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25 gennaio 2025

[SABATO DI POESIA] Contro il fanatismo di Amos Oz





"Come curare un fanatico? Inseguire un pugno di fanatici su per le montagne dell'Afganistan è una cosa. Lottare contro il fanatismo è un'altra. Completamente diversa. L'attuale crisi mondiale in Medio Oriente o in Israele/Palestina non discende dai valori dell'Islam. Non è da imputarsi, come dicono certi razzisti, alla mentalità araba. Assolutamente no. Ha invece a che fare con l'antica lotta fra fanatismo e pragmatismo. Fra fanatismo e pluralismo. Fra fanatismo e tolleranza.
Il fanatismo nasce molto prima dell'Islam, del cristianesimo, del giudaismo. Viene prima di qualsiasi stato, governo o sistema politico. Viene prima di qualsiasi ideologia o credo."


Oggi vi consiglio un piccolo libro, che è quasi un mantra per me. Vi consiglio di leggerlo e rileggerlo. Perché come dice il grande scrittore israeliano, l'unico rimedio ai fautori del fanatismo, vento fortissimo che, oggi più che mai, sta provando a distruggere il mondo, è il compromesso.
A noi europei toccherà riservare ogni oncia di aiuto possibile agli altri, sin d'ora. Cominciando a non dover scegliere se essere pro o contro Israele e Palestina, ma assolutamente contro i fautori del fanatismo e dell'odio, che non hanno confini.  Dovremo essere per la pace.



                                        Buona Settimana della Memoria

27 gennaio 2024

[SABATO DI POESIA] Elegia mai scritta per gli ebrei di Cracovia di Adam Zagajewski

 

dal web

Ma la più triste è la via Jozef, sottile come la luna nuova,

senza un solo albero, e tuttavia non priva di una sua bellezza,

bellezza oscura della provincia, degli addii, di un funerale muto;

qui la sera si raccolgono ombre da tutti i quartieri,

anche quelle portate in treno delle località limitrofe.

Giuseppe era prediletto da Dio, ma la sua via non conobbe mai fortuna.

nessun faraone la lodò, i suoi sogni erano malinconici, le estati magre.

Nella chiesa del Corpus Domini accendo un cero per i miei morti,

che abitano lontano da qui - non so neppure io dove

- e sento che quella fiammella rossa riscalda pure loro,

e i senzatetto intorno al fuoco, quando cade la prima neve.

Vago per i sentieri di Kazimierz e penso a chi non c'è.

So che i loro occhi sono come acqua, e non posso

vederli - nei loro, assenti, posso soltanto affogare.

Di sera sento dei passi - ma non vedo nessuno.

Interminabili, anche se non c'è nessuno, passi di donna

in scarpe ferrate, e poi l'incedere quasi tenero del boia.

Che cos'è? È LA NOSTRA MEMORIA NERA, sospesa sulla città,

quasi una cometa che si allontana piano dalla stratosfera.


(Adam Zagajewski - Poesie scelte - 2010 )

Note biografiche e riflessioni

Adam Zagajewski     nasce a Leopoli, 21 giugno 1945, poeta e saggista polacco, risiede a Parigi dal 1981  al 2002. In seguito di trasferisce a     Cracovia, dove insegna letteratura presso la University of Chicago.   È noto soprattutto per il poema Try To Praise The Mutilated World, uscito a puntate   sul periodico    statunitense The New Yorker e divenuto celebre dopo gli attentati   dell’11 settembre 2011, e  per le sue pubblicazioni sul poeta connazionale, Czesław Miłosz  Premio Nobel   per la   Letteratura nel 1980. Ha  vinto il Neustadt International Prize for Literatur nel 2004; è il secondo polacco,  proprio dopo  l’amato Miłosz, a vincere   il premio conferito dall’università statunitense. (da lombradelleparoleworldpress)

Ho scelto la poesia di Zagajeswski, che racconta lo spaesamento mai risolto dovuto alla consapevolezza del male, per il Giorno della Memoria. E lo faccio con un'amarezza che mai avrei pensato di provare. Così facile passare da vittime a carnefici. E ancora una volta dobbiamo constatare che la storia non ci insegna nulla. Se non a sbagliare nello stesso modo.  Il poeta polacco dice che "dobbiamo essere vivi e vigili, perché in noi grida il futuro e quel balbettio ci rende umani". A guardare Israele oggi, non sembra così. 




29 gennaio 2022

[SABATO DI POESIA] Aprile di Anne Frank


Anne Frank



Prova anche tu,
una volta che ti senti solo
o infelice o triste,
a guardare fuori dalla soffitta
quando il tempo è così bello.
Non le case o i tetti, ma il cielo.
Finché potrai guardare
il cielo senza timori,
sarai sicuro
di essere puro dentro
e tornerai
ad essere Felice.

(ANNE FRANK - DIARIO)

27 gennaio 2022

[SETTIMANA DELLA MEMORIA] Testimonianze della Shoah

27 gennaio 2022: Giornata della Memoria

Goti Bauer


Quando, nel 1938, entrarono in vigore le leggi razziali, Goti Bauer aveva 14 anni e viveva a Fiume con i genitori e un fratello minore. La sua famiglia tentò di trovare riparo in Svizzera. Ma fu venduta ai fascisti e ai nazisti. Nel maggio del 1944 cominciò il viaggio verso Auschwitz, dove Goti sentì spesso ripetere la frase: "Durch den Kamin", da qui si esce solo attraverso il camino. 
Nel lager Goti Bauer consolava le compagne deportate; tornata a casa, dopo la liberazione, è diventata la paladina della necessità di testimoniare. La superstite si è sposata subito dopo aver ottenuto la libertà. Il marito, scomparso nel 2002, aveva voluto farle un "regalo", offrendole di far cancellare il numero di matricola impresso a fuoco sul braccio. Una decisione che Goti accettò ma che oggi ritiene un errore: "Togliere il tatuaggio è stato inutile. Quel numero resta impresso nella nostra anima".




Vedo Fiano


Nato a Firenze nel 1925. Fu arrestato nel febbraio del 1944 e condotto nel campo di Fossoli; il 16 maggio dello stesso anno fu deportato ad Auschwitz assieme a tutta la sua famiglia: Nedo Fiano è l'unico superstite.
"A 18 anni sono rimasto orfano - dice - quest'esperienza devastante ha fatto di me un uomo diverso, un testimone per tutta la vita".
La sua storia è emblematica di come la salvezza potesse arrivare per caso. Quando giunse al campo, un ufficiale delle SS chiese se tra i prigionieri ci fosse qualcuno che conosceva il tedesco. Fiano si fece avanti. Alla domanda successiva ("Tu da dove vieni?"), la risposta ("Firenze") produsse quasi un miracolo. L'agente nazista cominciò a ripetere il nome della città, evocando ricordi personali e manifestando simpatia per il detenuto italiano. Inoltre, dopo aver scoperto che sapeva cantare, i capi del campo di sterminio lo invitavano a intrattenerli nelle loro baracche e in queste occasioni Fiano aveva la possibilità di mangiare qualcosa in più del rancio riservato agli altri prigionieri. 
Fiano è stato liberato nel campo di Buchenwald, dove era stato condotto dalle SS in fuga alla fine della guerra. Si è laureato alla Bocconi, a 43 anni, mantenendo una promessa che aveva fatto alla madre.







Testimonianze tratte da: Salvi per caso di Antonio Ferrari e Alessia Rastelli. Corriere della Sera

26 gennaio 2022

[SETTIMANA DELLA MEMORIA] Venturina Marittima, Italia, 23 gennaio 2022

 

"Sei ebreo, devi morire nel forno."



No, non è una frase tratta da un racconto di sopravvissuti alla Shoah. 

No, non è un ricordo orribile che ancora oggi disturba il sonno di chi è tornato dai campi di concentramento.

No, non è un film, un racconto, un episodio di settanta anni fa.

23 gennaio 2022

[L'INCIPIT DELLA DOMENICA] Il pane perduto di Edith Bruck

 

Il pane perduto - Edith Bruck - La Nave di Teseo - 2021


La bambina scalza


"Tanto tempo fa c'era una bambina che, al sole della primavera, con le sue treccine bionde ballonzolanti correva scalza nella polvere tiepida. Nella viuzza del villaggio dove abitava, che si chiamava Sei Case, c'era chi la salutava e chi no. A volte si fermava e si introduceva di soppiatto nella cantina dove era spesso confinata e legata Juja; dicevano che era pazza ma a lei sembrava appena diversa dalle altre donne giovani e, con il suo cuoricino colmo di pietà, ascoltava i suoi lamenti contro la famiglia cattiva che non le aveva fatto sposare il suo ragazzo di nome Elek."

22 gennaio 2022

[SABATO DI POESIA] La farfalla di Pavel Friedmann



L’ultima, proprio l’ultima,

di un giallo così intenso, così
assolutamente giallo,
come una lacrima di sole quando cade
sopra una roccia bianca
così gialla, così gialla!

L’ultima
volava in alto leggera,
aleggiava sicura
per baciare il suo ultimo mondo.
Tra qualche giorno
sarà già la mia settima settimana
di ghetto: i miei mi hanno ritrovato qui
e qui mi chiamano i fiori di ruta
e il bianco candeliere del castagno
nel cortile.
Ma qui non ho visto nessuna farfalla.
Quella dell’altra volta fu l’ultima:
le farfalle non vivono nel ghetto.

(Pavel Friedmann - 1944)

21 gennaio 2022

[SETTIMANA DELLA MEMORIA] Gli appuntamenti a Milano secondo l'Agenda della Memoria 2022

Dal sito Mosaico.net


La settimana della Memoria è ricca di appuntamenti. Sul mio blog si comincia con alcuni tra quelli milanesi:

MILANO

Dal 18 gennaio al 6 febbraio 2022

Museo della Permanente – via Turati 34
Mostra di Sabina Schkolnik Saad “La Stella Gialla- dialogo con un simbolo”
La mostra fa parte di un progetto che coinvolge 250 allievi di due licei milanesi: il liceo artistico di Brera dove ho studiato55 anni fa e il liceo Primo Levi di San Donato Milanese. I giovani hanno anche lavorato basandosi su due libri :” il profumo di mio padre” di Emanuele Fiano e ” Ricordare il Futuro, per una storia non epurata della Shoah” di Nicola Reale.

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15 ottobre 2021

[RICORRENZE] 16 OTTOBRE 1943



Fascismo ed ebrei in Italia e a Roma

Brano tratto e adattato dal volume “La resistenza silenziosa. Leggi razziali e occupazione nazista nella memoria degli ebrei di Roma” a cura di Marco Impagliazzo, Guerini e Associati, 1997

Il 16 ottobre 1943 è una data importante per la comunità ebraica di Roma, ma anche per la città intera. Per gli ebrei romani è l’ultima tappa di un triste itinerario iniziato nel settembre del 1938 con la promulgazione delle leggi razziali. Tra queste due date esiste un profondo legame: per molti ebrei romani infatti le leggi razziali hanno rappresentato l’anticamera dei campi di sterminio nazisti. Il 1938 è un anno cruciale. La vita cambia in tutti i suoi aspetti, pubblici e privati. È una svolta che coinvolge tutti gli ebrei, dai bambini agli anziani, da chi nasce a chi muore. Dal 1938, infatti, “ufficialmente” gli ebrei non muoiono più in Italia: è vietata anche la pubblicazione dei necrologi sui giornali. Dal 1938 gli ebrei in Italia devono diventare “invisibili”. Tuttavia, come avrebbe mostrato il 16 ottobre, gli ebrei erano molto visibili, facilmente reperibili: erano registrati in una lista, quindi perfettamente identificabili, per separare il loro destino dal resto della popolazione romana.

27 gennaio 2021

[GIORNATA DELLA MEMORIA] IL FUTURO E LA TESTIMONIANZA




dal mio album di viaggio: Auschwitz aprile 2016


“CI CHIEDIAMO COSA SUCCEDERÀ ALLA MEMORIA DELLA SHOAH QUANDO SCOMPARIRÀ ANCHE L’ULTIMO SOPRAVVISSUTO: I SUOI FIGLI SARANNO QUI PER CONTINUARE A TESTIMONIARE.”

(Elie Wiesel,
Boston 1998 in occasione della costituzione dell’Associazione Figli della Shoah)



Continuiamo a chiedercelo e sono passati 70 anni. Io ho paura che quando l'ultimo testimone della SHOAH sarà morto, piano piano, metteremo da parte i loro ricordi, fino a farli cadere nell'oblio. I campi di concentramento spariranno, Fossoli sarà rasa al suolo e al suo posto sorgerà una bella frazione emiliana con casette e prati all'inglese. Dimenticheremo quegli orrori per sostituirli con altri più recenti ma assai simili. Spero di no.



*Ho messo un link di approfondimento al sostantivo SHOAH. Letteralmente annientamento, catastrofe, distruzione, calamità.
Olocausto in realtà, significa sacrificio volontario e fa riferimento ai sacrifici  che gli ebrei dedicavano al loro dio. Di solito bruciavano animali.  Direi che, pur comunemente usato,  non è   il modo più corretto per definire la tragedia immensa che ricordiamo oggi. 



Oggi 27 Gennaio 2021 concludo con questo post la maratona sulla Shoah a cui ho dedicato un'intera settimana. Grazie a tutti voi per aver seguito con interesse e attenzione tutti i miei post.

NON DIMENTICATE. MAI.








26 gennaio 2021

[GIORNATA DELLA MEMORIA] SEGNALAZIONE - OGNUNO ACCANTO ALLA SUA NOTTE - LIA LEVI

 

Edizioni e/o
pagine 264
prezzo cartaceo 18 euro



Roma nel periodo delle leggi razziali. Come è possibile che Giulio Limentali, commediografo di successo, si trovi a seguire un proprio lavoro di scena in un teatro, nascosto in incognito in un angolo del loggione? E come riusciranno a vivere il loro amore i due quindicenni Colomba e Ferruccio lei ebrea e lui figlio di un gerarca fascista? Infine un tragico dilemma: la classe dirigente di quegli anni è forse colpevole di avere sottovalutato il pericolo? E se è unfiglio ad accusare di questa inadeguatezza il proprio padre? Tre vicende diverse se pur collegate in cui Storia e Destino intrecciano il loro enigmatico gioco. Un libro emozionante e potente che riesce a coinvolgere e scuotere il lettore.


NOTE BIOGRAFICHE SULL'AUTORE

Lia Levi di famiglia piemontese, vive a Roma, dove ha diretto per trent'anni il mensile ebraico Shalom. Ha pubblicato per Edizioni e/o diversi romanzi tra i quali: Una bambina e basta (premio Elsa Morante opera prima); Quasi un'estate, L'albero della Magnolia (premio Moravia), Tutti i giorni di tua vita, Il mondo è cominciato da un pezzo, Se va via il re, L'amore mio non può, La sposa gentile (premio Alghero Donna e premio Via Po), La notte dell'oblio, Il braccialetto (premio Rapallo) e Questa sera è già domani, vincitore del premio Strega Giovani 2018. Nel 2012 le è stato conferito il Premio Pardès per la Letteratura Ebraica. 


Di Lia Levi ho scritto (QUI)






24 gennaio 2021

[GIORNATA DELLA MEMORIA] ANNE FRANK VS BEPPE SALA



Capita a tutti di fare delle "uscite" infelici. Solitamente però,  rimane circoscritto alla nostra piccola cerchia familiare. Per cui, ce ne accorgiamo, ce ne vergogniamo, chiediamo scusa e ripartiamo. L'eco resta lì, avvolta nella rassicurante atmosfera domestica.

Ma quando abbiamo un immagine pubblica, il maggior senso del rispetto che dobbiamo agli altri ci obbliga a fare molta attenzione alle parole che pronunciamo. Lo so, che ho la fissa delle parole, ma ho ragione da vendere. Se succede, bisogna chiedere scusa, senza se e senza ma.

Beppe Sala, sindaco di Milano, venerdì ha pronunciato queste parole durante un'intervista per Rai Documentari nell'ambito dell'anteprima dal Piccolo di Milano del documentario "Anne Frank - vite parallele" (ve ne ho parlato qui)

"Penso che Anne sia stata un’anticipatrice della presenza femminile in così giovane età. Viene naturale pensare a Greta Thunberg, perché sono due storie di coraggio enorme in cui si parte dalla cosa più semplice che c’è e si arriva a un risultato simile.Anne ha scritto un diario che poi è diventato uno strumento di educazione e di memoria per tantissime persone. Greta ha cominciato mettendosi lì con un cartello ed è diventata un simbolo di un movimento. Quando una donna, pure in giovane età, decide di intraprendere un’impresa apparentemente disperata, spesso ha più coraggio e quindi, anche da questo punto di vista, è un messaggio di grande contemporaneità."

Al di là del fatto che il paragone è azzardato, fin troppo, quel che ci tengo a dire è che le due ragazze sono quanto di più diverso possa coesistere.  Il cartello di Greta e il Diario di Anne sono lontani anni luce. L'esperienza della giovane adolescente ebrea è arrivata fino a noi attraverso delle pagine immortali. Ci ha "sbattuto" in faccia  la sua paura, i suoi dubbi, vissuti da prigioniera. Senza via di fuga. Qualcosa che non aveva cercato, una lotta che non avrebbe voluto combattere. La Shoah, non può essere banalizzata, ricondotta ad un fenomeno moderno che nulla ha a che vedere con il sacrificio e con la morte di un intero popolo. 

Forse Beppe Sala, invece di spiegare meglio avrebbe dovuto solamente chiedere scusa. 

Anne era questa ragazza qui. Una testimonianza ed un tesoro mondiale da preservare.


Venerdì, 24 dicembre 1943.

"Cara Kitty,

Sarò forse ingiusta e ingrata, ma i sentimenti non si possono reprimere. Vorrei andare in bicicletta, ballare, fischiettare, guardare il mondo, sentirmi giovane, sapere che sono libera, eppure non devo farlo notare perché, pensa un po', se tutti e otto ci mettessimo a lagnarci e a far la faccia scontenta, dove andremmo a finire? A volte mi domando: "Che non ci sia nessuno capace di comprendere che, ebrea o non ebrea, io sono soltanto una ragazzotta con un grande bisogno di divertirmi e stare allegra?". Non lo so, e non potrei parlarne con nessuno, perché sono certa che mi metterei a piangere."


Martedì, 11 aprile 1944.

"Cara Kitty,

dobbiamo ricordarci che siamo dei clandestini, che siamo ebrei incatenati, incatenati in un determinato posto, senza diritti ma con mille doveri. Noi ebrei non possiamo far valere i nostri sentimenti, dobbiamo esser forti e coraggiosi, dobbiamo addossarci tutte le scomodità e non mormorare, dobbiamo fare ciò che possiamo e fidare in Dio. Questa maledetta guerra dovrà pur finire, e allora saremo di nuovo uomini, e non soltanto ebrei. Chi ci ha imposto questo? Chi ha fatto di noi ebrei un popolo distinto da tutti gli altri? Chi ci ha fatto tanto soffrire finora? E' stato Iddio che ci ha fatti così, ma sarà anche Iddio che ci eleverà. Se, nonostante tutte queste nostre sofferenze, alla fine restano ancor sempre degli ebrei, vuol dire che un giorno gli ebrei, anziché essere proscritti, serviranno di esempio."


1 agosto 1944.

Cara Kitty,

"un fastello di contraddizioni" è l'ultima frase della mia lettera precedente e la prima di quella di oggi. "Un fastello di contraddizioni", mi puoi spiegare con precisione che cos'è? Che cosa significa contraddizione? Come tante altre parole ha due significati, contraddizione esteriore e contraddizione interiore. Il primo significato corrisponde al solito "non adattarsi all'opinione altrui, saperla più lunga degli altri, aver sempre l'ultima parola", insomma, a tutte quelle sgradevoli qualità per le quali io sono ben nota. Il secondo... per questo, no, non sono nota, è il mio segreto. Ti ho già più volte spiegato che la mia anima è, per così dire, divisa in due. Una delle due metà accoglie la mia esuberante allegria, la mia gioia di vivere, la mia tendenza a scherzare su tutto e a prendere tutto alla leggera. Con ciò intendo pure il non scandalizzarsi per un flirt, un bacio, un abbraccio, uno scherzo poco pulito. Questa metà è quasi sempre in agguato e scaccia l'altra, che è più bella, più pura e più profonda. La parte migliore di Anna non è conosciuta da nessuno, - vero? - e perciò sono così pochi quelli che mi possono sopportare."



23 gennaio 2021

[SABATO DI POESIA] OH, I CAMINI - NELLY SACHS




Oh, i camini
sulle ingegnose dimore della morte,
quando il corpo di Israele si disperse in fumo
per l’aria –
e lo avvolse, spazzacamino, una stella
che divenne nera
o era forse un raggio di sole?

Oh, i camini!
Vie di libertà per la polvere di Job e Geremia –
chi vi ha inventato e, pietra su pietra, ha costruito
la via per i fuggiaschi di fumo?

Oh, le dimore della morte,
invitanti per la padrona di casa
altrimenti ospite –
Oh, dita 
che posate la soglia 
come un coltello tra la vita e la morte –

Oh, camini,
oh, dita,
e il corpo d’Israele in fumo per l’aria!

(Nelly Sachs - Al di là della polvere - 1966)




NOTE SULL'AUTORE

Leonie (Nelly) Sachs nacque a Berlino nel 1891 e morì a Stoccolma nel 1970. Poetessa e scrittrice tedesca fu insignita del premio Nobel per la letteratura nel 1966. Inizia a comporre poesie in giovane età durante la sua permanenza a Berlino.Nel 1939 riesce a raggiungere la Svezia assieme a sua madre riuscendo a sfuggire alla deportazione in lager. Vivrà in condizioni di estrema povertà curando la madre malata e lavorando come lavandaia. Continua a studiare su saggi di lirica di autori famosi raggiungendo una grande maturità. le poesie scritte durante il periodo bellico sono molto espressive e rappresentano perfettamente il lamento di morte del popolo ebraico. A proposito della poesia che posto il suo biografo dirà che fu la prima scrittrice che fece dei camini di Auschwitz il tema dei suoi versi. 

21 gennaio 2021

[GIORNATA DELLA MEMORIA] SETTIMANA DAL 20 GENNAIO AL 27 GENNAIO

 




In occasione della Settimana della Memoria vi segnalo alcune delle iniziative che potrete seguire in streaming, in televisione o alla radio:


Mercoledì 27 gennaio a Cinisello Balsamo si ricorderà la figura di Edith Stein, ebrea morta ad Auschwitz nel 1942. Edith, nata ebrea, si convertì al cristianesimo e divenne una monaca carmelitana, filosofa e insegnante. E' stata canonizzata dal Giovanni Paolo II nel 1987. La diretta partirà alle ore 21,00. Per ulteriori informazioni  leggere (qui)


Il Polo del '900 di Torino ha in programma diverse iniziative on line. Il programma prenderà il via con un omaggio a Liliana Segre partendo dalla sua autobiografia La memoria rende liberi. La vita  spezzata di una bambina nella Shoah. Per ulteriori informazioni (qui)


Su Radio3 per tutto il mese di gennaio ci sarà una programmazione particolare tutta dedicata alla Shoah. Il programma lo trovate (QUI)

Il Politecnico di Milano  propone un webinar dedicato alla Shoah intitolato MAI PIÙ. Per informazioni vi rimando al sito (QUI)


La sera del 27 gennaio RAI5 manderà in onda una puntata monografica di  VISIONI intitolata Note per la Shoah. Le musiche di Ennio Morricone. I particolari (QUI)

La Fondazione Fossoli dedica tutta  una serie di iniziative on-line per la commemorazione  avendo dovuto chiudere il campo a causa dell'ultimo DPCM. L'elenco (qui)


L'Associazione Figli della Shoah, tra gli altri eventi, propone un incontro, il 27 gennaio  con Sami Modiano,  intervistato da Walter Veltroni. Trovate i dettagli (QUI)


RAI1 la sera del 23 gennaio programma, in seconda serata,  il documentario La stanza di Anne Frank. Helen Mirrer accompagna i telespettatori nella storia di Anne attraverso le parole del diario.La stanza della giovane donna è perfettamente  riprodotta all'interno del Piccolo di Milano. Credo sia un appuntamento da non perdere. Per informazioni (QUI)

L'elenco non è esaustivo ma spero di avervi dato alcuni spunti se vorrete partecipare o seguire qualcuno di questi appuntamenti. Qui da me, come ogni anno, ne parleremo con diversi post.



*Ho fatto delle aggiunte alla programmazione e mi riservo di continuare ad integrare con nuove segnalazioni. Spero di farvi cosa gradita. PER NON DIMENTICARE.

30 gennaio 2020

IL GIORNO DELLA MEMORIA: SONDERKOMMANDO AUSCHWITZ


Traduttore: M. Carli
Prefazione: Walter Veltroni
Collana: Best Bur
Edizione: 1
Anno edizione: 2009
Formato: Tascabile
Pagine: 235 
Prezzo: 10,00











"In genere tagliavo i capelli; mi è anche successo di lavorare nella camera a gas, per dare il cambio a un amico allo stremo delle forze. Il mio lavoro era un po' meno gravoso; accettavo di subentrargli per qualche minuto, il tempo che recuperasse e prendesse un po' di aria fresca. L'inizio era il momento peggiore, quando bisognava estrarre i primi corpi: non avevamo punti d'appoggio. I corpi erano talmente intrecciati, ammassati gli uni sugli altri, le gambe da una parte, la testa dall'altra e il mucchio di cadaveri superava il metro, il metro e mezzo di altezza. Dopo avere svuotato la sala bisognava pulirlo a fondo. I muri e il pavimento erano sporchi; sarebbe stato impossibile far entrare altre persone senza che si spaventassero vedendo le tracce di sangue e di tutto il resto sui muri e per terra. Lavavamo il pavimento, aspettavamo che si asciugasse e ridipingevano i muri con la calce. Il ventilatore continuava a purificare l'aria. Tutto era pronto per l'arrivo di un nuovo gruppo. Anche se le persone, entrando, trovavano il pavimento bagnato, non si insospettivano; avevano detto loro che li stavano mandando nella sala docce per la disinfestazione. Anche le ceneri dovevano essere eliminate per non lasciare traccia, tanto più che alcune ossa, come quelle del bacino, bruciavano male, sia nei forni che nelle fosse. Le ossa venivano frantumate prima di essere mescolate non le ceneri."




Per decenni Sholomo Venezia (1923-2012), ebreo di Salonicco di nazionalità italiana deportato ad Auschwitz nel 1944, ha preferito mantenere il silenzio. Ha tenuto dentro di sé i mostri e i fantasmi, il marchio indelebile della Storia. Ha messo a tacere le voci raggelanti e i colpi della brutalità umana, lasciando che le immagini dell'orrore restassero vivide e mute nella sua mente: capelli tagliati e denti cavati ai cadaveri, corpi inermi trasportati nei forni crematori. Poi, negli ultimi anni della sua vita, ha deciso di raccontare la sua dolorosa esperienza: tra i pochi sopravvissuti del Sonderkommando di Auschwitz- Birkenau, una squadra speciale selezionata tra i deportati con l'incarico di far funzionare la spietata macchina di sterminio nazista - non è mai riuscito a dimenticare l'atrocità dei forni e i suoi occhi, cuore e mente sono sempre rimasti incatenati ai campi di concentramento. Dai suoi racconti è nata questa testimonianza lucida e onesta, accolta con interesse per la sua unicità straordinaria e diventata un simbolo della forma più nobile di omaggio alle vittime di ieri: LA MEMORIA.



La forza del ricordo è una forza benefica  e allo stesso tempo disperata. Una forza che, nell'oceano di dolore che sono stati i Lager, appare l'unica oasi di salvezza per la propria identità umiliata, torturata, negata. 
Walter Weltroni

A corollario della settimana dedicata alla Memoria, volevo consigliarvi il libro di Sholomo Venezia, perché attraverso la sua dura esperienza ad Auschwitz, veniamo a conoscenza di una ulteriore barbarie a cui furono costretti: molti dei prigionieri del campo di sterminio, riuscirono a rimanere in vita occupandosi di tutte quelle incombenze pratiche che le SS non volevano svolgere. Una delle più tremende era svuotare e ripulire  le camere a gas prima di far entrare il nuovo gruppo. Cosa che toccò anche a lui e ad altri suoi compagni. 


L'orrore chiamato dall'orrore.


27 gennaio 2020

VISITARE AUSCHWITZ



Questo post è fatto di immagini. Tutte le foto sono state scattate da me all'interno del "Campo di Lavoro" Auschwitz- Birkenau. Vi propongo un breve viaggio virtuale e vi avviso che non sarà facile.


AUSSCHWITZT- BIRKENAU. L'ARRIVO




IL LAVORO RENDE LIBERI



IL BLOCCO H
L'ALTA TENSIONE


UNA DELLE RETI DI DELIMITAZIONE






IL BLOCCO POLACCO

LA SUDDIVISIONE DEI PRIGIONIERI


IL GAS


LE MIGLIAIA DI SCATOLE VUOTE DI GAS



LE VALIGIE

LE SCARPE



I VESTITI DEI BIMBI



L'ABBIGLIAMENTO DA "LAVORO"





LE FOTO





LA CELLA DI PADRE MARIA KOLBE


IL MURO DELLE FUCILAZIONI



ALTRO PARTICOLARE DEL CAMPO



CAMERA A GAS



I FORNI




Il museo statale di Auschwitz-Birkenau, situato nel Distretto di O'swiecim dei Voivodato della Piccola Polonia, è un insieme di luoghi. Aperto ai visitatori per l'intero corso dell'anno, copre una superficie complessiva di poco meno di duecento ettari, parte di quello che è stato, sino agli inizi del 1945, il complesso concentrazionario di Auschwitz.

La visita dell'area può richiedere al visitatore diversi approcci nel corso della sua permanenza nel museo: il luogo storico, che in alcuni suoi punti piò essere meglio decifrato quando lo si consideri quale sito archeologico, il complesso mussale, il luogo della MEMORIA, segnato a sua volta da una propria evoluzione, infine l'immane cimitero delle vittime (ebraiche e non solo) su cui poggiano le rovine dei crematori di Birkenau e gli spazi circostanti.

Vi ho già raccontato del mio viaggio (QUI).
Grazie per avere percorso un pezzetto di questa strada difficile assieme a me, in occasione del 75mo anniversario della liberazione.




Fonte: Visitare Auschwitz di Carlo Saletti e Frediano Sessi - Gli specchi di Marsilio - 2011