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mercoledì 15 ottobre 2008

Le 500 lire

La prima moneta bimetallica al mondo fu emessa nel 1982 dalla Zecca italiana: le 500 lire, pezzo di valore più elevato nella monetazione italiana di corso corrente, avevano un centro di Bronzital (ovvero bronzo) circondato da un anello di Acmonital (acciaio). La tiratura per il primo anno fu di 162.026.000 esemplari e si sarebbe mantenuta poi tra i cento e i duecento milioni l'anno. Sostituivano la banconota con la testa di Mercurio emessa nel 1974 e messa fuori corso nel 1982.

Sul diritto la moneta da 500 lire reca un profilo di testa femminile, simbolo della repubblica, dalle cui tempie spuntano ali, emblema di intelligenza e libertà. Sul rovescio è raffigurata la Piazza del Quirinale a Roma. Sull'anello un ramo di ulivo e una spiga di grano a rappresentare la pace e la prosperità. Autore del bozzetto la scultrice Laura Cretara. Le 500 lire bimetalliche, poi imitate in tutto il mondo (i 10 franchi francesi, i nuovi pesos messicani, i 5 rubli russi, i 10 baht thailandesi) sono uscite di circolazione all'avvento dell'euro il 1° marzo 2002, lasciando in eredità alle monete da 1 e 2 euro la loro anima bimetallica.

Un altro record è detenuto dalla moneta da 500 lire: fu la prima al mondo a recare il valore anche nell'alfabeto Braille per non vedenti.




Foto: Simonerossi.it

venerdì 19 settembre 2008

Il Lunedì Nero

Il 19 ottobre 1987 andò in scena la rivolta dei computer: il crollo dei mercati finanziari di tutto il mondo aveva certo le sue cause strutturali che avevano portato alla crisi. Ma un peso decisivo e del tutto imprevisto nel crollo delle Borse lo ebbero i computer. Erano stati programmati per vendere al di sotto di una certa soglia. Quando questo limite venne raggiunto e oltrepassato, le macchine continuarono a vendere ad una velocità inaudita, aggravando la crisi ed inscenando un a situazione fino a quel momento vista solo nei film di fantascienza.

"Quello che sta succedendo farà sembrare la crisi del 1929 una festa di bambini" disse un trader della Pacific Stock Exchange. Quel 19 ottobre divenne famoso come il "Lunedì Nero": il collasso della Borsa superò di gran lunga quello disastroso del '29 che fece piombare il mondo nella Grande Depressione, durata fino quasi al 1940.

Il Dow Jones, quel lunedì di ottobre perse 508 punti, ovvero il 22,6% del mercato (nel 1929 fu del 12,8%). Quello che accadde a New York, replicò il giorno dopo a Tokyo, Hong Kong, Londra, Parigi, Milano e nelle Borse di tutto il mondo. Gli esperti economici si chiesero se un disastro globale dell'economia sarebbe seguito: due americani su tre, secondo un sondaggio delle prime ore, lo credevano. Alla fine della settimana il Dow Jones aveva perso altri 295,98 punti e il 28,3%, la perdita fu di 2,3 miliardi di dollari.

Il tracollo del 1929 però non si verificò: molti fattori stabilizzarono il sistema, in particolare il deposito federale di sicurezza e il pronto intervento della Federal Reserve di Alan Greenspan, che pompò denaro nelle banche che ne avevano bisogno. Il governo del Presidente Reagan ebbe ugualmente una parte importante, quando indicò che avrebbe considerato un modesto aumento delle tasse per ridurre il deficit.


IL GRAFICO



IL NEW YORK TIMES

venerdì 27 giugno 2008

Le 50.000 Lire


Negli Anni ‘80 50.000 lire erano ancora una bella somma: valevano ben di più rispetto al nominale odierno di 25,82 Euro. A causa dell’inflazione poi le 50.000 lire del 1980 valevano in potere d’acquisto più del doppio di quelle del 1989. Una lira virtuale del 2008 valeva ben 4,6 lire nel 1980, ma già 2,3 lire nel 1985 e 1,8 nel 1989. Per capirci meglio, è come se nel 1980 con un euro di oggi si sarebbe potuto comprare quello che oggi costerebbe 4,60 euro.

All’inizio del decennio i fortunati possessori avevano nel portafogli o nel fermaglio l’esemplare con il “volto di donna”, unico caso di banconota repubblicana non dedicata a un personaggio celebre con l'analogo pezzo 100.000 lire, escludendo il taglio da 500 lire. In realtà una donna che assomigliava alla figura di fantasia ritratta dall’incisore, quando il biglietto uscì, nel 1977, fece causa all’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato, perdendo. Sul retro è raffigurato un edificio con colonnato. Queste 50.000 lire rimasero in circolazione fino al 30 novembre 1986.

Immagine: Wikimedia

Da più di un anno era stata distribuita la banconota con Gian Lorenzo Bernini, che resterà in corso fino all’arrivo dell’euro, subendo però un restyling nel 1992. La figura del Bernini stampata sul fronte è tratta dall’”Autoritratto” dell’artista esposto alla Galleria Borghese di Roma; al centro la fontana del Tritone e la pianta della chiesa romana di Sant’Anna. Sul retro il “Costantino a cavallo” e la sezione della “Scala regia”.

Immagine: Simone Rossi


In una scena di “Il ragazzo del Pony Express”, del 1986, il protagonista Ago Brachetti (Jerry Calà), neo-laureato senza lavoro - i tempi non erano diversi da adesso - riceve da un’amica una banconota da 50.000 lire come contributo per acquistare una Vespa d’occasione e diventare un “pony express”. Calà esclama: “Ciao, Gian Lorenzo! Era da un po’ che non ci vedevamo noi due…”

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