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sabato 21 settembre 2013

Padellata di uova, patate e speck alla trentina

Dopo  una lunga pausa eccomi di nuovo qua, questa è stata per me un'estate meravigliosa, trascorsa un po' fra luoghi nuovi e altri invece familiari, alla scoperta di nuovi sapori, emozioni e conclusasi  con tanto,  tanto relax cullata dalle acque termali di Ischia in compagnia di amici inaspettatamente ritrovati.
Pur avendo intervallato il tutto dal lavoro, ho avuto veramente tempo per fare tutto ciò che volevo e riposarmi...nota fondamentale visto che il prossimo anno sarà denso di novità...intanto la più bella di tutte...stiamo aspettando il nostro secondo bambino, un altro maschietto in arrivo!! E poi altre che vi dirò piano piano che si concretizzeranno...

Nel frattempo una ricetta tanto facile quanto buona, che ogni anno in montagna non è possibile non assaggiare per poi ripetere a casa...
 
Ingredienti x 4 persone ( dosi puramente indicative, visto che si tratta di piatto unico potete tranquillamente raddoppiarle in base all'appetito):

4 uova di gallina che razzola ( ovvero codice 0 o meglio ancora del contadino!!)
1+1/2 hg di speck
circa 6-8 hg di patate
olio evo q.b. ( o burro se preferite)
sale e pepe q.b.
prezzemolo q.b.

Sbucciare ed affettare sottilmente  con la mandolina le patate, dopodiché sciacquarle e metterle a bagno in acqua fredda per 10 minuti sciacquarle di nuovo ed asciugarle.
Mettere sul fuoco una capiente padella, possibilmente di rame aggiungere l'olio, far scaldare e poi versarvi le patate, farle cuocere su tutti i lati a fiamma vivace in modo da creare una bella crosticina, poi abbassare e cuocere per circa un quarto d'ora. A parte far rosolare le fettine di speck su una padella antiaderente, poi tamponarle su carta assorbente e trasferirle nella padella con le patate; a questo punto fare spazio per le uova ( se vi piacciono più cotte mettete tutto l'uovo, altrimenti prima fate cuocere l'albume e all'ultimo minuto aggiungete il tuorlo), salate, pepate, aggiungete il prezzemolo tritato fino e servite caldissimo.

martedì 14 maggio 2013

Brioches col tuppo


Sempre viste, mai assaggiate, fino allo scorso anno a Taormina, perchè credo che una ricetta tipica debba essere assaggiata, possibilmente, dove nasce e così è stato. Gustata nel più classico dei modi: pucciata nella granita al caffè sormontata di panna, che se me lo avessero detto non ci avrei mai creduto ed invece è buonissima come colazione...
Innamorati immancabilmente della cucina siciliana,  quando siamo tornata dalla vacanza abbiamo scovato un ristorantino tipico a Roma, " Capricci siciliani", frequentato ormai assiduamente negli utlimi mesi, perchè hanno una cucina tipica strepitosa e non sazi un bar altrettanto tipico, " Il catanese" vicino a Piazza Cavour, dove si può iniziare la giornata con una brioches farcita alla ricotta oppure con le classiche brioches col tuppo...
 
E quindi ormai assuefatti a questi sapori, ho deciso di replicare almeno queste famose brioches, ho cercato e trovate varie ricette, ma nessuna fino in fondo mi convinceva. Perchè da ciò che ho carpito le uova non ci vanno ed invece alcune ricette le riportavano, quindi da scartare...poi altre che però avevano vari aromi artificiali e anche queste non andavano bene, insomma ho fatto un mix ed il risultato è stato ottimo, uguali uguali nel sapore ed anche molto semplici da realizzare. Principalmente le fonti sono state una ricetta di Giuseppe Deiana ed un'altra di Jenys82 ( utente Bimby).
 
Noi le abbiamo gustate farcite con gelato home made e l'immancabile nutella, ma potete provarle anche con confetture o con la granita, anche se per quella ci vuole il sole siciliano almeno per me!!
 

mercoledì 12 dicembre 2012

Castagnaccio toscano

Questa volta è lui, l'altra volta vi avevo " ingannato" con questo dolce morbido alle castagne che però all'apparenza poteva sembrare il classico castagnaccio, oggi, invece è proprio lui, rustico, basso basso, ricco di sapori semplici e rugoso, come solo il tipico castagnaccio è.

Come la ribollita è un piatto povero tipico toscano, anche se si ritrovano delle varianti anche in altre regioni dove abbondano le castagne. A noi piace semplice con uvetta e pinoli, ma potete anche aggiungerci delle noci. Per me non è il dolce ideale,  preferisco di gran lunga un classico dolce morbido e zuccheroso, ma in casa piace e una volta all'anno tutto sommato anche un dolce meno dolce male non ci sta!
Con questo dolce italiano e tipico di questo periodo partecipo al Contest di Imma " Natale sotto il vischio"

venerdì 23 novembre 2012

Frittelle di mele

Il "Mondo di Milla" è sbarcato su facebook, da oggi quindi potete seguirmi anche qui!! Grazie a chi si è già aggiunto e a chi vorrà farlo :-)))

Oggi protagonista del post è la mela, frutto simbolo del trentino Alto Adige dove regna sovrana. Ogni tanto mi piace addentarne una, ma confesso, da irrimediabile golosa,  che mi piace  di più nei dolci...;-)

Queste frittelline possono essere servite  come dolce a fine pasto o come merenda, oppure, per i più temerari come contorno a piatti a base di carne, preferenzialmente di maiale (in questo caso ovviamente senza spolverarle di  zucchero e possono anche essere fredde). A me, in estate,  piace abbinarle al gelato al cioccolato bianco ed inverno ad una crema inglese, ma sono buonissime anche da sole.
Anche questa ricetta proviene direttamente dai monti,  perchè ogni anno quando torno dalle vacanze porto con me una nuova ricetta...Canederli, Kaiserschmarren, Gelato alla vaniglia con frutti di bosco caldiBuchteln...

In extremis, perchè scade oggi partecipo con questa ricetta alla raccolta di Morena


Ingredienti base:
2 mele renette
succo di 1 limone
zucchero semolato o vanigliato o cannella ( a secondo dei gusti) per corspargere le mele  
gelato al cioccolato bianco o alla vaniglia o crema inglese ( facoltativi)

per la pastella: 
farina 150 gr
latte 200 ml
sale 1 pizzico
2 uova di gallina che razzola
1 bustina vanillina
zucchero 20 gr
  
Sbucciate le mele, togliete il torsolo e tagliatele a fettine dello spessore di 1/2 cm,  irroratele con il succo di limone per non farle annerire e mettetele da parte. Nel frattempo preparate la pastella* sbattendo con le fruste ( o la planetaria)  i tuorli, il latte,  un pizzico di sale, la vanillina e la farina setacciata. Amalgamate bene fino ad ottenere un composto liscio e denso.  Tamponate le mele con della carta da cucina, passatele nello zucchero semolato e successivamente  nella pastella, poi tuffatele nell’olio caldo (circa 180 gradi) rigirandole su entrambi i lati. Cuocetele fino a quando diventeranno dorate, poi scolatele, asciugatele con della carta assorbente e servite caldissime cosparse con zucchero a velo ed un pò di cannella. Se vi piace potete accompagnarle con del gelato  alla crema o alla vaniglia.

ps: * per una pastella ancora più soffice, montate a neve ferma gli albumi ed incorporateli per ultimi alla pastella con movimenti dal basso verso l'alto.

martedì 11 settembre 2012

Kaiserschmarren e nuovo contest

Prima di parlarvi della ricetta di oggi, vi annuncio che il 2 di ottobre partirà il mio prossimo CONTEST che si concluderà il 21 dicembre ... a chi indovinerà il tema invierò un libricino di ricette...Fra queste  righe scritte in rosso vi ho dato due indizi...per partecipare basterà lasciare un commento ai post che si seguiranno da qui all'inizio del contest...potete partecipare anche ogni volta! IN BOCCA AL LUPO 

E ora passiamo alla ricetta...in passato non avrei mai rinunciato alle vacanze al mare, a quelle in montagna si, soprattutto a quelle estive, poi con il passare del tempo la tendenza si è invertita e preferisco lasciare il mare alla fine dell'estate per partire all'inizo delle vacanze verso le Dolomiti dove le pile si ricaricano all'istante, il merito credo sia del mix di silenzio, aria fresca e naturalmente buon cibo...

Quindi in attesa di rivedere le montagne in inverno, perchè non ricordarle con questa merenda che sicuramente farà apparire le prime giornate grigie e fredde  meno tristi e tediose.
E poi è a prova di errore perchè è il classico dolce brutto, ma buono, infatti, nasce proprio da un errore...si narra che una sera, l'imperatore Francesco Giuseppe, non avendo tempo di cenare,  avesse ordinato al suo cuoco una crêpe da servire nel suo studio.
Il  cuoco però, preso alla sprovvista, si scordò della crepe e la lasciò troppo sul fuoco facendola leggermente bruciare; in più al momento di girarla la ruppe. Poichè non aveva tempo di prepararne un' altra, furbescamente la spezzettò del tutto, mise la marmellata al bordo del piatto e coprì le bruciature con abbondante zucchero al velo.
All''imperatore piacque talmente tanto che da quel giorno fu la sua preferita e da qui il nome che letteralmente   si traduce in "frittata dolce dell'imperatore" ( Kaiser = imperatore Schmarr(e)n = frittata dolce) dessert molto semplice da fare, ma al tempo stesso sostanzioso e moooolto buono, diffuso in Alto Adige, Austra e Baviera. 

domenica 7 agosto 2011

Gelato alla vaniglia con frutti di bosco caldi

 

Ho assagiato anzi direi riassaggiato questa delizia nelle appena finite vacanze a San Vigilio, presso l'Agriturismo Soleseid, un posto incantevole, dove abbiamo mangiato più volte divinamente. La foto proviene da lì, ma appena tornata a casa ho voluto ripetere e il risultato è stato approvato a pieni voti, purtroppo non avevo la macchina fotografica a portata di mano :-( però fidatevi...
 
Se siete delle patite come me del gelato home made provate anche:

venerdì 7 gennaio 2011

Taralli pugliesi


Devo prenderci un pò la mano a farli per benino, perchè la forma non è che sia proprio bellissima, ma il sapore c'è tutto, sono veramente buoni buoni, di quelli che a finirli un cestino intero non ci si mette niente, ma proprio niente.

La prima volta che ho assaggiato i veri taralli, è stata qualche anno fa, quando un collega di ritorno dalla Puglia me li portò un sacchetto fatti da sua madre, ma di ricetta neanche a parlarne perchè sua madre era gelosissima delle sue tradizioni culinarie e così mi ripiegai a comprarli ogni tanto in qualche negozietto di nicchia, ma ammetto che non erano mai all'altezza di quelli...sarà forse perchè quando una cosa non puoi averla piace sempre di più!!

Dopo molte prove di varie ricette, alla fine credo di essere riuscita a emulare, con sommo gaudio,  quesi famosi tarallini...mettendo a tacere definitivamente  il ricordo delle mie papille gustative!!

La ricetta può sembrare un pò elaborata, ma vi assicuro che non è affatto così, ci vuole solo un pò di pazienza , ma sono tutt'altro che difficili, li ho realizzati col Bimby, ma al solito trovate anche la ricetta manuale...
Unica, ma fondamentale raccomandazione , usate un olio extravergine di oliva di alta qualità, perchè è l'ingrediente principe e non può essere assolutamente scadente, pena  la riuscita della ricetta!

domenica 14 febbraio 2010

Il Buchteln

" Che il vostro cuore sia sempre colmo d'amore. 
Una vita senza amore è come un giardino senza sole
e coi fiori appassiti. La coscienza di amare ed essere amati regalano tale calore e ricchezza alla vita che nient'altro può portare."
~ Oscar Wilde  ~ 

Con questa frase vi auguro Buon San Valentino e per questa giornata così romantica vi propongo delle brioches morbide e profumate, un dolce tipico del sudtirolo, perfetto per una colazione fra innamorati e non solo, noi ce la siamo gustata in tre ( che state pensando??? scostumati!!) il terzo è il nostro piccolo ometto :-)), per un dolce risveglio.


La ricetta è di Anneliese Kompatscher tratta dal libro " La cucina nelle Dolomiti", a differenza di altre ricette tratte da questo ricettario e alle quali mi sono sempre attenuta alla lettera, per questa ho apportato delle modifiche per quanto riguarda la quantità del lievito ( che mi sembrava troppa) e la preparazione dell'impasto perchè propio non ci stava di mettere il lievito direttamente a contatto con il sale! In questo caso l'autrice mi è sembrata un pò distratta, forse sarà innamorata....;-)

Comunque il risultato è una brioches morbidissima e profumatissima, tra l'altro ho modificato i tempi di lievitazioni adattandoli a ciò che mi serviva ed in questa maniera preparando i due impasti la sera, la mattina vi troverete le brioches pronte da cuocere, quindi giusto il tempo di abbellire la tavola, preparare il cappuccino, amoreggiare un pò et voilà la colazione sarà pronta!

lunedì 4 gennaio 2010

Cavallucci senesi


Ormai siamo quasi agli sgoccioli delle feste, ma come è successo per il pandoro, anche questa ricetta doveva essere postata l'anno scorso, poi non c'è stato tempo e non aveva molto senso scriverla dopo perchè è un dolce tipico natalizio che con il suo profumo di spezie e mandarino rimanda subito alle festività natalizie.

La ricetta è di famiglia, quella che faceva la mia nonna materna, la nonna Mimma forse appresa a sua volta da sua madre e poi passata alle sue figlie e alle nipoti,  insomma una ricetta che ha di sicuro più di cinquant'anni. La miscela di spezie con il tempo è andata modificandosi da mano a mano e così sperimentazione dopo sperimentazione abbiamo trovato quella giusta presso l' Antica drogheria Manganelli di Siena, ma comunque in ogni drogheria ben fornita dovreste trovare questo misto di spezie già miscelate che normalmente comprende anice, noce moscata, cannella e coriandolo oppure potrete proporzionarle a vostro piacimento.
Il risultato è garantito, vengono dei cavallucci formidabili, di quelli ricchi di noci, banditi i canditi ( orrore!!! nei cavallucci i canditi non ci vanno, li mettono in quelli industriali!!) e morbidi, i cavallucci non devono essere assolutamente duri, come certi che si trovano in alcuni panifici e pasticcerie che potresti tranquillamente usarli come oggetti contundenti! Scusate la schiettezza, ma se di cavalluccio senese si vuol parlare questo è, e lo affermo con cognizione di causa avendone discusso più volte con senesi doc!

La preparazione è semplice, poche mosse, ma giuste e veloci, altrimenti l'impasto non viene e soprattutto occhio alla cottura un minuto di troppo li può rovinare.

lunedì 26 ottobre 2009

Pan co' Santi

[ edit 27-10-09: questo blog si unisce e sostiene i blog di Adriano e Lydia contro i plagi sempre più frequenti. Vorrei ricordare a chi copia indebitamente che chiedere non costa nulla ed un foodblogger è sempre lieto di concedere la PROPRIA ricetta, basta citarne la fonte!!]

Stare insieme con una persona da vent'anni, dico vent'anni e quando pensi di conoscerlo come le tue tasche, scoprire che a lui l'uvetta piace!! Terribbbile!!!!
L'altro giorno serafico mi guarda e dice " ma la ciaccia dei morti me la fai che mi piace tanto?" " ma c'è l'uvetta" ribadisco io " ma a me piace" dice lui " "e da quando?"" da sempre!" , "come sarebbe da sempre???, ma allora in questi anni perchè non si è mai mangiato un dolce con l'uvetta? " forse perchè A TE non piace".

Touché!!

Sono corsa subito ai ripari, a cercare immediatamente una ricetta di questo " pane"di tradizione toscana che dalle mie parti si usa fare in questo periodo dell'anno e che oltre al nome " pan co' santi" viene anche chiamato pane de' morti o ciaccia dei morti (inerente ovviamente solo al periodo di produzione!).
Ho trovato molte ricette, alcune con molti tipi di frutta secca, vino e savoiardi, maggiormente preparate nel grossetano, da noi la ricetta è più semplice, alla fine ho optato per questa arrivata via mail dalla mia cara amica AnnaPaola ( senese doc, alla quale avevo chiesto numi!) , dovrebbe essere della chef Paola Lazzari.
Gli ingredienti sono gli stessi, il procedimento diverso perchè nella fretta ho letto tutto in un secondo, ho comprato ciò che mancava e sono andata a memoria nella preparazione e così solo alla fine trascrivendo la ricetta mi sono accorta di aver fatto in tutt'altro modo.
Il risultato mi è sembrato ottimo, è venuto soffice e profumato, quindi, siccome è anche un tantino meno faraginoso nella preparazione vi segno il mio metodo.

Ingredienti:
300 gr di farina 00
300 gr di farina manitoba
1 bustina di lievital oppure 20 gr di lievito di birra in panetto
150 gr di noci pulite
100 gr di uvetta
1 cucchiaio scarso di anice ( su questo io e Anna abbiamo qualche dubbio, a Siena dice lei che non ce lo mettono, secondo me non ci sta male e poi per la quantità non è che si senta molto!)
1 cucchiaino di miele
1 cucchiaino di sale
5 cucchiai di olio evo
30 gr di strutto
5 cucchiai di zucchero
3 pizzichi di pepe nero macinato fresco (non temete e osate!!)
1 tuorlo d'uovo per spennellare

Preparazione:

Alla fine l'ho assaggiato anche io e stavolta a differenza di tutte le altre volte in cui scrupolosamente tolgo l'uvetta, l'ho mangiata e non è stato poi così terribile, sarà che prevale il croccante delle noci, certo la tentazione di sostituirla con il cioccolato mi è balenata per la testa, ma in un dolce di tradizione non si può, altrimenti sarebbe un'altra ricetta....magari da provare un'altra volta.....;-)

giovedì 27 novembre 2008

Canederli di San Vigilio

Con questa ricetta partecipo alla raccolta di Cristina, " Zuppe e minetre"
I canederli o Knodel per chi non li conoscesse sono un tipico piatto della cucina Trentina e non solo tirolese ( come giustamente mi ha fatto notare un amico in un commento...grazie;.-)), asciutti o in brodo, con carne, verdure o formaggi, sono, oltre che gustusi anche un'ottima maniera per riciclare il pane raffermo. Piacciono normalmente molto anche ai bambini, si possono preparare un pò di più perchè poi, formati oppure no si mantengono in frigo per alcuni giorni oppure possono essere messi sotto vuoto.
Questa ricetta proviene da un ristorante di  San Vigilio di Marebbe, dove andiamo spesso a mangiare quando siamo lì in vacanza, non so se sia proprio l'originale, rifatti a casa mi sono sembrati abbastanza simili ai loro e così spesso durante l'inverno quando faccio il brodo di carne, invece della solita minestra o dei tortellini mi piace alternare con queste " palle di pane"!

Se qualche trentino "in ascolto" riconoscesse degli errori o delle castronerie lo pregherei di intervenire, non si finisce mai di imparare e soprattutto dagli errori si può sempre migliorare! Ora vi presento la mia ricetta...