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venerdì 31 maggio 2019

Cimitero vivente (1989)

Approfittando di un graditissimo regalo di compleanno ho rivisto in questi giorni Cimitero vivente (Pet Sematary), diretto nel 1989 dalla regista Mary Lambert e tratto dal romanzo Pet Sematary di Stephen King. Sarà un post lungo e sconclusionato.


Trama: il medico Louis Creed, da poco trasferitosi con la sua famiglia in una cittadina del Maine, viene a conoscenza dei poteri di resurrezione di un terreno indiano poco distante dalla nuova casa il giorno in cui muore l'adorato gatto della figlia.



Ho procrastinato, lo ammetto. Avevo intenzione di guardare Cimitero vivente subito dopo Pet Sematary e poi non ce l'ho fatta. Giusto la settimana scorsa la mia famiglia ha subito un terribile lutto e francamente non me la sentivo di immergermi nell'atmosfera cupa e mortifera di quello che ritengo uno dei più begli adattamenti Kinghiani. Ovviamente, avevo ragione a non sentirmela, perché Cimitero vivente gioca sporco, più del suo cugino del 2019, ed entra nel cuore dello spettatore in un modo che l'80% degli horror si può solo sognare. E pensare che la sceneggiatura l'ha scritta Stephen King in persona e sappiamo tutti quanto lo zio Steve, nonostante sia uno degli scrittori migliori di sempre, sia un cane per quanto riguarda gli adattamenti cinematografici delle sue stesse storie; stavolta, nonostante qualche passo falso (Pascow "fantasma buono", poi ci torno), King non sbaglia un colpo e ci strappa il cuore dal petto sbattendoci in faccia il dramma ineluttabile della famiglia Creed partendo in primis dalla costruzione dei personaggi e dei legami che intercorrono tra loro. Di Pet Sematary lamentavo l'utilizzo improprio di Jud Crandall, quel suo essere amico di famiglia "perché sì", mentre qui il "perché sì" non esiste e nonostante il metraggio breve della pellicola si ha tutto il tempo di indagare a fondo nell'animo dei protagonisti. Il rapporto di amicizia tra Jud e Louis viene creato e reso plausibile anche senza la presenza della moglie di Jud (salvata, nel romanzo, proprio da Louis) e in questo modo risultano verosimili non solo l'offerta di seppellire Church nel cimitero indiano ma anche il dolore causato dal tradimento, per quanto fomentato da forze superiori, assieme al fondato terrore di aver provocato la morte di un bambino e distrutto così la propria "nuova" famiglia, fatta di figli e nipotini acquisiti. Assistiamo inoltre a scene di una vita familiare "sana", colma d'amore ma ben lontana dall'essere idillica in quanto percorsa naturalmente, senza il bisogno di ricorrere a visioni di sorelle morte male, da una vena di disagio e risentimento, con quel padre che sente il bisogno di consolare la figlia piangente senza proteggerla dalla realtà e la madre che invece deve sempre rassicurarla che tutto andrà per il meglio, mentendole a più riprese anche per cose "banali" come la salute del gatto. Tra una colazione, una dissertazione sulla morte e una confessione, arriviamo a volere molto bene a tutti i membri della famiglia Creed (sì, anche a Rachel ed Ellie, due pittime rompiscatole) ed è per quello che ci sentiamo male quando la tragedia li colpisce con forza.


La morte di Cage è una delle scene più devastanti presenti in un horror e non tanto per l'incidente in sé (anche se quella scarpina sull'asfalto è angosciante) quanto per la tensione che monta dal momento in cui viene mostrato il camion della Orinco partire dal deposito, per la riproposta dell'incidente evitato per un soffio a inizio film, per l'idea che a morire sia quell'adorabile piccino biondo che fino a quel momento è stato ripreso in tutta la sua tenera vivacità di frugolo di due/tre anni, attorniato dalle attenzioni di un padre amorevole e di una madre terrorizzata dall'idea stessa della morte. La fine di Gage OFFENDE, letteralmente, lo spettatore, lo colpisce per il suo realismo estremo, reiterato nel corso di un funerale dove le reazioni dei coinvolti potrebbero sembrare esagerate ma personalmente ho ancora fresco il ricordo di familiari piangenti, urlanti e lo stesso incapaci di mettere da parte le divergenze in momenti dolorosi, come se rancore e morte dovessero per forza andare a braccetto; il pianto disperato di Rachel, in cerca del conforto della madre mentre marito e padre si prendono a pugni, mi ha sconfitta e portata a mettere il blu-ray in pausa per una decina di minuti, consapevole del fatto che sì, il resto del film fa molta paura, ma perlomeno non fa male come quanto accorso prima. Per buona parte di Cimitero vivente, quindi, l'elemento horror viene messo da parte in favore di quello più umano, quanto più vicino possibile al nucleo di un romanzo che trovava nella riflessione sulla morte (sulla sua "sana" accettazione, sul desiderio di negarla fino a pervertirla, sulla fragilità di una razionalità sbandierata come un vanto e messa a contrasto della "sciocchezza" della donna paurosa) il suo cuore pulsante.


Però, ovviamente, parliamo sempre di un horror e Cimitero vivente è zeppo di scene che mi hanno terrorizzata da ragazzina e mi danno i brividi ancora oggi. Prendiamo Pascow, per esempio. La sua funzione di Yoda è forse l'errore più sciocco commesso da Stephen King in fase di adattamento, più che sciocco incoerente (Pascow dovrebbe aiutare Rachel a raggiungere Louis prima che l'uomo compia l'insano gesto ma in questo modo accelera la fine della donna, poveraccia. E va bene che alla fine, quando lei dice "Sono convinta che andrà tutto bene", lui risponde "Io no", però allora sei un paraculo, caro Pascow), tuttavia la morte e il ritorno di Pascow sono scioccanti, non solo per il makeup utilizzato ma perché Brad Greenquist è inquietante e magnetico di per sé. E vogliamo parlare di Zelda? Zelda è l'incarnazione di ogni cosa sbagliata, dell'orrore che non solo si nasconde nel buio ma si cela tra i membri della tua stessa famiglia, così da non lasciarti scappare mai più. E' vero, la Zelda di Pet Sematary si muove a scatti rantegosi come Samara e per questo tocca corde di vero terrore, ma la Zelda di trent'anni fa arrivava inaspettata, era un abominio inserito in una storia di reale dolore, l'incubo di una bambina fattosi carne, e quanto è ancora dannatamente efficace non lo so spiegare. Lo stesso vale, ovviamente, per Gage. Povero, bravissimo Miko Hughes, che per anni ho pensato traumatizzato dalla realizzazione di Cimitero vivente. In realtà, santo pulcino, le sequenze più gore sono state girate o utilizzando un pupazzo oppure inserite in seguito mentre lui recitava in un ambiente controllatissimo e tranquillo, quindi immagino che non ne abbia troppo risentito; in compenso, orde di spettatori non dimenticheranno mai la sua faccetta maligna e la vocetta che invita "mommy" e "daddy" a giocare con lui, né la manina prensile che brandisce il maledetto bisturi (oggetto di scene talmente iconiche da venire riproposte, con un twist, anche nel nuovo Pet Sematary), capaci di popolare gli incubi nemmeno si fosse trattato di una bambola assassina. E forse, in alcuni casi, era proprio così. Insomma, sono passati trent'anni ma è come se fosse ieri e Cimitero vivente continua ad essere uno dei miei horror preferiti, anche se più invecchio più alla paura subentra un magone senza fine. Chissà quando avrò il coraggio di rivederlo ancora o di rileggere di nuovo il libro di King, altra fonte di ansia e ipocondria di livello mille.


Della regista Mary Lambert ho già parlato QUI mentre Fred Gwynne, che interpreta Jud Crandall, lo trovate QUA.

Denise Crosby interpreta Rachel Creed. Americana, ha partecipato a film come Sulle orme della Pantera Rosa, 48 ore, Pantera Rosa - Il mistero Clouseau, La bambola che uccide, Jackie Brown, Deep Impact e a serie quali Hunter, Baywatch, X-Files, Dexter, Bones, Prison Break e The Walking Dead. Anche produttrice, ha 62 anni e un film in uscita.


Brad Greenquist interpreta Victor Pascow. Americano, ha partecipato a film come Poliziotti a due zampe, Lost Souls - La profezia, Il diario di Ellen Rimbauer, The Lone Ranger, Annabelle 2: Creation e a serie quali Jarod il camaleonte, Streghe, Nash Bridges, Walker Texas Ranger, Six Feet Under, Alias, CSI: NY, ER - Medici in prima linea, Medium, Heroes, Cold Case, CSI: Miami, Bones e Ringer. Anche produttore, ha 60 anni e due film in uscita.


Miko Hughes interpreta Gage Creed. Americano, lo ricordo per film come Un poliziotto alle elementari, Nightmare - Nuovo incubo, Apollo 13, Spawn, Codice Mercury e Tropic Thunder, inoltre ha partecipato a serie quali Cose dell'altro mondo, Beverly Hills 90210, Melrose Place, La tata, Baywatch, Roswell e Veronica Mars. Anche regista e sceneggiatore, ha 33 anni.


Stephen King, autore anche della sceneggiatura, compare nel ruolo del prete che celebra il funerale di Missy. Bruce Campbell era la prima scelta per il ruolo di Louis Creed, finito chissà perché a Dale Midkiff, la cui carriera non è mai davvero decollata, né prima né dopo il film; George Romero avrebbe dovuto invece dirigere la pellicola ma, visti i ritardi in fase di produzione, ha abbandonato il progetto per dedicarsi a Monkey Shines - Esperimento nel terrore mentre Tom Savini ha direttamente rifiutato l'offerta. E' infine di Jonathan Brandis, futuro Bill della miniserie It, una delle voci di bambini che si sentono all'inizio, intenti a leggere i necrologi dei loro animaletti. Detto questo, se Cimitero vivente vi fosse piaciuto, recuperate il recentissimo remake, devastatevi la psiche col seque, Cimitero vivente 2, e non mancate di leggere il romanzo di King. ENJOY!


martedì 7 luglio 2015

Bolla's Top 5 - Summer Horrors

Yeeh, una Top 5, quanto tempo!! Sarò brutalmente sincera, l'evento nasce dal fatto che non ho avuto molto tempo di guardare film e recensirli in questi giorni ma fortunatamente il periodo estivo e l'imminente Notte Horror Blogger Edition 2015 cascano a fagiuolo per parlarvi di quali horror abbiano accompagnato le calde notti durante l'ultima infanzia e la prima adolescenza. E i vostri, se ci sono, quali sono stati? ENJOY!


5. La notte dei morti viventi
Il remake di Tom Savini è stato uno dei primi film registrati da Notte Horror e nonostante sia diventato uno dei miei must, tanto da averlo poi riguardato almeno due/tre volte all'anno negli anni a venire, ricordo che la mia prima reazione era stata: "Embé? Cribbio ma non è possibile che spuntino morti da tutte le parti dopo solo due minuti!! Ma che vuol dire, perché??? NON HA SENSO." Beata ingenuità. E bravo Savini che in seguito mi avrebbe portata a recuperare l'originale di Romero.

4. La casa 7
"CheMMerda!" vi sento già dire. E avete ragione, ché questo emulo di Sotto Shock, chiamato La casa 7 senza che ci fosse la 6 di mezzo (volendo possiamo contare La casa di Helen. Ma non avete idea di quanto mi fossi incarognita all'epoca, convinta che Italia 1 ne avesse saltato un capitolo!!) non si può proprio guardare, nonostante sequenze di alta macelleria. Ma è il primo e unico horror che sono riuscita a fare vedere ad una mia amica completamente digiuna, quindi non posso non volergli bene.

3. The Mangler - La macchina infernale
Beh, di questo vi ho già parlato l'anno scorso. Visto, rivisto e stravisto milioni di volte, con un Robert Englund che gigioneggia senza ritegno ed ettolitri di sangue, mi ha tenuto compagnia più di una volta nelle giornate estive piovose.

2. Cimitero vivente
Ancora Stephen King, amata compagnia estiva sia in versione cartacea che cinematografica. A differenza delle quattro supercazzole che ho nominato nella Top 5, Cimitero vivente è un capolavoro (ed è per questo che non ho mai avuto il coraggio di recensirlo), fa una paura fotonica e mette un magone infinito. Non proprio adatto al periodo estivo leggero ma comunque è in grado di richiamarmi l'adolescenza e le vacanze più di molti altri film.

Gelatiii!! Chii vuole i gelatii? Ma come? Non avete passato una felice, felice giornata? Mal ve ne incolga! Questo, assieme a Milo, è stato IL caso dell'estate credo 1996, massimo 1997: TUTTI l'avevamo visto, NESSUNO di noi lo aveva capito e apparentemente neppure apprezzato ma nessuno se lo è dimenticato. E io è da allora che cerco disperatamente il DVD per rimpiazzare la cassetta ormai rovinata dalle millemila visioni di quest'incredibile trashata senza vergogna!


Con questo post colgo l'occasione per dirvi che dalla settimana prossima comincerà la Notte Horror On the Blog 2015: ogni martedì, fino a settembre, DUE post a tema horror sui vari blog che partecipano all'iniziativa, uno alle 21 e uno alle 23. Non c'è ancora un calendario definitivo ma dovrebbero cominciare il 14 luglio Montecristo con Il conte Dracula e Director's Cult con The Wicker Man. Save the date e... ENJOY!

It's coming...!

giovedì 31 ottobre 2013

Bolla's Top 5 - La paura fa 90

Buon Halloween! Lo so che oggi avrei dovuto parlare delle uscite italiane settimanali, ma che festa sarebbe se non ci si soffermasse invece un po' sull'horror? La classifica odierna verterà sulle scene più spaventose dei film "de paura" e sarà molto soggettiva perché il criterio di scelta è stato la risposta a questa semplice domanda: quando rimango chiusa in un posto buio, o arrivo a casa di sera, o le luci si spengono mentre scendo le scale di qualche condominio, quali sono le scene che mi tornano alla mente bloccandomi come un cervo abbagliato dai fari dell'auto? Se avete cercato di dimenticare questi terribili momenti cinematografici mi scuso per averli riportati in auge ma insomma, questa è la festa più spaventosa dell'anno, quindi occhio agli inevitabili SPOILER e.... ENJOY!

5. L'appartamento della niña Medeiros (REC, 2007)
Angela, la reporter di Mientras usted duerme, è riuscita a sopravvivere per tutto il film alle orde di indemoniati/zombie famelici ed urlanti che infestavano il condominio barcellonese. Alla fine arriva nell'appartamento dove è cominciato tutto, un luogo pericolosissimo e completamente buio, dove l'unico a poter vedere qualcosa è il suo fido cameraman (e, di conseguenza, lo spettatore), grazie alla telecamera configurata per le riprese in notturna. Momenti di panico agghiaccianti mentre una figura mostruosa, deforme, comincia a vagare nelle tenebre brandendo un martello...



4. Pennywise il Clown Ballerino (IT, 1990) 
Come si fa a scegliere una sola scena? IT mi ha devastata in più di un momento ma, se chiudo gli occhi, sono due le sequenze topiche che ricorderò finché campo: quella iniziale, preceduta da quel Fur Elise che ora non posso più sentire nemmeno per sbaglio, in cui Pennywise compare tra le lenzuola stese e la bimbetta fiduciosa e deliziata gli corre incontro e, ovviamente, quella in cui il piccolo Georgie viene attirato dal clown vicino alla grata del marciapiede. Nel corso degli anni al terrore visivo si è aggiunto anche quello uditivo perché la voce di Tim Curry è semplicemente agghiacciante: "You'll FLOAT too!!".



3. Toshio e Ayako compaiono nei luoghi più impensabili (Ju-On: Rancore, 2002 - Ju-On: Rancore 2, 2003 The Grudge, 2004)
Che abbiate visto The Grudge o Ju-On non importa, molto probabilmente capirete comunque di cosa sto parlando visto che le scene in questione sono state comprese in entrambe le versioni. Dal giorno in cui mi è capitato di vedere uno di questi due film, assieme a Ju-On 2, non sono più riuscita a salire tranquillamente né su un ascensore con il vetro esterno (il timore di vedere Toshio avvicinarsi piano dopo piano mi provoca subitanea tachicardia), né a tornare a casa in macchina da sola senza buttare almeno un paio di volte l'occhio nel vano dove dovrebbero trovarsi i piedi di un eventuale passeggero, convinta di trovarci Toshio rannicchiato a fissarmi coi suoi occhi da panda... E ovviamente, ogni volta che vado a letto faccio gli scongiuri sperando di non trovarci dentro Ayako, pronta a trascinarmi nel mondo degli spiriti. Maledetto Takashi Shimizu e le sue idee balzane.



2. Sadako o Samara escono dalla TV (Ringu, 1998 -  The Ring, 2002)
Tornata a casa dopo la visione di The Ring misi uno strofinaccio sullo schermo della TV e ancora oggi, la sera, guardo con sospetto il punto da dove potrebbero uscire Sadako o Samara. Sarà un'eresia ma preferisco l'"uscita" americana (tutta fatta a scatti, terribile!!!) a quella originale giapponese (che però ha un soundtrack migliore) ma potrebbe semplicemente essere una questione di imprinting o trauma cinematografico.



1. Gage torna in vita (Cimitero vivente, 1989)
Gage Creed, interpretato dall'incredibile (e poi scomparso nel solito limbo dove spariscono tutti gli attori bambini una volta cresciuti) Miko Hugues è un mostro che farebbe scappare a gambe levate Pinhead, Freddy Krueger e compagnia brutta. Credo non esista nulla di più sconvolgente di un bimbetto a malapena in grado di parlare o camminare che torna dalla morte posseduto da un'entità maligna: sicuramente io non ho mai visto nulla di più terrificante. Con tutte le volte che ho guardato Cimitero vivente (per inciso, Gage a parte, uno degli horror più paurosi e commoventi mai girati) ormai so a memoria ogni dettaglio dell'agguato al vecchio Judd, del regalo a mammina e dell'ultimo confronto col "papà cattivo" ma la risatina e la faccetta malvagia di Gage ogni volta mi tormentano per un bel po' di notti.


Fuori classifica: Bob (I segreti di Twin Peaks)
Fuori classifica per un paio di motivi. Innanzitutto, perché il personaggio compare in una serie televisiva (sì, lo so che esiste anche il film Fuoco cammina con me ma non l'ho mai visto) e poi perché farebbe scappare dalla paura anche Reagan de L'esorcista. Avevo nove anni quando l'ho visto spuntare dietro il letto di Laura Palmer, qualche mese dopo mi si è riproposto scavalcando il divano del salotto dei Palmer: sono quasi scoppiata a piangere per il terrore ed è stato quello il momento in cui mia madre ha capito che forse, nonostante i miei capricci, era meglio non lasciarmi guardare la serie TV del momento (secondo me aveva rischiato l'infarto anche lei). Ancora oggi diffido di letti e divani che non siano saldamente attaccati al muro e, scusate la finesse, mi cago in mano a rivedere queste due scene. Godetevele, prima che le tolgano dal Tubo!

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