Come tutti i mesi partecipo all'iniziativa di Daniele i cui dettagli potete leggere QUI. Oggi mi concentro sul decalogo degli orrori. Ovvero quali sono le diverse tipologie di violenza sessuale. Questo sarà l'ultimo post dell'anno per quel che riguarda l'appuntamento. Dal prossimo, mi impegno a parlare di violenza sulle donne ogni 25 del mese, per ricordare e ricordarmi che ogni giorno è fondamentale in questa lotta.
Ogni giorno migliaia di donne affrontano momenti di disperazione e isolamento. Non lasciateci sole.
Secondo il rapporto “Questo non è amore” redatto dalla Polizia di Stato nel 2019, almeno la metà della violenze denunciate in Italia è avvenuta in luoghi all’aperto come parcheggi, parchi o lungo una strada o in auto. Il 35% degli episodi, invece, in un luogo chiuso, che può essere sia l’ambiente lavorativo sia quello domestico.
STUPRO: consiste in un rapporto sessuale a cui la vittima non presta consenso e, per questo, viene forzata e obbligata. Si definisce stupro anche l’atto sessuale perpetrato su una donna incapace di intendere, non completamente cosciente, incosciente o addormentata. In nessun caso la vittima ha prestato un chiaro, effettivo e consapevole consenso al rapporto o può essere ritenuta responsabile di quanto subito.
ABUSO: l’abuso sessuale rappresenta ogni contatto sessuale che non avviene col consenso della vittima. Questa sfera di violenze comprende rapporti sessuali di ogni tipologia, palpeggiamenti, rifiuto nell’utilizzo di metodi contraccettivi, contagio deliberato di malattie.
Molestie sul lavoro: l’Istat ha pubblicato una ricerca relativa alle molestie sul lavoro con dati rilevati fra il 2015 e il 2016: in base alle informazioni raccolte 1 milione e 173mila donne tra i 15 e i 35 anni sono state oggetto di ricatti sessuali per ottenere un posto di lavoro, per avanzare di carriera o per mantenere la propria posizione.Non è solo la quantità dei ricatti e delle molestie a preoccupare, ma anche la frequenza: se si tiene conto del solo ricatto sessuale, nel 32,4% dei casi il fatto si ripete quotidianamente o più volte nell’arco della settimana. Le conseguenze sono chiare: molte donne sono licenziate o costrette a cambiare lavoro quando non accettano gli abusi di colleghi.