Spinti da insana curiosità giuridica, io e il Bolluomo un po' di tempo fa ci siamo sparati La giuria (Runaway Jury), diretto nel 2003 dal regista Gary Fleder e tratto dal romanzo omonimo di John Grisham.
Trama: dopo l'omicidio di un broker, la moglie fa causa alla società produttrice dell'arma usata per ucciderlo. Al processo, il consulente Rankin Finch punta a comporre una giuria in grado di far vincere la società ma qualcosa va storto...
Quest'anno il Bolluomo ha preso una laurea in giurisprudenza e siccome non è facilissimo conciliare i nostri gusti cinematografici/seriali ho pensato di fargli vedere American Crime Story - The People vs OJ Simpson; come al solito, per quel che riguarda la visione stiamo andando lenti come dei bradipi ma Mirco è rimasto incuriosito dalla questione "giuria" e dal modo in cui la stessa viene composta durante i processi in America, con fior di consulenti che aiutano la difesa o l'accusa a selezionare i membri che potrebbero portare alla vittoria dell'una o l'altra parte. Come al solito, in America tutto può venire trasformato in business e lo stesso vale per me: tutto può essere trasformato in un film da guardare senza temere occhiate sdegnate, quindi approfittando della sua programmazione su Netflix ho caldamente appoggiato il desiderio mirchiano di guardare La giuria, pellicola che avevo più volte sentito nominare (a sproposito, credevo che avesse vinto anche degli Oscar...) ma non avevo mai osato guardare per timore di mattonata sui marroni. La mattonata, per fortuna, non c'è stata, sebbene gli ultimi dieci minuti di film mi abbiano vista crollare causa stanchezza e inizio tardivo della visione, e La giuria si è confermata una pellicola molto interessante e a modo suo anche dinamica, zeppa di colpi di scena e fortunatamente non confinata esclusivamente all'interno di un'aula di tribunale. Il processo, in effetti, ha un ruolo abbastanza marginale, quel che contano sono innanzitutto la giuria e poi il dilemma morale di un avvocato anche troppo ingenuo e ligio al dovere contrapposto alla totale mancanza di scrupoli di un consulente geniale che mira solo a fare soldi. E' attraverso gli occhi di quest'ultimo che lo spettatore viene a conoscenza delle complesse dinamiche che sovrintendono alla scelta di una giuria e anche della facilità con cui la stessa, volendo, può essere manipolata dall'esterno e persino dall'interno (anche se pare che esistano regole "reali" che renderebbero la cosa un po' più difficile di come viene mostrato nel film) ed è sempre tramite Fitch che si sviluppa il "thriller" all'interno del processo. Uno dei membri della giuria, infatti, non è adamantino come parrebbe e, una volta scoperto quale dei giurati ha un secondo fine, rimane ancora da comprendere come si svilupperà il gioco d'astuzia sempre più pericoloso tra lui/lei e Fitch e soprattutto quali sono i motivi che risiedono dietro la scelta del giurato in questione, nonché quali saranno le conseguenze sull'intero processo e sulla vita di chi in esso ha riposto tutte le speranze di ottenere giustizia.
Le due carte vincenti de La giuria sono dunque la trama articolata nonché vivace e soprattutto un cast di ottimi attori e caratteristi capaci di incantare gli spettatori con le loro interpretazioni, anche perché sul piano della regia c'è poco da dire, classica ed elegante com'è. Partendo dai "pesci più grossi", Gene Hackman è un mostro di bravura e mangia letteralmente la scena; probabilmente, il momento più esaltante è quello in cui l'attore si confronta per la prima volta nella storia del Cinema con l'amico di vecchia data Dustin Hoffman, impegnato in un altro ruolo intenso benché forse meno memorabile rispetto ad altri, dando vita ad una doppia performance emozionante (ma in generale ogni sequenza in cui è presente Hackman non fa che sottolineare la grandezza dell'attore). Appena sotto troviamo John Cusak, qui ancora all'apice della sua carriera e capace di trasformare l'apparente scazzo del personaggio in qualcosa di più profondo e misterioso, e la bellissima Rachel Weisz, sensuale ed elegante come poche altre attrici. A completare il cast troviamo poi dei caratteristi che riescono, anche con pochi minuti a disposizione, a ritagliarsi uno spazio importante non solo all'interno del film ma anche nella memoria dello spettatore, il quale per una volta non ha difficoltà a destreggiarsi nella marea di personaggi più o meno importanti che popolano la pellicola o ad empatizzare con gli stessi. L'unico appunto che mi viene da muovere alla pellicola, siccome la trama differisce da quella del romanzo solo per la causa scatenante il processo, è: perché in America, non potendo fare causa all'assassino del marito in quanto suicidatosi subito dopo il delitto, ci si può rivalere contro i produttori dell'arma utilizzata? Sinceramente, pur con tutto l'odio e il dolore che proverei in occasione di un'eventualità simile, non mi passerebbe nemmeno per l'anticamera del cervello di citare in giudizio la Beretta, per dire. Ma forse è a questo che servono gli avvocati? Mah. A parte questi miei ragionamenti cretini, La giuria è davvero un bel film che consiglio anche a chi non è mediamente appassionato del genere.
Del regista Gary Fleder ho già parlato QUI. John Cusak (Nicholas Easter), Gene Hackman (Rankin Fitch), Dustin Hoffman (Wendell Rohr), Rachel Weisz (Marlee), Bruce Davison (Durwood Cable), Bruce McGill (Giudice Harkin), Jeremy Piven (Lawrence Green), Jennifer Beals (Vanessa Lembeck), Bill Nunn (Lonnie Shaver) e Dylan McDermott (Jacob Woods) li trovate invece ai rispettivi link.
Leland Orser interpreta Lamb. Americano, è una di quelle facce conosciute che ricordo da film come Seven, Independence Day, Fuga da Los Angeles, Alien - La clonazione, Salvate il soldato Ryan, Cose molto cattive, Il collezionista di ossa, The Guest, The Devil's Candy e probabilmente anche da serie quali X-Files, Innamorati pazzi, Oltre i limiti, CSI - Scena del crimine, ER - Medici in prima linea e 24. Anche regista e sceneggiatore, ha 57 anni.
Luis Guzmán interpreta Jerry Hernandez. Portoricano, lo ricordo per film come Mr Crocodile Dundee II, Black Rain - Pioggia sporca, Sono affari di famiglia, Amore all'ultimo morso, Carlito's Way, Boogie Nights - L'altra Hollywood, Out of Sight, Il collezionista di ossa, Magnolia, Traffic, Lemony Snicket - Una serie di sfortunati eventi, Cleaner e Pelham 1 2 3 - Ostaggi in metropolitana, inoltre ha partecipato a serie quali Miami Vice, Hunter e Walker Texas Ranger. Anche produttore, ha 61 anni e tre film in uscita.
Cliff Curtis, che interpreta Frank Herrera, era l'insopportabile Travis di Fear the Walking Dead (serie che ho finalmente abbandonato!). Nel romanzo di Grisham la causa veniva intentata contro l'industria del tabacco ma dopo l'uscita di Insider - Dietro la verità la sceneggiatura è stata cambiata, anche perché la realizzazione de La giuria ha subito un sacco di ritardi; nel 1997 il film avrebbe dovuto essere diretto da Joel Schumacher, con Edward Norton nei panni di Easter e Sean Connery e Gwyneth Paltrow in quelli di Fitch e Marlee, ma quando il regista ha abbandonato il progetto gli attori si sono dedicati ad altro è la stessa cosa è successa nel 2001, quando Will Smith ha rinunciato al ruolo di Easter causando la "dipartita" anche del regista Mike Newell e di Jennifer Connelly, designata per la parte di Marlee. Per la cronaca, il ruolo di Marlee era stato offerto anche a Naomi Watts, costretta a rinunciare per impegni pregressi, e si dice che a un certo punto persino Alfonso Cuarón fosse stato chiamato per dirigere e co-sceneggiare la pellicola. Detto questo, se La giuria vi fosse piaciuto potete recuperare Il cliente, L'uomo della pioggia e Il socio. ENJOY!
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mercoledì 20 dicembre 2017
venerdì 14 dicembre 2012
Cosa fare a Denver quando sei morto (1995)
Con il tempo che scarseggia per scrivere recensioni e queste ultime che si cancellano dagli hard disk (sì, vi perderete La spada nella roccia e soprattuttamente After Death di Fragasso, ché non ho voglia di riscriverle, sorry...) non so sinceramente come verrà fuori quella dedicata ad uno dei miei film preferiti, Cosa fare a Denver quando sei morto (Things To Do in Denver When You're Dead, diretto nel 1995 da Gary Fleder), visto che è una settimana che macera nel mio cervello. Siate indulgenti e via che si va...
Trama: Jimmy "il santo" è un ex gangster impegnato in un'attività particolare, quella di registrare videomessaggi che le persone in punto di morte lasceranno ai loro cari rimasti in vita. Quando il suo ex capo deciderà di affidargli un'ultima missione, il rischio che sia lo stesso Jimmy a finire dietro una telecamera sarà molto concreto...
Negli anni '90 gli emuli di Pulp Fiction e, in generale, del cinema "di maniera" tarantiniano si sprecavano. Cosa fare a Denver quando sei morto è uno degli esempi più mirabili del genere perché è uno dei pochi che non cerca di fare il verso al mio adorato QT, bensì cerca di crearsi una propria personalità all'interno di questo sfruttatissimo filone. Niente arditi giochi di macchina, dialoghi interminabili e campati in aria (in questo caso, l'unico vezzo è quello del vecchietto che racconta la storia dei protagonisti agli avventori del bar o il fatto che uno dei due tirapiedi di Christopher Walken usi un linguaggio molto forbito) o citazionismo dispensato come se non ci fosse un domani: Cosa fare a Denver quando sei morto ha un taglio e una regia molto classici, quasi un po' retrò, il difficile slang che utilizzano i personaggi sembrerebbe un mix di modi di dire da galera, gergo del Vietnam e dialetto di strada e, per quanto riguarda la trama, ha davvero poco di scanzonato e "trendy", per così dire.
Come si evince dal titolo, infatti, il film porta avanti una malinconica e particolare riflessione sulla vita e la morte. All'inizio vediamo il protagonista, Jimmy il Santo, come un uomo apparentemente pacato, sicuro di sé, perfettamente in grado di controllare la sua vita dopo essersi lasciato il passato di criminale alle spalle. L'attività che conduce è infinitamente triste e poco remunerativa, ma ancor più tristi sono le vite del suo ex capo, di quelli che un tempo erano i suoi compagni di "sventura", della prostituta Lucinda e del figlio ormai folle del cosiddetto Man with a plan. Davanti a questi personaggi patetici Jimmy, con i suoi modi garbati, i capelli e gli abiti impeccabili, sembrerebbe svettare come chi guarda alle vite altrui con distacco e una blanda commiserazione, ma tutto cambia drasticamente quando nella sua esistenza entra il vero amore... proprio quando il fallimento dell'ultima missione, accettata banalmente per bisogno di soldi, decreta la sua condanna a morte. Il film racconta gli ultimi giorni di un uomo che ha finalmente trovato una cosa per cui vivere e cerca disperatamente di recuperare il tempo perduto lasciando un ricordo di sé e, parallelamente, racconta il modo in cui le persone decidono di affrontare la morte: chi non ha rimpianto alcuno e si prepara ad affrontare il momento fatidico con dignità, chi pensa soprattutto alla moglie e ai figli, chi si prepara a dare una folle battaglia, chi non rispetta la vita neppure quando è ormai ad un passo dal concluderla.
Per rendere più incisiva questa riflessione, il film si avvale di attori a dir poco superbi. I migliori sono senza dubbio Christopher Lloyd che, per una volta, interpreta un personaggio stranamente pacato e dignitoso, diverso da quelli folli e nevrastenici a cui siamo abituati, il pazzo e detestabile (per quanto è deficente il suo Critical Bill) Treat Williams, l'inquietantissimo Christopher Walken in sedia a rotelle e, soprattutto, Steve Buscemi e il suo Mr. Shh: l'incarnazione stessa della morte, freddo, silenzioso, sparuto e insignificante nella sua faccetta di uomo qualunque.. perché d'altronde anche una morte violenta non deve essere necessariamente spettacolare o strana. Insomma, se non lo avete mai visto e avete perso i radi passaggi televisivi di Cosa fare a Denver quando sei morto, cercate di recuperarlo perché ne vale veramente la pena.
Di Christopher Lloyd (Pieces), William Forsythe (Franchise), Treat Williams (Critical Bill), Steve Buscemi (Mister Shhh), Christopher Walken (The man with the plan), Bill Cobbs (Malt), Don Cheadle (Rooster) e Jenny McCarthy (l'infermiera bionda) ho già parlato nei rispettivi link.
Gary Fleder è il regista della pellicola. Americano, ha diretto film come Il collezionista ed episodi di serie come Racconti di mezzanotte. Anche produttore, ha 47 anni e due film in uscita.
Andy Garcia (vero nome Andrés Arturo García Menéndez) interpreta Jimmy il santo. Cubano, lo ricordo per film come The Untouchables - Gli intoccabili, Black Rain - Pioggia sporca, Il padrino - Parte III, Ocean's Eleven - Fate il vostro gioco, Ocean's Twelve, Ocean's Thirteen e La Pantera Rosa 2, inoltre ha partecipato alle serie La signora in giallo, Alfred Hitchcock presenta, Will & Grace e doppiato un episodio de I Simpson. Anche produttore, regista, compositore e sceneggiatore, ha 56 anni e sei film in uscita.
Bill Nunn (vero nome William G. Nunn) interpreta Easy Wind. Americano, ha partecipato a film come Cadillac man, A proposito di Henry, Sister Act - Una svitata in abito da suora, Palle in canna, L'inferno nello specchio (Candyman 2), Extreme Measures - Soluzioni estreme, Il collezionista, La leggenda del pianista sull'oceano, Spider - Man, Spider - Man 2, Spider - Man 3 e alla serie Millenium. Anche produttore, ha 59 anni.
Jack Warden (vero nome John H. Lebzelter) interpreta Joe Heff. Americano, ha partecipato a film come Tutti gli uomini del presidente, Assassinio sul Nilo, Giallo in casa Muppet, Piccola peste, Piccola peste torna a far danni, Toys - Giocattoli, Piccola peste s'innamora e alle serie Ai confini della realtà e Vita da strega. E' morto nel 2006, all'età di 85 anni.
Fairuza Balk (vero nome Fairuza Alejandra Feldthouse) interpreta Lucinda. Benché poco "sfruttata", quest'attrice americana è una delle mie preferite e la ricordo per film come Nel fantastico mondo di Oz, Giovani streghe,Valmont, L'isola perduta, American History X e Quasi famosi, inoltre ha partecipato alle serie I Soprano, Masters of Horror e doppiato alcuni episodi de I Griffin. Ha 38 anni e due film in uscita.
Gabrielle Anwar interpreta Dagney. Inglese, ha partecipato a film come Scent of a Woman - Profumo di donna, Ultracorpi - L'invasione continua, I tre moschettieri e alle serie Beverly Hills 90210, I Tudors e Burn Notice. Anche produttrice, ha 42 anni.
Marshall Bell (vero nome Archibald Marshall Bell) interpreta Atwater. Americano, ha partecipato a film come Nightmare 2: la rivincita, Stand by Me - Ricordo di un'estate, Manhunter - Frammenti di un omicidio, I gemelli, Atto di forza, Dick Tracy, Oscar - Un fidanzato per due figlie, Amore all'ultimo morso, il geniale e meraviglioso Il silenzio dei prosciutti, Airheads - Una banda da lanciare, Natural Born Killers, Starship Troopers - Fanteria dello spazio, Identità, Capote e alle serie X - Files, Millenium, Jarod il camaleonte, CSI e Dr. House. Ha 70 anni e due film in uscita.
Se Cosa fare a Denver quando sei morto vi fosse piaciuto, consiglio un paio di film forse poco conosciuti ma molto carini, Insoliti criminali e Compagnie pericolose. ENJOY!!
Trama: Jimmy "il santo" è un ex gangster impegnato in un'attività particolare, quella di registrare videomessaggi che le persone in punto di morte lasceranno ai loro cari rimasti in vita. Quando il suo ex capo deciderà di affidargli un'ultima missione, il rischio che sia lo stesso Jimmy a finire dietro una telecamera sarà molto concreto...
Negli anni '90 gli emuli di Pulp Fiction e, in generale, del cinema "di maniera" tarantiniano si sprecavano. Cosa fare a Denver quando sei morto è uno degli esempi più mirabili del genere perché è uno dei pochi che non cerca di fare il verso al mio adorato QT, bensì cerca di crearsi una propria personalità all'interno di questo sfruttatissimo filone. Niente arditi giochi di macchina, dialoghi interminabili e campati in aria (in questo caso, l'unico vezzo è quello del vecchietto che racconta la storia dei protagonisti agli avventori del bar o il fatto che uno dei due tirapiedi di Christopher Walken usi un linguaggio molto forbito) o citazionismo dispensato come se non ci fosse un domani: Cosa fare a Denver quando sei morto ha un taglio e una regia molto classici, quasi un po' retrò, il difficile slang che utilizzano i personaggi sembrerebbe un mix di modi di dire da galera, gergo del Vietnam e dialetto di strada e, per quanto riguarda la trama, ha davvero poco di scanzonato e "trendy", per così dire.
Come si evince dal titolo, infatti, il film porta avanti una malinconica e particolare riflessione sulla vita e la morte. All'inizio vediamo il protagonista, Jimmy il Santo, come un uomo apparentemente pacato, sicuro di sé, perfettamente in grado di controllare la sua vita dopo essersi lasciato il passato di criminale alle spalle. L'attività che conduce è infinitamente triste e poco remunerativa, ma ancor più tristi sono le vite del suo ex capo, di quelli che un tempo erano i suoi compagni di "sventura", della prostituta Lucinda e del figlio ormai folle del cosiddetto Man with a plan. Davanti a questi personaggi patetici Jimmy, con i suoi modi garbati, i capelli e gli abiti impeccabili, sembrerebbe svettare come chi guarda alle vite altrui con distacco e una blanda commiserazione, ma tutto cambia drasticamente quando nella sua esistenza entra il vero amore... proprio quando il fallimento dell'ultima missione, accettata banalmente per bisogno di soldi, decreta la sua condanna a morte. Il film racconta gli ultimi giorni di un uomo che ha finalmente trovato una cosa per cui vivere e cerca disperatamente di recuperare il tempo perduto lasciando un ricordo di sé e, parallelamente, racconta il modo in cui le persone decidono di affrontare la morte: chi non ha rimpianto alcuno e si prepara ad affrontare il momento fatidico con dignità, chi pensa soprattutto alla moglie e ai figli, chi si prepara a dare una folle battaglia, chi non rispetta la vita neppure quando è ormai ad un passo dal concluderla.
Per rendere più incisiva questa riflessione, il film si avvale di attori a dir poco superbi. I migliori sono senza dubbio Christopher Lloyd che, per una volta, interpreta un personaggio stranamente pacato e dignitoso, diverso da quelli folli e nevrastenici a cui siamo abituati, il pazzo e detestabile (per quanto è deficente il suo Critical Bill) Treat Williams, l'inquietantissimo Christopher Walken in sedia a rotelle e, soprattutto, Steve Buscemi e il suo Mr. Shh: l'incarnazione stessa della morte, freddo, silenzioso, sparuto e insignificante nella sua faccetta di uomo qualunque.. perché d'altronde anche una morte violenta non deve essere necessariamente spettacolare o strana. Insomma, se non lo avete mai visto e avete perso i radi passaggi televisivi di Cosa fare a Denver quando sei morto, cercate di recuperarlo perché ne vale veramente la pena.
Di Christopher Lloyd (Pieces), William Forsythe (Franchise), Treat Williams (Critical Bill), Steve Buscemi (Mister Shhh), Christopher Walken (The man with the plan), Bill Cobbs (Malt), Don Cheadle (Rooster) e Jenny McCarthy (l'infermiera bionda) ho già parlato nei rispettivi link.
Gary Fleder è il regista della pellicola. Americano, ha diretto film come Il collezionista ed episodi di serie come Racconti di mezzanotte. Anche produttore, ha 47 anni e due film in uscita.
Andy Garcia (vero nome Andrés Arturo García Menéndez) interpreta Jimmy il santo. Cubano, lo ricordo per film come The Untouchables - Gli intoccabili, Black Rain - Pioggia sporca, Il padrino - Parte III, Ocean's Eleven - Fate il vostro gioco, Ocean's Twelve, Ocean's Thirteen e La Pantera Rosa 2, inoltre ha partecipato alle serie La signora in giallo, Alfred Hitchcock presenta, Will & Grace e doppiato un episodio de I Simpson. Anche produttore, regista, compositore e sceneggiatore, ha 56 anni e sei film in uscita.
Bill Nunn (vero nome William G. Nunn) interpreta Easy Wind. Americano, ha partecipato a film come Cadillac man, A proposito di Henry, Sister Act - Una svitata in abito da suora, Palle in canna, L'inferno nello specchio (Candyman 2), Extreme Measures - Soluzioni estreme, Il collezionista, La leggenda del pianista sull'oceano, Spider - Man, Spider - Man 2, Spider - Man 3 e alla serie Millenium. Anche produttore, ha 59 anni.
Jack Warden (vero nome John H. Lebzelter) interpreta Joe Heff. Americano, ha partecipato a film come Tutti gli uomini del presidente, Assassinio sul Nilo, Giallo in casa Muppet, Piccola peste, Piccola peste torna a far danni, Toys - Giocattoli, Piccola peste s'innamora e alle serie Ai confini della realtà e Vita da strega. E' morto nel 2006, all'età di 85 anni.
Fairuza Balk (vero nome Fairuza Alejandra Feldthouse) interpreta Lucinda. Benché poco "sfruttata", quest'attrice americana è una delle mie preferite e la ricordo per film come Nel fantastico mondo di Oz, Giovani streghe,Valmont, L'isola perduta, American History X e Quasi famosi, inoltre ha partecipato alle serie I Soprano, Masters of Horror e doppiato alcuni episodi de I Griffin. Ha 38 anni e due film in uscita.
Gabrielle Anwar interpreta Dagney. Inglese, ha partecipato a film come Scent of a Woman - Profumo di donna, Ultracorpi - L'invasione continua, I tre moschettieri e alle serie Beverly Hills 90210, I Tudors e Burn Notice. Anche produttrice, ha 42 anni.
Marshall Bell (vero nome Archibald Marshall Bell) interpreta Atwater. Americano, ha partecipato a film come Nightmare 2: la rivincita, Stand by Me - Ricordo di un'estate, Manhunter - Frammenti di un omicidio, I gemelli, Atto di forza, Dick Tracy, Oscar - Un fidanzato per due figlie, Amore all'ultimo morso, il geniale e meraviglioso Il silenzio dei prosciutti, Airheads - Una banda da lanciare, Natural Born Killers, Starship Troopers - Fanteria dello spazio, Identità, Capote e alle serie X - Files, Millenium, Jarod il camaleonte, CSI e Dr. House. Ha 70 anni e due film in uscita.
Se Cosa fare a Denver quando sei morto vi fosse piaciuto, consiglio un paio di film forse poco conosciuti ma molto carini, Insoliti criminali e Compagnie pericolose. ENJOY!!
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