far combaciare quei quadratini colorati in modo da avere le sei facce ognuna di un diverso colore. Ora potrà uscire, ha sconfitto il suo mostro. Grande Graham!



giovedì 25 dicembre 2008

domenica 21 dicembre 2008

Francobolli di Natale

Qualche Natale degli Anni '80 nei francobolli. Va ricordato che all'epoca erano ancora molto diffusi gli auguri di Natale per posta attraverso biglietti o cartoline. Oggi l'SMS e i cellulari, oltre al pessimo funzionamento delle Poste, li hanno praticamente azzerati. Ma allora capitava che arrivassero per Natale buste bianche e cartoline augurali coloratissime affrancate con questi artistici francobolli a tema.

1980


1982


1983


1988



sabato 20 dicembre 2008

Noi degli Anni '80

C'è un testo che gira sul web e che mi è capitato di vedere su parecchi siti dedicati ai mitici Anni '80. Lo propongo anche sul "Cubo di Rubik".


Noi che la penitenza era 'dire fare baciare lettera testamento.

Noi che i pattini avevano 4 ruote e si allungavano quando il piede cresceva.

Noi che chi lasciava la scia più lunga nella frenata con la bici era
il più figo.

Noi che il Ciao si accendeva pedalando.

Noi che suonavamo al campanello per chiedere se c'era l'amico in casa.

Noi che dopo la prima partita c'era la rivincita, e poi la bella, e
poi la bella della bella..

Noi che giocavamo a 'Indovina Chi?' e conoscevamo tutti i personaggi a memoria.

Noi che giocavamo a Forza 4.

Noi che giocavamo a nomi, cose, animali, città.. (e la città con la D era sempre Domodossola).

Noi che ci mancavano sempre quattro figurine per finire l'album Panini.

Noi che avevamo il 'nascondiglio segreto' con il 'passaggio segreto'.

Noi che giocavamo a 'Merda' con le carte.

Noi che le cassette se le mangiava il mangianastri, e ci toccava riavvolgere il nastro con la bic.

Noi che avevamo i cartoni animati belli!

Noi che 'Si ma Julian Ross se solo non fosse malato di cuore sarebbe piu forte di Holly e Mark Lenders...'

Noi che guardavamo 'La Casa Nella Prateria', 'Candy Candy' e 'Giorgie'anche se mettevano tristezza.

Noi che le barzellette erano Pierino, il fantasmaformaggino o un francese, un tedesco e un italiano.

Noi che ci emozionavamo per un bacio su una guancia.

Noi che si andava in cabina a telefonare.

Noi che c'era la Polaroid e aspettavi che si vedesse la foto.

Noi che non era Natale se alla tv non vedevamo la pubblicità della Coca Cola con l'albero.

Noi che se guardavamo tutto il film delle 20:30 eravamo andati a dormire tardissimo.

Noi che suonavamo ai campanelli e poi scappavamo.

Noi che ci sbucciavamo il ginocchio, ci mettevamo il mercuro cromo, e più era rosso più eri figo.

Noi che nelle foto delle gite facevamo le corna e eravamo sempre sorridenti.

Noi che quando a scuola c'era l'ora di ginnastica partivamo da casa in tuta.

Noi che a scuola ci andavamo da soli, e tornavamo da soli.

Noi che se a scuola la maestra ti dava un ceffone, la mamma te ne dava 2.

Noi che se a scuola la maestra ti metteva una nota sul diario, a casa era il terrore.

Noi che le ricerche le facevamo in biblioteca, mica su Google.

Noi che il 'Disastro di Cernobyl' vuol dire che non potevamo bere il latte alla mattina.

Noi che si poteva star fuori in bici il pomeriggio.

Noi che se andavi in strada non era così pericoloso.

Noi che però sapevamo che erano le 4 perché stava per iniziare BIM BUM BAM.

Noi che sapevamo che ormai era pronta la cena perché c'era Happy Days.

Noi che il primo novembre era 'Tutti i santi', mica Halloween.

Noi che a scuola con lo zaino Invicta e la Smemoranda.

Noi che all'oratorio le caramelle costavano 50 lire

Noi che si suonava la pianola Bontempi.

Noi che la Ferrari era Alboreto, la Mc Laren Prost, la Williams Mansell, la Lotus Senna e Piquet e la Benetton Nannini!

Noi che la merenda era la girella e il Billy all'arancia

Noi che le macchine avevano la targa nera..i numeri bianchi..e la sigla della provincia in arancione!

Noi che guardavamo allucinati il futuro nel Drive In con i paninari

Noi che il Twix si chiamava Raider e faceva competizione al Mars

Noi che giocavamo col Super Tele perchè il Tango costava ancora 5 mila lire e.. 'stai sicuro che questo non vola...'

Noi che le All Star le compravi al mercato a 10.000 lire.

Noi che avere un genitore divorziato era impossibile .

Noi che tiravamo le manine appiccicose delle patatine sui capelli delle femmine e sui muri.

Noi che abbiamo avuto tutti il bomber blu, nero, argento e verde con l'interno arancione e i miniciccioli nel taschino.

Noi che se eri bocciato in 3° media potevi arrivare con il Fifty ed eri un figo della Madonna!

NOI CHE SIAMO ANCORA QUI E CERTE COSE LE ABBIAMO DIMENTICATE E SORRIDIAMO QUANDO CE LE RICORDIAMO NOI CHE SIAMO STATI QUESTE COSE E GLI ALTRI NON IMMAGINANO NEMMENO COSA SI SONO PERSI!
QUESTA È LA NOSTRA STORIA...

mercoledì 10 dicembre 2008

Venti parole

Sul "Giornale" di sabato 6 dicembre, nella pagina della Cultura, ho trovato un interessante articolo di Luigi Mascheroni sugli Anni '80: il giornalista prova a descrivere il decennio definendo venti parole importanti. Credo che valga la pena riferirlo su questo blog, che a una di quelle parole deve il nome...

IL DIZIONARIO DEGLI ANNI OTTANTA
di Luigi Mascheroni


Venti parole per un decennio, ovvero: perché gli anni Ottanta furono la decade migliore del Novecento. Rivalutazione, a priori, di un’epoca - fortunatamente irripetibile - in cui tutto andava bene.

Abbronzatura Eleganti, belli e lampadati, gli anni Ottanta sono stati i vent’anni del Novecento, la gioventù breve del secolo lungo. Immaturi e splendidi.
Amaro Ramazzotti Che poi, la «Milano da bere» non era uno spot, ma un modo di centellinare i piaceri dell’esistenza.
Aspettative Negli anni Ottanta si toccò l’apice delle aspettative accumulate dal dopoguerra in poi, perché siamo stati l’ultima generazione del ’900 a essere più ricca della precedente e perché per l’ultima volta si è creduto che andando avanti il mondo sarebbe diventato migliore. Anche se presto capimmo che le rivoluzioni ci cambiano solo in peggio.
Blade Runner L’equivalente cinematografico delle Les demoiselles d’Avignon di Picasso. Rivoluzionario.
Cubo di Rubik La metafora del decennio. Come rimettere in ordine il caos che la nostra generazione si era trovata fra le mani come «regalo» dalla precedente. In media, ci abbiamo messo 35 secondi.
«Drive In» Anche, ma non solo. Ci furono pure la nascita del virtuale, la tv 24 ore su 24, l’amore al tempo delle discoteche, l’eterno presente della tecnologia, la rivoluzione dell’home computer, videogiochi a 16 bit, la leggerezza calviniana che si sostituisce al pessimismo storico dialettico. Fade To Grey dei Visage e Zoff, Gentile, Cabrini...
Duran Duran Sposerò Simon le Bon non era una speranza, ma un imperativo. Volevamo, e abbiamo avuto, tutto e subito. Non avevamo né ideali né certezze, ma se ci fossero serviti sapevamo dove comprarli.
Edonismo reaganiano Un sogno di civiltà, anche per il peggior antiamericanista.
Icone La canzone A Berlino va... bene di Garbo; le penne panna e salmone; le Burlington; il gel Tenax; gli A-ha; Miami Vice; la concorrenza; Pier Vittorio Tondelli; il buon senso; l’evasione fiscale.
Idee Molte, al posto di un’unica ideologia. Periodo di corto circuito delle idee altamente creativo, in dieci anni si è pensato tutto ciò che sarebbe stato elaborato nei venti successivi, a partire da una nuova concezione del moderno, che arrivando ovviamente dopo di noi non poteva che essere «post». Post-moderno, appunto. Qualsiasi cosa il termine voglia dire.
Indimenticabili Le avventure di Lupin III, la grande nevicata del gennaio ’85, Le mille luci di New York di McInerney, la new wave italiana, il Nephenta, il Live Aid del 13 luglio 1985, la Transavanguardia, Michail Gorbaciov che annuncia il nuovo corso della perestrojka, Koyaanisqatsi di Godfrey Reggio con le musiche di Philip Glass, il grunge. E soprattutto Craxi che dice no agli americani a Sigonella.
Marca Generazione a cui piaceva ostentare le etichette, ne appiccicammo una gigante con scritto «Vaffanculo» al fascismo, al comunismo, al femminismo, al capitalismo, al liberalismo, all’ecologismo e pure al pacifismo, noi che abbiamo sempre preferito gli Alphaville ai Beatles. I Want To Be Forever Young.
Moda L’importante, allora, non erano le mode, ma la moda.
Modernizzazione Non solo un televisore a testa in famiglia, ma anche un canale televisivo per ciascuno; e poi il videoregistratore per dare una forma a una memoria frammentata, un bancomat per pagare senza soldi, le lampade Uva per essere abbronzati a pezzi e ricchi integrali, le segreterie telefoniche per essere sempre presenti, la pillola trifasica per farlo sempre e comunque...
Paninari E per farla finita con le Timberland e il Moncler, va accettato il fatto che il paninarismo fu l’ultimo afflato comunitario giovanile - quando ancora i ragazzi si univano in compagnie - prima della disgregazione individualistica degli anni Novanta e della solitudine di massa dei Duemila. Wild Boys.
Plastica Dicono il disimpegno, il riflusso, la leggerezza... Semmai la moderazione, la stabilità, la concretezza. La formula perfetta, non a caso, della Democrazia cristiana.
Riflusso Semmai rivoluzione: gli anni Ottanta furono il decennio in cui si spazzarono via, indossando un bel paio di guanti da muratore di El Charro, le macerie culturali del Novecento.
Rucola Ma perché si metteva dappertutto?
Stile Federico Zeri e Roberto D’Agostino quando scrissero un libro insieme, per di più intitolato Sbucciando piselli, avevano molto stile. Purtroppo uno è morto, l’altro ha fatto Dagospia.
Videomusic Rizomatici, elettronici, anapologetici, gli anni Ottanta sono sintonizzati su Videomusic con il videoclip dei Buggles Video Killed the Radio Stars, il gesto creativo più libertario di un’epoca anarchica. Alla faccia dell’Age of Plastic.


da "Il Giornale", sabato 6 dicembre 2008



giovedì 30 ottobre 2008

Il primo Mc Donald's

Il primo Mac Donald's italiano aprì il 4 novembre 1985 a Bolzano, nella centralissima Piazza Walther, dove dal 1989 si tiene ogni anno il famoso Mercatino di Natale. Ma lenta fu la diffusione del fast food americano nel Belpaese: doveva fronteggiare la temibile concorrenza dell'affermato Burghy e del francese Quick: nel 1986 aprì a Roma in Piazza di Spagna, poi solo con l'acquisto di Burghy riuscì a prevalere.

Ricordo di aver visitato quel primo Mc Donald's durante il servizio militare in Alto Adige, a fine 1988: era una novità per quell'organizzazione del lavoro, così diversa dai locali italiani, ma non differiva poi molto dai Burghy milanesi, anche se - o forse è solo la nostalgia a parlare - i panini del gruppo italiano erano notevolmente più buoni...

mercoledì 22 ottobre 2008

Burghy

Abbiamo visto che Burghy era il ritrovo preferito dei paninari e ne abbiamo potuto leggere il menu.
Analizziamo allora questo fenomeno tipicamente Anni '80: apparteneva alla catena di supermercati GS, a sua volta inserita nel gruppo SME. In seguito passò al magnate della carne Cremonini, che negli Anni '90 la vendette all'unico concorrente, gli americani di Mac Donald's, cui già il gruppo vendeva la carne - Cremonini tuttora rifornisce di hamburger i ristoranti del "doppio arco".
A Milano erano numerosissimi i punti vendita: da quello "principe" di San Babila a quello di Piazzale Loreto, da quello in Galleria a quello in Corso Vittorio Emanuele. Esistono ancora, ma ora sono marchiati Mac Donald's.


Quella qui sopra con labbra e denti smisurati, ritratta insieme ad altre pins promozionali del gruppo (precisamente Patty, Mr. Burghy, e Freddy), è la mascotte ufficiale di Burghy, "Willy Denty", che costituiva anche la sorpresa offerta dal fast-food (l'immagine è tratta da http://www.dimenticatoio.it/).

Qui sotto invece lo spot di Burghy di metà Anni '80


venerdì 26 settembre 2008

Così ridevano i paninari


"Panoz" erano i fumetti inseriti nella rivista "Paninaro": c'erano anche gli "altri" gruppi dell'epoca: la Cinese extraparlamentare dedita alle droghe, il Dark con la sua cultura gotica, i professori con cui confrontarsi tutti i giorni...

mercoledì 24 settembre 2008

Gli stickers Fiorucci

Gli "stickers" Fiorucci fecero la loro apparizione nel 1984: in realtà erano figurine Panini, ma il nome esotico dava loro quel tocco di fascino in più che la "griffe" della moda milanese meritava.



Erano belli, innegabilmente, oggetti di design, e andarono ad impreziosire diari, motociclette, ante di frigoriferi e credenze. Rappresentavano i manifesti storici di Fiorucci, e creazioni nuove dedicate alla musica e alla danza. Per incentivare la collezione, alcune bustine di "stickers" vennero regalate dalla rivista "Tutto", mensile musicale di "Sorrisi e Canzoni TV". Alcuni sticker erano dei bonus, non inseriti nell'album: il loro scopo era appunto quello ornamentale ed era espressamente dichiarato sul retro della figurina, che invitava a personalizzare i propri oggetti.

giovedì 18 settembre 2008

Il grattacielo di Rubik

La popolarità del cubo di Rubik si è rinnovata negli ultimi anni, come già visto per la pubblicità della Citroen C1 . Ora è la volta di una ben più importante testimonianza: gli architetti Jacques Herzog e Pierre de Meuron, universalmente noti per aver disegnato il famoso stadio "Nido d'uccello" (Bird's Nest Stadium) per le Olimpiadi di Pechino, rendono omaggio al cubo di Rubik con un grattacielo di 57 piani e 145 metri, ispirato al gioco simbolo degli Anni '80.

Sorgerà a New York, precisamente nel quartiere di TriBeCa a Manhattan ed i lavori di costruzione inizieranno a ottobre per essere terminati nel 2010. Ogni livello apparirà sfalsato rispetto a quelli superiori e inferiori, conferendo agli appartamenti disposizioni e angolature uniche che faranno sentire gli inquilini come sospesi tra terra e cielo.

Vi sentite tentati? Vi piacerebbe coniugare il sogno americano con il mito della vostra adolescenza? Piano... gli appartamenti più economici costeranno 3,5 milioni di dollari (circa 2,5 milioni di euro), i più cari ovvero gli attici 33 milioni di dollari (più di 23 milioni di euro).



sabato 6 settembre 2008

L'obbligo del casco

Per gran parte degli Anni '80 si poté circolare liberamente su moto e motorini con i capelli al vento e la lieta esuberanza della gioventù. Ci si poteva sentire come i ribelli di Easy Rider anche a bordo di una Vespa ET3 Primavera o su uno scassatissimo Ciao d'occasione.

Il casco lo indossavano i fanatici delle moto di grossa cilindrata ed i turisti stranieri che sfrecciavano in autostrada in sella alle grosse moto giapponesì o tedesche. Lo portavano i ragazzi che facevano motocross, ma come un'appendice doverosa della loro attrezzatura sportiva, con la tuta dalle ginocchia rinforzate e gli stivali.

Ma nella primavera del 1986 il ministro dei Trasporti, il socialista Claudio Signorile, firmò un decreto con il quale si stabilivano le caratteristiche tecniche dei caschi per motocicli e ciclomotori, resi obbligatori dal 18 luglio: quello per ciclomotori, più leggero, doveva costare il 30% in meno del casco per motociclette. Lì sorse la polemica sulla sicurezza del casco leggero, che si protrarrà a lungo fino al divieto di vendita a partire dal 2006. Un'altro accessorio divenne obbligatorio per i mezzi a due ruote da quel 18 luglio: gli specchietti retrovisori.

Tre anni dopo, ad aprile del 1989, sarà reso obbligatorio anche l'uso delle cinture di sicurezza per le automobili.



BMW K75 C (1985)

sabato 26 luglio 2008

I ragazzi del 1989


Ciao, vecchietti

Per tutti coloro che pensano di essere ancora giovani (eh, eh). Ebbene, no: è tutto finito, aprite gli occhi!

Molti studenti che entreranno quest’anno all’Università sono nati nel 1989.
Non hanno mai cantato "The wall" o "Sunday bloody Sunday"...
Per loro l’AIDS e la disoccupazione sono sempre esistiti e i Twix non si sono mai chiamati Raider.
Non hanno mai giocato con la consolle Atari o al Commodore 64, l’Amstrad non lo conoscono…

E non conoscono neanche il Paninaro di "Drive In" e Wonder Woman.
Non hanno mai visto dischetti da 5’ ¼. Il CD è apparso quando ancora non erano nati e non hanno mai avuto un 45 giri degli Spandau Ballet o dei mangiadischi su cui ascoltare "You spin me round" dei Dead Or Alive. Non sanno cosa significhi ascoltare la radio a Onde Medie, ignorano com’erano i vecchi televisori e non possono spiegare come si faceva senza telecomando e come si poteva guardare la TV in bianco e nero. Non hanno mai visto un monoscopio su uno schermo televisivo, né hanno conosciuto TeleMilano 58, Telecapodistria o Rete A.

Non hanno mai guardato “Simon & Simon” né “Star Trek”, né “Goldrake” o “Lady Oscar”. Non conoscono “Kiss me Licia”. Credono che James Bond sia sempre stato Pierce Brosnan. Credono che il telefono con il filo appartenga alla fantascienza e che le cabine telefoniche siano solo oggetti di arredo urbano.
Per loro i pattini a rotelle hanno sempre avuto le ruote in linea e Michael Jackson è sempre stato bianco... Non ci credono quando gli diciamo che Adriano Panatta è stato un giocatore di tennis. Non sanno che John Travolta sapeva ballare il sabato sera né chi sia l’abominevole J.R.
Credono che “Charlie’s Angels” e “Mission Impossible” siano solo film usciti qualche anno fa. Ignorano che Ron Howard è Richie Cunningham in “Happy Days”. Sanno che Cossiga è un ex, ma un ex cosa? Non hanno conosciuto le automobili con dei fari gialli né le Fiat 127. Il Muro di Berlino è stato abbattuto l'anno in cui sono nati, le Germanie si sono riunite l'anno dopo: non sanno che ce n'erano due!

Allora, questi ragazzi che entrano all’Università quest’anno… sono loro i giovani adesso!

Ecco qualche sintomo del tuo invecchiare:

1) Capisci il testo qui sopra e sorridi dicendo “Oddio”
2) Fai dello sport di tanto in tanto e racconti con fierezza di farlo (quando lo fai)
3) Hai delle medicine sul tuo comodino per il mal di testa e il mal di stomaco...
4) I bambini ti dicono adesso “Signore” o “Signora”
5) Hai bisogno di più di una mattina per rimetterti da una notte in bianco.
6) Ti devi lavare i vestiti da solo
7) I tuoi amici si sposano senza averne bisogno
8) Il MacDonald’s ti disturba lo stomaco
9) Vai in spiaggia ma puoi passare tutta la giornata senza fare il bagno
10) Per fare sport compri dei vestiti che “nascondono” e non che “mostrano”
11) Sai bene quello che vuoi o almeno fai quello che puoi.
12) Dopo aver letto questo testo, decidi di farne un copia/incolla in una e-mail e di spedirlo a un amico o a un’amica dicendoti che lo apprezzerà.


( Trovata sul web, tradotta ed aggiornata)

giovedì 24 luglio 2008

Il menu di Burghy

- PANINI

Big Burghy
Doppia porzione di carne bovina al 100%, gustoso formaggio, cipolle, lattuga e salsa Burghy

Cheeseburger
Un soffice panino con carne bovina al 100%, una fetta di morbido formaggio, cipolle, ketchup e senape

Hamburger
Un soffice panino con carne bovina al 100%, cipolle, ketchup e senape

King Bacon
Doppia porzione di carne bovina al 100%, gustoso formaggio, croccante bacon e salsa speciale in un panino ai semi di sesamo

King Cheese
Una porzione di carne bovina al 100%, doppio formaggio, lattuga, ketchup e senape in un panino con i semi di sesamo

King Chicken
Croccante petto di pollo, gustoso formaggio, insalata e salsa al formaggio

King Fish
Un trancio di tenero merluzzo, lattuga, gustoso formaggio e salsa tartara in un panino ai semi di sesamo

- CONTORNI

Chicken Doré
Bocconcini di pollo dorati e croccanti con salsa tartara o salsa barbecue. Nelle confezioni da 6, 9 o 20 pezzi

Patatine Large
Patatine Regular
Patatine Small

Croccanti fuori, tenere dentro: le patatine di Burghy sono così, autentiche chips all'americana

Insalata Caprese
Insalata di Gamberetti
Insalata di Pasta
Insalata di Pollo
Insalata di Riso
Insalata Mista

Freschissime verdure in tante ricette stuzzicanti per soddisfare i gusti più fantasiosi

- BEVANDE

Milk Shake Banana
Milk Shake Cioccolato
Milk Shake Fragola

Una dolce specialità in tre gusti golosi

Soft Drink Baby
Soft Drink Large
Soft Drink Regular
Soft Drink Small

Succo d' Arancia

Tè Freddo Regular
Tè Freddo Small

- DESSERTS

Apple Bag

Hot Chocolate

Ice Dream Cioccolato
Ice Dream Fragola






IMMAGINE TRATTA DA www.nijirain.com

lunedì 9 giugno 2008

Dizionario paninaro

al brucio = alla massima velocità
amburghese = chi va sempre in bianco (l'amburghese è un galletto)
appiovrare = abbordare una sfitinzia (come una piovra)
arterio = un vecchio
broccolare = abbordare
burghino = sinonimo di paninaro
calfort = sinonimo di cavolo (che calfort stai facendo?)
cifra = tanto (mi piace una cifra)
cinese = studente di sinistra
cinghio = tamarro
ciumbia = caspita! (esclamazione)
company = la compagnia
compilation = un insieme, una serie (una compilation di schiaffazzi)
cucador = il macho
cuccare = conquistare una sfitinzia
everyday = sempre
falchettare = puntare una sfitinzia
floppy = fiasco (un floppy), per analogia con flop
forte = molto (cuccare forte)
fuori di melone, fuori = matto, fuori di testa
gallo = ragazzo
gargarozzo, gargarozza = gola
gino = lo sfigato
giusto = ottimo, secondo l'ideologia paninara (troppo giusto!)
grano = denaro
grippare = afferrare qualcosa o qualcuno
kiss = bacio (anche kissetti e kissettini e kissettoni)
libidine = piacere, godimento
mitragliare = fruire qualcosa (dischi, panini) con avidità e goderseli
okappa = in regola
panozzo = panino
ram = qualcosa da dimenticare quanto prima (dalla RAM del computer)
ramboso = tosto (come Rambo)
randa = randagio, vagabondo in senso positivo
ruotare = andare in giro in moto
sapiens = i genitori
sballo = ciò che diverte (si usa ancora oggi)
schiaffazzi = sberle
sfitinzia = ragazza
smerigliare il gargarozzo, la gargarozza = mangiare
squallor = male (l'andazzo oggi è uno squallor)
tamarro = un non paninaro, rozzo
tarocco = falso, imitazione
very arrapation = sexy
very original = originale

Possiamo notare:

1) la dipendenza dalla pubblicità televisiva: "calfort" è una marca di detersivi anticalcare ed è usata eufemisticamente; "amburghese" è il famoso galletto Valle Spluga

2) l'affermarsi di termini derivati dall'informatica, grazie anche alla diffusione su larga scala dei primi computer: "ram", "floppy"

3) l'uso spropositato di termini inglesi o anglicizzanti, probabilmente sull'onda della musica ascoltata: "everyday" per dire sempre, ma anche "arrapation" e"kiss" e derivati

4) l'influenza del cinema americano sul linguaggio: "ramboso"

Da segnalare anche le abbreviazioni colloquiali: le "Timbe" per le Timberland, "Curma" per Courmayeur"


da "QUELLI DELLA NOTTE", 1985
La look parade di Roberto D'Agostino




Con un grazie a Luciana Bianchi Cavalleri per aver ricordato
"Quelli della notte", che ci teneva alzati fino a tardi...
Domani ne parleremo diffusamente

Sui paninari vedi anche:

sabato 7 giugno 2008

Le musicassette


LA STORIA

Le musicassette, o cassette audio, furono messe in commercio nel 1963 dalla Philips.
Nel 1971 venne posto sul mercato il primo registratore con il Dolby per la riduzione del rumore.
Nel 1982 nacquero i primi compact disc, che sfondarono solo qualche anno dopo. Le cassette audio aggiunsero alle classiche durate 46, 60 e 90 minuti anche quelle da 54 e 76. I walkman erano gli iPod di allora: li avevano tutti!
Nel 1992 ancora Philips passò al DCC, sistema di registrazione digitale, che abortì subito per la diffusione di altri supporti.
Nel 1999 apparvero i masterizzatori CD. La vendita delle cassette vergini subì un crollo verticale e inarrestabile: dai 69 milioni venduti nel 1995 ai 15 del 2003, fino ai 2,5 del 2007. La tecnologia mp3 e l'iPod hanno uccise le musicassette.


NEGLI ANNI '80

La cassetta era il mezzo più veloce e comodo per ascoltare, archiviare e trasportare musica: il vinile veniva riversato subito per evitare che ripetuti ascolti lo graffiassero irrimediabilmente. Le musicassette erano più versatili e non si rovinavano troppo.
Si copiavano gli LP, certo, ma si registrava anche dalle radio e si mischiavano i brani in personalissime compilation che poi venivano abbellite anche con copertine di fantasia.


IL LIBRO

È da poco uscito un volume di Thurston Moore, chitarrista e voce dei Sonic Youth, per le edizioni ISBN: "Mix Tape", raccoglie mix e copertine di cassette che hanno contato per personaggi in vista.

IL SITO

http://muxtape.com/ raccoglie fino a dodici brani dei nostri mix e li presenta sotto forma di cassetta. Democraticamente è possibile mettere in rete una sola compilation.
La mia è "Il cubo di Rubik / Livin' in the Eighties" e si può ascoltare qui: http://doctordee.muxtape.com/ Sono tutte registrazioni da musicassette dell'epoca.

http://www.myflashfetish.com/ consente di porre un widget con brani musicali nel proprio sito: si può scegliere anche la skin del lettore. Qui a fianco, nel "Cubo di Rubik" una cassetta consente di ascoltare musica degli Anni '80

venerdì 6 giugno 2008

I paninari


Dalla ribellione degli Anni '70 nacquero i dark, i punk, i new romantic. Ma il benessere degli Anni '80 partorì i "paninari".
Il primo McDonald's aprì in Italia nel 1985. Da qualche anno c'era la catena Burghy. Ma fu al bar "Il panino" di Piazzetta Liberty a Milano che nacquero i paninari. Ragazzi che facevano dell'edonismo reaganiano il loro stile di vita, lanciati sul consumismo e sulla griffe, stregati dal conformismo e dall'omologazione, affascinati dalla bella vita e dalla ricchezza. Dopo gli studi si sarebbero trasformati in yuppies o in manager rampanti. Lo slogan del Ramazzotti fotografò perfettamente il clima del capoluogo lombardo, ribattezzando "Milano da bere" la capitale italiana della moda e dell'economia.


PUBBLICITA' AMARO RAMAZZOTTI (1987)



Il loro punto di ritrovo furono quindi i primissimi fast-food, in particolare il "Burghy" di Piazza San Babila, ma anche le paninoteche che iniziarono a diffondersi a macchia d'olio. La certificazione della loro moda fu la macchietta del paninaro a "Drive in", la seguitissima trasmissione cult di Italia 1 ideata da Antonio Ricci: Enzo Braschi, vestito con il piumino Moncler, i jeans Levis 501 con l'oro rigorosamente risvoltato, gli scarponi Timberland gialli, il ciuffo scarso ricoperto di gel, entrava al ritmo di "Wild boys" dei Duran Duran, subito assurto ad inno. E parlava con il loro gergo tipico: gallo, sfitinzia, compilation, appiovrare, una libidine, i sapiens. Portò il personaggio anche in un film, "Italian Fast Food". Era nato un fenomeno di costume.


da ITALIAN FAST FOOD (1986)



Varrà la pena approfondire in un altro post il linguaggio dei paninari. Qui limitiamoci al loro abbigliamento: d'obbligo, oltre ai pezzi già citati, le cinture Charro, le calze inglesi Burlington a rombi, i jeans Rifle, le Nike bianche con il baffo azzurro, le felpe Best Company e per le ragazze gli accessori della Naj-Oleari, addirittura toppe di stoffa a disegno provenzale da appiccicare sui jeans.
Socialmente si collocavano a destra, ma lontano dagli eccessi parafascisti: il modello era il sogno americano, il partito repubblicano che Ronald Reagan guidava da presidente degli Stati Uniti per quasi tutto il decennio, prima di cedere la Casa Bianca a George Bush senior. Ma l'impegno politico era del tutto assente. Occorreva solo "apparire" e divertirsi.
I Pet Shop Boys, giunti in Italia per il loro tour, rimasero affascinati dal fenomeno, tanto da dedicare loro una canzone. Due riviste, "Paninaro" e "Cucador" vendevano migliaia e migliaia di copie.


PET SHOP BOYS - Paninaro (1986)



Poi i ragazzi crebbero, l'Italia si trovò a cambiare e la "Milano da bere" diventò nei primi anni '90 "Tangentopoli" e le illusioni svanirono.

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