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30 settembre 2023

[SABATO DI POESIA] L'unico posto di Antonella Radogna






L'unico posto dove 

voglio stare nell'universo

è nell'esatto punto

in cui la mia mano

si fa carezza sul tuo viso.

Vorrei vivere rannicchiata lì

dove abitano tutte le albe

e i tramonti

in questo solo gesto

semplice e divino.

(Antonella Radogna - Ciò che sai amare - Passigli Poesia)


Ho scelto nuovamente dei versi dalla raccolta di Antonella Radogna che ho terminato di leggere questa estate. La casa editrice  fondata da Mario Luzi ha regalato questo spazio fulgido alle belle poesie della poetessa materana ed io ho letto con passione e curiosità ogni verso. La poesia di oggi ci racconta l'amore attraverso un unico gesto che tanti di noi dedicano alla persona che amano e in quel dolce movimento c'è la felicità.



11 settembre 2021

[SABATO DI POESIA] 11 SETTEMBRE DI MARIO LUZI

 

11 settembre 2001 Citynow.it


Dimettete la vostra alterigia
sorelle di opulenza
gemelle di dominanza,
cessate di torreggiare
nel lutto e nel compianto
dopo il crollo e la voragine,
dopo lo scempio.
Vi ha una fede sanguinosa
in un attimo
ridotte a niente.
Sia umile e dolente,
non sia furibondo
lo strazio dell’ecatombe.

Si sono mescolati
in quella frenesia di morte
dell’estremo affronto i sangui,
l’arabo, l’ebreo,
il cristiano, l’indio.
E ora vi richiamerà
qualcuno ai vostri fasti.
Risorgete, risorgete,
non più torri, ma steli,
gigli di preghiera.
Avvenga per desiderio
di pace. Di pace vera.

Mario Luzi  (in «La Nazione», 12 gennaio 2002)

Oggi sono vent'anni.

Ero in ufficio, intorno alle 15.00 del pomeriggio, quando la collega della segreteria ci venne a chiamare perché avevano appena detto alla radio che un aereo aveva  colpito una delle Twin Towers a NYC. Corremmo in sala riunioni e accendemmo il televisore. Al momento non si avevano notizie certe, internet non era quello di adesso, non esistevano Twitter e Instagram, social che ci hanno abituato all'immediatezza di immagini e notizie. Era un rincorrersi di aggiornamenti alcuni imperfetti, altri sbagliati. Nel giro di poco più di un quarto d'ora la notizia del secondo aereo ci raggiunse;  poco dopo quelle sul  terzo  schiantatosi sul Pentagono e il quarto destinato a Capitol Hill, che solo grazie all'intervento di alcuni passeggeri  ribellatisi agli attentatori (eroi), cadde in una zona rurale della Pennsylvania. Quando vedemmo le prime immagini relative all'impatto e al crollo, quasi non volevamo crederci. Ricordo lo shock e il nostro silenzio.  Quelle scene, poi riviste  centinaia di volte nei giorni seguenti, divennero lo spartiacque tra il prima e il dopo l'escalation del terrorismo internazionale. Vi ricordate vero dove eravate quel giorno? Io non lo dimenticherò mai. 

Una delle scale che alcuni sopravvissuti hanno utilizzato per scappare dalle torri (Museo WTC 9/11)

Le grandi vasche che hanno sostituito le due Torri (WTC 9/11)



Particolare del bordo di una delle vasche con alcuni dei nomi delle vittime (WTC 9/11)

La Freedom Tower vista da Lower Manhattan (WTC 9/11)



Nb: tutte le foto, esclusa la prima,  sono state scattate da me durante  alcuni viaggi negli States. Sono stata diverse volte al World Trade Center, l'ho visto in costruzione la prima volta nel 2011, quando il memoriale era ancora provvisorio e poi nel 2013, nel 2016, nel 2018 ormai completato. E nel 2020, all'alba di quell'anno che nuovamente avrebbe cancellato le nostre sicurezze, i nostri pochi punti fermi. Ora è necessario ritornare a vivere. Ma non saremo mai salvi senza imparare dal passato quel che è indispensabile per il futuro. La memoria è il nostro strumento più potente. Mai dimenticare, MAI.

13 febbraio 2021

[SABATO DI POESIA] NELLA CASA DI N. COMPAGNA D'INFANZIA DI MARIO LUZI


Mario Luzi a Firenze -  dal web


Il vento è un aspro vento di quaresima,
geme dentro le crepe, sotto gli usci,
sibila nelle stanze invase, e fugge;
fuori lacera a brano a brano i nastri
delle stelle filanti, se qualcuna
impigliata nei fili fiotta e vibra,
l'incalza, la rapisce nella briga.


Io sono qui, persona in una stanza,
uomo nel fondo di una casa, ascolto
lo stridere che fa la fiamma, il cuore
che accelera i suoi moti, siedo, attendo.
Tu dove sei? sparita anche la traccia...
Se guardo qui la furia e se più oltre
l'erba, la povertà grigia dei monti.

(Primizie del deserto - 1952)


01 dicembre 2018

SABATO DI POESIA: VITA FEDELE ALLA VITA.






La città di domenica
sul tardi
quando c'è pace
ma una radio geme
tra le sue moli cieche
dalle sue viscere interite
e a chi va nel crepaccio di una via
tagliata netta tra le banche arriva
dolce fino allo spasimo l'umano
appiattato nelle sue chiaviche e nei suoi ammezzati,
tregua, sì, eppure
uno, la fronte sull'asfalto, muore
tra poca gente stranita
che indugia e si fa attorno all'infortunio,
e noi si è qui o per destino o casualmente insieme
tu ed io, mia compagna di poche ore,
in questa sfera impazzita
sotto la spada a doppio filo
del giudizio o della remissione,
vita fedele alla vita
tutto questo che le è cresciuto in seno
dove va, mi chiedo,
discende o sale a sbalzi verso il suo principio...
sebbene non importi, sebbene sia la nostra vita e basta.

(Mario Luzi - Fondamenti invisibili - 1971)