Visualizzazione post con etichetta cameron diaz. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta cameron diaz. Mostra tutti i post

martedì 24 luglio 2018

Bad Teacher - Una cattiva maestra (2011)

Dopo una giornata non bellissima, uno vuole solo distendersi con una supercazzola e l'onore è toccato a Bad Teacher - Una cattiva maestra (Bad Teacher), diretto nel 2011 dal regista Jake Kasdan.


Trama: abbandonata sull'altare dal fidanzato, Elizabeth è costretta a tornare a insegnare benché sia solo interessata a fare soldi per pagarsi la plastica al seno e trovare così un ottimo partito. L'arrivo nel corpo docente del bel Scott scatenerà una guerra senza esclusione di colpi bassi tra lei e una collega...



Dopo tutti questi anni ho capito di non essere affatto brava a scrivere post sulle commedie. Non so mai cosa dire, nemmeno quando mi sono piaciute, come questo Bad Teacher. A mio avviso, per dirsi completamente riuscita, una commedia deve fare ridere ma anche riflettere, oppure ridere e basta, buttando il tutto in caciara; da quest'ultimo punto di vista, Bad Teacher è perfetto perché la protagonista rimane "malvagia" fino alla fine senza snaturarsi nemmeno per un secondo, al limite trovando un modo per incanalare la sua mancanza di peli sulla lingua e la sua esperienza di bellissima e grebanissima cercatrice di dote per migliorare (seppure di poco) la vita altrui. Per il resto, il film funziona perché immerge l'improbabile docente Elizabeth in un ambiente scolastico tutto zucchero, amore per gli studenti e insegnanti (d)ef(f)icienti, ché se l'avessero ambientato in una qualsiasi scuola italiana i metodi poco ortodossi della protagonista sarebbero sembrati quasi normali, e decolla dal momento in cui la costante ricerca di soldi di Elizabeth si combina al desiderio di portarsi a letto il nuovo collega, concupito dall'inquietante maestrina Squirrell; la lotta tra le due, resa ancora più aspra dall'atteggiamento "santo" ma parziale di Scott, porta Elizabeth a raggiungere picchi di bassezza esilaranti e cattivissimi, per la gioia del pubblico e la disperazione della Squirrell, costretta a poco a poco a gettare la maschera di perfezione per rivelare quella follia intuibile fin dai primi minuti di film. Ovvio, un po' di bontà dev'esserci per forza, perlomeno una "redenzione" parziale o una maturazione della protagonista, ed effettivamente quest'ultima arriva, assieme alla consapevolezza che l'anima gemella si può trovare nei posti più impensabili, in fogge decisamente impreviste benché pesantemente "shippate" dal pubblico, perlomeno dalla sottoscritta.


Forse sto parlando troppo bene di questo film ma temo di non fare testo visto che ADORO Cameron Diaz fin dai tempi del suo esordio in The Mask, nonostante i gossip che la vogliono succida e grezza come il suo personaggio in Bad Teacher e nonostante le voci che la confermano in pensione (in effetti non esce un suo film dal 2014): per me, con quel sorriso assurdo e l'autoironia che l'accompagna da sempre, la vecchia Camerona può fare davvero quello che vuole e guarderò ogni suo film con un'indulgenza che non tributerei ad altre attrici, proprio no. La fisicità prorompente della Diaz e la facilità con la quale passa da supergnocca a creatura robosissima sono il fulcro del film ma lascerebbero il tempo che trovano se non fosse per l'ottimo cast di supporto chiamato ad affiancare l'attrice. Judy Punch la sto apprezzando come mmeravigliosa Esmé Squalor de Una serie di sfortunati eventi ma anche qui è perfetta nel ruolo di maestrina santarella ed isterica, per non parlare di un inedito Justin Timberlake "bello" e soprattutto sfigato, tra l'altro all'epoca già ex della Diaz, ma in generale ognuno dei membri del corpo docente meriterebbe menzione, a partire dall'adorato Jason Segel e il suo cinismo porcelloso. Intendiamoci, Bad Teacher non vincerà MAI il premio di cult del millennio, però ultimamente sono talmente stanca che mi addormento davanti a ogni tipo di film, sia che cominci a vederlo alle 19 che alle 21/22, invece stavolta sono rimasta ben sveglia fino alla fine e questo per me è già un enorme punto a favore che mi spinge a consigliarlo!!


Del regista Jake Kasdan ho già parlato QUI. Cameron Diaz (Elizabeth Halsey), Jason Segel (Russell Gettis), Justin Timberlake (Scott Delacorte), Paul Feig (Papà all'autolavaggio) e Molly Shannon (Melody, la mamma di Garrett) li trovate invece ai rispettivi link.

Judy Punch interpreta Amy Squirrel. Inglese, ha partecipato a film come Hot Fuzz, Grindhouse, Uomini di parola, Into the Woods e a serie quali Una serie di sfortunati eventi; come doppiatrice, ha lavorato in Robot Chicken. Ha 41 anni.


Kathryn Newton interpreta Chase Rubin-Rossi. Americana, ha partecipato a film come Paranormal Activity 4, Lady Bird, Tre manifesti a Ebbing, Missouri e a serie quali Piccole donne e Supernatural. Ha 21 anni e due film in uscita, tra cui l'imminente Detective Pikachu.


L'attrice Phyllis Smith, che interpreta Lynn Davies, era la voce originale di Tristezza in Inside Out. Dal film è stata tratta una serie omonima durata solo una stagione e per qualche anno si è parlato di un sequel ma pare che i rumors in tal senso siano rientrati. Chi vivrà vedrà, non si sa mai. Nel frattempo, se Bad Teacher vi fosse piaciuto recuperate School of Rock. ENJOY!


domenica 26 gennaio 2014

The Counselor - Il procuratore (2014)

Qualche sera fa sono andata a vedere un altro dei film che aspettavo da parecchio, ovvero The Counselor - Il procuratore (The Counselor), diretto nel 2014 da Ridley Scott.


Trama: un avvocato decide di impelagarsi in un traffico di droga ma le cose cominciano a sfuggirgli di mano e quello che era cominciato come uno sfizio diventa una pericolosa caccia all'uomo...


Ammetto di essere uscita dalla visione di The Counselor con un incredibile, enorme punto interrogativo sopra la testa. Per parafrasare il personaggio di Bardem, “Non so cosa ho visto”. Dopo una notte passata a sognare ghepardi e diamanti, gli unici due elementi della pellicola che, evidentemente, mi hanno lasciato qualcosa e mi hanno affascinata, posso solo concludere che, nelle capaci mani dei fratelli Coen, una sceneggiatura così incredibilmente “meh” sarebbe potuta diventare un capolavoro del grottesco mentre l’altrettanto capace mano di Ridley Scott l’ha ridotta ad un’interminabile serie di verbosi microepisodi di stupidità criminale che, almeno per quel che ho potuto capire, trovano un nesso nella figura della donna. Tolti i membri quasi senza volto del cartello criminale, infatti, ogni uomo all’interno della vicenda viene governato, ispirato o mazziato da una figura femminile, che può essere quella angelicata, pura e innocente, in grado di far pensare all’eventuale compagno che la vita è bella e degna di essere vissuta a prescindere da quanto il proprio animo sia ormai corrotto, oppure la femme fatale completamente pazza, imprevedibile e affamata di vita, sangue e (soprattutto) sesso. Praticamente gli “affari” vengono gestiti malamente dagli uomini ma sono poi le donne, spesso sottovalutate come la figura della madre, ad incarnare quelle piccole, fondamentali varianti di cui tenere conto in un sottobosco fatto di violenza e sanguinose regole, dove il minimo sgarro viene subito punito nel peggiore dei modi, dove non esistono giustificazioni, né perdono o speranze di salvezza, fisica o morale che sia. Fin dall’inizio della vicenda i personaggi sono seguiti dall’ombra di innumerevoli spade di Damocle che si sono forgiati con le loro mani e si nascondono vicendevolmente questa inquietante pendenza facendo la voce grossa delle persone che sanno stare al mondo, per poi finire malamente trucidati come i peggiori dei fessi o scomparire come i troppi desaparecidos del Messico.


Il problema di The Counselor però è che tutta questa carne al fuoco viene gestita con una freddezza incredibile, con una regia che alterna una solida perfezione formale ai limiti del patinato ad un roboante eccesso di trash, musica e immagini "sporche", come se due diversi film e due diversi mondi cozzassero assieme, cosa che effettivamente avviene. Tutto ciò si è tradotto, almeno per me, nell'incapacità totale di simpatizzare con uno qualsiasi dei personaggi, di provare pena per il loro destino o di applaudire davanti alla natura machiavellica della dark lady di turno, vuota quanto tutto il resto del cast fatta eccezione, forse, per il personaggio di Brad Pitt. Se da un lato, dunque, godere dell'indubbia bellezza di Fassbender e della sua bravura (nonché di quella dell'intero cast), apprezzare le scelte registiche di Ridley Scott e trovarmi davanti un film comunque particolare e ben realizzato sono tre condizioni che mi impediscono di dire di aver guardato una schifezza, dall'altro non posso nemmeno ammettere che The Counselor mi sia piaciuto, perché non mi ha lasciato davvero nulla... solo perplessità ed alcuni momenti WTF che rimarranno inevitabilmente impressi nella mia mente in saecula saeculorum, buttati in pasto allo spettatore così, alla traditora, giusto per tenerlo sveglio e domandarsi dove diamine sarebbe andata a parare la sceneggiatura di Cormac McCarthy. Insomma, nel mio animo si stanno combattendo la natura del counselor del titolo e la natura cazzona di Javier Bardem e non saprei sinceramente consigliarvi se andare a vedere l'ultima fatica di Ridley Scott o no, quindi lascio la parola a una persona che, assolutamente, non ha avuto dubbi in proposito. Occhio agli SPOILER e... Vai Chicky!


"Trama super inflazionata e ridicola. Un uomo fondamentalmente buono si mette dalla parte dei cattivi per fare soldi a palate e vivere da riccone con la sua bella. Ovviamente c'è subito un imprevisto ed i cattivi ammazzano i soci e la fidanzata del buono. Per far durare un po' di più il film e per farlo piacere almeno alla cerchia degli assatanati e degli amanti del sangue, le scene di sesso più o meno esplicite (più più che meno) e di guerriglia tra gruppi di messicani non mancano". Fate vobis.


Del regista Ridley Scott ho già parlato qui. Michael Fassbender (il procuratore), Penélope Cruz (Laura), Cameron Diaz (Malkina), Javier Bardem (Reiner), Brad Pitt (Westray) e Goran Visnjic (il banchiere) li trovate invece ai rispettivi link.

Bruno Ganz interpreta il gioielliere. Svizzero, ha partecipato a film come Nosferatu - Il principe della notte, Il cielo sopra Berlino, Pane e tulipani, The Manchurian Candidate e La caduta - Gli ultimi giorni di Hitler. Anche regista, ha 72 anni e un film in uscita.


Natalie Dormer interpreta la bionda che seduce Brad Pitt sul finale. Inglese, ha partecipato a film come Captain America - Il primo vendicatore, W.E. - Edward e Wallis, Rush e alle serie I Tudors Il trono di spade. Ha 31 anni e quattro film in uscita, tra cui l'imminente Hunger Games - Il canto della rivolta, che sarà diviso in due parti.


Tra gli altri attori compaiono anche la moglie del regista, Giannina Facio, il Jim Rennie della deprimente serie Under the Dome, Dean Norris, il marito di Bélen Rueda in The Orphanage, Fernando Cayo, nei panni del Abogado e il non accreditato John Leguizamo come "manovalante" criminale. Rimanendo in tema attoriale, se pensate che la Diaz sia incredibilmente volgare e zamarra nei panni di Malkina, sappiate che si è rischiato di avere Angelina Jolie al posto suo, una roba che non posso nemmeno immaginare.. mentre invece Bradley Cooper e Jeremy Renner erano stati considerati per il ruolo di Reiner, cosa che non mi sarebbe affatto dispiaciuta. Per concludere, se The Counselor vi fosse piaciuto guardatevi Non è un paese per vecchi, sempre tratto da un'opera di Cormac McCarthy. ENJOY!

venerdì 30 agosto 2013

Cameron Diaz Day: Essere John Malkovich (1999)


Oggi non è il John Malkovich Day. No, quello arriverà, spero, a Dicembre. Come avrete capito dal banner "nasone ma figaccione" di Pio, oggi è il Cameron Diaz Day ma chissà perché alla bella e brava Camerona, che per inciso compie 41 anni, pungeva vaghezza di calarsi nei panni dell'eclettico e pelato attore in questo Essere John Malkovich (Being John Malkovich), diretto dal bravo Spike Jonze nel 1999 e, soprattutto, sceneggiato da quel genio di Charlie Kaufman!!


Trama: Craig, un burattinaio frustrato, scopre una porta collegata direttamente alla mente di John Malkovich. Possedendo l'attore e muovendolo come uno dei suoi pupazzi cercherà di ottenere il successo e l'amore della collega Maxine, che però è già oggetto del desiderio della moglie Lotte...


Se ho scelto Essere John Malkovich per celebrare Cameron non è solo perché amo John e adoro questo film ma perché, per una volta, la bionda attrice di origini cubane è brutta. Sì, oddio, brutta come potrei essere io tirata a lucido per un matrimonio ma comunque inguardabile rispetto al suo solito standard. Ed è brava, bravissima. Soprattutto perché il pazzo Kaufman ha creato un personaggio difficilissimo da interpretare senza sforare in una cialtronata sopra le righe. Immaginate una tizia che vive per i suoi animali, che ha trasformato la casa in uno zoo per sopperire all'istinto materno frustrato da un marito mollo ed inconcludente. Immaginate che la tizia in questione, dopo essersi fatta un viaggio nella mente di Malkovich, senta risvegliarsi il proprio lato maschile lo assecondi con entusiasmo, arrivando persino a concupire la donna amata dal marito e accendendo così una surreale rivalità tra le mura domestiche. Non vado avanti per non togliervi la sorpresa ma, anche così, vi sarete fatti un'idea di come un personaggio simile rischi di diventare borderline e perlomeno ridicolo. Invece Cameron Diaz riesce ad infondergli un candore e una dolcezza incredibili anche nei momenti di delirio, quando Lotte viene inebriata dall'esperienza Malkovich e, come un'adolescente, comincia ad entusiasmarsi ed abbracciare la sua nuova natura. Nascosta da un'improbabile capigliatura riccia e infagottata in abiti meno che glamour, la Diaz diventa così un importante e delicato tassello del rompicapo messo in piedi da Jonze e Kaufman, indimenticabile come il resto dei personaggi che popolano questo strano film.


Quanto ad Essere John Malkovich in sé, dovete vederlo perché nessuna recensione potrebbe mai rendergli giustizia. Potrei parlarvi della delicata e disperata poesia dei burattini di Craig, dei dialoghi al fulmicotone, della delirante scena in cui Malkovich incontra un universo di cloni, dell'assurda idea che possa esistere un passaggio segreto per la mente dell'attore, dell'esilarante comparsata di Charlie Sheen nei panni di sé stesso, dell'incredibile interpretazione di un John Cusack in stato di grazia, dell'indiscutibile abilità registica di Jonze, della bellezza della colonna sonora (Bjork, oh Bjork!!), della profondità di sentimenti (anche negativi) che caratterizza ognuno dei personaggi ritratti, tanto che alla fine chi conduce l'esistenza più banale di tutti è proprio l'oggetto del titolo, della storia del settimo piano e mezzo o del trauma infantile dello scimpanzé Elijah... ma il vero piacere sta nello scoprire tutte queste cose e moltissime altre durante la visione di Essere John Malkovich. Io lo amo con tutto il cuore ma credo sia un film facile ad odiarsi, sicuramente sarà un'esperienza che non dimenticherete facilmente e che, se la ripeterete, vi aprirà ogni volta la mente su un mondo assurdo e sempre diverso. Come Malkovich. E come Cameron Diaz, che nel Bollalmanacco è già comparsa in altre vesti...

The Mask - Da zero a mito (1994), il suo film d'esordio. Bionda e bellissima, ruba il cuore di un Jim Carrey in formissima!

Paura e delirio a Las Vegas (1998) una semplice comparsata nei panni di una reporter che, in ascensore, viene turbata dai deliranti protagonisti.
  
Shrek - E vissero felici e contenti (2010) dove la voce di Cameron da vita all'orchessa Fiona, una delle principesse più toste mai create!

E il Cameron Diaz Day non finisce qui!! Ecco i link delle recensioni degli altri compagni d'avventura... ENJOY!!

Movies Maniac
Scrivenny
Recensioni Ribelli
Era meglio il libro
Director's cult
Pensieri cannibali
Coocking Movies
Montecristo

domenica 7 aprile 2013

The Mask - Da zero a mito (1994)

Alzi la mano chi, come me, non si vergogna di riguardare, di tanto in tanto, una divertente supercazzola come The Mask – Da zero a mito (The Mask), diretto nel 1994 dal regista Chuck Russell, tratto dall’omonima serie a fumetti della Dark Horse e trampolino di lancio per due future superstar come Jim Carrey (che nello stesso anno avrebbe furoreggiato con Ace Ventura e Scemo & più scemo) e Cameron Diaz.


Trama: Stanley Ipkiss è un povero impiegato di banca, vessato dal mondo intero. Dopo l’ennesima serata da dimenticare, però, gli capita di trovare per caso una maschera e di indossarla, dando così vita a The Mask, un folle dalla faccia verde e dalla dentatura prominente in grado di fare tutto ciò che Stanley ha sempre e solo sognato…


The Mask è una di quelle innocue pellicole che tanto andavano per la maggiore negli anni '90, quando ancora il concetto di cinecomic non esisteva e venivano pertanto "cannibalizzati" e dati in pasto al pubblico perlopiù ignaro personaggi minori di case editrici sconosciute o quasi. In questo caso l'esperimento può dirsi riuscito; The Mask (o Big Head, come viene chiamato nel fumetto) è passato dall'essere un folle e pericolosissimo emulo del Joker a un divertente pupazzone legato alla comicità dei personaggi di Tex Avery e dei cartoni animati della Warner. Il merito, neanche a dirlo, va in gran parte al faccia di gomma Jim Carrey, che da veramente il meglio di sé in ogni esilarante scena, in un continuo florilegio di citazioni, smorfie, voci e balletti che accompagna lo spettatore fino al termine dei titoli di coda: le sequenze più riuscite sono quelle che lo vedono protagonista assoluto, dalla vendetta iniziale contro tutte le persone che hanno sempre preso in giro Stanley per arrivare poi ai due spettacolari numeri musicali (la vera ragione per cui riguardo il film di tanto in tanto) sulle note delle trascinanti canzoni Hey Pachuco! e soprattutto Cuban Pete, dove l'intero corpo di polizia - e anche io, tutte le volte XD -  viene costretto a ballare insieme al nostro anti-eroe. 


Nel film viene ovviamente dato ampio spazio agli effetti speciali, talmente ben fatti che ad oggi non risultano nemmeno troppo datati (non a caso nel '95 il film aveva ricevuto la nomination all'Oscar proprio per la categoria in questione anche se alla fine aveva vinto Forrest Gump), un po' come accadeva ai tempi di Chi ha incastrato Roger Rabbit? quando più che alla CGI ci si affidava ai disegni animati, e i risultati risultano piacevoli anche quando la maschera passa al malvagio Dorian e al cagnolino Milo. Quest'ultimo, peraltro, è il personaggio meglio riuscito dell'intera pellicola o, meglio, l'attore più disciplinato, viste le mirabolanti imprese in cui si profonde la bestiola per tutta la durata di The Mask. Il resto del film non è nulla di particolarmente memorabile; Jim Carrey ha dimostrato di avere ben altre doti attoriali e qui porta comunque a casa un'interpretazione nella media, per quanto esilarante, Cameron Diaz si "limita" ad essere bellissima e ci riesce benissimo, i cattivi mostrano insospettabili ma apprezzabili lati umoristici e i buoni, incarnati nella solita coppia "sbirro integerrimo e de coccio/aiutante scemo e più malleabile", sono sufficientemente simpatici. Insomma, un prodottino anni '90 assolutamente nella media che comunque è sempre bello rivedere, di tanto in tanto. Se non l'avete mai visto recuperatelo, è meglio di tante altre boiate recenti!


Di Jim Carrey (Stanley Ipkiss), Peter Riegert (Luogotenente Mitch Kellaway) e Cameron Diaz (Tina Carlysle) ho già parlato ai rispettivi link.

Chuck Russell è il regista della pellicola. Americano, ha diretto film come Nightmare 3 – I guerrieri del sogno, Blob – Il fluido che uccide, La mossa del diavolo e Il re scorpione. Anche produttore, sceneggiatore e attore, ha 54 anni e un film in uscita.


Peter Greene (vero nome Peter Green) interpreta Dorian Tyrell. Americano, indimenticabile Zed di Pulp Fiction, ha partecipato anche ad altri film come Cuba Libre – La notte del giudizio e I soliti sospetti. Anche produttore, ha 47 anni e sei film in uscita. 


Amy Yasbeck interpreta Peggy Brandt. Attrice americana, moglie del compianto John Ritter, la ricordo per film come La casa di Helen, Pretty Woman, Piccola peste, Piccola peste torna a far danni, Robin Hood – Un uomo in calzamaglia e Dracula morto e contento, inoltre ha partecipato alle serie Dallas, Magnum P.I., La signora in giallo, I Robinson e Bones. Ha 50 anni. 


Avrete notato che Chuck Russell ha bazzicato più nell’horror che nella commedia; effettivamente, il tono di The Mask avrebbe dovuto essere ben più cupo e simile allo stile dei fumetti Dark Horse (per dire, tra le scene eliminate ce n’è una dove la giornalista Peggy viene uccisa da Dorian poco prima del finale) ma l’arrivo di Jim Carrey ha portato ad abbandonare il progetto. La franchise è poi proseguita su questa china con la serie animata The Mask (andata in onda dal 1995 al 1997 e arrivata anche in Italia sulle reti Mediaset) e con il film The Mask 2 del 2005, con Alan Cumming e Jamie Kennedy. Non avendo mai visto questo sequel non posso consigliarvi di vederlo, ma se vi fosse piaciuto The Mask posso dirvi di recuperare Io, me e Irene, Fuga dal mondo dei sogni, Darkman e Beetlejuice. ENJOY!!

lunedì 13 settembre 2010

Shrek - E vissero felici e contenti

E come tutte le belle cose, anche le serie cinematografiche finiscono. A dire il vero la saga di Shrek avrebbe dovuto già finire col terzo episodio, ma evidentemente la Dreamworks ci ha ripensato e ha deciso di produrne quest’anno un quarto, Shrek – E vissero felici e contenti (Shrek – Forever After), diretto dal regista Mike Mitchell.

ancora-un-nuovo-poster-per-shrek-forever-after-160157

La trama: l’orcone verde non ne può più. La vita familiare, all’inizio piacevole, gli sta stretta. La goccia che fa traboccare il vaso è la festa di compleanno dei tre figlioletti, a seguito della quale, dopo un litigio con la mogliettina Fiona, Shrek decide di fare un patto con l’infido Tremotino (in originale Rumpelstiltskin, ecco perché sulle proprietà del nanetto si legge la lettera R, anziché T): un giorno da orco libero in cambio di un giorno della sua infanzia. Purtroppo per l’orco, l’incauto desiderio genera un universo in cui lui non è mai nato, dove Tremotino regna sovrano.. e dove gli orchi sono fuorilegge!

Shrek-Forever-After-006

Nei fumetti della Marvel, quando le idee languono, gli scrittori ricorrono talvolta a storie ambientate nel futuro o ai cosiddetti “What if…?”, letteralmente “Cosa succederebbe se…?”. Ne nascono storie più o meno interessanti, che possono o meno inserirsi nella continuity regolare se i personaggi e il mondo in cui si muovono entrano a far parte degli innumerevoli universi alternativi, dove un minimo evento (faccio l’esempio della morte del Prof. Xavier prima di fondare gli X-Men, che ha dato vita alla devastante Era di Apocalisse) cambia tutto quello che conosciamo. Questo è quello che accade nell’ultimo capitolo di Shrek: prosciugate le idee legate al solito mondo di fiaba, gli sceneggiatori hanno deciso di dare un bel colpo di spugna e ricominciare da capo introducendo il personaggio di Tremotino, gnometto malefico capace di esaudire i desideri altrui a fronte di clausole decisamente infami, e consentendo così allo spettatore di godersi gli amati protagonisti di Shrek in versioni rivedute, corrette.. ed esilaranti. Abbiamo così un obeso Gatto con gli stivali (“Sfamami… se osi!!”) che vale da solo il prezzo del biglietto, una Fiona guerriera e uno Zenzy gladiatore, il tutto inserito nel solito gioco citazionista e parodico che nasconde il solito messaggio profondo e “serio”: mai disprezzare ciò che abbiamo, perché potremo perderlo da un momento all’altro.

shrek-forever-after-movie-image-9

Personalmente, direi che ben venga la perdita di ciò che abbiamo avuto finora dalla saga di Shrek. Sarà che del terzo film non rammento nulla, sarà che il primo ed il secondo episodio sono inarrivabili, sarà che il montaggio iniziale di questo Shrek – E vissero felici e contenti fa tanto Ricomincio da capo e si arriva a compatire l’orco verde per il tedio di una vita sempre uguale, sempre felice, senza nemici né problemi, ma l’arrivo di un universo alternativo dona nuova linfa vitale a personaggi che ormai avevano già detto tutto quello che potevano dire. La Fiona guerriera è mille volte meglio della Fiona mammina, e anche personaggi come il Gatto, Ciuchino o addirittura Zenzy all’inizio sprofondano in gag banalotte e già viste. Per quanto riguarda i nuovi villain, sono abbastanza carini e divertenti; Tremotino viene descritto come una sorta di “boss” della mala (dotato di parrucche intercambiabili che lo rendono assai simile a uno di quei mini troll) circondato da scagnozze streghe che sono un incrocio tra quelle del Mago di Oz e il Goblin dell’Uomo Ragno, mentre la presenza del Pifferaio Magico garantisce la riuscita degli esilaranti numeri musicali che hanno fatto la fortuna dei capitoli precedenti (il ballo collettivo degli Orchi è geniale, una delle gag più belle di tutto il film).

shrekforeverafter

Tra le cose negative di un film che alla fine merita e supera comunque la sufficienza c’è un finale troppo rapido, che lascia davvero il tempo che trova e che ci riporta, molto banalmente, alla situazione iniziale con il solito party/karaoke/ballo di gruppo conclusivo che ormai non fa quasi nemmeno più ridere. Non c’è il senso di addio definitivo che si percepiva in Toy Story 3, solo la sensazione di un capitolo aggiunto tanto per accontentare i fan e concedere anche a Shrek l’ambito “trattamento 3D” (inutile come per tutti gli altri cartoni animati, ma che due palle!!). E poi, una cosa che ho notato: ma gli orchi che popolano il quarto episodio e che spuntano tutt’a un tratto dopo che il desiderio di Shrek ha cambiato la storia di Molto Molto Lontano dove diamine erano nei film precedenti? Com’è che alla fine di questo capitolo ballano e cantano assieme agli altri personaggi nel finale come se ci fossero sempre stati? E su questa inquietante domanda.. chiudo la recensione!!

shrek_forever_after-4_20

Di Mike Myers, che in originale da la voce ad uno Shrek assai scozzese, ho già parlato qui. Cameron Diaz, che doppia l’orchessa Fiona, la trovate qua.

Mike Mitchell è il regista del film. Americano, ha già diretto Gigolò per sbaglio e Natale in affitto, oltre che ad alcuni episodi di Greg The Bunny. Ha 40 anni.

M_1

Eddie Murphy in originale presta la voce a Ciuchino. Comico americano che mi ha praticamente cresciuta negli anni ’80, attualmente un po’ in declino se devo proprio dirlo, lo ricordo per film come 48 ore, Una poltrona per due, Un piedipiatti a Beverly Hills, Il bambino d’oro, Un piedipiatti a Beverly Hills 2, Il principe cerca moglie, Ancora 48 ore, Un piedipiatti a Beverly Hills 3, l’imbarazzante Vampiro a Brooklyn, Il professore matto, Il dottor Dolittle, La famiglia del professore matto, Shrek, Il dottor Dolittle 2, La casa dei fantasmi, Shrek 2 e Shrek terzo. Aveva già lavorato come doppiatore del traghetto Mushu in Mulan mentre per la tv lo troviamo in un episodio di Star Trek: The Next Generation. Ha 49 anni e un film in uscita.

eddie_murphy

Antonio Banderas è il doppiatore originale del Gatto con gli Stivali. Geniale e versatile attore spagnolo scoperto dal regista Pedro Almodovar, è da parecchio una star internazionale. Tra i suoi film ricordo Donne sull’orlo di una crisi di nervi, Legami!, lo splendido La casa degli spiriti, Philadelphia, Intervista col vampiro, Desperado, Four Rooms, Evita, La maschera di Zorro, Spy Kids, Spy Kids 2 – L’isola dei sogni perduti, Missione 3-D: Game Over, C’era una volta in Messico, Shrek 2, The Legend of Zorro e Shrek terzo. Ha 50 anni e sei film in progetto, tra cui un film dedicato interamente al Gatto con gli stivali che dovrebbe uscire nel 2011, dal titolo Puss in Boots, per il quale è prevista anche la presenza di Salma Hayek come doppiatrice.

Antonio_Banderas

Julie Andrews in originale presta la voce alla Regina, madre di Fiona. Alzi la mano e, come sempre, si vergogni, chi non ha mai visto Mary Poppins; purtroppo noi italiani non abbiamo mai avuto l’onore di sentire la splendida voce originale di questa attrice e cantante inglese, ma la protagonista che dava il titolo al film era lei. Moglie del geniale regista Blake Edwards, che per scioccare l’audience volle l’ex babysitter canterina a seno nudo per il suo S.O.B., la ricordo per altri film come Tutti insieme appassionatamente, Victor Victoria, Shrek 2 e Shrek terzo, senza contare che presterà la voce alla mamma di Gru in Cattivissimo me. Ha 75 anni.

default-julie-andrews

John Cleese in originale doppia il Re, padre di Fiona. Meraviglioso attore inglese ed ex membro dei Monty Python, segnalo tra i suoi film Brian di Nazareth, Monty Python: il senso della vita, Un pesce di nome Wanda, Frankenstein di Mary Shelley, Mowgli – Il libro della giungla, Creature selvagge, Sperduti a Manhattan, Il mondo non basta, Rat Race, Harry Potter e la pietra filosofale, Harry Potter e la camera dei segreti, La morte può attendere, Charlie’s angels: più che mai, Shrek 2, Il giro del mondo in 80 giorni, Shrek terzo e La pantera rosa 2. Per la tv ha recitato in episodi di Agente Speciale, Monty Python’s Flying Circus, Monty Python, Doctor Who, Fawlty Towers, il meraviglioso Una famiglia del terzo tipo e Will & Grace, mentre come doppiatore aveva già lavorato nei film Fievel conquista il West, L’incantesimo del lago, George re della giungla…?, Charlotte’s Web, e alla versione inglese del Pinocchio di Benigni, nei panni del Grillo Parlante. Ha 71 anni e due film in uscita.

300_cleese_john_lc_101408

Inutile dire che, se vi è piaciuto il quarto episodio, vi consiglio di vedere anche i primi tre, se non lo avete già fatto. Vi lascio ora con il trailer originale del film... ENJOY!!




lunedì 30 agosto 2010

Paura e delirio a Las Vegas (1998)

Lo avevo già visto una volta, mi era piaciuto. Ho voluto riprovarci, mi è ripiaciuto e ora mi trovo davanti l’ingrato compito di recensire un film complicato ed assurdo come Paura e delirio a Las Vegas (Fear and Loathing in Las Vegas), tratto dal libro Paura e disgusto a Las Vegas di Hunter S. Thompson e girato nel 1998 da Terry Gilliam. Pigliatevi la vostra droga sintetica preferita e continuate la lettura…

A70-2405

Il giornalista Raoul Duke, assieme all’amico e avvocato Dr. Gonzo partono alla volta di Las Vegas per un paio di reportage, con una quantità incredibile di droghe al seguito. Difficile trovare il tempo e le facoltà mentali per scrivere gli articoli quando queste ultime sono praticamente annientate da qualunque droga esistente al mondo…

tumblr_kpc4wbXE1Y1qzexpio1_500

La trama di per sé è facile, perché è praticamente inesistente. Dovete sapere che tutto quello che troverete nel film (o quasi), deliri e visioni compresi, è tratto da quella specie di narrazione autobiografica che è, appunto, Paura e disgusto a Las Vegas, l’opera principale di una corrente denominata Gonzo Journalism di cui Thompson è praticamente il padre. Ora, per chi non lo sapesse, in due parole, il Gonzo Journalism è un tipo di giornalismo che racconta al pubblico fatti veri pesantemente filtrati dal punto di vista soggettivo del giornalista, che aggiunge pensieri, considerazioni proprie e anche un bel po’ di immaginazione. Se poi l’immaginazione è scatenata dall’ingestione di pesanti droghe non si capisce più dove finisca la realtà e dove cominci la finzione.

images

Ora, pensate come dev’essere rendere in pellicola un casino simile. Dopo dieci minuti di film, lo giuro, non si capisce quasi più il motivo per cui Duke e Gonzo sono a Las Vegas: basta accettare la cosa, rilassarsi sulla poltrona e godersi il trip per apprezzare Paura e delirio a Las Vegas. La cosa per fortuna non è difficile perché le immagini con cui Gilliam riempie la testa dello spettatore sono vividi spezzoni di puro delirio: ci sono avvocati che si trasformano in Satana, stanze di hotel allagate, persone che si trasformano in umanoidi simili a lucertole, immaginari processi inquietanti come quelli di Alice nel Paese delle Meraviglie e, soprattutto, il kitch di Las Vegas: la città dove più di ogni altra si concentrano il Sogno americano e la distruzione dello stesso, un trionfo di luci, suoni, colori che si spreca per riempire quel gigantesco Nulla su cui si regge il tempio del divertimento e della perdizione per eccellenza. Non è un caso che Duke e Gonzo si strafacciano di qualunque cosa e proprio lì; da come l’ho capita io, il film e il libro non vogliono essere né un elogio né una critica delle droghe pesanti, ma semplicemente la constatazione di come una generazione di americani delusi dal loro stesso paese cercassero di evadere dalla realtà con l’intenzione di “ribellarsi al sistema” finendo poi per diventare inutili e molli come l’oggetto del loro disgusto. E Las Vegas è ovviamente la summa di tutto quanto è inutile, superfluo e ridicolo in America. 

1moviebody-fear-and-loathing

Inutile andare avanti a descrivere il film, dovete provarlo. Sappiate solo che Johnny Depp (abbruttito e trash da morire, immerso nei veri abiti di Thompson e praticamente un sosia del giornalista) nei panni di Duke è semplicemente geniale, con i suoi versi da squinternato e le sue pose da paranoico, e Benicio del Toro, che di solito, come ho detto in un post precedente, vorrei abitasse nel mio armadio, in questa pellicola è schifoso, laido e sucido a livelli improponibili, il personaggio più esilarante e al tempo stesso più odioso di tutta l’accozzaglia di freaks che ci vengono mostrati. Un essere che viene perfettamente descritto dallo stesso Duke: “One of God's own prototypes. Some kind of high-powered mutant never even considered for mass production. Too weird to live, and too rare to die” (Uno dei prototipi di Dio. Una specie di potentissimo mutante che non è mai stato preso nemmeno in considerazione per una produzione in serie. Troppo strano per vivere e troppo raro per morire. – E scusate la traduzione maffa - ). Se pensate che questo personaggio è esistito veramente, non vi viene voglia di dare un’occhiata a questo particolarissimo film?

MPW-19877

Di Johnny Depp ho già parlato in questi post, mentre un piccolo excursus della carriera di Benicio del Toro lo trovate qua.

Terry Gilliam è il regista della pellicola. Ex membro dei Monty Python, il visionario per eccellenza (e unico americano) del gruppo inglese, lo ricordo per aver diretto e scritto film complicatissimi e affascinanti, tra cui Monty Python, Brazil, La leggenda del re pescatore, L’esercito delle 12 scimmie, The Brothers Grimm e Parnassuss – L’uomo che voleva ingannare il diavolo. Ha 70 anni e un film in progetto che ormai sta diventando quasi una barzelletta per i fan del regista: The Man Who Killed Don Quixote, una delle pellicole più osteggiate, rimandate, sfigate della storia del cinema moderno. Auguri, Terry!

images2

Christina Ricci interpreta Lucy. Impossibile dimenticare la faccetta tonda della ragazzina che interpretava la dolcissima Kate in Sirene, la meravigliosa Mercoledì ne La Famiglia Addams e La Famiglia Addams 2 o la tenera Kat in Casper; anche se negli ultimi tempi la signorina si è un po’ persa in tristi produzioni è sempre un piacere vederla recitare. Oltre ai film citati ricordo Tempesta di ghiaccio, Small Soldiers, Pecker, Il mistero di Sleepy Hollow, La morsa del diavolo, e l’inguardabile Cursed – Il maleficio. Ha partecipato a telefilm come Malcom, Ally McBeal, Joey, Grey’s Anatomy e doppiato un episodio de I Simpson. Americana, ha 30 anni e quattro film in uscita.

342ac_Christina+Ricci+Latest+Hair

Cameron Diaz interpreta la giornalista bionda concupita da Gonzo. Altra attrice che, personalmente, amo alla follia, la ricordo per film come The Mask, Una cena quasi perfetta, Acque profonde, Il matrimonio del mio migliore amico, Una vita esagerata, Tutti pazzi per Mary, il carinissimo Cose molto cattive, il particolarissimo Essere John Malkovich, Charlie’s Angels, Minority Report, Gangs of New York, Charlie’s Angels: più che mai e i nuovissimi The Box e Innocenti bugie che vorrei vedere assolutamente. Ha anche prestato la voce alla principessa Fiona in tutti e quattro i film di Shrek, l’ultimo dei quali sta uscendo proprio in questi giorni. Americana, ha 38 anni e due film in uscita.

cameron-diaz-22209

Tobey Maguire interpreta l’orrendo streppone che chiede un passaggio a Gonzo e Duke. Uno dei tanti attori americani giovani, bellocci e sopravvalutati, che durano una o due stagioni per film più o meno d’impatto (in questo caso il signorino ha incarnato nientemeno che Peter Parker nella trilogia di Spider Man diretta da Sam Raimi), lo ricordo per film come Tempesta di ghiaccio, Harry a pezzi, i bellissimi Pleasantville e Le regole della casa del sidro e l’orrido Seabiscuit; ha recitato inoltre nei telefilm Ai confini della realtà, Blossom, Pappa e ciccia e Walker Texas Ranger. Americano, ha 35 anni e tre film in uscita.

tobey-maguire

Tra le miriadi di guest star che fanno comparsate più o meno lunghe all’interno del film segnalo Verne Troyer, il Minime della serie Austin Powers, il bassista dei Red Hot Chili Peppers, Flea, che interpreta un musicista, e due reduci de Il miglio verde: Michael Jeter (Eduard Delacroix nel film di Darabont) nei panni di un assurdo psicologo anti – droga, e Harry Dean Stanton (Toot – Toot) nei panni di un giudice. Anche l’autore del libro omonimo da cui è tratto il film, Hunter S. Thompson, compare in un flashback. A quanto pare, comunque, la gestazione del film è stata tutt’altro che rosea e ad occhio e croce risale a metà degli anni ’70 visto che per interpretare i due protagonisti era in lizza innanzitutto la coppia Jack NicholsonMarlon Brando poi, quando il duo è diventato troppo vecchio, si era pensato ai mitici Dan Aykroyd e John Belushi, ma dopo la morte di quest’ultimo il casting è andato a farsi friggere e per un po’ si era parlato di avere John Malkovich nel ruolo di Duke, ed alla fine era stato quasi confermato John Cusack. Peccato, tutte le accoppiate e i singoli attori scelti sarebbero state vincenti e ben particolari! A confermare la difficoltà di girare un film simile c’è anche la decisione di registi del calibro di Oliver Stone e Martin Scorsese che hanno rinunciato all’impresa. Non una pellicola facile né per i coinvolti né per gli spettatori, ma se vi è piaciuta vi consiglio, per motivi diversi, di vedere Easy Rider (per avere un altro scorcio dell’epoca), A Scanner Darkly (per vedere un altro film dove droghe e deliri la fanno da padrone) e infine 8 ½ di Fellini (per dare testimonianza di un’altra autobiografia pesantemente filtrata da sogni e fantasia). E ora vi lascio con lo stranamente normalissimo trailer del film! ENJOY!



Se vuoi condividere l'articolo

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...