domenica 22 marzo 2020
La morte ha sorriso all'assassino (1973)
Trama: dopo un terribile incidente, una ragazza afflitta da amnesia viene accolta da due coniugi facoltosi e da quel giorno la villa che funge da loro dimora diventa il teatro di efferati omicidi.
Vabbè, potevo anche immaginarlo. Quando ho letto sulla stessa locandina i nomi di Aristide Massaccesi e Klaus Kinski avrei dovuto capire che mi sarei trovata davanti atmosfere morbosette e vagamente pornografiche unite a momenti splatter, ma onestamente avrei puntato tutto il mio stipendio su un'interpretazione caricatissima di Klaus e mi stavo già sfregando le manine al pensiero. Invece, mi è toccato testimoniare un vilipendio della libido Klausiana senza precedenti! Il poverino, in questo delirio di incesti, corna e amori saffici, è l'unico che non combina nulla e per il poco tempo in cui è presente sullo schermo è pure costretto ad armeggiare per una decina di minuti buoni con degli alambicchi! Ma non si fa, che brutta persona che è Aristide Massaccesi! Oltre allo spreco di Klaus, debbo ahimè sottolineare anche lo spreco di tempo mio, ché La morte ha sorriso all'assassino ha l'unico pregio di una protagonista affascinante e sottilmente perversa, alla quale si uniscono delle belle ambientazioni e parecchi riferimenti alle opere di Edgar Allan Poe, per il resto è uno dei gialli più pasticciati e noiosi che mi sia mai capitato di vedere. La caratteristica principale del film, infatti, è la ferma volontà di non far capire allo spettatore la durata temporale che intercorre tra un avvenimento e l'altro: i flashback, per esempio, sembrano avvenire decenni prima, invece sono passati solo tre anni, e tra le sequenze "presenti" intercorrono settimane intere ma l'impressione che si ha è che sia trascorso solo un giorno o due. In compenso, si ha la sensazione invece che la pellicola duri ore, perché per allungare la broda stantia vi sono delle scene di raccordo che hanno la stessa durata (e utilità) della partita a carte de Il fantasma di Sodoma, tra le quali figurano un imbarazzante, lunghissimo gioco di sguardi a tre alternato a ricordi di petting lesbo e scopate, il già citato trafficare Kinskiano con gli alambicchi e un gioco danzereccio di carnevale assimilabile alla storica performance del maestro Canello in Fantozzi.
Peccato, perché la matrice horror sulla quale viene costruita la trama sarebbe anche interessante e l'immagine di una sorta di "strega non morta" dotata di poteri inspiegabili e del dono dell'ubiquità avrebbe anche il suo fascino, anche se, di base, non si capisce 'sta creatura cosa voglia. Vendetta? Eh, diciamo che uccidere una persona lanciandole un gatto sulla faccia è un po' un "anticlimax", per non dire una cazzata col botto che ha ammazzato me e il Bolluomo dalle risate (scopro ora che il regista ha DAVVERO tirato il gatto in faccia all'attore, perché non riuscivano a girare una scena decente in cui l'animale gli graffiasse il volto), però c'è da dire che a meritare la vendetta sarebbero stati al massimo due personaggi, gli altri che c'entrano? Divertirsi un po' perché la morte e resurrezione portano seco molta malvagità? Già più comprensibile, ma il problema del gatto resta, così come la volontà di piazzare al termine della pellicola un finale "shock" che francamente lascia solo perplessi, come se gli sceneggiatori non sapessero bene che fare una volta morti tutti i personaggi. La faccia dell'unico sopravvissuto è da manuale, così come la sua aria generalmente scoglionata, che è poi simile a quella di molti degli attori che si sono ritrovati a partecipare a La morte ha sorriso all'assassino. Gli unici che meritano sono Klaus, purtroppo costretto in un ruolo sciapissimo, la bella Ewa Aulin, che si è palesemente divertita ad interpretare Greta, e il pittoresco Luciano Rossi, anche lui poco utilizzato, per il resto gli attori mi sono sembrati un po' tutti imbalsamati. Insomma, posso dire che ho visto ben di meglio ma lascerò subentrare l'indulgenza verso il futuro Joe D'Amato, qui al suo primo film "completo", e confermerò di aver visto anche molti film peggiori. A qualcuno questa pellicola potrebbe anche piacere molto ma, come dicono gli inglesi, not my cup of tea.
Del regista e co-sceneggiatore Aristide Massaccesi ho già parlato QUI mentre Klaus Kinski, che interpreta il Dr. Sturges, lo trovate QUA.
Giacomo Rossi Stuart interpreta il Dr. Von Ravensbruck. Nato a Todi, padre di Kim Rossi Stuart, ha partecipato a film come L'ultimo uomo della Terra, I misteri della giungla nera, Operazione paura, La notte che Evelyn uscì dalla tomba, Sette scialli di seta gialla e Le porte dell'inferno. Anche sceneggiatore, è morto nel 1994 all'età di 69 anni.
martedì 19 settembre 2017
Antropophagus (1980)
Trama: un gruppo di turisti sbarca su un'isoletta greca solo per scoprire che un mostro cannibale ha ucciso tutti gli abitanti e ora ha scelto loro come nuove prede...
La mia storia con Antropophagus risale alle superiori. A diciannove anni fa, se devo dare retta ad Ale e Paola, che proprio nel 1998 si sono messi assieme; la mia amica Paola a quei tempi era una persona meglio, poi è stata circuita da quell'horroromane di Ale, che ha contestualmente cominciato a spacciarmi horror sopraffini, ovvero tutte quelle camurrìe italiane di serie Z uscite tra gli anni '70 e '80. Una delle videocassette prestatemi da Ale all'epoca era stata, per l'appunto, Antropophagus, forse accompagnata addirittura dall'altro schifo immondo rivalutato col tempo, Buio omega. Avete idea di cosa fosse, per una cresciuta a pane e horror americani, vedere robe così agghiaccianti e realizzate con due lire? Altro che venire folgorata sulla via di Damasco come Quentin Tarantino, ricordo benissimo di aver passato un'ora di noia mortale, di avere spento con un urlo la TV durante la temibile scena del "coniglio" e di essere andata in bagno a vomitare, giurando su ogni divinità che non avrei mai, mai, mai, mai più guardato Antropophagus in vita mia e passando anni a maledire Joe D'Amato, George Eastman e persino il padrone/macellaio di quella povera bestia. Con l'avvento di internet, vai a sapere per quale motivo, ho messo su un dvd una versione di Antropophagus trovata anni fa sul mulo e l'ho lasciata lì a prendere polvere e vecchiaia, al punto che qualche sera fa, mossa dall'insano desiderio di mettermi alla prova, il supporto digitale mi ha fatto il gesto dell'ombrello rifiutandosi di farmi vedere il film. A casa mia, questo significa guerra ed ecco che finalmente, testardamente, infattamente e prepotentemente, mi sono incaponita e ho ripescato la pellicola di Joe D'Amato, riuscendo così a vedere 'sto benedetto nonché disgustoso finale di cui parlano tutti i libri dedicati ad un certo tipo di cinema. Dopo quasi vent'anni. All'anima. E quindi, dopo tutto questo tempo, ho fatto pace con D'Amato e col suo sanguinolento amico spellato?
Sì e no. Come vedete, non riesco ad essere ironica come quando scrivo di altre "perle" d'italico orrore. Questo perché Antropohagus mi fa schifo a pelle, mi mette ansia nonostante la pochezza degli effetti speciali (quella testa finta dentro al secchio, santo cielo...), la cagnoleria (?) degli attori, la messa in scena goffa, la colonna sonora raccapricciante (la micidiale combinazione simil-sirtaki/simil-sarabanda Handeliana rischia di far esplodere le orecchie ai più sensibili, occhio) e alcuni palesi errori di regia/sceneggiatura/consecutio temporum, talmente grandi da causare un sanguinamento oculare post rotazione a velocità warp. Per esempio, quando Maggie viene trascinata via dal mostro, dall'inquadratura si evince benissimo che gli amici di lei non potevano non vederli: erano lì a un metro!! Poi ci sono gattini e pipistrelli che vengono letteralmente lanciati addosso agli attori, persone che non sanno leggere le carte eppure se la credono tantissimo, gente che arriva in un'isola sconosciuta ma, chissà come, ha già in tasca la chiave del cimitero per giocare scherzoni alle amiche, gente che mangerebbe il figlio senza scrupoli ma non Marta, Marta no, Marta ci dispiace e diventiamo pazzi, mi raccomando, ville di due piani che, magie del montaggio, si ritrovano con settantadue rampe di scale, manco fossero un grattacielo newyorchese, soprattutto c'è un cannibale sprecone, che alle sue vittime tira un morso e poi bon, il resto lo lascia ai ratti oppure lo nasconde sotto lenzuola (comprarsi un frigo pare brutto?) che le sciocche protagoniste non mancano di sollevare non una ma due, tre volte, neanche la solfa cambiasse e sperassero di trovarci sotto un buono per il parrucchiere invece che un cadavere putrescente. E però. E però caSSo, la "scena del coniglio" rivolta lo stomaco ancora oggi, nonostante sappia che di coniglio si tratta. E però George Eastman fa paura anche e soprattutto con quel trucco raffazzonato che gli hanno messo in faccia, e lo so che è assurdo pensare che qualcuno possa diventare un mostro di simile bruttezza "solo" per essersi dato al cannibalismo ma l'idea di un paesino abbandonato dove costui scorazza libero di morderti la giugulare qualche brivido me lo da. E però Antropophagus appoggia sulla schiena dello spettatore un bel carico di disagio, anche per tutti i difetti elencati sopra, ché quella musichetta ti entra nelle orecchie e nonostante tutto capisci che Joe D'Amato e George Eastman erano una bella associazione a delinquere, capace di sfornarti il cult horror così, a tradimento, e di sconfiggere la mia solita vena polemica. Secondo me, signori, sono venti anni di trauma a frenarmi, quindi non posso fare altro che togliermi il cappello e dichiararmi sconfitta da Antropophagus, anche se non riesco comunque a consigliarvi di guardarlo, questo mai.
Del regista e co-sceneggiatore Joe D'Amato ho già parlato QUI mentre Serena Grandi, che interpreta Maggie ed è accreditata come Vanessa Steiger, la trovate QUA.
Tisa Farrow (vero nome Theresa Magdalena Farrow) interpreta Julie. Americana, sorella di Mia Farrow, la ricordo per film come Manhattan e Zombi 2. Ha 66 anni.
Margaret Mazzantini (accreditata come Margaret Donnelly) interpreta Henriette. Diventata famosa come scrittrice e anche moglie di Sergio Castellitto, come attrice ha lavorato in film quali Un cane sciolto 2, Il barbiere di Rio, Libero burro e Non ti muovere. Anche sceneggiatrice, ha 56 anni.
George Eastman (al secolo, Luigi Montefiori) interpreta Klaus Wortmann, alias Antropophagus, ed è il co-sceneggiatore della pellicola. Nato a Genova, ha partecipato a film quali Fellini - Satyricon, La collina degli stivali, Amico stammi lontano almeno un palmo, Il richiamo della foresta, Baba Yaga, Cani arrabbiati, Bordella, Regalo di Natale, Deliria e La rivincita di Natale. Anche regista e produttore, ha 75 anni.
Zora Kerova (vero nome Zora Ulla Keslerová) interpreta Carol. Nata a Praga, ha partecipato a film come La casa dalle finestre che ridono, Cannibal Ferox, Lo squartatore di New York, Quando Alice ruppe lo specchio, Il fantasma di Sodoma e Papà dice messa. Ha 67 anni.
Mark Bodin, che interpreta Daniel, era già nel cast di un'altra pietra miliare dell'horror di serie Z italiano, ovvero Alien 2 sulla terra. Antropophagus è stato uno dei video nasty banditi in Inghilterra negli anni '80 e solo nel 2002 è approdato sul suolo inglese, tagliato di 8 minuti (nella fattispecie mancano un paio di morsi alla gola, la scena del "coniglio" e il finale in cui il mostro si autocannibalizza, di fatto in questa versione il film finisce brutalmente con il colpo di picozza e stop); dal 2015 si può trovare anche lì la versione uncut, benché vietata ai minori di 18 anni. Nel 1981, Joe D'Amato (col nome di Peter Newton) e George Eastman sono tornati a collaborare e hanno girato un horror dal titolo Rosso sangue; la pellicola è stata distribuita negli USA come sequel di Antropophagus (e addirittura come sesto capitolo della saga degli zombie romeriana, don't ask) ma, sebbene anche Rosso sangue sia finito nell'elenco dei video nasty e "riabilitato" solo quest'anno, tra i due film non c'è alcun legame. Esiste però un remake intitolato Anthropophagus 2000, girato nel 1999 da Andreas Schnaas come omaggio al defunto Joe D'Amato, praticamente identico nella trama ma ambientato nientemeno che a Borgo San Lorenzo, in Toscana. Se vi fosse piaciuto Antropophagus recuperate entrambi i film, io evito tranquillamente! ENJOY!
giovedì 25 settembre 2008
Buio Omega (1979)
Sommo stupore che si trasformava in somma incredulità (mia) e sommo disgusto (di mia madre) quando alla tenera età di 14 anni mi trovavo davanti effettacci scabecci, dialoghi al limite del risibile, pilu in bella vista, e soprattutto trame confuse, incomprensibili e inconcludenti.
Due film in particolare ho giurato che non avrei mai più rivisto: uno era Antropophagus di Aristide Massaccesi (fermata la cassetta nella scena del feto) e l'altro era Buio Omega dello stesso regista, di cui mi accingo a parlare perché (e di questo devo ringraziare Samhain) l'ho rivisto, e leggermente rivalutato.
La trama è questa: in una cittadina di provincia (italiana, parrebbe, anche se le targhe delle automobili raccontano tutta un'altra storia) vive un ragazzo di nome Francesco, con l'hobby della tassidermia. Nonostante sia ricco e belloccio la sua mente è un baratro di perversione, alimentata anche dall'inquietante governante/amante Iris. Quando infatti la sua fidanzata e unico amore Anna muore di malattia (e di Voodoo perpetrato da Iris attraverso una vecchia maga), Francesco decide di trafugarne il cadavere e imbalsamarlo per metterlo nel letto di camera sua. Camera dove porta tutte le malcapitate che decidono di andarci a letto, solo per essere poi trucidate ogni volta che scoprono il perverso segretuccio del giovinetto.
La trama, come vedete, richiama molto Psycho, a partire dall'hobby di Francesco, passando per la presenza dell'ingombrante governante/madre opprimente e ammorbante, fino ad arrivare alla scena finale di Iris con coltellaccio in mano, la cui shilouette ricorda molto l'ombra nella doccia nel film di Hitchcock. Le somiglianze, tuttavia, si fermano qui. Questo è un prodotto nostrano, e lo si vede da parecchie cose, in primis dalla messa in scena e dalla fotografia “grezze” e poi dalla storia decisamente perversa e malata, che fa di questo film una sorta di horror erotico per necrofili (l'apice della perversione è il momento in cui Francesco versa una damigiana di acido nella vasca, mentre Iris smembra il cadavere della turista: la faccia goduta di lui mentre guarda la sua governante, la posizione della damigiana come fosse un enorme fallo e il continuo soffermarsi della telecamera sul liquido che ne esce, sono metafore piuttosto chiare).
Gore ce n'è in abbondanza: dalla preparazione del cadavere di Anna, con tanto di vivisezione e raccolta dei fluidi corporei, alla morte della turista americana e conseguente distruzione del corpo, per concludere con la resa dei conti finale tra Francesco ed Iris, il tutto condito con quel po' di sadico cannibalismo che non guasta mai. Detto questo, gli effetti speciali dovrebbero in effetti essere all'altezza. Alcuni non sono male, la vivisezione è parecchio realistica (anche se a tratti pensavo al mio macellaio che diceva a mia madre: “Signora, fa due etti e mezzo di fegato: lascio?”) e anche il corpo che viene sciolto nell'acido, solo per fare due esempi. Terribili gli occhi di Anna quando vengono scalzati dalle orbite, un pasticcio di ombretto rosso e kajal nero impastati con dell'acqua, e anche la scena in cui Francesco strappa le unghie alla turista con una pinza, in tempi di unghie finte e ricostruzione è palesemente fasulla, anche per colpa della recitazione.
Gli attori, punto dolente del film. Kieran Canter, che interpreta Francesco, è una maschera di cera, un Cicciobello monoespressivo. Quando uccide, quando pensa (?), quando piange, quando è felice, quando è arrapato, ha sempre la stessa espressione, con gli occhioni blu più o meno spalancati. Le procaci donnine che si porta in casa sono la punta trash del film, ciò che conferisce fascino ai miei occhi: l'Americana è doppiata con un accento da fare invidia a Heater Parisi, cicciona e strafatta di Marijuana. Quando lui le strappa le unghie, lei urla e basta, pesa 80 kg più di lui e neppure si dimena... meravigliosa! La donzella dalle smorfiette sessuose incontrata in discoteca, che sotto il vestito a fiori identico a quello di mia nonna non indossa NULLA, e balla credo un merengue mentre i Goblin suonano un brano dance è davvero l'apice del cattivo gusto, e posso dire di amare Massaccesi solo per questo. Franca Stoppi invece è l'anima del film, a mio avviso. La sua Iris è un meraviglioso esempio di donna frustrata, col cipiglio perennemente scazzato della porcona beffata dal destino: prima Francesco non la considera perché infatuato di Anna, liberatasi di quest'ultima ha solo il tempo per una sveltina e per un po' di gioco di mano, prima di ritrovarsi in casa il cadavere della rivale che ha il potere di aizzare sessualmente il ragazzo verso tutte le donne del paese tranne lei. Ricattandolo un po' riuscirebbe anche a farsi sposare, ma considerato che la signora mangia con la grazia di un facocero, è vecchiotta, e ha una famiglia di freaks che comprende anche una donna baffuta e un nonno che lucida la dentiera, è normale che Francesco non ne voglia sapere.
Nonostante quindi i mille difetti che questa pellicola indubbiamente ha, e sfido chiunque a dire il contrario, la visione non mi ha lasciata disgustata e depressa come quando avevo quattordici anni. Innanzitutto è molto meno noioso di quanto ricordassi, e meno confuso. La trama è lineare nella sua semplicità, ha un inizio e, soprattutto, una fine. Si alternano momenti gore a momenti (volontariamente o meno) esilaranti, e l'attenzione non viene mai meno. Rispetto a molti altri filmacci del periodo ha anche una storia stranamente plausibile e la musica dei Goblin, seppur ridondante da morire, non è affatto malvagia, soprattutto nei momenti più “soft” diventa quasi melodica e bella.
Decisamente un film da riscoprire, per chi ancora non lo avesse visto, ma ovviamente NON per tutti i gusti. Per chi volesse cercarlo, ha mille nomi diversi: Buio Omega, In Quella Casa.. Buio Omega, Blue Holocaust o Beyond The Darkness, questi ultimi due per il mercato internazionale.
Aristide Massaccesi, in arte Joe D’Amato (e mille altri nomi. La domanda è: si vergognava profondamente del suo lavoro oppure era l’unico modo di sdoganare i film all’Estero e/o farseli distribuire in Italia? In realtà, mi si dice che fosse solo per non mischiare i diversi generi di film che girava e non confondere lo spettatore..) è uno dei registi più prolifici del panorama italiano, e anche uno dei peggiori a mio avviso nonostante la marea di estimatori. Tra i suoi film, quasi tutti di genere horror, erotico/porno, o banali e scialbi emuli dei generi e delle serie più famose negli anni ’70 e ’80 (spaghetti western, kung fu, mondo movies), ricordo i più famosi come alcuni episodi del filone Emmanuelle (Emmanuelle Nera: Orient reportage, Emmanuelle in America, Emmanuelle: perché violenza alle donne?, Emmanuelle e gli ultimi cannibali), Antropophagus, Le notti erotiche dei morti viventi. Allego una lista di esilaranti titoli, solo per presa visione, di una filmografia che giunge fino al nuovo millennio (io non li ho mai visti, ma magari qualcuno che si sente particolarmente solo vorrà cercarli!): Sollazzevoli storie di mogli gaudenti e mariti penitenti – Decameron n°69, Novelle licenziose di vergini vogliose, Messalina orgasmo imperiale, The Erotic Adventures of Aladdin X (della serie, come distruggere un film per bambini!), Robin Hood: Thief of Wives, Le porcone volanti, I predatori della verginità perduta.. e la lista potrebbe continuare, ma anche no. Il nostro è mancato nel 1999, all’età di 63 anni, per un attacco cardiaco.
Kieran Canter interpreta Francesco. Bisogna dire che la capacità recitativa di costui è stata riconosciuta appieno, visto che dopo Buio Omega ha fatto solo qualche porno. Si dice anzi che si debba a lui la scoperta di Moana Pozzi, di cui è stato fidanzato fedifrago, pur essendo impotente (o___O ma soprattutto peeerchéééé?). Purtroppo non riesco a trovare informazioni biografiche su costui, tranne il fatto che probabilmente è di origine turca, trapiantato in America ed emigrato in Italia, ma, se qualcuno ne fosse a conoscenza, mi contatti che aggiorno il blog!
Franca Stoppi interpreta Iris. Per lei vale tutto ciò che ho scritto per Canter: dopo un esordio con Dino Risi e i suoi Telefoni Bianchi, pochi film, e tutti erotici o porno. E anche di lei non si trovano notizie… qualche horrorofilo può aiutarmi?
Della nostrana Cinzia Monreale ho già parlato qui.
E ora, ecco il trailer del capolavoro! ENJOY!