Visualizzazione post con etichetta Cile. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Cile. Mostra tutti i post

19 gennaio 2012

ISABEL ALLENDE:IL QUADERNO DI MAYA






Lo so, lo so vi ho appena parlato di lei e ci torno ancora, ma repetita iuvant!

Sono sicura che molti di voi apprezzeranno, qualcuno non parteciperà alla questio e altri mi diranno:
"repetita iuvant sed continuata secant..."

Ma ho appena finito di leggere il suo ultimo romanzo e avevo bisogno di parlarne un po' con voi.
Appena visto in libreria agli inizi di dicembre, l'ho preso e aperto a caso come faccio con tutti i libri degli autori che amo di più e sono capitata su questa pagina e su queste parole:

In quell'istante entrò il mio Popo, esattamente com'era prima della malattia, grande odoroso di tabacco raffinato, con i suoi occhiali d'oro e il Borsalino, si sedette sulla seggiola e aprì le braccia verso di me.
Mai prima di allora si era presentato con quella disinvoltura, inusuale per un fantasma,
Sulle sue ginocchia piansi e piansi, chiesi perdono e accettai la verità assoluta che nessuno può salvarmi da me stessa, che sono l'unica responsabile della mia vita.

Ho richiuso il libro, ho sorriso e sono andata alla cassa.
Ritrovo con molto piacere la mia Isabel anche questa volta, perchè ha scritto quello che mi piace di più, la sua vita, la sua famiglia attraverso una storia.

Il quaderno è un diario che Nini, nonna di Maya, protagonista della storia, le regala prima della partenza della ragazza verso Chiloè, un'isola sperduta in Cile, dove è costretta a rifugiarsi.

E attraverso il confronto quotidiano con la nuova realtà che le si presenta davanti e il racconto lasciato tra le pagine del  diario della sua storia passata che si alterna con il presente, che Maya recupera se stessa e il suo mondo perduto.
Ogni personaggio che incontro nel libro mi è familiare, almeno per me che già conosco la Allende, perchè racconta se stessa e la sua vita attraverso i suoi personaggi, e questa è una delle cose che amo di più del suo scrivere.

E Nini la nonna, somiglia tanto ad Isabel.

Questo libro si legge di un fiato, quasi senza fermarsi, e mi sorprende ogni volta, la grande capacità dell'autrice di farmi entrare a capofitto nella storia.

Io l'ho trovato quasi un poliziesco, la fanciulla è inseguita anche dall'FBI e a memoria mi sembra la prima volta che succede in un suo romanzo.

Il personaggio di Maya è circondato come sempre da altri che sono il fulcro del mondo Allendiano, le relazioni umane sono la sua caratteristica e l'amicizia e l'amore fondamentali.

Da una vita caotica come quella della metropoli californiana di  San Francisco, alla vita semplice degli abitanti dell'arcipelago a sud del Cile, ho visto attraverso gli occhi della protagonista, dapprima il suo rifiuto alla novità e poi il suo innamoramento.

Come sempre mi sono ritrovata immersa nella vita di tutti i protagonisti fino al collo, e come sempre mi è piaciuto moltissimo annegare.

La testardaggine della protagonista che non esita ad scendere fino in fondo nel suo declino e poi con la stessa determinazione cerca di tornare su con grandissima fatica, è la cosa che mi è piaciuta di più.
La fanciulla non esita a diventare brutta sporca e cattiva, per punire il suo Popo e se stessa per l'abbandono subito.
E non gliene frega niente di nessuno, non ha pietà per nessuno, non c'è dispiacere o dolore che tenga che possa salvarla da quello che ha determinato come suo destino.

Affonda consapevolmente e non vuole salvarsi, per niente.
Solo quando tornerà il suo Popo, capirà.

E Popo, il suo grande grandissimo amore, è anche il grande amore di Isabel.


L'amore che con la sua carezza è come un giardino segreto che bisognerebbe tenere sempre dentro di noi, come fa Maya.


Per non sprecarlo mai.

                                                      Grazie Isabel