Tra i vari film che aspettavo con parecchia trepidazione per l’anno cinematografico appena iniziato c’era il nuovo film della Pixar, Ribelle – The Brave (Brave), diretto dai registi Mark Andrews, Brenda Chapman e Steve Purcell.
Trama: Merida è una principessa molto poco convenzionale, insofferente alle rigide regole dettate dalla madre. Nel tentativo di cambiare il suo destino, però, la ragazza combina un pasticcio difficile da risolvere…
Vi siete mai chiesti perché, il 90% delle volte, nei cartoni animati dedicati alle principesse le regine madri sono morte, lontane, vittime di incantesimi o altro? Se ve lo siete chiesti ma non siete mai riusciti a capire il perché, Brave (lo so, sono spocchiosa, ma il titolo italiano non mi piace, ok?) vi offrirà la risposta su un piatto d’argento: perché sono delle grandissime, pignolissime, precisinissime e perfettissime rompicoglioni in grado di scoraggiare e zittire anche il più prode e grebano dei guerrieri. Come dite, sto recensendo un film per bambini quindi sarebbe meglio usare un linguaggio appropriato? Avete ragione, ma in questo caso la definizione è calzante, perché la pellicola è interamente incentrata sul conflitto tra madre e figlia, tra dovere e desiderio, tra una strada già tracciata e la libertà, che porta ad una giusta riflessione sul destino, sull’equilibrio e, soprattutto, sulla capacità di ascoltare gli altri per cercare di evitare i danni causati da testardaggine ed egoismo. Come avrete capito quindi, pur con questo spunto a suo modo “originale”, se mi passate il termine, Brave risulta così il più disneyano, classico e, per estensione, semplice dei film della Pixar, cosa che ha fatto storcere il naso a molti ma non a me, bambina cresciuta, nostalgica e ormai stufa delle variazioni parodistiche e “adulte” sul tema. Intendiamoci, la storia della rossa principessa non rimarrà nei miei annali personali, molto probabilmente tra una settimana o due me la sarò già dimenticata, ma per il tempo passato in sala è stata un valido intrattenimento che mi ha fatta ridere (un casino), emozionare e commuovere (sì, sul finale, per quanto telefonato).
Lungi da me rivelare alcunché sulla trama, il cui sviluppo, colpi di scena compresi, pur rimanendo celato nei trailer è comunque facilmente intuibile dal momento esatto in cui una disperata Merida fugge nel bosco, pertanto mi concentrerò sulla realizzazione di Brave. L’animazione, innanzitutto, è ineccepibile. Impossibile non venire attirati dai rossi, meravigliosi capelli della protagonista, dalla bellezza quasi mozzafiato dei paesaggi naturali ricreati dalle mani capaci degli animatori, dall’incredibile realismo degli orsi adulti o dai giochi di luce ed ombra all’interno del castello. Anche il character design dei personaggi è molto bello: gli animatori si sono particolarmente sbizzarriti con i pretendenti alla mano di Merida, un trio di esseri a dir poco inguardabili (uno di loro sembra il Trota, giuro!!) accompagnati da degni e ancor più improponibili padri, fulcro delle sequenze più esilaranti dell’intera pellicola assieme al trio di demoniaci fratellini della rossa principessa e alla strega “intagliatrice”. Per finire, tolta la gnegnosissima canzonetta cantata dalla nostrana Noemi, anche la colonna sonora è uno spettacolo, perché richiama un paio di generi che adoro, come la musica celtica e quella d’ispirazione medievale. L’unico difetto tecnico di Brave è che tutta questa mirabilia animata è purtroppo incupita da un 3D più inutile del solito, che forse aumenta un po’ la profondità dell’insieme ma, per il resto, è davvero poca roba. Vi consiglio quindi di guardare l’ultimo lavoro Pixar in una “banale” sala priva di questa tecnologia e di non lasciarvi scoraggiare dalle recensioni negative, soprattutto se avete dei bimbi, perché Brave merita sicuramente una visione e soprattutto perché….
… beh, perché prima del film proiettano il meraviglioso corto La luna di Enrico Casarosa. Non vi anticiperò nulla di nulla su questo piccolo, delizioso e poetico capolavoro di animazione, perché dovete rimanere come sono rimasta io: a bocca aperta, con la lacrima nell’occhio come Ranatan, emozionata come una bimba piccola e con un incredibile desiderio di trovarmi catapultata per magia su quella splendida luna animata. Anzi, a pensarci bene La luna vale da solo il prezzo del biglietto e, non me ne vogliano gli estimatori del carinissimo Brave, è nettamente superiore al film che precede.
Di Kelly MacDonald (voce originale di Merida), Billy Connolly (voce originale di Fergus), Emma Thompson (voce originale di Elinor), Julie Walters (voce originale della Strega, doppiata in italiano dalla grandissima Anna Mazzamauro), Robbie Coltrane (Lord Dingwall, doppiato in italiano da Giobbe Covatta) ho già parlato nei rispettivi link.
Mark Andrews è uno dei registi e sceneggiatori della pellicola. Al suo primo film come regista, ha diretto precedentemente tre corti animati. Americano, è anche designer e animatore.
Brenda Chapman è una dei registi e sceneggiatori della pellicola. Americana, ha diretto anche Il principe d’Egitto. E’ anche animatrice e produttrice.
Steve Purcell è coregista e cosceneggiatore della pellicola, nonché voce originale del Corvo, alla sua prima esperienza come regista. Americano, anche fumettista e animatore, ha 51 anni.
Kevin McKidd presta la voce in originale a Lord McGuffin (doppiato in italiano da Shel Shapiro) e al figlio. Ve lo ricordate lo sfortunato Tommy di Trainspotting? Eccolo qui, bello cresciuto e reduce dall’aver partecipato a film come The Acid House, Ideus Kinky – Un treno per Marrakech, Dog Soldiers, Hannibal Lecter – Le origini del male e a serie come Grey’s Anatomy. Scozzese, anche regista, ha 39 anni e un film in uscita.
Craig Ferguson presta la voce in originale a Lord Macintosh (doppiato in italiano da Enzo Iacchetti). Scozzese, ha partecipato a film come Lemony Snicket – Una serie di sfortunati eventi e doppiato serie come Freakazoid!, Hercules, The Angry Beavers, American Dad! e Futurama. Anche sceneggiatore, compositore, produttore e regista, ha 50 anni e un film in uscita.
Rimanendo in ambito “doppiaggio originale”, Reese Witherspoon avrebbe dovuto prestare la voce a Merida, ma è stata costretta a rinunciare per altri impegni, mentre lo strano modo di parlare del figlio di McGuffin è semplicemente il dialetto usato nel nord della Scozia, il Doric. E ciò mi fa venire parecchia voglia di vedere il film in lingua originale. Ah, rimanete fino alla fine dei titoli di coda, così saprete se l’ordine fatto da Merida alla strega è arrivato! Ovviamente, se il film vi fosse piaciuto, consiglierei la visione di Mulan. ENJOY!
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giovedì 13 settembre 2012
martedì 30 novembre 2010
Harry Potter e i Doni della Morte - parte 1 (2010)
E’ cominciata qualche giorno fa, almeno per me, la lunga attesa che si protrarrà fino a giugno/luglio 2011, periodo in cui uscirà la seconda e ultima parte di Harry Potter e i Doni della Morte (Harry Potter and the Deathly Hallows), diretto da David Yates. Se il buongiorno si vede dal mattino posso ben sperare, visto che finora questo è il film della saga che mi è piaciuto di più, anche se ovviamente il libro è molto superiore.

Trama: dopo la morte di Silente il mondo della magia è nel caos. Mentre Voldemort prende il potere, sia in Inghilterra che a Hogwarts, Harry, Ron ed Hermione partono alla ricerca degli Horcrux, oggetti incantati nei quali Colui che non deve essere nominato ha nascosto pezzi della sua anima. Il compito, ovviamente, è molto meno facile di quanto si aspettassero…

Dopo anni passati a vedere gli splendidi libri della Rowling sacrificati in due ore e passa di film, penalizzati da tagli, approssimazioni, buchi e quant’altro, finalmente all’ultimo romanzo viene dato il trattamento che merita e si è deciso di dividerlo in due film parecchio lunghetti e pregni di indizi, rimandi ai precedenti, momenti di approfondimento e quant’altro. Per chi, come me, rasenta il fascismo quando si tratta di adattamenti cinematografici, una cosa simile è una manna dal cielo, ma nonostante questo, credetemi, avrò qualcosa per cui lamentarmi, più o meno verso la fine del post. Per ora, parliamo delle (molte) cose positive: innanzitutto, complimenti agli sceneggiatori, al regista, agli scenografi e ai costumisti perché questo Harry Potter e i Doni della Morte è curatissimo soprattutto nei dettagli. Nonostante manchino gli ambienti grandiosi e fantastici tipici dei film precedenti, come la Gringott o Hogwarts, il senso di meraviglia viene mantenuto vivo innanzitutto dagli spettacolari paesaggi che vengono utilizzati come sfondo per i vari spostamenti del trio durante la ricerca degli Horcrux, dai pochi ma degnissimi inseguimenti e scontri a base di incantesimi, dalle stilosissime mise che indossano i protagonisti e, soprattutto, dai piccoli gesti che, più di qualsiasi dialogo, mostrano allo spettatore i legami di amicizia o amore che legano i vari personaggi: commovente l’inizio con Hermione che cancella sé stessa dalla mente dei genitori, da vera wakka wakka il gesto di Ginny che, a schiena nuda, chiede a Harry di tirarle su la zip dell’abito, stupendo il faccione rapito di Ron che contempla Hermione impegnata ad insegnargli a suonare Fur Elise al pianoforte, molto carina la scena in cui Harry cerca di tirare su il morale ad Hermione facendola ballare (anche se il tutto risulta un barbatrucco per trarre in inganno gli sprovveduti che, non avendo letto i libri, potevano pensare ad una liaison tra i due…); ma quello che ho amato di più, oltre al bellissimo cartone animato che racconta la storia dei Doni della Morte (esemplare, quasi più bello dello stesso film e con un impatto grafico che mi ricordava tantissimo le Totentanzen e, per estensione, Il settimo sigillo), è come il regime di Voldemort influenzi il ministero, che si trasforma in una fabbrica di pamphlet anti-babbani in perfetto stile stalinista pattugliata da camicie nere e decorata da statue che rappresentano Babbani schiacciati dalla potenza dei maghi.

Nonostante questa quasi perfezione, però, ho provato uno strano senso di “fretta”, di mancanza di sentimento (il che è paradossale, visto quello che ho scritto prima). Gli sceneggiatori, molto intelligentemente, hanno gettato qualche spiegazione che rammentasse gli eventi passati, hanno snellito qualche punto che nel libro era troppo lungo e ripetitivo e hanno ovviamente eliminato parecchi utilizzi della Pozione Polisucco, che ci avrebbero fatto assistere ad un film praticamente privo degli attori principali, però a tratti mi è sembrato di trovarmi davanti un film a microepisodi il cui unico scopo è esaurirsi puntando al finale necessariamente sospeso. Un’altra cosa che mi ha fatta storcere il naso è l’assoluta assenza di un elemento fondamentale come il Mantello dell’Invisibilità e che, nonostante l’abbondanza di episodi particolarmente significativi dal punto di vista “psicologico”, ci si sia dimenticati di far recuperare ad Harry l’occhio di Moody, incastonato nella porta dell’ufficio della Umbridge, e soprattutto che non si sia fatta menzione della foto strappata nella camera di Sirius; questo mi fa temere che nel secondo episodio si sorvolerà parecchio sulla vita di Piton, il che mi fa notevolmente irritare. Cerchiamo di non pensarci, e di apprezzare quello che abbiamo. Per fortuna gli attori sono tutti in gran forma (tutti tranne il solito Daniel Radcliffe che, nei panni di Harry, ormai è proprio arrivato alla frutta: l’unico momento in cui è realmente credibile, paradossalmente, è quando interpreta qualcun altro!!) nonostante debba lamentarmi del fatto che Piton e, soprattutto, Lucius, si vedano poco e che Helena Bonham Carter sia leggermente sottotono rispetto ai film precedenti. Tra l’altro ho adorato l’attore che, per una decina di minuti, sostituisce Radcliffe nelle scene ambientate al ministero: duro come un bacco ma con un’espressività esilarante! Molto bella anche la vena horror che, fin dall’inizio, percorre il film (pare che per evitare ulteriori divieti la scena della tortura di Hermione sia stata pesantemente tagliata), ma perdonate se alla fine, di fronte alla morte del pupazzo CG più mollo che la storia ricordi, non è riuscita a scendermi nemmeno una lacrima. Insomma, alla fine, do al film la sufficienza piena con un paio di virgole confidando che facciano ancora meglio nell’ultimo capitolo.

Ho già parlato, e più volte, sia del regista David Yates che di quasi tutti gli attori che recitano in questo film, quindi metterò il loro nome linkabile, in caso voleste saperne di più: Daniel Radcliffe (Harry Potter), Rupert Grint (Ron Weasley), Emma Watson (Hermione Granger), Alan Rickman (Severus Piton), Helena Bonham Carter (Bellatrix Lestrange), Bill Nighy (Il ministro della magia Rufus Scrimgeour), Julie Walters (Molly Weasley), Timothy Spall (Codaliscia), Brendan Gleeson (Malocchio Moody) e per finire John Hurt (il fabbricante di bacchette, Olivander).
Jason Isaacs interpreta *sbava copiosamente* Lucius Malfoy. Attore inglese che la Bolla apprezza particolarmente per la beltade che lo caratterizza, lo ricordo in film come Dragonheart, Armageddon, Resident Evil, Lo Smoking, Harry Potter e la camera dei segreti, Peter Pan, Harry Potter e il Calice di fuoco, Grindhouse e Harry Potter e l’Ordine della Fenice. Ha 47 anni e quattro film in uscita tra cui, ovviamente, la seconda parte de I doni della Morte.

Ralph Fiennes interpreta nientemeno che Voldemort. Attore inglese tra i più bravi, più volte nominato per l’Oscar, fratello del meno famoso Joseph Fiennes (quello che ha fatto Shakespeare in Love, per intenderci…), lo ricordo per film come Schindler’s List, Strange Days, Il paziente inglese, The Avengers – Agenti speciali, Spider, Red Dragon, Harry Potter e il Calice di fuoco e Harry Potter e l’Ordine della Fenice, e per aver prestato la voce ne Il principe d’Egitto e Wallace & Gromit – La maledizione del coniglio mannaro. Ha 48 anni e tre film in uscita, tra cui la seconda parte de I doni della Morte.

Robbie Coltrane interpreta Hagrid. L’attore scozzese ha partecipato a tutti i film della serie Harry Potter, e tra le sue altre pellicole ricordo Flash Gordon, la versione tv di Alice nel paese delle meraviglie, From Hell – La vera storia di Jack lo squartatore, Van Helsing e Ocean’s Twelve. Ha 60 anni e due film in uscita.

Rhys Ifans è la new entry del film ed interpreta Xenophilius Lovegood, il papà di Luna. Attore gallese, ha recitato in Twin Town, Notting Hill, The Shipping News – Ombre dal passato, Hannibal Lecter – Le origini del male, Elizabeth: The Golden Age e il geniale I Love Radio Rock. Ha 42 anni e cinque film in uscita, tra cui il reboot di Spiderman (GIA?????) dove interpreterà, probabilmente, Lizard, e una versione televisiva di Peter Pan dove vestirà il ruolo di Capitan Uncino.

E ora, un paio di curiosità. Quasi all’inizio del film vengono introdotti due personaggi che sarebbero dovuti spuntare già nei film precedenti, ed uno di questi è Bill Weasley che, guarda caso, è interpretato da Domnhall Gleeson, figlio di quel Brendan Gleeson che incarna degnamente lo sfortunato Malocchio Moody. Pare, inoltre, che sia Shyamalan che Guillermo del Toro si fossero offerti di dirigere il film. Peccato che il secondo sia stato lasciato fuori, ma se il maledetto Sciabadà avesse anche solo sfiorato la cinepresa credo gli avrei amputato le mani. E ora vi lascio con il trailer che unisce i due film... vi dico la verità, non vedo l'ora che esca l'ultimo!! ENJOY!
Trama: dopo la morte di Silente il mondo della magia è nel caos. Mentre Voldemort prende il potere, sia in Inghilterra che a Hogwarts, Harry, Ron ed Hermione partono alla ricerca degli Horcrux, oggetti incantati nei quali Colui che non deve essere nominato ha nascosto pezzi della sua anima. Il compito, ovviamente, è molto meno facile di quanto si aspettassero…
Dopo anni passati a vedere gli splendidi libri della Rowling sacrificati in due ore e passa di film, penalizzati da tagli, approssimazioni, buchi e quant’altro, finalmente all’ultimo romanzo viene dato il trattamento che merita e si è deciso di dividerlo in due film parecchio lunghetti e pregni di indizi, rimandi ai precedenti, momenti di approfondimento e quant’altro. Per chi, come me, rasenta il fascismo quando si tratta di adattamenti cinematografici, una cosa simile è una manna dal cielo, ma nonostante questo, credetemi, avrò qualcosa per cui lamentarmi, più o meno verso la fine del post. Per ora, parliamo delle (molte) cose positive: innanzitutto, complimenti agli sceneggiatori, al regista, agli scenografi e ai costumisti perché questo Harry Potter e i Doni della Morte è curatissimo soprattutto nei dettagli. Nonostante manchino gli ambienti grandiosi e fantastici tipici dei film precedenti, come la Gringott o Hogwarts, il senso di meraviglia viene mantenuto vivo innanzitutto dagli spettacolari paesaggi che vengono utilizzati come sfondo per i vari spostamenti del trio durante la ricerca degli Horcrux, dai pochi ma degnissimi inseguimenti e scontri a base di incantesimi, dalle stilosissime mise che indossano i protagonisti e, soprattutto, dai piccoli gesti che, più di qualsiasi dialogo, mostrano allo spettatore i legami di amicizia o amore che legano i vari personaggi: commovente l’inizio con Hermione che cancella sé stessa dalla mente dei genitori, da vera wakka wakka il gesto di Ginny che, a schiena nuda, chiede a Harry di tirarle su la zip dell’abito, stupendo il faccione rapito di Ron che contempla Hermione impegnata ad insegnargli a suonare Fur Elise al pianoforte, molto carina la scena in cui Harry cerca di tirare su il morale ad Hermione facendola ballare (anche se il tutto risulta un barbatrucco per trarre in inganno gli sprovveduti che, non avendo letto i libri, potevano pensare ad una liaison tra i due…); ma quello che ho amato di più, oltre al bellissimo cartone animato che racconta la storia dei Doni della Morte (esemplare, quasi più bello dello stesso film e con un impatto grafico che mi ricordava tantissimo le Totentanzen e, per estensione, Il settimo sigillo), è come il regime di Voldemort influenzi il ministero, che si trasforma in una fabbrica di pamphlet anti-babbani in perfetto stile stalinista pattugliata da camicie nere e decorata da statue che rappresentano Babbani schiacciati dalla potenza dei maghi.
Nonostante questa quasi perfezione, però, ho provato uno strano senso di “fretta”, di mancanza di sentimento (il che è paradossale, visto quello che ho scritto prima). Gli sceneggiatori, molto intelligentemente, hanno gettato qualche spiegazione che rammentasse gli eventi passati, hanno snellito qualche punto che nel libro era troppo lungo e ripetitivo e hanno ovviamente eliminato parecchi utilizzi della Pozione Polisucco, che ci avrebbero fatto assistere ad un film praticamente privo degli attori principali, però a tratti mi è sembrato di trovarmi davanti un film a microepisodi il cui unico scopo è esaurirsi puntando al finale necessariamente sospeso. Un’altra cosa che mi ha fatta storcere il naso è l’assoluta assenza di un elemento fondamentale come il Mantello dell’Invisibilità e che, nonostante l’abbondanza di episodi particolarmente significativi dal punto di vista “psicologico”, ci si sia dimenticati di far recuperare ad Harry l’occhio di Moody, incastonato nella porta dell’ufficio della Umbridge, e soprattutto che non si sia fatta menzione della foto strappata nella camera di Sirius; questo mi fa temere che nel secondo episodio si sorvolerà parecchio sulla vita di Piton, il che mi fa notevolmente irritare. Cerchiamo di non pensarci, e di apprezzare quello che abbiamo. Per fortuna gli attori sono tutti in gran forma (tutti tranne il solito Daniel Radcliffe che, nei panni di Harry, ormai è proprio arrivato alla frutta: l’unico momento in cui è realmente credibile, paradossalmente, è quando interpreta qualcun altro!!) nonostante debba lamentarmi del fatto che Piton e, soprattutto, Lucius, si vedano poco e che Helena Bonham Carter sia leggermente sottotono rispetto ai film precedenti. Tra l’altro ho adorato l’attore che, per una decina di minuti, sostituisce Radcliffe nelle scene ambientate al ministero: duro come un bacco ma con un’espressività esilarante! Molto bella anche la vena horror che, fin dall’inizio, percorre il film (pare che per evitare ulteriori divieti la scena della tortura di Hermione sia stata pesantemente tagliata), ma perdonate se alla fine, di fronte alla morte del pupazzo CG più mollo che la storia ricordi, non è riuscita a scendermi nemmeno una lacrima. Insomma, alla fine, do al film la sufficienza piena con un paio di virgole confidando che facciano ancora meglio nell’ultimo capitolo.
"Lucius... mi NECESSITA la bacchetta...." GENIALE XD
Ho già parlato, e più volte, sia del regista David Yates che di quasi tutti gli attori che recitano in questo film, quindi metterò il loro nome linkabile, in caso voleste saperne di più: Daniel Radcliffe (Harry Potter), Rupert Grint (Ron Weasley), Emma Watson (Hermione Granger), Alan Rickman (Severus Piton), Helena Bonham Carter (Bellatrix Lestrange), Bill Nighy (Il ministro della magia Rufus Scrimgeour), Julie Walters (Molly Weasley), Timothy Spall (Codaliscia), Brendan Gleeson (Malocchio Moody) e per finire John Hurt (il fabbricante di bacchette, Olivander).
Jason Isaacs interpreta *sbava copiosamente* Lucius Malfoy. Attore inglese che la Bolla apprezza particolarmente per la beltade che lo caratterizza, lo ricordo in film come Dragonheart, Armageddon, Resident Evil, Lo Smoking, Harry Potter e la camera dei segreti, Peter Pan, Harry Potter e il Calice di fuoco, Grindhouse e Harry Potter e l’Ordine della Fenice. Ha 47 anni e quattro film in uscita tra cui, ovviamente, la seconda parte de I doni della Morte.
Ralph Fiennes interpreta nientemeno che Voldemort. Attore inglese tra i più bravi, più volte nominato per l’Oscar, fratello del meno famoso Joseph Fiennes (quello che ha fatto Shakespeare in Love, per intenderci…), lo ricordo per film come Schindler’s List, Strange Days, Il paziente inglese, The Avengers – Agenti speciali, Spider, Red Dragon, Harry Potter e il Calice di fuoco e Harry Potter e l’Ordine della Fenice, e per aver prestato la voce ne Il principe d’Egitto e Wallace & Gromit – La maledizione del coniglio mannaro. Ha 48 anni e tre film in uscita, tra cui la seconda parte de I doni della Morte.
Robbie Coltrane interpreta Hagrid. L’attore scozzese ha partecipato a tutti i film della serie Harry Potter, e tra le sue altre pellicole ricordo Flash Gordon, la versione tv di Alice nel paese delle meraviglie, From Hell – La vera storia di Jack lo squartatore, Van Helsing e Ocean’s Twelve. Ha 60 anni e due film in uscita.
Rhys Ifans è la new entry del film ed interpreta Xenophilius Lovegood, il papà di Luna. Attore gallese, ha recitato in Twin Town, Notting Hill, The Shipping News – Ombre dal passato, Hannibal Lecter – Le origini del male, Elizabeth: The Golden Age e il geniale I Love Radio Rock. Ha 42 anni e cinque film in uscita, tra cui il reboot di Spiderman (GIA?????) dove interpreterà, probabilmente, Lizard, e una versione televisiva di Peter Pan dove vestirà il ruolo di Capitan Uncino.
E ora, un paio di curiosità. Quasi all’inizio del film vengono introdotti due personaggi che sarebbero dovuti spuntare già nei film precedenti, ed uno di questi è Bill Weasley che, guarda caso, è interpretato da Domnhall Gleeson, figlio di quel Brendan Gleeson che incarna degnamente lo sfortunato Malocchio Moody. Pare, inoltre, che sia Shyamalan che Guillermo del Toro si fossero offerti di dirigere il film. Peccato che il secondo sia stato lasciato fuori, ma se il maledetto Sciabadà avesse anche solo sfiorato la cinepresa credo gli avrei amputato le mani. E ora vi lascio con il trailer che unisce i due film... vi dico la verità, non vedo l'ora che esca l'ultimo!! ENJOY!
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