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mercoledì 12 dicembre 2018

Strade perdute (1997)

Ogni tanto è sempre bene incrociare la via con David Lynch, regista e co-sceneggiatore di questo Strade perdute (Lost Highway), da lui diretto nel 1997.


Trama: il sassofonista Fred comincia a ricevere strani video che hanno per oggetto lui e la moglie Renee. Travolto da un escalation di terrore e violenza, Fred finisce in carcere ma, dopo una notte, nella sua cella si risveglia misteriosamente il giovane Pete, meccanico dai mille segreti.



Strade perdute è un incubo, per i protagonisti del film e per lo spettatore. Inutile cavare un senso da quanto passa sullo schermo, benché un senso forse ci sia e si chiami "fuga psicogena", una malattia mentale che prevede il distacco dal sé con conseguente, importante amnesia relativamente all'identità di chi ne è affetto. Detta così, avrebbe quasi senso e spiegherebbe alcune delle cose che vengono mostrate in Strade perdute ma sarebbe solo la punta dell'iceberg. Il film di Lynch è infatti un noir che segue due storie differenti ma con elementi comuni le quali, sul finale, in qualche modo arrivano a ricongiungersi; protagonista è un sassofonista che un giorno, dopo aver compiuto apparentemente un omicidio, si risveglia nella cella della prigione nei panni di un'altra persona, un ragazzo di nome Pete Dayton. Fuga psicogena, dunque, concretizzata nell'effettivo mutare dell'aspetto di una persona, ma non solo, perché Fred/Pete, in qualche modo, pare avere anche la facoltà di viaggiare nel tempo o, perlomeno, di subirne i capricci, riversati nella sua testa dolorante come flashback o fast forward di qualcosa accaduto all'uno o all'altro. E in mezzo, come in ogni noir che si rispetti, c'è la femme fatale che per l'occasione si sdoppia e il malvagio che perseguita, prima come un nome e poi fisicamente, entrambi i protagonisti. C'è anche la carta jolly di un inquietante uomo misterioso, forse lui stesso veicolo di follia e squilibrio, un alieno capace di saltare nel tempo e di sfruttare Fred/Pete per scopi imperscrutabili o semplicemente il frutto della malattia mentale del protagonista, che vede incarnato in questo essere misterioso il suo stesso senso di colpa, la propria pazzia, il terrore per i crimini commessi fatto in forma di uomo. E mentre Fred, sassofonista sposato ad una moglie che forse lo tradisce e impegnato in lavoretti sporchi, è una figura "arrivata" ed affascinante, Pete è bello ma sfigato, vorrebbe la vita di Fred e la ricerca seguendo la chimera di una bionda fatale impegnata nel campo del porno, in un afflato di autodistruzione che forse il sassofonista eviterebbe se non ci fosse costretto.


Ma chissà se quanto ho scritto sopra è vero, ché al momento questo Strade perdute mi è parso il film più complesso di Lynch (di Mulholland Drive ho vaghi ricordi, Inland Empire non l'ho proprio visto, abbiate pazienza) e anche, mi perdonino i fan, quello meno affascinante nonostante il senso di inquietudine palpabile dato da sequenze ed inquadrature ormai iconiche e zeppe di colori "forti" che bucano l'oscurità, come il giallo della riga frammentata di mezzaria oppure il rosso delle porte, per non parlare del blu di uno schermo enorme che riversa sul protagonista l'incubo del tradimento e dell'orrore oppure del bianco di un volto spettrale ed inumano. Sarà che il noir è un genere che a me dice poco o sarà che due protagonisti come Bill Pullman e Balthazar Getty mi hanno entusiasmata ben poco, surclassati dalla bellezza imbarazzante della doppia Patricia Arquette, splendida come mora e assolutamente divina come bionda (e quanto mi ha ricordato la dicotomia Laura/Madeleine Palmer), una donna che visse due volte ed entrambe costantemente sull'orlo del peccato e della perdizione, ma del film ho apprezzato la colonna sonora più di tutto il resto. Nello score di un Badalamenti a mio avviso meno ispirato del solito compaiono infatti pezzi degli Smashing Pumpkins, dei Rammstein, di Marilyn Manson, perfetti per le scene che accompagnano e in grado di fomentare lo spettatore nonostante il delirio effettivo che è questo Strade perdute. Il quale, ribadisco, è sicuramente un gran film e l'ennesimo esempio della bravura, della genialità di David Lynch, ma non è stato in grado di toccare le mie corde come altre sue opere. Chissà che guardando Mulholland Drive ed Inland Empire , "cugini" ideali di questa pellicola, non mi si apra un mondo, visto che l'idea di rivederlo per capirci qualcosa in più di sicuro c'è!


Del regista e co-sceneggiatore David Lynch ho già parlato QUI. Bill Pullman (Fred Madison), Patricia Arquette (Renee Madison / Alice Wakefield), Gary Busey (Bill Dayton), Giovanni Ribisi (Steve "V") e Robert Loggia (Mr. Eddy / Dick Laurent) li trovate invece ai rispettivi link.

Balthazar Getty interpreta Pete Dayton. Americano, ha partecipato a film come Il signore delle mosche, Natural Born Killers, Dredd - La legge sono io e a serie quali Streghe, Ghost Whisperer, Alias, Medium e Twin Peaks: Il ritorno. Anche produttore, ha 43 anni e un film in uscita.


Richard Pryor interpreta Arnie. Americano, lo ricordo per film come Giocattolo a ore, Superman III, Non guardarmi: non ti sento e Non dirmelo... non ci credo. Anche sceneggiatore, produttore e regista, è morto nel 2005, all'età di 65 anni.


Michael Massee, che interpreta Andy, era il Funboy de Il corvo nonché l'attore che ha, materialmente, ucciso Brandon Lee nello sciagurato stunt finito male; immancabile, all'interno di un film di Lynch, l'adorabile Jack Nance, che qui interpreta Phil, ma a un certo punto spunta anche Marilyn Manson, in guisa di attore porno. Detto questo, se Strade perdute vi fosse piaciuto recuperate Mulholland Drive, Inland Empire, Velluto blu e Cuore selvaggio. ENJOY!



martedì 30 gennaio 2018

Bollalmanacco On Demand: S.O.B. (1981)

Torna, a fatica causa mancanza atavica di tempo, il Bollalmanacco On Demand! Lo fa alla grande, accontentando finalmente l'amico Toto (proprio in occasione del suo compleanno) con un capolavoro di Blake Edwards, S.O.B., da lui diretto e sceneggiato nel 1981. Il prossimo film On Demand sarà Il club delle prime mogli. ENJOY!


Trama: un produttore abbattuto dall'insuccesso della sua ultima fatica cinematografica ha all'improvviso un illuminazione e decide di stravolgere interamente l'opera trasformandola in una storia a base di sesso e perversioni...


Le pellicole che, nel corso del tempo, hanno cercato di appannare un po' lo splendore di Hollywood, tirando fuori tutte le magagne di quella che è più una fabbrica di soldi che di sogni, sono tante quante le stelle in cielo e spaziano in vari registri, dal drammatico, all'horror, alla commedia. In quest'ultima categoria rientra S.O.B., che mette alla berlina i meccanismi hollywoodiani legati alla produzione e distribuzione di un film, con particolare attenzione a tutte le beghe legali e i cavilli che decretano la "proprietà" di una determinata opera e anche al compiacimento del pubblico, somma e volubile divinità dai gusti indiscutibili oggi come allora. In trent'anni quest'ultimo aspetto non è cambiato molto, lo dimostrano le petizioni volute dai fanZ per togliere dal canon l'ultimo episodio di Star Wars oppure il calcio in culo dato a Kevin Spacey per questioni più economiche/d'immagine che di reale preoccupazione per le sue vittime, e ciò rende S.O.B. un film senza tempo, invecchiato alla perfezione. Ho scritto all'inizio che S.O.B. è una commedia ma forse sarebbe meglio definirlo una tragicommedia, permeata da un umorismo nero che si affaccia fin dalle prime sequenze, dove un uomo (che si scoprirà poi essere un grande attore quasi dimenticato) muore sulla spiaggia nell'indifferenza generale, almeno finché la gente comincia ad accorgersi del suo cane disperato; l'attore in questione diventa così l'emblema di una macchina economica che mastica e sputa chi è tanto (s)fortunato da finire nei suoi ingranaggi, dove tutti sgomitano per avere un minimo di attenzione senza preoccuparsi troppo del prossimo e dove ognuno deve pensare non solo al proprio godimento ma anche e soprattutto a parare le proprie chiappe nella previsione di tempi bui. La follia di Felix, produttore messo in ginocchio dall'insuccesso commerciale del suo ultimo film, è quella di un uomo che si dibatte per non annegare e che sceglie di mettere in gioco tutto per compiacere il pubblico, dalla moglie simbolo di innocente purezza ai soldi, fino ad arrivare alla vita ("Forse così il film venderà di più!"), sfruttando nel più paradossale dei modi dinamiche realmente esistenti: non vorrei sempre mettere in mezzo il povero Kevin Spacey ma quanti spettatori "non cinefili" sarebbero andati a vedere l'ultimo film di Ridley Scott se non fossero stati incuriositi dal caso che gli è stato montato sopra? Appunto.


Nel dipingere questa critica corrosiva verso il sistema Hollywoodiano Blake Edwards va ben oltre la mera presa in giro impersonale e ci mette del suo, soprattutto dal punto di vista autobiografico, arrivando persino a scegliere la moglie Julie Andrews per il ruolo di Sally Miles, protagonista del film di Felix nonché moglie in procinto di chiedere il divorzio. In questo caso, personaggio e attrice reale si sovrappongono in quanto anche Sally è considerata da tutti il simbolo immacolato del cinema per famiglie e l'idea di vederla mostrare il seno in un film a sfondo sessuale è la provocazione massima sia di Felix che dello stesso Edwards (dev'essere stato un tale shock all'epoca che persino Seth MacFarlane ha ricordato la visione di "Mary Poppins con le tette al vento" in un episodio de I Griffin). E' esilarante vedere il numero musicale che apre entrambi i film, uno zuccheroso sogno disneyano in cui la protagonista si ritrova in un mondo da fiaba, venire completamente stravolto e trasformato in un incubo a base di simboli fallici e diavoli infoiati, una sequenza che Sally riesce ad affrontare solo perché completamente in botta ed è effettivamente sconvolgente l'immagine di Mary Poppins che si "abbassa" al livello delle altre signorine (e signorini) compiacenti che popolano le ville hollywoodiane, all'interno delle quali sesso, droga e alcool diventano allegre monete di scambio e veicolo di favori reciproci. Nonostante tutta la depravazione che viene mostrata nel film, tuttavia, Edwards riesce a non essere mai volgare e a diventare persino poetico sul finale, dove le Standard Operational Bullshit del titolo originale vengono smascherate da tre adorabili cialtroni ubriachi (William Holden, Robert Preston e Robert Webber, semplicemente favolosi), gli unici ad avere davvero a cuore Felix come amico e persona; l'amara conclusione di S.O.B. è l'affermazione dello spettacolo che deve continuare, della realtà che si fa essa stessa spettacolo e viene scandita da riti sempre più vuoti, per il mero gusto del gossip e di una celebrazione ipocrita dei cosiddetti "grandi nomi", dove tutti vissero felici e contenti come in una fiaba e zeppi di soldi e premi Oscar... almeno fino al prossimo film o al prossimo scandalo, ovviamente.


Del regista e sceneggiatore Blake Edwards ho già parlato QUI. Julie Andrews (Sally Miles), William Holden (Tim Culley), Marisa Berenson (Mavis), Shelley Winters (Eva Brown) e Rosanna Arquette (Babs) li trovate invece ai rispettivi link.

Larry Hagman interpreta Dick Benson. Meglio conosciuto come J. R. Ewing della soap Dallas, ha partecipato a film come Superman, Gli intrighi del potere - Nixon e ad altre serie quali Strega per amore, Nip/Tuck e Desperate Housewives. Come doppiatore ha invece lavorato in un episodio de I Simpson. Anche produttore e regista, è morto nel 2012 all'età di 81 anni.


Robert Loggia interpreta Herb Maskowitz. Americano, ha partecipato a film come Lassù qualcuno mi ama, La più grande storia mai raccontata, Porgi l'altra guancia, La vendetta della Pantera Rosa, Piedone d'Egitto, Ufficiale e gentiluomo, Sulle orme della Pantera Rosa, Psycho II, Pantera Rosa - Il mistero Clouseau, Scarface, L'onore dei Prizzi, Doppio taglio, Over the Top, Su e giù per i Caraibi, Big, Bella, bionda... e dice sempre sì, Amore all'ultimo morso, Independence Day, Strade perdute, Independence Day - Rigenerazione e a serie quali Alfred Hitchcock presenta, Il tenente Kojak, Colombo, Wonder Woman, La donna bionica, L'uomo da sei milioni di dollari, Starsky & Hutch, Charlie's Angels, Fantasilandia, La signora in giallo, Magnum P.I., Pandora's Clock: La Terra è in pericolo, Oltre i limiti, Dharma & Greg, Malcom, I Soprano e Monk; come doppiatore ha lavorato per il film Oliver & Company ed episodi de I Griffin. Anche regista, è morto nel 2015 all'età di 85 anni.


Richard Mulligan interpreta Felix Farmer. Americano, ha partecipato a film come Sulle orme della Pantera Rosa e a serie quali Strega per amore, Charlie's Angels, Hunter, Love Boat, Bolle di sapone e Ai confini della realtà; come doppiatore ha lavorato per il film Oliver & Company. E' morto nel 2000 all'età di 67 anni.


Robert Preston interpreta il Dr. Irving Finegarten. Americano, ha partecipato a film come Victor Victoria e Giochi stellari. E' morto nel 1987 all'età di 68 anni.


Robert Vaughn interpreta David Blackman. Meglio conosciuto come Napoleon Solo della serie Organizzazione U.N.C.L.E., ha partecipato a film come I dieci comandamenti, I magnifici sette, L'inferno di cristallo, Superman III, Renegade un osso troppo duro e ad altre serie quali Zorro, Alfred Hitchcock presenta, Colombo, Love Boat, A-Team, Hunter, La signora in giallo, Walker Texas Ranger, La tata, Sentinel e Little Britain USA. Anche regista, è morto nel 2016 all'età di 83 anni.


Nei panni di Lila, l'autostoppista bionda, c'è Jennifer Edwards, figlia del regista. L'acronimo S.O.B., lungi dall'essere Son Of a Bitch come tutti pensano (e com'è stato tradotto in italiano), sta per Standard Operational Bullshit , in riferimento a tutto ciò che accade al protagonista sul finale; a proposito di bullshit,  la pellicola (basata in parte sull'esperienza di Blake Edwards sui set di Operazione crepes suzette e Uomini selvaggi) è stata candidata ai Razzie Awards per la peggior regia e peggior sceneggiatura ma quell'anno vinsero rispettivamente Michael Cimino per I cancelli del cielo e Mammina cara, tratto dalla biografia al vetriolo scritta dalla figlia di Joan Crawford sull'attrice. In compenso, S.O.B. era stato anche candidato per un Golden Globe alla Miglior Commedia o Musical, strappatogli dal film Arturo. Detto questo, se S.O.B. vi fosse piaciuto recuperate 10 e Hollywood Party, sempre dello stesso regista. ENJOY!

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