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concesso in locano, ma anche per il grande pregio della zona circostante (in particolare della costa, dove sorgevano numerose proprietà)28.
Secondo la rogano agraria del tribuno Publio Servilio Rullo, Vager Campanus avrebbe dovuto accogliere 5000 coloni e forse altrettanti sarebbero stati sistemati nel vicino ager Stellas nonché in tutte le terre riacquistate dai proprieta- ri29. La nostra conoscenza della proposta, ritirata sotto la minaccia di interces- sio da parte del collega Lucio Cecilio Rufo30, è per la quasi totalità subordinata alle orazioni de lege agraria di Cicerone, con le quali il console del 63 a. C. si proponeva di mobilitare Senato e plebs urbana contro di essa. Sebbene ciò costituisca un serio ostacolo alla ricostruzione dei reali contenuti della roga- tio3X, non altrettanto difficile pare l'individuazione degli argomenti che stavano a cuore dell'uditorio di Cicerone, alle cui parole, come ricorda Plinio, legem agrariam, hoc est alimenta sua, abdicarunt tribus02. Il console prometteva pacem, tranquillitatem, otium33, ricordando come i vantaggi della vita cittadina fossero messi in pericolo dai progetti del tribuno :
vos vero, Quirites, si me audire vultis, retinete istam possessionem gratiae, libertatis, suffragiorum, dignitatis, urbis,fori, ludorum,festorum dierum, ceterorum omnium com- modorum, nisi forte mavultis relictis his rebus atque hac luce rei publicae in Sipontina siccitate aut in Salpinorum pestilentiae fìnibus Rullo duce collocari...34
La plebs urbana, che Rullo avrebbe cercato di allontanare da Roma35, non avrebbe potuto, secondo Cicerone, trarre reale vantaggio dalla normativa, sia a causa dell'eccessiva autonomia concessa alla commissione agraria36 sia a causa della precedenza garantita alle tribù rurali37 ; per contro, il danno sareb-
28 Cfr. D.C., XLII, 54, 1 ; M.A. Levi, « Una pagina di storia agraria romana », A&R, III, 1922, p. 239-252 ; E. Rawson, « The Ciceronian aristocracy and its properties », in M.I. Finley, Studies in Roman property, Cambridge, 1976, p. 85-102 ; M. Frederiksen (ed. Ν. Purcell), Campania, London, 1984, p. 264-318 ; G. Chouquer, F. Favory, « Reconnaissance morphologique des cadastres antiques de l'aire latio-campanienne », in G. Chouquer, M. Clavel-Lévêque, F. Favory, J.P.Vallat, Structures agraires en Italie centro-meridionale. Cadastres et paysages ruraux, Coll.EFR, 100, Rome, 1987, p. 81-258, 215-224 ; C. Moatti, Étude sur l'occupation des terres publiques à la fin de la République Romaine, CCG III, 1992, p. 57-73.
29 Cic, /. agr., I, 7, 20 ; II, 28, 76 ; 28, 78.
30 Cic, SulL, 23, 65.
31 La migliore ricostruzione in J.L. Ferrary, « Rogatio Servilia agraria », Athenaeum, LXVI, 1988, p. 141-164.
32 Plin., NH, VII, 30, 117. Sugli aspetti retorici del discorso ciceroniano cfr. M.Valencia Hernandez, « Cicerón y las leyes agrarias: un exemplum de divina eloquentia », REA, XCVII, 1995, p. 575-587.
33 Cic.,/. ^r.,11,37, 102.
34 Cic, /. agr., II, 27, 71 (ed. V Marek).
35 Cic, /. agr., II, 26, 70.
36 Cic, /. agr., I, 4, 10 ; 5, 14 ; II, 5, 12 ; 6, 15 ; 13, 32-33 ; 14, 35-15, 38 ; 24, 63 ; 25, 66 ; 26, 68-70 ; 28, 76-29, 79 ; 30, 82 ; 31, 85-86 ; III, 1, 3.
37 Cic, /. agr., II, 29, 79. Un precedente in tal senso potrebbe essere individuato nell'opposizione della plebs urbana nei confronti della lex Appuleia agraria (100 a.C), giudicata eccessivamente favorevole alla plebs rustica e agli alleati italici (App., BC, 1, 4, 29-30). Per una discussione vd. Cavaggioni, Saturnino, cit. η. 27, p.133-135.