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martedì 1 settembre 2020

Tenet (2020)

Tenet, diretto e sceneggiato da Christopher Nolan, è il primo film che sono tornata a vedere al cinema dopo quasi sei mesi di lontananza dalle sale. Purtroppo, la gioia del ritorno tanto atteso è stata sciupata dalla gestione scellerata del Multisala savonese (spero che invece altrove le regole vengano rispettate), che mi ha costretta a quasi tre ore con la mascherina indosso a causa del mancato rispetto del distanziamento tra le poltrone: a Savona, infatti, se prenotate in due (lasciamo perdere le strisce di 6/7 persone, congiunte manco per le palle ma fatte entrare senza problemi) gli unici posti che rimangono liberi sono quello subito a destra e quello subito a sinistra sulla stessa fila, per le file davanti e dietro vi deve andar di culo e ovviamente io e il Bolluomo ci siamo ritrovati con un branco di ragazze tutte rigorosamente senza mascherina a distanza di un braccio dalla schiena, mentre davanti c'erano sì due posti liberi ma per mero caso. Shame, dunque, sul Multisala Diana: con tutta la buona volontà di sostenere il cinema visto come merita (ero dell'idea di andare a vedere TRE film questa settimana) sarò costretta a fare selezione giusto dei film che non voglio assolutamente perdermi sul grande schermo o di quelli che non posso recuperare in nessun altro modo, ché mettere a repentaglio così la salute dei miei famigliari e dei miei amici sarebbe davvero da sconsiderati.


Trama: un agente CIA si ritrova invischiato in un complotto "temporale" atto a distruggere l'umanità.


Dopo essermi sfogata un po' sulla questione Covid, torniamo a parlare di cinema. Avete visto che bella trama stringata ho messo qua sopra, eh? Potrei dire che volevo evitare di incappare in spoiler ma la verità è che Tenet questo è, spogliato da tutte le sue complicatissime ed inesplicabili teorie legate alle leggi dell'entropia e della fisica temporale, che ringrazio proprio tantissimo Robert Pattinson, Aaron Taylor-Johnson, Kenneth Branagh e la sciura indiana per esserci venuti incontro con doverose delucidazioni, ma avete presente quel suono che udite nel cervello quando provate a fare operazioni matematiche più difficili delle addizioni? Io sento proprio un crackrackrack come se cercassero di girare i lati del cubo di Rubick più vecchio e rotto del mondo, non scherzo, è un suono fisico di rotelle che si inceppano, ed è un suono che ho sentito spesso durante la visione di Tenet, al punto che un bel momento ho pensato: "ma sai cosa? Sono al cinema, questa è una ca**o di spy/action story, facciamo che ogni volta che Pattinson mi fissa dallo schermo chiedendomi silenziosamente se ho capito io annuisco e mi godo il delirio immaginifico Nolaniano?". Fatto questo, ve lo giuro, Tenet diventa una bellezza, uno 007 popolato da personaggi intelligentissimi che fanno cose fighe perché sono fighi, che riescono a tirare tutte le fila di un complotto talmente complesso da far fare a Di Caprio e soci in Inception (che io continuo a preferire a livello di trama, fatemi causa) la figura dei poveri sfigati impegnati in una storiellina per bambini. E il bello di tutto questo è che il difficile è solo per i personaggi, lo spettatore può tranquillamente rilassarsi e sapere che l'obiettivo è evitare la distruzione del mondo e sconfiggere il cattivissimo Branagh, punto. Come poi ci si riesca è un altro paio di maniche, stavolta non c'è comunque il pericolo di sentirsi stupidi e non capire il nucleo del film, grazie quindi a Nolan per la gentilezza: d'altronde, giusto gli americani potrebbero non conoscere il quadrato del Sator e smascellarsi dallo stupore per la sapienza del regista, visto che di base tutti i riferimenti a Sator, Arepo, Tenet, Opera e Rotas sono solo degli easter egg inutili (e io che già ero partita da casa spiegando a Mirco mille fantasiose teorie legate ad anagrammi e palindromi. No).


Si diceva, dunque, della bellezza di Tenet e delle sue scene girate in buona parte senza l'ausilio di effetti speciali, il che le rende ancora più pregevoli. Dall'inizio al cardiopalma ambientato all'opera, passando per un grandioso "incidente" aereo durante il quale ho sostituito ai protagonisti Lupin e Jigen nella mia mente bacata di fangirl, arrivando a deliranti corpo a corpo, ancor più deliranti inseguimenti in macchina e lunghissime sequenze in cui passato e presente si intrecciano con gente che va avanti ma contemporaneamente anche indietro mentre gli edifici scoppiano e non scoppiano c'è davvero l'imbarazzo della scelta, roba da far piangere John Wick di commozione. Nolan con la sua cinepresa e l'ausilio del montaggio piega letteralmente il tempo al suo volere e lo spettatore viene immerso in questo assurdo mondo privo di leggi della fisica (e tuttavia rigorosamente regolato da esse) come se la sala cinematografica non esistesse più, grazie anche all'assurda colonna sonora di Ludwig Goransson, soggetta anch'essa agli sbalzi temporali che condizionano la storia. In tutto ciò, la bellissima Elizabeth Debicki svetta letteralmente come una dea facendosi ricordare come unica presenza femminile in tutto il film (non è l'unica ma le povere Clémence Poésy e Fiona Dourif è come se nemmeno ci fossero) e John David Washington cerca di non sfigurare in un ruolo di agente segreto iperfigo che sarebbe stato più che perfetto, mi duole dirlo, per suo padre o quel gran gnocco di Idris Elba, facendosi spesso rubare la scena da un Kenneth Branagh bastardo fino al midollo (mi si dice che il suo accento originale sia assai ridicolo,  fortunatamente il doppiaggio ci mette una pezza) e da un Robert Pattinson che acquista importanza e spessore a mano a mano che la storia prosegue. In definitiva, essendo partita con la convinzione che mi sarebbero cadute le gonadi come durante Interstellar e Dunkirk, mi sono goduta tantissimo questo Tenet, film da vedere rigorosamente in sala; a mio avviso i livelli di The Prestige e Inception sono ben lontani ma perlomeno stavolta Nolan ha realizzato un film complesso ma godibile, più vicino al genere che preferisco, cosa che mi ha reso simpatica anche la volontà di essere comunque un maledetto snob. Andatelo a vedere in fiducia e sperabilmente anche in completa sicurezza!


Del regista e sceneggiatore Christopher Nolan ho già parlato QUI. Elizabeth Debicki (Kat), Robert Pattinson (Neil), Kenneth Branagh (Andrei Sator), Aaron Taylor-Johnson (Ives), Clémence Poésy (Laura), Fiona Dourif (Wheeler), Michael Caine (Michael Crosby), Himesh Patel (Mahir), Wes Chatham (Sammy) e Martin Donovan (Victor) li trovate invece ai rispettivi link.

John David Washington interpreta "il protagonista". Americano, figlio di Denzel Washington, ha partecipato a film come Malcom X BlackKklansman. Anche produttore, ha 36 anni e due film in uscita.


Se Tenet vi fosse piaciuto, recuperate Inception (lo trovate su Netflix), Source Code (lo trovate su Netflix e RaiPlay) e magari anche L'esercito delle 12 scimmie. ENJOY!

mercoledì 2 ottobre 2019

Yesterday (2019)

Freschi di vacanza a Liverpool, lunedì sera siamo andati col Bolluomo a vedere Yesterday, diretto da Danny Boyle.


Trama: Jack Malik, cantante senza successo, ha un incidente la sera in cui un black out totale colpisce il mondo intero. Al risveglio, scopre che nessuno ricorda più i Beatles e, sfruttando le opere del quartetto di Liverpool, comincia a scalare le vette della fama...


Siamo così abituati a guardare film complicati, cervellotici, zeppi di spiegoni, sospesi tra dramma e pessimismo, che quando esce una cosa deliziosa come Yesterday ci si impegna a spaccare il capello e a denigrarlo proprio per la sua incredibile leggerezza. Sì, sia Danny Boyle come regista che Richard Curtis come co-sceneggiatore hanno fatto di meglio e la trama di Yesterday, salvo l'assunto iniziale già ampiamente sviscerato nel trailer, è prevedibile dall'inizio alla fine, ma questo lo si può razionalizzare col senno di poi perché la verità è che guardando il film mi sono divertita un sacco innanzitutto, poi mi sono commossa a più riprese e non solo per la sottotrama "amorosa". Ma pensate davvero, per un momento, a un mondo in cui non esistono le opere più belle. Non siete fan dei Beatles? Va bene. Immaginiamo che Kubrick non sia mai esistito, che nessuno abbia idea di chi sia Leonardo da Vinci, che la Divina Commedia sia finita nell'oblio... e che qualcuno, invece, ne mantenesse il ricordo. Al di là dell'ideale scalata al successo che potrebbero giusto perseguire pochi eletti, ma pensate alla frustrazione di chi, invece, dovesse ricordare la meraviglia di queste opere d'arte e non potesse mai più fruirne perché incapace di riprodurle, anche solo di spiegarne l'idea, tutto quello che sta dietro, la filosofia dell'autore. Non so a voi, ma sta cosa mi terrorizza e mi magona anche un po' e il maledetto Curtis la sfrutta, ah se la sfrutta, nonostante tutta la leggerezza di cui è permeato Yesterday. E' qualcosa che diventa come un tarlo nella mente di Jack, quando lì per lì c'è solo l'incredulità di avere avuto una botta di culo non da poco e la possibilità di scalare le classifiche facendosi segreto depositario dell'opera omnia dei Fab Four mentre da parte dello spettatore c'è la gioia di mettersi nei panni di chi per la prima volta ascolta capolavori come Yesterday, Let it be, Help... senza dimenticare la mia adorata Eleanor Rigby, protagonista di un recurring joke tra i più riusciti ed importanti della pellicola, interessante anche a livello di montaggio e regia.


D'altronde, gira Danny Boyle e l'inglesaccio non è un cretino, perché Yesterday è bello sia da vedere che da ascoltare, soprattutto quando il regista si innamora di piccoli dettagli come lo studio di registrazione a bordo ferrovia o quando la sua cinepresa rotea nelle strade di Liverpool, cosa che ha trasportato magicamente me e il Bolluomo all'interno della vacanza appena trascorsa, facendoci sorridere all'idea di avere mangiato un pain au chocolat praticamente al tavolo accanto a quello di Ellie e Jack, all'interno di Lime Station. Certo, c'è una sequenza in particolare che molti avranno trovato commovente ma che io ho trovato debole e paracula (ha a che fare con lo spoiler che accompagna la presenza di Robert Carlyle), ma nulla che possa inficiare la piacevolezza generale del film che, tra l'altro, si appoggia ad attori validissimi. Himesh Patel ha quella faccia "un po' così", perfetta per essere denigrata a più riprese dall'esilarante manager interpretata da Kate McKinnon ma, onestamente, ogni volta che il fanciullo cantava riuscivo seriamente a emozionarmi, in particolare durante l'esecuzione di Help e dell'Obladi Oblada finale, tuttavia se dovessi dare una "palma" ideale al migliore attore/attrice, l'ambito premio finirebbe senza dubbio nelle mani di Lily James. Carina, dolcissima e buffa, la sua Ellie è il prototipo della ragazza "normale" e, pur avendo mille, condivisibili fisime, non risulta mai antipatica o sdolcinata, neppure una volta, anzi, spesso verrebbe voglia di abbracciare questa povera Eleanor che "vive in un sogno e aspetta, alla finestra", sprecando anni di vita dietro a un povero pirla. E su questa nota chiudo, col solito diludendo di chi, ahimé, è stato costretto a vedere Yesterday nella nostra solita versione doppiata, quando varrebbe la pena, almeno in questo caso, dare allo spettatore anche la possibilità di godere degli innumerevoli giochi di parole e citazioni palesemente presenti nella versione originale. Verrà il giorno in cui la gente dimenticherà l'esistenza dei film doppiati, porca miseria!


Del regista Danny Boyle ho già parlato QUI. Lily James (Ellie Appleton), Kate McKinnon (Debra Hammer) e Robert Carlyle (non accreditato, è SPOILER John Lennon) li trovate invece ai rispettivi link.

Himesh Patel interpreta Jack Malik. Inglese, ha partecipato a serie come Eastenders. Anche sceneggiatore e produttore, ha 29 anni e un film in uscita.


Chris Martin, leader dei Coldplay, avrebbe dovuto partecipare al film al posto di Ed Sheeran ma per problemi di impegni pregressi non se n'è fatto nulla. Ana de Armas è invece "scomparsa" in sala montaggio, assieme alla rivale in amore di Ellie da lei interpretata. Inizialmente, Yesterday avrebbe dovuto avere un tono molto più dark ed essere più concentrato sulla natura della nuova realtà venutasi a creare che sulla storia d'amore tra Jack ed Ellie, poi però è subentrato Richard Curtis a rendere il tutto più lieve. Se Yesterday vi fosse piaciuto recuperate anche Questione di tempo. ENJOY!




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