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27 ottobre 2022

[VIAGGI] In vacanza cosa preferite mangiare?


Omelette originale assaggiata in un piccolo bistrot a due passi dalla Torre Eiffel


Siamo italiani impossibile nasconderlo, ancor più quando ci troviamo in vacanza all'estero. È il momento in cui vengono fuori tutti i nostri pregiudizi sulle abitudini alimentari degli altri cittadini del mondo e diciamocelo: nessuno batte il cibo italiano😉 Ma è davvero così o dovremmo smetterla di aspettarci la pasta al forno a Londra e la parmigiana di melanzane a Toronto imparando finalmente ad apprezzare la cucina straniera? 

Vi dirò: io fuori dall'Italia assaggio tutto e nella stragrande maggioranza dei casi apprezzo parecchio. Mi piace sperimentare e spesso, prima di partire per una località che non conosco, mi informo sui piatti tipici con la seria intenzione di provarli. Poi ci sono dei luoghi che conosco e dove torno con piacere anche perché mi piace la loro cucina: ad esempio Londra e Parigi. Questa estate, ho visitato Vienna per la prima volta e non mi sono fatta mancare nulla:  mi sono lanciata perfino nel "tour" Sacher Torte. 

E voi, in viaggio amate sperimentare la cucina del posto o come molti che conosco  vagate alla strenua ricerca di un ristorante (pseudo) italiano che alla fine vi deluderà come non ci sarebbe riuscito uno del posto?


Per riprova ecco alcune delle foto che ho scattato questa estate durante le mie vacanze. In alcune didascalie ho lasciato i link dei posti, entrate  e bon appétit!!!


Wrustel e carne: caratteristici della cucina nord europea
la famosa Wiener Schnitzel 

Tartare meravigliosa mangiata in un ristorante del centro storico viennese

Tutte le torte  di Demel

I dolci francesi di una delle tipiche pasticcerie parigine


Sacher Torte  - La Gloriette - si differenzia dall'originale per il doppio strato di marmellata. Non mi ha fatto impazzire.

Sacher Torte di Demel: molto buona - si differenzia dall'originale per lo strato più spesso di cioccolato.

Sacher Torte originale: Caffè Sacher - INSUPERABILE




Ops: e le birre?

24 dicembre 2020

[RICETTE TRADIZIONALI] GLI STRUFFOLI E LA MAGIA DEL NATALE



La storia del Natale napoletano e un po' di tutta la Campania ha il suo fulcro con la ricetta natalizia che più natalizia non si può: gli STRUFFOLI. Si tratta cari amici in realtà di un vero e proprio furto, eh già. La leggenda narra che il piatto tipico della tradizione partenopea sia arrivato nel golfo di Napoli grazie ai Greci, i veri artefici di cotanta bontà. Origine che viene tratta anche dall'etimologia della parola, in greco "strongulos" ovvero arrotondato.Poi, facilitata dal loro enorme successo, la ricetta è circolata in tutta l'Italia meridionale prendendo diversi nomi a secondo della terra in cui approdava. A Roma  e a Palermo, Strufoli con una sola effe, in Umbria ed Abruzzo, Cicerchiata. Nel viterbese, Castagnole.

In ogni caso  sono il simbolo del Natale in famiglia e come da tradizione alla loro preparazione partecipano grandi e piccini, nell'abbraccio familiare che più dolce non c'è.

DOSI PER 8/10 PERSONE

per l'impasto:

400 gr di farina;

3 uova;

80 gr. di burro fuso freddo;

40 gr. di zucchero;

1 cucchiaio di liquore (quello perfetto è l'anice ma io vario con lo Strega);

1 buccia grattugiata di limone di sorrento non trattato;

1 cucchiaio a filo di lievito per dolci;

1 pizzico di sale;

olio per frittura circa 600 ml. (siate abbondanti);

per decorare:

300 grammi di miele millefiori (Rigoni di Asiago);

2 cucchiai di zucchero a velo vanigliato;

confettino colorati (1 pacchetto pan degli angeli);

frutta candita tagliata a pezzettini (io non la uso perché non mi piace);

preparazione totale 45 minuti, per friggere 15 minuti.

PROCEDIMENTO

Lavorare in una terrina capiente la farina e lo zucchero assieme alla buccia di limone grattugiato. Aggiungere successivamente le uova e il burro fuso freddo. Poi il lievito e il pizzico di sale. A questo punto si impasta fino ad ottenere una palla di pasta perfetta e senza grumi. Avvolgere in una pellicola e lasciar riposare per circa mezz'ora. 



Successivamente prendere la pallina di pasta e dividerla in fette che vanno arrotolate come un cilindro dello spessore di un centimetro. Affettare con un coltello per ottenere dei piccoli quadretti di uguale misura. Se si vogliono delle palline tutte uguali il tempo di realizzazione aumenterà. Io li lascio a quadratini che tanto in frittura si allargano un po' e si arrotondano.

A parte si prende una padella larga e dal bordo alto con metà dell'olio indicato. Io lo cambio almeno una volta durante la cottura in modo da garantire una doratura perfetta e un profumo meraviglioso. 

Cuocere un po' alla volta i quadretti nell'olio per pochissimo tempo in modo da farli dorare leggermente. Attenzione che non brucino. Toglierli con una schiumaiola forata, perfetta per scolare l'olio eccessivo. Appoggiare in una terrina abbastanza larga avendo cura di lasciare al suo interno della carta assorbente. Una volta cotti a perfezione si procede con la bagna di miele e zucchero a velo.

In un pentolino, mentre si lasciano riposare gli struffoli cotti, immergere a fuoco bassissimo il miele a cui aggiungere lo zucchero a velo. Una volta sciolto il miele togliere dal fuoco e inserire gli struffoli. Girare velocemente e amalgamare il tutto aggiungendo i confettini colorati. Nel giro di pochissimo tempo saranno pronti. Prima che il miele si solidifichi togliere dal pentolino e andare a comporre il piatto di portata. 

A piacere si possono aggiungere frutta candita e coralli di zucchero di diversa dimensione. Il dolce è pronto.


Quest'anno, per la prima volta, li ho preparati nell'assoluto silenzio della mia cucina, senza la voce di mia mamma che mi consiglia le dosi perfette e il tocco segreto che ogni famiglia custodisce gelosamente.  Ho sentito però, il desiderio profondo di coinvolgere la comunità blogger a cui appartengo per cui ecco il mio regalo di Natale, dal profondo del mio cuore a tutti voi. Vi auguro con tutto l'affetto che posso farvi arrivare, giorni di festa sereni dedicati alle persone care, avvolti nella tranquillità e nel calore familiare della propria casa. Soli o in compagnia, l'importante sia  che la dolcezza di questi giorni vi circondi totalmente. 


VI ABBRACCIO FORTE.

BUON NATALE OVUNQUE VOI SIATE.




13 dicembre 2020

[RICETTE TRADIZIONALI] GATEAU DI PATATE (GATTÒ)



Foto privata
Altra ricetta della tradizione napoletana che amo fare spesso e volentieri perché è un piatto unico nutriente che non ha grosse difficoltà nel procedimento. Si mangia volentieri anche freddo e ben coperto in frigo dura qualche giorno.

La passione dei napoletani per questo piatto è antica. Loro addirittura lo chiamano gatò piegando il francese al "francesismo" napoletano😎 Pare che ne fosse ghiotta la regina Maria Carolina d'Asburgo, moglie di Ferdinando  di Borbone re di Napoli.  I cuochi di corte  trasformarono  lo sformato di patate francese nella prelibatezza che è arrivata fino a noi.

Ed ecco a voi:

Ingredienti: dosi per  4/6 persone

Un chilogrammo di patate;

300 grammi di mozzarella (fiordilatte)/ provola bianca;

150 grammi di salame Napoli/ prosciutto cotto;

2 uova;

burro;

latte;

parmigiano;

sale/pepe;

noce moscata;

rosmarino;

Procedimento

Lessare le patate in abbondante acqua. Toglierle appena cotte e spellarle ancora calde. Passare nel passapatate almeno due volte così il composto resterà più compatto e morbido. In una terrina unire alle uova, la mozzarella tagliata a dadini, il salame o il prosciutto cotto, il parmigiano, il latte, il burro, sale, pepe e un pizzico di noce moscata. 

Foto privata

A parte imburrare  bene una tortiera soprattutto  attorno ai bordi. Spolverare con pane grattugiato e unire il composto livellando bene. Un altra spolverata di pane grattugiato sopra e qualche ricciolo di burro. Decorare con un rametto di rosmarino.

Infornare a 180°  in forno caldo preriscaldato. Far cuocere per circa 30/45 minuti. A cottura ultimata lasciare raffreddare fuori dal forno per circa un'ora. Mai mangiare il gatau caldo, perde di gusto e di fragranza. 


Foto privata


Una meraviglia di piatto unico. Io la preferisco nella versione più leggera con il prosciutto cotto. Ma la tradizione partenopea impone più carattere al gusto,  per cui salame Napoli e provola!  Uso abbinare con un vino bianco frizzante: un prosecchino Valdobbiadene andrà benissimo.

Voi lo conoscete? Lo avete mai cucinato?


BUON APPETITO!

22 novembre 2020

[RICETTE TRADIZIONALI] IL RAGÙ DI NONNA CARMELA


Immagine presa dal web


Oggi riprendo una delle mie rubriche più gettonate.  Le ricette della tradizione culinaria campana. La variabile è che si tratta di ricette di famiglia, tramandate da  quasi un secolo.

L'idea è scaturita da QUESTO POST, tra i miei più letti dell'anno, in cui parlavo di amore e cibo. Per me imprescindibili, perché, non si cucina se non c'è passione. E non c'è passione che la cucina non riesca a celebrare. 

La prima richiesta ricevuta, con l'imperativo URGENTE, è stata quella di Cristiana Marzocchi  del blog LILLADORO, che mi ha chiesto di "iniziarla" al RAGÙ napoletano, nella versione di nonna Carmela. Le ore di cottura sono circa sei. Mia nonna lo preparava il giorno prima per non essere troppo stanca e affaticata la domenica. Vi assicuro che il riposo notturno fa benissimo al suo sapore, provare per credere.

RAGU NAPOLETANO


Ingredienti: dosi per 6/8 persone

1 chilo e mezzo di lacerto; (taglio magro di spalla di bovino indispensabile per il ragù)

1 chilo di puntine di maiale; (da noi si chiamano tracchiulelle)

400 gr di concentrato di pomodoro; (io uso il concentrato Mutti)

200 gr di olio extravergine d'oliva;

200 gr di cipolla bianca tritata;

1 costa di sedano, solo la parte bianca;

300 cl di vino bianco; naturalmente io uso la falanghina delle mie parti.

2 litri di passata di pomodoro; sempre Mutti.

basilico e carote.


Procedimento

mettere in una pentola ovale la carne assieme all'olio, la cipolla e il sedano tritato. Coprire e far cuocere a fuoco bassissimo in modo da rosolare delicatamente la carne. Bisogna stare molto attenti a che la carne non si bruci e che si rosoli da tutti i lati. Dopo un'ora togliere il coperchio e alzare la fiamma. È il momento di aggiungere il vino bianco molto lentamente, in modo che si assorba bene e insaporisca la carne, evaporando piano piano. Subito dopo, va versato qualche cucchiaio di concentrato di pomodoro diluito con un po' d'acqua continuando a girare sugo e carne. Anche questo procedimento è molto lento, di circa un'ora,  in modo che il concentrato si assorba bene. Arriva il momento di versare la passata di pomodoro, una carota tagliata a pezzi e il basilico. Si porta a bollore tutto e poi si abbassa il fuoco al minimo. Ho ereditato da mia nonna e da mia mamma,  l'abitudine di girare il sugo con il cucchiaio di legno (cucchiarella). Per cui bisogna tenere l'attrezzatura a portata di mano, accanto al fuoco. E qui vi svelo un piccolo segreto, io l'appoggio  a parziale apertura del coperchio in modo tale che il vapore fuoriesca dalla pentola e  non si trasformi in acqua aumentando di volume il condimento. Inizia il lento pippiare (sobbollire) del ragù. Fuoco bassissimo per evitare che si attacchi al fondo. Bisogna tenere tutto sotto controllo, mai abbandonarlo, una piccola svista e va tutto perso. Poi dopo un'ora si tolgono le puntine, mentre la carne va lasciata cuocere ancora per altrettanto tempo.  Il sugo andrà lasciato sul fuoco per l'ora successiva. Poi si spegne tutto e si lascia riposare.

Il giorno dopo, un'ora prima del pranzo, si rimette la carne nella pentola e si lascia riscaldare, sempre a fuoco bassissimo, in modo tale che tutto si insaporisca nuovamente. 

A questo punto il ragù è pronto per condire la pasta.

La nostra tradizione prevede i ziti spezzati, ma andrà bene tutto quello che vorrete.

Immagine presa dal web



Altro piccolo segreto. A volte è necessario legare la carne prima di iniziare la cottura, in modo che resti molto compatta. Lo spago andrà tolto a fine cottura. Io la servo tagliata a fette e circondata dalle puntine, con al centro della verdura cotta. Che siano peperoni al forno o friarielli (broccoli napoletani).

Mi piace accompagnare il cibo che metto in tavola con un ottimo vino. Per la pietanza di oggi suggerisco un Aglianico beneventano IGP, nettare profumato della mia terra.


Buon appetito e alla prossima ricetta, in attesa di nuove richieste.



16 novembre 2020

CUCINA: IL CIBO INSEGUE CHI LO AMA

 

foto privata - vietata la riproduzione

Ho imparato a cucinare appollaiata sulla sedia di paglia di mia nonna Carmela. Avevo più o meno sei anni.

In piedi  ero al livello del suo tavolo di legno. Lì dove impastava e preparava la pasta fatta in casa. Donna di altri tempi, di profumi antichi, di cura e di tempo. La sua specialità erano i fusilli, che lavorava con un ferro,  lungo e scuro,  molto sottile. Modellava la pasta con occhio di artista, la rendeva un filo lunghissimo e stretto, poi tagliava i piccoli pezzi, tutti uguali, della stessa consistenza e misura. A quel punto, con un elegante colpo di mano, faceva scorrere con maestria il ferro tutto intorno. Magicamente la pasta si arricciava in un boccolo meraviglioso e profumato.  Voi forse, farete fatica a crederci, ma è come se io l'avessi qui avanti. Bruna e generosa, i capelli ricci così simili ai miei. Gli occhi sorridenti mentre mirava con soddisfazione il risultato del suo lavoro. Fiera e bella, nella mia istantanea di memoria senza tempo. E non c'è nulla di più evocativo del profumo del cibo che mi riporti da lei, in quella stanza, al suo amore per la cucina.

E di tutto quell'amore ho conservato ogni traccia, ogni movenza, ogni sussulto di cuore.  Seguendola con lo sguardo, pesavo e contavo in silenzio. Quante uova per le tagliatelle, quanta farina. L'acqua giusta, né troppo calda, né troppo fredda. La birra per la pastella necessaria per il fritto dei fiori di zucca, l'aceto perfetto per le zucchine in scapece. Tutti i segreti della sua passione. I panettoni pasquali e gli struffoli natalizi. Non usava troppe parole ma mi lasciava guardare e mi guidava accompagnandomi con i suoi gesti sapienti. Il ragù napoletano, le carni giuste, il "pippiare" lento e costante. La pastiera e le sue dosi magiche, il babà il cui segreto era tutto nel rum che mi mandava a comprare al bar sotto casa. Ho seguito ogni suo passo. Ogni passo di mia madre, degna discepola. E il cibo ha seguito me  con affetto, ovunque io sia andata.

Ho imparato a riconoscere la soddisfazione negli occhi di chi gusta ciò che preparo con lo stesso occhio furbo e apparentemente distaccato che ho appreso da lei. E come la scrittura mi è venuto facile, perseguire nel peccato. 

Amo cucinare e amo mangiare. Ho i miei "cavalli di battaglia" perfezionati con lo scorrere del tempo.

Oltre alla pasta fatta in casa:

La pasta al forno. 

Il cardone. 

Il ragù napoletano e il ragù alla genovese. 

La pasta con la provola

La parmigiana di melanzane.

Le polpette.

Il gateau di patate.

La pizza margherita .

La pizza di scarola.

Le alici marinate.

Il casatiello.

La pastiera.


Ma non mi sono fermata alle ricette tradizionali della mia terra. Amo anche la cucina pugliese e quella lombarda.  Non mi sono fatta mancare nulla. Continuo a cucinare e ad imparare nuove ricette. Sempre con la stessa passione.  

E voi amici, amate la cucina? Vi piace cucinare? Cosa? Quali sono le vostre ricette  e i cibi preferiti?  Sapete che non c'è nulla di più afrodisiaco di un piatto preparato con amore?

 "Non posso separare l'erotismo dal cibo e non vedo nessun buon motivo per farlo; al contrario, ho intenzione di continuare a godere di entrambi fino a quando le forze e il buon umore me lo consentiranno." (Isabel Allende - Afrodita)

29 luglio 2020

PASSIONE PER IL CIOCCOLATO



A quanto pare, oltre al caffè, gli italiani sono innamorati del cioccolato tanto da consumarne circa 4 chilogrammi a testa nel corso di un anno. Anche durante il lockdown non ci siamo fermati ed ora si è deciso di festeggiare questa passione  con la giornata mondiale del cioccolato: il 7 luglio.

A me piace moltissimo e ne consumo parecchio soprattutto nella stagione invernale. Mi piace fondente puro al 70% e fondente con le nocciole. Uno dei miei preferiti è Luisa, il fondente nocciolato della Perugina, che ultimamente sembra sparito dagli scaffali. Ma adoro anche quello di Modica IGP che un  collega siciliano mi porta dalla sua terra. La versione con il pistacchio è favolosa.
Chiaramente mi piacciono anche tutti le varianti. Da quello al peperoncino a quello con l'uvetta, da quello all'arancia a quello con l'anima liquorosa.
Avete presente i RITTER SPORT? Ecco quelli😉 Quando andai a Berlino, tornai con una borsa piena zeppa di tutti i gusti.
Se poi mi voglio coccolare, torno sempre al fondente nocciolato, che sgranocchio nelle sere invernali davanti alla tele mentre guardo un film, magari horror.

La mia scrittrice preferita, Isabel Allende, nel suo romanzo Afrodita in cui raccontava di cibo e passione, aveva trascritto una ricetta di mousse al cioccolato davvero ottima. La linko (qui)

Lei diceva che non c'era niente di più afrodisiaco di una mousse al cioccolato spalmata sulla pelle. Non ho provato ancora ma prima o poi ahahahah

E voi? Siete amanti del cioccolato? Vi piace, lo preferite fondente o al latte? Con le varianti o classico? Vi piace in tazza? O lo preferite in versione gelato?





25 maggio 2020

CUCINANDO IN QUARANTENA



Adesso che siamo in fase 2  toccherà metterci a dieta. Mai come in questi sessanta giorni di clausura, ci siamo sbizzarriti a cucinare o a mangiare o tutti e due😝
Lo abbiamo fatto dai, grandi e piccoli. Nonni e adolescenti, manager e operai. Credo sia stata una delle cose più belle e condivisibili di tutta la quarantena. Sui social impazzavano i tutor più assurdi e avariati ahahah ho letto di pizze dolci o con l'ananas, frittate mirabolanti, perfino la semplice pasta aglio, olio e peperoncino, mitico piatto della cucina italiana, è stata declinata nelle varianti più improbabili.

Ma io non me ne sono tirata fuori, anzi. Amo cucinare e mi riduco a farlo  durante il fine settimana o quando ho amici ospiti perché il tempo è tiranno  ed io, solitamente, sono fuori casa per circa 12 ore al giorno😏

Per cui mi sono sbizzarrita e complice anche il periodo pasquale, non ho lesinato nulla e cucinato moltissimo. Ma stare ai fornelli mi rende felice e mi sono divertita😉
Ora mio marito "recita vendetta",  si è messo a dieta e mi ha proibito tutta una serie di ricette e condimenti. Ma farò la brava e mi atterrò alle nuove regole che assieme a quelle post quarantena rischiano di farmi impazzire.

Ma non sarà stata mica l'unica ad esagerare ai fornelli  VERO amici?
Non lasciatemi sola in questa valle di lacrime tra insalate e  fettine di pollo alla piastra, su raccontatemi cosa avete mangiato e cosa avete cucinato, intanto io vi lascio un po' di foto dei miei piatti.

Scrivete anche le ricette se vi va, magari le raccolgo tutte e ci faccio dei post a tema, che ne dite?

Basta che non mi dettiate la ricetta della pizza con ananas e salmone che vi cancello dalla lista degli amici di blog😎


PRIMI:
Pasta al forno  ricetta di nonna Mimma

particolare della pasta al forno


Riso patate e cozze ricetta di nonna Titti


Risotto zafferano, zucchine e gamberetti


SECONDI E PIATTI UNICI


Gateau di patate

Fase 2 del Gateau di patate


Ossobuco e funghi porcini


DOLCI


Crostata di arance amare

Fase 2 della crostata di arance

Torta di mele


Fase 2 della torta di mele


 SUA MAESTÀ LA REGINA DI PASQUA


Pastiere in preparazione


Fase 2 delle pastiere