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martedì 27 dicembre 2022

Bolla's Top 5: Worst of 2022

Benvenuti alle classifiche di fine anno! Il 2022 ha sicuramente portato molti film belli (tra l'altro, al momento di scrivere il post, sto ancora aspettando di vedere il Pinocchio di Del Toro, Avatar 2 e The Fabelmans, giusto per non mancare qualche pezzo grosso dell'ultimo minuto) ma, per la nostra "gioia", anche parecchie ciofeche. Ho cercato di inserire in classifica solo quelle che hanno avuto un'ampia distribuzione, ma tra i film più orribili e odiosi dell'anno figurano un paio di chicche che vi consiglio di cercare, per poi venire a prendermi per i capelli e pretendere una giusta e sommaria giustizia, come il pretenzioso The Scary of Sixty- First, l'imbarazzante All Jacked Up and Full of Worms e quell'incessante fonte di nervoso che risponde al nome di Dashcam. Fortunatamente domani arrivano cose meravigliose, capaci di riconciliarci col mondo!! ENJOY!


5. Diabolik - Ginko all'attacco!

Dio, quanto mi dispiace inserire una produzione "di genere" italiana all'interno di questa classifica, soprattutto perché i Manetti Bros. a me stanno molto simpatici. Però, davvero, ho trovato ben poco da salvare nel secondo capitolo dedicato alle gesta dell'antieroe creato dalle Giussani, e tantissimo di cui ridere fino all'eternità, in primis la love story tra la Contessa di Monica Bellucci e il povero Ginko di Valerio Mastandrea.

La mia reazione più o meno ad ogni sequenza

4. Non aprite quella porta

Anche detto Old Man Leatherface, è un guazzabuglio di momenti involontariamente ilari e facilonerie, zeppo di personaggi scemi che fanno cose stupide e detentore dell'anticlimax più grande del 2022. C'è di buono che, almeno, dura poco ed è zeppo di sangue, quindi si può anche approcciare per una serata ad altissimo tasso di ignoranza. Astenersi appassionati della saga, ovviamente. 

La svogliatezza anche nell'accettare laGGente

3. Pinocchio

Non posso nemmeno scrivere "tecnicamente ineccepibile", visto che la CGI a tratti fa schifo e i personaggi di finzione non interagiscono alla perfezione con quelli veri. Il Nadir delle carriere di Robert Zemekis e Tom Hanks, che tra tutti e due fanno una figura... una figura di... niente, non mi viene la parola. Agevolo una diapositiva assai ficcante, magari mi verrà in mente. 



2. How it Ends

Inserire in classifica questa palla al ca**o, invece, non mi dispiace per nulla. Girato tra amici in periodo di pandemia, ha ottenuto come unico risultato quello di farmi addormentare più volte e maledire tutti quelli che, per superare la noia da Covid, non hanno avuto nulla di meglio da fare che realizzare discutibili film di pseudo-fantascienza che scavano nella psiche di personaggi insopportabili e profondi quanto una pozzanghera.

Eh già. Non avrei saputo esprimermi meglio

1. Occhiali neri

E' giusto e doveroso che il Re dell'horror italiano si meriti il podio. Non so neppure da dove cominciare a sottolineare quanto male faccia al cinema di genere nostrano un film come questo. Nato già vecchio, svogliato da morire, recitato coi piedi, diretto senza un minimo di verve, più virato verso il ridicolo dramma familiare che verso il thriller, fonte dei dialoghi e delle scene più scult dell'anno, ha solo un momento apprezzabile, ovvero la sequenza iniziale. Il resto, andrebbe davvero guardato con un addosso un paio di occhiali neri e magari anche un paio di cuffie. Povero Argento, che brutta fine hai fatto!

L'unica reazione possibile al capolavoro


mercoledì 2 marzo 2022

Occhiali neri (2022)

Mi vien da piangere. Ero convinta che Non aprite quella porta avrebbe vinto a man bassa il premio di peggior film dell'anno o, perlomeno, di pellicola più esilarante suo malgrado, ma non avevo pensato che Dario Argento, regista e co-sceneggiatore di Occhiali neri, sarebbe entrato a gamba tesa per raggiungere il podio di questa disgraziata tenzone...


Trama: Diana diventa cieca dopo essere rimasta coinvolta in un incidente in auto, causato da un killer di prostitute. In quanto tale, Diana è stata e continua ad essere presa di mira...


Sarebbe troppo facile sparare a zero sul Darione nazionale, ormai giunto alla veneranda età di 81 anni e quindi passabile di quel minimo sindacale di demenza senile (non fosse bastato dirigere Dracula 3D già dieci anni fa, o Giallo, se per questo). Sarebbe facile, se non fosse che i miei due compagni di visione hanno mostrato di gradire Occhiali neri e ciò mi ha imposto di impegnarmi per trovare qualcosa di salvabile in quella che a me è sembrata l'ennesima ciofeca del nostro, quindi impegnerommi. Cominciamo con la colonna sonora. Ecco, quella è stata davvero una bella sorpresa. Un po' truzza, se vogliamo, ma evocativa e adatta alle atmosfere del film, e se non altro si distacca dal solito score à la Goblin per trovare una sua identità, quindi bravo Arnaude Rebotini, l'unico che può dire di essere uscito dall'impresa a testa alta. La seconda cosa a mio avviso bella di Occhiali neri è la sequenza iniziale, quella durante la quale l'ingenuo spettatore arriva a pensare che l'eclissi di sole c'entrerà qualcosa e che il film possa diventare, che so, un Macchie solari con eclissi, un Compleanno di sangue; purtroppo, l'evocativa sequenza zeppa di inquadrature sbilenche, che trasforma Roma in un posto inquietante e quasi fuori dal mondo, molto onirico, oltre al venire stroncata senza appello da un padre che si rivolge alla figliola dicendo "Sai perché i cani sono TURBATI?" (uno dei tanti esempi di dialoghi orribili), muore lì senza avere alcun seguito, visto che l'eclissi non c'entra assolutamente nulla con tutto il resto del film, ahimé. Una terza cosa positiva sono gli effetti speciali, che regalano delle belle morti sanguinolente, nonostante siano molto poche, e la quarta ed ultima cosa positiva del film è che, finalmente, Asia Argento non è l'attrice peggiore del mucchio, anzi, ci fa pure una bella figura. Quindi, brava anche Asia, sì. Peccato che la protagonista sia Ilenia Pastorelli.


Ammetto di non aver seguito la carriera della Pastorelli post Lo chiamavano Jeeg Robot, ma siccome ho rivisto più volte il film d'esordio di Mainetti, riconfermo quello che scrissi all'epoca: "la Pastorelli è dotata di una bellezza incredibile, quel fascino che non risiede nei lineamenti perfetti ma piuttosto nella capacità di suscitare emozioni negli altri, annullandosi completamente in un personaggio difficile ma fondamentale.". La sua Alessia mi commuove e mi intenerisce oggi come la prima volta che l'ho vista e ritengo tuttora che la dizione imperfetta della Pastorelli, il suo aspetto un po' dimesso e anche la sua vena isterica siano un valore aggiunto al personaggio. Forse perché Mainetti i suoi attori li sa dirigere e "controllare", cosa che, si sa, Argento non è mai stato in grado di fare e purtroppo si vede. Ilenia Pastorelli, verso la fine di Occhiali neri, viene definita "cagna" e giuro che in sala ho aggiunto un "maledetta, pure!" di mio, come omaggio a un René Ferretti che, probabilmente, davanti a un overacting simile si sarebbe impiccato. Diana è un personaggio tragicomico, una pittima della peggior specie, la parodia di un cieco alla quale gli sceneggiatori hanno messo in bocca dialoghi imbecilli (il PENDOLONE!!!): spiegatemi perché mai una ragazza cieca dovrebbe accasciarsi a terra dopo aver fatto due passi e venire costantemente sorretta da chicchessia neanche fosse paraplegica e spiegatemi, santo cielo, perché mai la stessa ragazza, inseguita nel bosco da un killer, dovrebbe strillare come una forsennata attirando l'attenzione dell'intero creato mondo? E mi si risparmino, per favore, le interviste legate alla "tenerezza" del rapporto tra Diana e il piccolo Ching (che lei, ovviamente, chiama "CI', 'a 'CI!!!!" per tutto il film) visto che, quando il rapporto effettivamente si cementa, sembra di guardare un'episodio de Un medico in famiglia, mentre per il resto il poverello viene trattato come una pezza da piedi e costantemente "urlato" dalla cecata. Poi purtroppo accade anche che i momenti "Nonno Libero ma cecato" superino quelli thriller/horror e allora buonanotte. 


Occhiali neri
ha ben poco di thriller e di horror. Ci sono alcuni sprazzi, alcune intuizioni, dei momenti in cui la condizione svantaggiata della protagonista diventa fondamentale veicolo di una sensazione claustrofobica (il palazzo da incubo dove vive Chin e i suoi corridoi sono meglio di qualsiasi bosco e di qualsiasi dipartimento dighe, soprattutto di qualsiasi pozza zeppa di boa constrictor acquatici, che il mio buon amico Ale ha definito "Fulciana" ma che io definirei "pulciara", più che altro), ma per il resto il film è privo di una reale trama "gialla"; sì, c'è un assassino di prostitute che si incaponisce con Diana per il motivo più stupido del mondo e di tanto in tanto lei ha paura di trovarselo alla porta, ma spesso il killer è solo l'accessorio di una trama che vede essenzialmente Diana e Chin risolvere i loro problemi di soldi, di salute o di affidamento e onestamente per vedere un film simile diretto da Argento preferirei rivolgermi a Muccino, Veronesi, a un signor nessuno di qualche fiction RAI. E sì, mi direte, la sceneggiatura ha ormai 20 anni quindi nasce un po' già "vecchia", ma possibile che NESSUNO, nemmeno Asia Argento, abbia avuto il coraggio di mettere becco nella questione, rivedersi un po' sceneggiatura e dialoghi, e dare un'impronta nostalgica ma moderna al tutto? Io ad Argento non voglio male. Mi auguro sinceramente che possa dare lo schiaffo morale che tutti noi stronzi brontoloni ci meritiamo e sparare un'ultima cartuccia da fare impallidire Mad Max Fury Road, ma la mia speranza ormai è ridotta al lumicino. 


Del regista e co-sceneggiatore Dario Argento ho già parlato QUI mentre Asia Argento, che interpreta Rita, la trovate QUA

Ilenia Pastorelli interpreta Diana. Nata a Roma, ha partecipato a film come Lo chiamavano Jeeg Robot, Benedetta follia e Io e Angela. Ha 36 anni e un film in uscita. 



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