Primo della pressoché infinita sfilza di cinecomics che ci verranno propinati quest'anno, è arrivato anche a casa Bolla
Black Panther, diretto e co-sceneggiato dal regista
Ryan Coogler.
NO SPOILER,
of course.
Trama:
dopo la morte del padre, T'challa diventa sovrano del ricchissimo Wakanda ed eredita i poteri della Pantera Nera. Oltre a proteggere lo stato africano dalle mire del mondo esterno, il nuovo re deve anche fare i conti con una minaccia dal passato...
Lo scrivo all'inizio del post così ci togliamo il dente: dopo DIECI anni davvero non avete ancora capito che dovete rimanere seduti a subire in silenzio TUTTI i titoli di coda di un film
Marvel perché ci saranno come minimo DUE scene
post credits, solitamente la migliore proprio alla fine degli stessi? In una sala gremita, al primo spettacolo ho contato otto spettatori rimanenti, quando sono andata io pochi di meno. Siete ridicoli, su. A parte questo sfogo,
Black Panther era uno dei film del
MCU a cui non avrei dato un euro e invece mi sono trovata davanti l'opera migliore dai tempi di
Winter Soldier (parlando ovviamente di pellicole con un'impronta action e seria, ché
Guardiani della Galassia gioca su un altro livello, ormai direi che sia chiaro a tutti...). Il personaggio di Pantera Nera, supereroe africano del quale, beninteso, a me non è mai importato una cippa come del resto di tutti i Vendicatori cartacei, viene portato sullo schermo con intelligenza e finezza, grazie ad una sceneggiatura non esente da cliché ma comunque interessante ed entusiasmante, che sottolinea le differenze del personaggio rispetto ai suoi colleghi americani, inglesi ed extraterrestri. T'Challa, infatti, non è un "banale" supereroe con superproblemi, bensì un re guerriero, conscio dei doveri non già verso il mondo ma verso la sua gente, il popolo di Wakanda. Questa piccola nazione inventata, situata nel cuore dell'Africa, ha la particolarità di sembrare un poverissimo Paese di contadini ma in realtà, grazie al metallo chiamato Vibranio, è invece una fucina di scienza, tecnica e ricchezza, dove gli abitanti vivono in bilico tra tradizioni tribali e un progresso inimmaginabile; per proteggersi da eventuali minacce esterne, radicate in un desiderio di espansione coloniale ai danni dei popoli "deboli", Wakanda deve mantenere una maschera di povertà ed ignoranza e per questo il suo re è sempre stato costretto a lasciare che la sua gente (le persone di colore non Wakandiane) venisse ridotta in schiavitù e privata di terre e diritti. Partendo da questo assunto,
Black Panther collega una storia di pura fantasia a lotte civili realmente accorse e contestualizzate nel tempo, spingendo lo spettatore a riflettere assieme ai personaggi su quale sia il modo migliore per aiutare i nostri simili ed evitare l'insorgere di violenza ed ignoranza, ché spesso a nascondere la testa sotto la sabbia si fanno solo danni: è giusto rimanere isolati per timore di venire schiacciati dal mondo esterno, privando così quest'ultimo di importanti scoperte scientifiche, oppure è più vantaggioso tendere una mano ed instaurare un rapporto di mutuo arricchimento? E' meglio costruire muri o ponti? Domande banali, domande necessarie in tempi bui come questi, non solo nell'America di Trump ma anche nell'Italia di Forza Nuova, Salveenee e Casapound, e fa ridere che sia un film
Marvel a doverle porre scatenando il panico nelle teste vuote di tutto il mondo.
C'è tanto cuore, dunque, in questo
Black Panther ma anche tanta azione, visto che T'challa e i suoi degni compari sono dei
badass da primato. Anche stavolta il PG-13 ha reso di gomma gli artigli della Pantera, per carità, ma le scene d'azione sono parecchio goduriose e ben coreografate, perlomeno quando non sono ambientate in un tunnel nero dove si scontrano le pantere, ché lì mi è sembrato di guardare un videogame; alla tecnologia Wakandiana, che rende possibile l'impossibile, va dato il merito di buona parte della riuscita degli inseguimenti mozzafiato sia in auto che sui mezzi alati mentre la regia di
Ryan Coogler, fattosi le ossa con
Creed - Nato per combattere, ha reso per una volta chiari e gradevoli i corpo a corpo rituali ambientati sul ciglio della cascata.
Black Panther è molto curato anche dal punto di vista delle scenografie e dei costumi, un mix di design dal moderno al fantascientifico e ispirazioni tribali, con abiti utilizzati per caratterizzare le diverse tribù del Wakanda attraverso una commistione di colori e materiali che ricordano molto quella dei reali stati africani, in più ha anche una splendida colonna sonora tra il truzzo e il tribale, perfetta per esprimere la particolare natura "borderline" di T'challa e del suo popolo. A proposito di colonna sonora, devo collegarmi proprio alle canzoni, anzi, a
What is Love di
Haddaway per parlare degli attori, partendo da chi mi ha colpita al punto da pregare (invano, ahimé) per uno
spin-off interamente dedicato al personaggio. Mi riferisco, ovviamente, all'Ulysses Klaue di
Andy Serkis, matto come un cavallo ed esaltante come pochi altri villain del
MCU (diciamo proprio nessuno, a parte l'indimenticato Yondu), in grado di surclassare ad occhi chiusi il pur valido Killmonger di
Michael B. Jordan e di riconfermarsi uno dei più grandi attori "commerciali" al mondo; apprezzatissima anche la Okoye di
Danai Gurira, la donna capace di stenderti con un'occhiataccia mortale anche quando non è armata di katana come in
The Walking Dead o impegnata a far volteggiare lance come in questo caso. Come al solito, i personaggi secondari mi hanno colpita più di quelli principali (a Mirco è piaciuto il rinoceronte leppegoso, per dire...) ma sarebbe un peccato non rendere merito a
Chadwick Boseman per la fiera interpretazione del suo T'Challa e a
Lupita Nyong'o per la dolce e forte Nakia, così come sarebbe un peccato se futuri sceneggiatori e registi mancassero di sviluppare la giovane Shuri, simpatico
comic relief dell'intera operazione, fortunatamente non irritante né invasivo come un
Thor: Ragnarok qualsiasi. Gli artigli della Pantera hanno quindi colpito, signori. Speriamo che
Avengers: Infinity War sia altrettanto bello!
Del regista e co-sceneggiatore
Ryan Coogler ho già parlato
QUI.
Chadwick Boseman (T'Challa/Black Panther),
Michael B. Jordan (Erik Killmonger),
Lupita Nyong'o (Nakia),
Martin Freeman (Everett K. Ross),
Daniel Kaluuya (W'Kabi),
Forest Whitaker (Zuri) e
Andy Serkis (Ulysses Klaue) li trovate invece ai rispettivi link.
Angela Bassett interpreta Ramonda. Americana, la ricordo per film come
FX- Effetto mortale, Un poliziotto alle elementari, Critters 4, Amore all'ultimo morso, Malcom X, Strange Days, Vampiro a Brooklyn e
Contact; inoltre, ha partecipato a serie quali
I Robinson, Flash, Nightmare Cafe, Alias, E.R. - Medici in prima linea, American Horror Story e ha doppiato episodi de
I Simpson e
Bojack Horseman. Anche produttrice e regista, ha 60 anni e due film in uscita,
Avengers: Infinity War e
Mission: Impossible - Fallout.
Danai Gurira, che interpreta Okoye e che dovrebbe tornare anche in
Avengers: Infinity War, è ovviamente la Michonne della serie
The Walking Dead mentre
Letitia Wright, che interpreta Shuri, dovrebbe tornare sia nel succitato
Infinity War ed essere tra i protagonisti dell'imminente
Ready Player One; altro volto conosciuto è quello di
Sterling K. Brown, alias N'Jobu, che in
American Crime Story era l'avvocato Christopher Darden. In tempi non sospetti, ovvero negli anni '90,
Wesley Snipes avrebbe voluto interpretare Pantera Nera e aveva realizzato persino uno script; l'attore avrebbe voluto che la storia fosse interamente ambientata in Africa mentre il regista legato al progetto,
John Singleton, preferiva l'America dei movimenti civili, inoltre il nome Black Panther era ancora troppo legato all'omonimo gruppo di attivisti, così non se n'è fatto nulla e nel frattempo
Wesley Snipes è diventato troppo vecchio per il ruolo. Oltre a
Wesley Snipes ci sono altri attori che hanno sperato di diventare Pantera Nera e quasi tutti sono poi finiti ad interpretare altri personaggi nel
MCU, come
Djimon Hounsou (Korath nel primo
Guardiani della Galassia) ed
Anthony Mackie, diventato Falcon al posto di
Michael B. Jordan, che aveva fatto il provino per il ruolo e invece è diventato Killmonger. Manca solo
John Boyega all'appello, considerato per il ruolo di T'Challa ma ancora fuori dal
MCU per ora. Per quel che riguarda i registi, invece, la prima a cui era stato proposto di lavorare a
Black Panther è stata
Ava DuVernay, che si è ritirata dal progetto per divergenze creative ma è rimasta a lavorare con la
Disney per l'imminente
Nelle pieghe del tempo. Dopo tutto questo infoporn passiamo alle cose serie, ovvero alla
CONTINUITY! T'Challa, assieme al padre T'Chaka, è comparso per la prima volta in
Captain America: Civil War (e tornerà assieme a quasi tutti gli eroi nel pluricitato
Avengers: Infinity War); nello stesso film era comparso anche l'agente Everett Ross mentre per la prima apparizione di Ulysses Klaue bisogna risalire all'anno precedente con
Avengers: Age of Ultron. Apparentemente, quindi, per godere appieno di
Black Panther avreste da recuperare solo tre film... ma non scherziamo, ecco l'elenco completo delle pellicole che compongono il
MCU, per una volta
in ORDINE CRONOLOGICO:
Captain America: Il primo vendicatore, Iron Man, Iron Man 2, L'incredibile Hulk,
Thor (qui aggiungete di nuovo
Captain America: Il primo vendicatore),
The Avengers,
Iron Man 3,
Thor: The Dark World,
Captain America: The Winter Soldier, Guardiani della Galassia, Guardiani della Galassia vol. 2, Avengers: Age of Ultron,
Ant - Man,
Doctor Strange,
Captain America: Civil War, Spider-Man: Homecoming e
Thor: Ragnarok. ENJOY!