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25 luglio 2014

I tre libri che portereste con voi.


L'idea non è  mia.
Ma di Paolino, "amabile rompicoglioni" attivo sul mio blog. Da molto tempo.
Ogni tanto mi lancia una "sfidassaaa".
Che io, se mi sta bene accolgo, altrimenti rimando al mittente. Con i dovuti modi, ovvio.
L'ultima, sul libro da leggere per l'estate 2014, è stata raccolta.
Lo spunto sui tre libri da portare con noi, era troppo divertente per lasciarlo correre. E allora eccomi qui.

Immaginiamo quindi di doverci allontanare da casa per un po' di tempo. Partire e lasciare le cose più care. Nel nostro piccolo bagaglio ci sarebbe spazio solo per tre libri. E nemmeno troppo voluminosi. Qualcosa di amato, che conosciamo e sulle cui pagine torniamo sempre volentieri.

Cosa portare dunque? Cosa scegliere tra i preferiti?
Ci hanno formato. Nel bene e nel male.
Idee, sensazioni e emozioni, cemento su cui si basa il nostro credo e il nostro MALE DI VIVERE, dipendono spesso da quello che abbiamo letto. E da quanto ci abbiamo visto rapportandolo al nostro io.
Persino alcune delle nostre scelte di vita, sono state in un certo qual modo  consigliate  dalle nostre letture.
I nostri ideali politici, ad esempio.
Il nostro credo etico.
La nostra rabbia.
Le nostre speranze, a volte eh, vane.

Per me è scelta difficile, ma non impossibile.

So già che porterei con me tre titoli che in fondo mi rispecchiano.

IL PICCOLO PRINCIPE di Antoine di Saint'Exupery. Non sono mai diventata adulta abbastanza per dimenticare di essere stata bambina una volta. E ne sono orgogliosa.

SE QUESTO E' UN UOMO di Primo Levi. Ricordare cosa è stato ci rende migliori. Tenere a mente cosa è morire per la follia di uno, ci da misura di quanto sia importante la vita. 

IL MAESTRO E MARGHERITA di Michail Bulgakov. Noi e la libertà. Noi e il diritto di esprimerci, Noi e il diritto di amare. Noi che siamo tutti uguali. Comandamenti universali. 



Mi piacerebbe sapere invece, quali sono tra i vostri preferiti, quelli a cui non riuscireste a rinunciare e anche perché.

E' una lista breve ma non semplice da mettere giù.
Sono sicura però si possa fare.
Vi aspetto.






27 gennaio 2014

La strana fortuna di Maurice Grosman





" Per un pomeriggio intero mia madre aveva diligentemente cucito le stelle sui grembiuli di scuola, per le mie tre sorelle, per mio fratello e per me.
Si era seduta vicino alla finestra, nell'unica stanza della nostra abitazione, e noi la guardavamo lavorare, incuriositi.
Cuciva a piccoli punti serrati, precisi, uno dopo l'altro. Tutto quello che mia madre faceva, lo faceva sempre meglio che poteva, con applicazione.
Quelle stelle erano state una vera occasione. Aveva cominciato a parlarne la settimana prima. Prima era stato necessario comprarle, utilizzando i buoni per i tessili, ormai distribuiti con il contagocce in Comune.
L'avevamo sentita lamentarsene con la vicina.
Non c'era nulla da fare. Bisognava comprare le stelle, pagarle e cucirle da sé. In pizzicheria, dove parlava con altre donne del quartiere, alcune dicevano che loro non lo avrebbero fatto, che il marito era contrario. Mia madre invece si sottometteva "la vita è già abbastanza complicata (sospirava) meglio farlo".
Ed ora cuciva, chinando sul lavoro il suo volto, un tempo piuttosto rotondo e pieno, ora sciupato. Era importante che le stelle fossero cucite in modo solido. Si diceva che una stella cucita male potesse procurare guai seri. Tra la stessa e la stoffa del vestito non doveva passare neppure uno spillo!
- Ma a che cosa serve mamma?-  aveva chiesto Berthe.
- A mostrare che si è ebrei- rispondeva.


Maurice è poco più di bimbo a Parigi nel 1942.
Si ammala di tubercolosi ossea ed è costretto a lasciare la sua famiglia per curarsi in un ospedale appena fuori la città.
E' un bimbo sereno, fratelli e amici. Un'infanzia normale. Non comprende molto quello che gli sta capitando attorno e perchè da un giorno all'altro il fatto di essere ebreo di cui era orgogliosissimo diventa motivo di scherno da parte di bambini più grandi di lui. E poi motivo di vergogna.
Non comprende perchè ad un certo punto suo padre non fa più ritorno a casa.
E perchè in ospedale, dopo il suo ricovero, medico ed infermiera gli diranno che in fin dei conti forse la malattia di cui è affetto sarà la sua più grande fortuna. 
Riflette come solo i bambini riescono a fare.

" I ricordi premono, senza dubbio perchè ne ho parlato con i miei nuovi compagni. Rivedo le gare d'Austerlitz, il treno da Parigi a Hendaye. Laggiù, con misura igienica, mi avevano rasato la testa. Avevo mandato una fotografia a casa. La mia mamma mi aveva risposto che trovava avessi un buon aspetto. All'inizio mi aveva scritto parecche volte. Simon e le mie sorelle aggiungevano qualche frase affettuosa alle lettere. Ero molto lontano da loro, ma ero sempre circondato dal loro affetto.
E poi tutto questo era cessato. Era dall'estate che non ricevevo più lettere. Perché? Questa domanda mi tortura. Ogni sera spero. E ogni volta il giorno dopo è la delusione. Resto solo, nel buio, aspettando il momento in cui il sonno finirà per avere la meglio.
Prima c'era un'altra vita.
Prima della guerra, prima della scomparsa di mio padre.
Prima della stella gialla e del calcio all'anca.
Ma era tutto lontano, così lontano ora...".

Le lettere e le visite scompariranno. E il bambino imparerà sulla propria pelle cosa sarà stato della famiglia, del suo passato. 
Cosa è significato per milioni di persone essere ebrei.
Lo abbiamo imparato anche noi.
Lo dobbiamo ricordare sempre. Ogni giorno.

Ogni anno come oggi, il 27 GENNAIO 2014.
Il giorno in cui ad AUSCHWITZ arrivarono i russi. E liberarono quello sparuto gruppo di persone ridotte ad ombre di se stessi che erano sopravvissuti allo sterminio della "razza giudea".
Che non si perdonarono mai di essersi salvati. Quando penso a loro ricordo una frase di un poeta da me molto amato; la immagino esattamente sotto il numero impresso a fuoco sul loro braccio.

LA MORTE SI SCONTA VIVENDO.

Gli italiani che tornarono.

Come Primo Levi che era lì tra di loro e di cui vi ho parlato molte volte, ad esempio qui.

Ed anche qui.

E lo so che tutti gli anni vi stresso con la stessa storia.Con Primo Levi. Ma mi ritorna sempre in mente il suo dolore; quello a cui alla fine si abbandonò.

Vi ho parlato di  un piccolo e importante libro. 
Il racconto di un bambino che è riuscito ad andare oltre il suo dolore. A realizzare la sua vita  e a diventare un importante imprenditore francese. Senza dimenticare.

Anche perché non dobbiamo pensare di essere al riparo. Perché ogni giorno nel mondo avvengono ancora genocidi e ne siamo messi al corrente in maniera immediata tramite internet. Quello che succede altrove potrebbe succedere ancora e molto più vicino a noi.

A volte consiglio quello che ho letto, perché mi piace far partecipi le persone che mi seguono come quelle a cui voglio bene, di piccoli tesori che scopro oramai basandomi solo sul mio istinto. A meno che non conosca l'autore e allora direi che è più facile.
Leggo ciò che mi emoziona, ciò che riesce ad andar oltre le righe e le parole che mi si pongono davanti all'inizio; raggiungendomi come un'istantanea. Diventando preziosi compagni. Leggo perchè ogni libro della mia vita mi ha reso più ricca. Mi ha fatto ridere, emozionare, piangere. A volte mi ha regalato amarezza, a volte gioia. Sempre mi ha insegnato. 

I libri insegnano. I libri vivono. I libri ricordano.
I libri sono la nostra memoria.


E mi vengono in mente le parole di una canzone scritta da Marvin Hamlisch e  che Barbra Streisand, da me considerata la più grande cantante al mondo ha reso cantandole, immortali:


Memories, like the corners of my mind, misty water-colored memories of the way we were. We will remember, whenever will remember the way we were.
Le memorie fanno luce negli angoli della mia mente,scolorita memoria con tenui colori di come eravamo.Noi ricorderemo, ogni volta che ricorderemo come eravamo.









                               
                                        27 Gennaio 2014 - Il Giorno della Memoria

23 luglio 2012

Fossoli: 27 maggio 2012




Fossoli: l'entrata del campo

L'aria è ferma.
Siamo davanti ad un cancello nel caldo pomeriggio di questa domenica di fine maggio.
Abbiamo seguito delle indicazioni lungo la statale che da Correggio ci ha portato a Carpi.
Ci fermiamo davanti alla piazza di Carpi per chiedere se il campo è molto lontano. Un signore si avvicina e con un bel sorriso ci dice che, continuando sulla strada nel giro di qualche minuto troveremo la deviazione e il cartello che ci indicherà l'entrata.
E' festa a Carpi, dopo la grande paura del terremoto del 20 maggio, la vita sta continuando arrivano molte macchine, parcheggiano e vanno verso la fiera al centro della città.
Vorrei fermarmi ma sono quasi le cinque del pomeriggio e non sappiamo bene gli orari di apertura di Fossoli.
Così rinuncio a fare un giro nel centro storico della città che da lontano mi sembra bellissimo.
Ora mi rendo conto che avrei potuto vederlo per l'ultima volta intatto.



Uno dei viali laterali 



                  Arrivati a destinazione e superato il cancello entriamo, in assoluto silenzio.
                  C'è un viale alberato centrale e ai due lati piccole casette di mattoni rossi, andate in rovina.
                  La maggior parte ha mantenuto in piedi solo le pareti esterne.

Quello che resta dei padiglioni destinati alle truppe

Mi sembra surreale la nostra passeggiata, mentre raggiungiamo il Museo del Deportato che la  Fondazione Fossoli ha creato per mostrare ai visitatori che cosa è stato questo luogo durante la guerra e dopo.



Alloggi dei prigionieri
Nasce come campo di prigionia per gli inglesi nel 1942, ma dopo l'armistizio dell'8 settembre 1943, viene occupato dai nazisti per essere utilizzato come punto di raccordo, visto la posizione strategica, per i prigionieri da inviare verso il nord e verso i campi di concentramento polacchi.
Dalla stazione di Carpi partiranno fino al 1944 i convogli con prigionieri politici e ebrei, ben 5 di questi "carri" arriveranno ad Auschwitz.
Io non ero pronta a scoprire fino in fondo tutto questo e non avevo fatto caso nemmeno alla data o meglio al giorno della nostra visita.

Voi ci credete alle coincidenze vero?

Entriamo nel padiglione e scorriamo le foto che ci parlano dei campi di concentramento italiani del periodo.
Fossoli sarebbe diventato per motivi logistici il più grande.

Ma i campi di prigionia erano molti, visto che la cattiveria dell'uomo colpisce sempre duramente chi ritiene sia il più debole quando vuole affermare la sua potenza.
Non dovete pensare che gli ebrei fossero i primi esseri umani su cui la follia del regime si era fatta devastante, perchè tutto era iniziato prima.
Con gli omosessuali, ad esempio. Il regime fascista si adeguò e istituì il campo di prigionia a San Domino nell'arcipelago delle Tremiti.
Isole Tremiti campo di prigionia per gli omosessuali

                              Oppure le minoranze etniche che venivano deportate ad Agnone.

Agnone era il campo riservato ai Rom e ai Sinti
Avanziamo senza alcuna parola, perchè ci rendiamo perfettamente conto che quanto  leggiamo è più che sufficiente.
Passiamo nella seconda stanza del museo e continuando il nostro giro.
Ci fermiamo ad ogni bacheca, ad ogni targa e raggiungiamo un punto in cui mi fermo, dolorosamente:



Perchè lui, è stato qui. 
Ed esattamente da questo luogo che è partito dopo un breve periodo, per raggiungere il posto in cui il "Lavoro rende liberi".
Lui che non si sarebbe mai più sentito libero e avrebbe fatto in modo con le sue parole di non farci dimenticare mai cosa vogliono dire le parole guerra, sterminio, libertà e soprattutto la parola Uomo.
L'atmosfera che si respirava a Fossoli in quel periodo era comunque molto diversa da quanto immaginiamo.
Fossoli era un campo di prigionia, ma le costrizioni erano per così dire "sopportabili". Il cibo non mancava e loro potevano  incontrarsi, parlare e scambiarsi informazioni.
Sono tenuti sotto controllo ma non subiscono privazioni.
E' qui che Primo Levi conoscerà Alberto dalla Volta con cui poi, condividerà la durezza di Auschwitz.
E da qui che partirà il 22 febbraio del 1944, lui il chimico diventato scrittore.



Targa della memoria

Usciamo al sole, attraversiamo il prato e ci dirigiamo verso quello che rimane degli alloggi dei prigionieri. Una targa lasciata a perenne ricordo ci fa tornare con il pensiero a Gerusalemme posto che è nel nostro cuore e che speriamo di rivedere un giorno, chissà.
E allora leggendo la data sulla targa, mi viene in mente la coincidenza, quel giorno il 27.
Mi rendo conto che non poteva essere che così.




Quello che abbiamo letto e visto ci ha provato. Ci rendiamo conto che abbiamo fatto un altro passo verso la Polonia.
Prima o poi troveremo la forza per andarci.

Ci riusciremo.

Il 9 giugno scorso il campo di Fossoli è stato definito inagibile dopo il terremoto del 29 maggio e chiuso.
Speriamo che presto possa essere riaperto per continuare con il suo esempio a preservare la memoria.

26 gennaio 2012

SE QUESTO E' UN UOMO: 27 GENNAIO 1945



Il Giorno della Memoria è una ricorrenza istituita con la legge n. 211 del 20 luglio 2000 dal Parlamento italiano che ha in tal modo aderito alla proposta internazionale di dichiarare il 27 gennaio come giornata in commemorazione delle vittime del nazionalsocialismo e del fascismo, dell'Olocausto e in onore di coloro che a rischio della propria vita hanno protetto i perseguitati.

 testo dell'articolo 1 della legge così definisce le finalità del Giorno della Memoria:
« La Repubblica italiana riconosce il giorno 27 gennaio, data dell'abbattimento dei cancelli di Auschwitz, "Giorno della Memoria", al fine di ricordare la Shoah (sterminio del popolo ebraico), le leggi razziali, la persecuzione italiana dei cittadini ebrei, gli italiani che hanno subìto la deportazione, la prigionia, la morte, nonché coloro che, anche in campi e schieramenti diversi, si sono opposti al progetto di sterminio, ed a rischio della propria vita hanno salvato altre vite e protetto i perseguitati. »


Ecco per iniziare a parlarvi di Primo Levi volevo partire da qui.
Da questo cancello e da questo giorno.
Il cancello che varcò come disse lui per sua "fortuna" solo nel 1944  e del giorno 27 gennaio 1945 in cui capì con il resto dei prigionieri sopravvissuti del campo, di essere libero, continuando a lavorare mentre arrivavano i russi perchè "i vivi sono più esigenti, i morti possono attendere. Ci mettemmo al lavoro come ogni giorno."
Non riesco a stare tranquilla e rilassata mentre vi scrivo di lui, perchè le parole vorrebbero scorrere in fretta, più veloci di come mi si formano dentro, ma rallento perchè ho paura di essere poco chiara.


Il dolore è immenso, tutte le sacrosante volte che riapro quel libro simbolo di una tragedia immane, ne vengo pervasa.


Non riesco a spiegarvi bene cosa mi succede, è un fiume che mi travolge, una piena che mi trasporta con lui, lontano, sul pavimento del suo Block numero 30.
All'inizio del racconto sono  insieme a quelle madri che nella loro ultima sera vegliavano con cura i loro bambini preparando tutto l'occorrente prima di partire verso... chissà?
Perchè se dovessero uccidervi domani con il vostro bambino, voi oggi non gli dareste da mangiare?
Non ho sentito forse la sofferenza cocente  del marchio con in numero 174517 impresso sulla mia pelle con il punteruolo?
Non ho forse bevuto l'acqua putrida credendo che fosse una trappola il cartello che diceva inquinata?
Non ho forse dovuto camminare dritto, e lavorare sempre, raschiarmi tutti i giorni il fango dai miei indumenti, imparato a usare del filo elettrico per chiudere le scarpe, della carta per ripararmi dal freddo, e a proteggere i piedi con degli stracci sporchi?
Ritenermi fortunato se passo dal block al Ka-Be?


CONVIVERE CON UNA FAME ONNIPRESENTE E CONTINUA?
Rubare tutto quello che c'è da rubare per sopravvivere?


Sono anche io un verme vuoto di anima.


Ho passato gli ultimi 10 giorni prima dell'arrivo dei Russi lavorando come prima mentre il rumore dei cannoni si avvicinava sempre più.


Alcune sue parole le lascio qui per voi...


"Ho impiegato tanto tempo poi a tornare a casa."


"Ma non sono riuscito ad odiare.Questo sentimento non mi appartiene."


"Sicuramente non ho perdonato, chi non mi ha dimostrato con i fatti di avere sdradicato dal suo animo e dalla sua coscienza gli orrori del nazismo e del fascismo."


"Io non sono cristiano ma sono disposto a seguire il precetto del perdono al nemico che si pente perchè chi si ravvede cessa di essere un nemico."


Tutto questo, quello che io ho imparato leggendolo e amandolo mi aiuterà a non dimenticare il suo insegnamento, il suo essere uomo per davvero.


Vi suggerisco se ve la sentite, di andare alla Stazione Centrale di Milano e dedicare 5 minuti del vostro tempo visitando il binario 21.
Il binario dal quale partivano le carrozze o dovrei dire i carri bestiame, che portavano gli ebrei italiani alla loro fine, destinazione Auschwitz.


Elie Wiesel nel suo romanzo " La notte" così descrive quei momenti; il suo viaggio così simile a quello di Primo Levi e a quello di tanti altri.
Non era possibile sdraiarsi e neanche sedersi tutti.Decidemmo di sederci a turno. c'era poca aria.
Fortunati coloro che si trovavano vicino a una finestra: vedevano passare il paesaggio in fiore.
Gli oggetti cari che avevamo portato rimasero nel carro e con loro, alla fine, le nostre illusioni.


Questo viaggio dell'orrore  iniziato nel 1943  sarebbero terminato solo nel maggio del 1944.
Venivano chiuse dentro nell'inferno di quei vagoni, circa 600 persone alla volta, che viaggiavano tenute all'oscuro di tutto per 7 giorni.
C'erano adulti, vecchi, bambini, famiglie intere.
Braccati e incarcerati con la sola colpa di essere ebrei.
Arrivati a destinazione la maggior parte di essi venivano immediatamente destinati alle camere a gas o ai forni crematori e uccisi.


E io sento quell'odore e quel fuoco sulla mia pelle.
Colgo l'orrore delle parole che vengono usate per descriverlo da più di 60 anni.


Ad esempio si utilizzano spesso alcuni sostantivi per individuare questo dramma storico che sono inesatti, come nel caso del significato delle parole Olocausto e Shoah che è il seguente:


Olocausto:
dal latino holocaustum, che è il greco holòkauston, da hòlos “tutto” e kaustòs “bruciato”, dal verbo kaìein “bruciare”. Per estensione, Sacrificio, soprattutto della propria vita, ispirato da una dedizione completa al proprio ideale. Questa parola è stata impropriamente adottata per definire lo sterminio degli ebrei europei durante la Seconda guerra mondiale. Come si capisce dall’etimo, infatti, non definisce correttamente l’evento. Implicherebbe cioè una volontà delle vittime nell’offrirsi in sacrificio per un ideale, cosa ovviamente impensabile. Ecco perché si preferisce l’uso della parola ebraica Shoah.


Shoah:
voce biblica che significa “desolazione, catastrofe, disastro”. Questo vocabolo venne adottato per la prima volta nella comunità ebraica di Palestina, nel 1938, in riferimento al pogrom della cosiddetta “Notte dei Cristalli” (Germania, 9-10 novembre 1938). Da allora definisce nella sua interezza il genocidio della popolazione ebraica d’Europa, perpetrato durante la Seconda guerra mondiale.






Quando quel giorno di aprile del 1987 sentii la notizia che questo uomo immenso era stato trovato morto nella tromba delle scale della sua casa ricordo che, a parte il dolore che provai in quel momento, pensai che la morte sfuggita a lungo, alla fine era stata la compagna di tutta una vita e quel giorno aveva vinto, come avevano vinto i fantasmi del passato mai sconfitti.




Di tutto questo vorrei discutere con voi, confrontarmi con quello che sapete di lui e della Shoah.
Vorrei conoscere il vostro punto di vista sulla questione.


Se vi siete mai posti la domanda che potrebbe succedere ancora e anche a noi visto che nessuno è al riparo da niente.


Se a questo ci pensate mai.






E vorrei consigliarvi alcuni autori israeliani  contemporanei che conosco e apprezzo innanzitutto perchè sono scrittori immensi e poi perchè parlano della loro storia senza inutili pragmatismi, come ad esempio Amos Oz e David Grossman.


Di Amos Oz consiglierei in questo frangente il saggio "Contro il fanatismo" lettura illuminante.
Come dice l'autore "chi sono i buoni chi sono i cattivi?"


Di David Grosmann " La memoria della Shoah"


Poi ancora:
Di Albrecht Goes " Notte inquieta"
racconto di amore e morte nell'Ucraina falciata dalla guerra di Hitler.


Di Maurice Grosman " Una strana fortuna"un ricovero in ospedale  che salva dal suo destino segnato un bambino ebreo.


Di Elie Wiesel "La notte"come Primo Levi ha subito sulla propria pelle le leggi razziali e la deportazione.







Vi lascio in alto sulle pagine il sito del Giorno della Memoria 2012 dove sono riportati tutti gli eventi che verranno proposti in Italia per celebrarlo.



http://www.lager.it/giorno_memoria.html








Tutto questo per Ricordare e soprattutto sperare




                                      CHE NON DEBBA SUCCEDERE MAI PIU'













08 gennaio 2012

2012: UN ANNO TUTTO DA RICORDARE



Scorrendo i giornali, tra crisi, cronaca nera,  tristezza e amenità varie, cerco di trovare un po' di leggerezza visto che  in questo periodo ne abbiamo un assoluto bisogno e trovo una notizia che mi fa sorridere e allo stesso tempo riflettere: questo è l'anno delle ricorrenze.

Elenco random di quelle che mi hanno più colpito:

25 anni dalla morte di Primo Levi
100 anni dall’affondamento del Titanic
80 anni dalla Marcia su Roma
60 anni di regno della Regina Elisabetta
30 anni dalla morte di Gilles Villeneuve
30 anni dalla morte di Romy Shneider
40 anni dall’omicidio di Luigi Calabresi
50 anni dalla morte di Marilyn Monroe
30 anni dalla morte di Grace Kelly
800 anni dall’incoronazione  di Federico II di Svevia a mani di Papa Innocenzo III.
30 anni dai  Mondiali  di calcio in Spagna, nostra terza coppa del Mondo.



Ho fatto un elenco base perché se controllate in internet vi accorgerete che sono davvero tante; io ho scelto solo alcune per parlarne un po’ con voi.

A dire il vero vi lascio piccole traccie come fotografie e poi se volete ne discutiamo insieme.
Se c'è qualcosa altro invece che vi ha colpito e che ho tralasciato, lo aggiungiamo nei commenti.

Primo Levi
L’ho messo all’inizio, perché lo amo immensamente.

Sto aspettando il momento giusto per parlarne a lungo e non manca molto, abbiate pazienza.





L'affondamento del Titanic nell'Oceano Atlantico.


In seguito ad una collisione con un iceberg,  questo gioiello di nave al suo viaggio inaugurale si inabissa nell’oceano; muoiono 1523 persone su 2223 passeggeri.








La Marcia su Roma.
28 ottobre 1922: l’inizio dell’era Mussolini e del fascismo.
Mia nonna che diceva sempre: cari miei quando c'era Mussolini potevamo lasciare l'uscio di casa aperto senza alcuna paura e io  le rispondevo: nonna ma perchè avevate qualcosa da farvi rubare? 
Insomma avevo meno di 10 anni e il credo politico già scritto nel Dna.

Elisabetta II
a soli 26 anni succede al padre Giorgio VI ( il famoso Re balbuziente del film splendido “ Il discorso del Re”) e diviene Regina con il nome di Elisabetta II.

A Londra quest’anno per il suo giubileo si prevedono festeggiamenti mirabolanti, quattro giorni a giugno 2012.
Concerti di musica pop e classica, parate e tutto il Regno Unito in festa.
La cosa più assurda che ho letto è che è stato creato un set da scacchi da collezione con le immagini della Regina e della sua famiglia.

Sarà tra questo e le Olimpiadi l’anno giusto per correre a Londra se non ci siete mai stati, oppure per tornarci perché no?



Gilles Villeneuve.
Il giovane pilota canadese; ancora oggi dopo tutto questo tempo ho negli occhi l’immagine di quell’incidente.
Ero ragazzina ma Gilles aveva già rapito il mio cuore, facendomi amare la Formula Uno.
Guidava come nessun altro.




Per anni non sono più riuscita a guardare un Gran Premio.
Quando ho ripreso ero più grande e poco tempo dopo ho preso un'altra mazzata, vedendo in diretta la morte di Airton Senna.





Romy  Schneider.


Ha fatto sognare tutte le ragazzine che come me avevano un animo romantico e credevano ai tempi nel principe azzurro, interpretando la Principessa Sissy nella serie di film degli anni 60'.


Grande attrice,  ricorderò per sempre la sua operaia di sinistra bella e spregiudicata nel film "La Califfa" tratto dall'omonimo romanzo di Bevilacqua.







Marilyn.



Cosa si può aggiungere al mito che non sia stato già detto?



Grace Kelly.
Per anni dopo il matrimonio,  l’ho vista sorridere solo con le labbra, con gli occhi mai.
L'attrice che per amore rinuncia ad una carriera fulgida.
Il suo film più bello è High Society secondo me, la sua classe e la sua bravura  sono perfettamente racchiusi tutti lì.












Luigi Calabresi.

Cercava di individuare chi aveva ucciso l'editore Giangiacomo Feltrinelli e la mattina del 17 maggio 1972 fu ucciso da un commando sotto casa sua, mentre si apprestava ad andare in ufficio.
Per questo delitto sono state condannate quattro persone, tutte appartenenti a "Lotta Continua"il movimento giudicato mandante dell’assassinio.
Ma si professano innocenti.
Resta la realtà di  uomo che faceva il suo lavoro con scrupolo e onestamente che ammazzato barbaramente.
Questo dice suo figlio Mario nel suo libro " Spingendo la notte più in là": i miei genitori si preparavano da tempo all'esplosione della tragedia...oggi a ripercorrere quei momenti, quei loro attimi di lucidità o di disperazione improvvisa, non riesco a respirare, non riesco a capire come abbiamo fatto a sopravvivere. Insieme prima.
Mia madre da sola dopo.

Federico II di Svevia.


Puer Apulie o Stupor Mundi.
Imperatore, poeta, filosofo, esoterico, statista.
Personaggio unico, illuminato.
E' il mio personaggio storico preferito.
Colui che ha fatto costruire per amore un altro dei miei luoghi del cuore: Castel Del Monte.







Mondiali 82.


L’urlo di Tardelli, Dino Zoff che alza la Coppa del Mondo, il nostro amatissimo Presidente Pertini che fuma la pipa accanto a Bearzot e che esulta alla fine, lasciando allibito Re Juan Carlos.
L'immagine che ci portiamo dietro da allora.



La nostra storia, tra le cose che amiamo di più della nostra Italia.



E' tardi, ho finito di scrivere questo post.
Amo la mia Italia l'ultimo pensiero è per lei.


Buona notte carissima nazione mia.