Samara, icona horror del nuovo millennio, è tornata con The Ring 3 (Rings), diretto dal regista F. Javier Gutiérrez. Potevo forse perderla?
Trama: nonostante siano passati anni e la tecnologia del videoregistratore sia ormai obsoleta, il video maledetto di Samara continua a mietere vittime. Quando la videocassetta passa nelle mani di Gabriel, professore universitario, la maledizione comincia però ad assumere una forma diversa...
Prima di vedere The Ring 3 sarebbe opportuno che lo spettatore recuperasse Rings. Come ho già raccontato QUI, Rings era un corto di raccordo tra The Ring e The Ring 2, dove si raccontava di come la maledizione del video si fosse diffusa a macchia d'olio soprattutto tra i giovani liceali, i quali si passavano a vicenda la cassetta, la guardavano e poi trovavano un'altra vittima a cui appiopparla, creando di fatto una sorta di "società segreta" legata al mito della ragazzina omicida. Non è un caso che The Ring 3 in originale riprenda il titolo di questo corto: l'inizio della pellicola parte da una situazione assai simile a quella che apriva The Ring 2 e il resto del film (o meglio, il primo tempo) rinnova l'idea di società segreta, con un gruppo di studenti universitari che decidono di studiare il fenomeno Samara mettendo a repentaglio le proprie vite e sfruttando la tecnologia per duplicare il video ancora più velocemente (niente più videocassette, viva i file su MAC o PC!). Neanche a dirlo, la spettrale mocciosa decide a un certo punto di punire tanta stupidità e cambia le regole del gioco in un modo che ovviamente non spoilero ma che si traduce nell'ennesimo percorso di scoperta del passato di Samara, tra citazioni ai primi due film e ulteriori retroscena svelati, secondo un pattern già tracciato nel lontano 2002. Il risultato, come potete immaginare, è una noia terribile. Chi, come me, conosce a menadito i primi due remake (o è stato talmente scemo da recuperarli in funzione dell'uscita del terzo capitolo della saga, riempendosi già il cervello di Samare assortite) riuscirà infatti a prevedere ogni singola scena e risvolto della trama almeno un quarto d'ora prima che vengano "rivelati" al pubblico e, diciamoci la verità, il video maledetto ha ormai fatto il suo tempo. Sempre uguale, ormai datato quanto il sembiante di Samara e la sua mania di sbucare dai televisori o da un pozzo ubicato nelle vicinanze, in quindici anni persino il modo "scattoso" con cui si sposta lo spettro ha smesso di mettere ansia, basta piazzare una mano davanti agli occhi al momento opportuno e voilà, paura svanita.
La regia di Gutiérrez è senza infamia né lode. Il regista spagnolo ricerca le belle immagini, è vero, per esempio quando la pioggia comincia a scorrere all'insù sull'enorme vetrata dell'appartamento di Gabriel ma anche lui, poveraccio, è costretto a rispettare i canoni della saga e a mostrare sempre le stesse cose; ancor peggio, pur avendo tra le mani una sequenza iniziale potenzialmente esaltantissima, è riuscito ad ammosciarla a tal punto che sarebbe meglio riguardarsi Final Destination e persino Snakes on a Plane per togliersi l'amaro di bocca. C'è, a dire il vero, una novità rappresentata da SPOOOILER un video nuovo FINE SPOILER ma anche lì lo spettatore scafato rischia di mettersi a ridere e, ancora peggio, di intuire il twist finale nonostante ben due personaggi omettano (chissà perché visto che la rivelazione era presente nel trailer, complimenti per la furbata!) di rivelare una cosa importantissima alla protagonista, attirandosi le spernacchiate di chi nel frattempo aveva già capito tutto. Siccome ho nominato questi due personaggi, converrebbe scrivere qualche riga sugli attori. Mentre i giovani protagonisti fanno il loro lavoro senza attirarsi lodi o insulti, quelli che saltano all'occhio sono ovviamente due "mostri sacri televisivi" come Vincent D'Onofrio e Johnny Galecki (anche se fa specie definire il povero D'Onofrio "televisivo" ma vorrei vedere chi, ultimamente, ricorda qualcosa fatto da lui che non sia Daredevil). L'apparizione del primo suona come un simpatico contrappasso al ruolo di Wilson Fisk, visto che gli tocca interpretare un cieco, inoltre l'attore risulta sempre bravo e convincente, sul secondo stenderei un velo pietoso e mi limiterei a consigliargli di rimanere confinato nell'orbita di The Big Bang Theory, ché se la sua idea di personaggio ambiguo si riduce ad una monoespressività intervallata da un "fessurizzare di iridi" (come si diceva ad Extremelot) tanti auguri per un'eventuale carriera in ambito drammatico! E quindi, diludendo? Sì, tantissimo. Io che torno a casa dopo avere visto The Ring 3 e non mi metto neppure a correre per raggiungere l'ingresso a mezzanotte e mezza ha del surreale. Purtroppo si prospettano sequel infiniti, addirittura in sostituzione dell'annuale episodio di Paranormal Activity, ed è questa la vera maledizione di Samara!!!
Di Vincent D'Onofrio, che interpreta Burke, ho già parlato QUI.
F. Javier Gutiérrez è il regista della pellicola. Spagnolo, ha diretto solo un altro film prima di Rings, ovvero Before the Fall. Anche produttore e sceneggiatore, ha 44 anni.
Johnny Galecki interpreta Gabriel. Universalmente conosciuto come il Dr. Leonard Hofstadter di The Big Bang Theory, ha partecipato a film come Mr. Bean - L'ultima catastrofe, So cosa hai fatto, Vanilla Sky e ad altre serie quali Pappa e ciccia e My Name is Earl; come doppiatore, ha lavorato in American Dad! e I Griffin. Nato in Belgio, anche produttore e sceneggiatore, ha 42 anni.
Matilda Anna Ingrid Lutz, che interpreta Julia, era tra i protagonisti dell'ultimo film di Muccino, L'estate addosso. Rick Baker, responsabile del makeup dei primi due film, ha partecipato a The Ring 3 con un cameo che però è stato alla fine tagliato. Detto questo, se The Ring 3 vi fosse piaciuto recuperate i prequel The Ring, The Ring 2 e, se vi va, tutte le cosine giapponesi legate alla saga originale che ho nominato QUI. ENJOY!
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venerdì 24 marzo 2017
martedì 14 marzo 2017
The Ring 2 (2005)
A 'sto giro il ripasso è stato facile ed indolore visto che la saga americana di The Ring si era fermata nel 2005 con The Ring 2 (The Ring Two), diretto nientemeno che da Hideo Nakata.
Trama: Rachel e il figlio Aidan hanno cambiato città ma lo spirito inquieto di Samara non smette di perseguitarli, persino senza l'ausilio della fatale videocassetta...
A scanso di equivoci, The Ring 2 mi era sembrato una camurrìa già all'epoca dell'uscita cinematografica e la mia difficoltà a tenere gli occhi aperti durante la visione recente ha confermato la mia impressione. Ha un bel da fare Hideo Nakata a creare immagini oniriche, eleganti richiami all'acqua, sequenze incentrate su Samara che non si limitino a ricopiare pedissequamente quelle giapponesi o le più famose del remake americano, il problema di The Ring 2 è che la trama non solo è soporifera ma anche di una banalità sconcertante. Messa da parte la maledizione della videocassetta (alla quale si accenna giusto all'inizio ma andrebbe visto il corto Rings per capire l'estensione ormai virale del video maledetto), The Ring 2 si concentra quasi esclusivamente sul passato di Samara e sul fatto che la pargola defunta si è incapricciata di Rachel, probabilmente perchè è stata l'unica ad averle dato attenzione nel corso degli anni. Siccome Rachel l'ha di fatto "liberata" alla fine del film precedente, Samara non è intenzionata ad ucciderla, bensì a farla diventare la propria mamma, e per fare questo cerca di possedere il bimbo più inquietante del mondo, quell'Aidan che crescendo non è migliorato affatto, per inciso. Il film dunque procede lento, lentissimo, tra visioni di Samara che ogni tanto spunta tra le ombre, cervi che si catafrangono sulle automobili, bambini sempre più freddi e molli, tv che si accendono da sole, scorci di passato, fenomenali poteri psichici e l'onnipresente pozzo. Insomma, basterebbe togliere Samara dall'equazione ma il risultato cambierebbe poco e avremmo probabilmente l'ennesimo film imperniato sulle possessioni demoniache o spirituali, una sorta de Il presagio meets J-Horror, con risultati a dir poco risibili.
Quindi, in sostanza, non saprei cosa altro dire su The Ring 2 se non sottolineare il modo elegante e paraculo con cui lo sceneggiatore Ehren Kruger ha scelto di sorvolare non solo sulla trama di Ringu 2, fatta di maledizioni perpetrate nel tempo, spiriti che si moltiplicano a causa della codardia dei coinvolti (e pensare che il corto Rings, sempre sceneggiato da lui, faceva ben sperare!) e stranissimi esorcismi elettronici ma anche sulla trama di Spiral, che probabilmente avrebbe mandato in pappa il cervello di qualsiasi americano tanto folle da guardarlo. Per quanto riguarda gli effetti speciali, non si distaccano dalle soluzioni trovate in The Ring, l'unica differenza è una terrificante ed efficace scalata del pozzo da parte di Samara (l'unico momento che mi ha messo davvero i brividi), per il resto le immagini televisive mi sono sembrate ancora più fasulle e il make up della mostrA anche troppo invasivo, oltre che poco fantasioso, però sono molto belli i giochi d'acqua, preponderanti rispetto al primo capitolo. Tra gli attori, segnalo la presenza di Sissy Spacek nei panni della vera madre di Samara, un ruolo che non le rende affatto giustizia, mentre Naomi Watts e il piccolo Aidan Dorfman, all'epoca ormai dodicenne e meno "bimbo" rispetto al primo film quindi ancora più inquietante, portano a casa la pagnotta ma senza sforzarsi più di tanto, quasi non ci credessero neppure loro, nonostante il film sia parecchio imperniato sul difficile recupero di un rapporto madre-figlio tra i due. Insomma, The Ring 2 non è un film memorabile e già dodici anni fa mostrava come il franchise avesse ormai più poco da dire quindi non oso immaginare cosa tireranno fuori col terzo capitolo. Attendiamo con (s)fiducia.
Del regista Hideo Nakata ho già parlato QUI. Naomi Watts (Rachel), Gary Cole (Martin Savide), Sissy Spacek (Evelyn), Ryan Merriman (Jake), Emily Vancamp (Emily) e Daveigh Chase (che compare come Samara solo negli spezzoni presi dal film precedente) li trovate invece ai rispettivi link.
Simon Baker (vero nome Simon Baker-Denny) interpreta Max Rourke. Australiano, ha partecipato a film come L.A. Confidential, L'intrigo della collana, La terra dei morti viventi, Il diavolo veste Prada e serie quali I racconti della cripta, Home and Away e soprattutto The Mentalist. Anche produttore, regista e sceneggiatore, ha 48 anni e un film in uscita.
Elizabeth Perkins interpreta la Dottoressa Emma Temple. Americana, ha partecipato a film come Big, I Flinstones, Miracolo nella 34sima strada, Pazzi in Alabama, 28 giorni, Come cani & gatti, Ghostbusters e a serie quali Monk e Weeds; come doppiatrice ha lavorato in Alla ricerca di Nemo. Ha 47 anni e un film in uscita.
Questo avrebbe dovuto essere il film d'esordio di Mary Elizabeth Winstead, che interpreta la giovane Emily, ma purtroppo le sue scene si vedono solo nella versione unrated di The Ring 2; Richard Kelly e Noam Murro hanno invece rifiutato di dirigere la pellicola, lasciando il posto a Hideo Nakata che, per la cronaca, aveva già diretto il Ring giapponese. Come già detto nel post, The Ring 2 segue The Ring ed ignora completamente Ringu 2 e Rasen ma se vi interessasse sapere come sono connessi i vari film vi rimando alle note del post su The Ring, così se il film vi fosse piaciuto sapete cosa recuperare. ENJOY!
Trama: Rachel e il figlio Aidan hanno cambiato città ma lo spirito inquieto di Samara non smette di perseguitarli, persino senza l'ausilio della fatale videocassetta...
A scanso di equivoci, The Ring 2 mi era sembrato una camurrìa già all'epoca dell'uscita cinematografica e la mia difficoltà a tenere gli occhi aperti durante la visione recente ha confermato la mia impressione. Ha un bel da fare Hideo Nakata a creare immagini oniriche, eleganti richiami all'acqua, sequenze incentrate su Samara che non si limitino a ricopiare pedissequamente quelle giapponesi o le più famose del remake americano, il problema di The Ring 2 è che la trama non solo è soporifera ma anche di una banalità sconcertante. Messa da parte la maledizione della videocassetta (alla quale si accenna giusto all'inizio ma andrebbe visto il corto Rings per capire l'estensione ormai virale del video maledetto), The Ring 2 si concentra quasi esclusivamente sul passato di Samara e sul fatto che la pargola defunta si è incapricciata di Rachel, probabilmente perchè è stata l'unica ad averle dato attenzione nel corso degli anni. Siccome Rachel l'ha di fatto "liberata" alla fine del film precedente, Samara non è intenzionata ad ucciderla, bensì a farla diventare la propria mamma, e per fare questo cerca di possedere il bimbo più inquietante del mondo, quell'Aidan che crescendo non è migliorato affatto, per inciso. Il film dunque procede lento, lentissimo, tra visioni di Samara che ogni tanto spunta tra le ombre, cervi che si catafrangono sulle automobili, bambini sempre più freddi e molli, tv che si accendono da sole, scorci di passato, fenomenali poteri psichici e l'onnipresente pozzo. Insomma, basterebbe togliere Samara dall'equazione ma il risultato cambierebbe poco e avremmo probabilmente l'ennesimo film imperniato sulle possessioni demoniache o spirituali, una sorta de Il presagio meets J-Horror, con risultati a dir poco risibili.
Quindi, in sostanza, non saprei cosa altro dire su The Ring 2 se non sottolineare il modo elegante e paraculo con cui lo sceneggiatore Ehren Kruger ha scelto di sorvolare non solo sulla trama di Ringu 2, fatta di maledizioni perpetrate nel tempo, spiriti che si moltiplicano a causa della codardia dei coinvolti (e pensare che il corto Rings, sempre sceneggiato da lui, faceva ben sperare!) e stranissimi esorcismi elettronici ma anche sulla trama di Spiral, che probabilmente avrebbe mandato in pappa il cervello di qualsiasi americano tanto folle da guardarlo. Per quanto riguarda gli effetti speciali, non si distaccano dalle soluzioni trovate in The Ring, l'unica differenza è una terrificante ed efficace scalata del pozzo da parte di Samara (l'unico momento che mi ha messo davvero i brividi), per il resto le immagini televisive mi sono sembrate ancora più fasulle e il make up della mostrA anche troppo invasivo, oltre che poco fantasioso, però sono molto belli i giochi d'acqua, preponderanti rispetto al primo capitolo. Tra gli attori, segnalo la presenza di Sissy Spacek nei panni della vera madre di Samara, un ruolo che non le rende affatto giustizia, mentre Naomi Watts e il piccolo Aidan Dorfman, all'epoca ormai dodicenne e meno "bimbo" rispetto al primo film quindi ancora più inquietante, portano a casa la pagnotta ma senza sforzarsi più di tanto, quasi non ci credessero neppure loro, nonostante il film sia parecchio imperniato sul difficile recupero di un rapporto madre-figlio tra i due. Insomma, The Ring 2 non è un film memorabile e già dodici anni fa mostrava come il franchise avesse ormai più poco da dire quindi non oso immaginare cosa tireranno fuori col terzo capitolo. Attendiamo con (s)fiducia.
Del regista Hideo Nakata ho già parlato QUI. Naomi Watts (Rachel), Gary Cole (Martin Savide), Sissy Spacek (Evelyn), Ryan Merriman (Jake), Emily Vancamp (Emily) e Daveigh Chase (che compare come Samara solo negli spezzoni presi dal film precedente) li trovate invece ai rispettivi link.
Simon Baker (vero nome Simon Baker-Denny) interpreta Max Rourke. Australiano, ha partecipato a film come L.A. Confidential, L'intrigo della collana, La terra dei morti viventi, Il diavolo veste Prada e serie quali I racconti della cripta, Home and Away e soprattutto The Mentalist. Anche produttore, regista e sceneggiatore, ha 48 anni e un film in uscita.
Elizabeth Perkins interpreta la Dottoressa Emma Temple. Americana, ha partecipato a film come Big, I Flinstones, Miracolo nella 34sima strada, Pazzi in Alabama, 28 giorni, Come cani & gatti, Ghostbusters e a serie quali Monk e Weeds; come doppiatrice ha lavorato in Alla ricerca di Nemo. Ha 47 anni e un film in uscita.
Questo avrebbe dovuto essere il film d'esordio di Mary Elizabeth Winstead, che interpreta la giovane Emily, ma purtroppo le sue scene si vedono solo nella versione unrated di The Ring 2; Richard Kelly e Noam Murro hanno invece rifiutato di dirigere la pellicola, lasciando il posto a Hideo Nakata che, per la cronaca, aveva già diretto il Ring giapponese. Come già detto nel post, The Ring 2 segue The Ring ed ignora completamente Ringu 2 e Rasen ma se vi interessasse sapere come sono connessi i vari film vi rimando alle note del post su The Ring, così se il film vi fosse piaciuto sapete cosa recuperare. ENJOY!
domenica 12 marzo 2017
The Ring (2002)
Siccome il 16 marzo dovrebbe uscire The Ring 3 in tutta Italia e probabilmente anche a Savona, ho deciso di fare un po' di ripasso con i remake americani della saga nipponica dedicata a Samara/Sadako, cominciando proprio con The Ring, diretto nel 2002 dal regista Gore Verbinski.
Trama: dopo la morte della nipote in circostanze misteriose, la giornalista Rachel comincia ad indagare e scopre l'esistenza di una videocassetta che condanna lo spettatore a morire sette giorni dopo averla guardata.
Questo sarà un post strano, diviso tra passato e presente, nel quale cercherò di essere più sentimentale e allo stesso tempo più obiettiva possibile. Cominciamo per l'appunto con un momento amarcord. Quella sera lontana di ormai quindici anni fa, seduta al cinema e pronta a guardare The Ring, non avevo assolutamente idea del fatto che esistessero i film di Hideo Nakata o, meglio, lo sapevo ma non avendoli mai visti ero assolutamente "vergine" e la storia di Samara e della videocassetta maledetta mi aveva colta impreparata e conseguentemente uccisa di paura. Ricordo in particolare (e come faccio a dimenticarlo) di essere quasi morta durante la sequenza finale, quella che mostra il destino di chi arriva al settimo giorno e si ritrova alla mercé della cattivissima ragazzina; l'immagine della mocciosa dai lunghi capelli neri che, tra scatti, freeze frame e stacchi improvvisi di montaggio, usciva dalla TV pronta a ghermire il malcapitato di turno mi aveva sconvolta al punto che, arrivata a casa, avevo staccato le spine di tutti gli apparecchi televisivi e, per buona misura, li avevo anche coperti con un asciugamano, per la gioia di mia madre che si era finalmente resa conto di avere una figlia scema. Dopo quella volta, ho rivisto The Ring almeno in altre 3/4 occasioni, l'ultima assieme al Bolluomo (visione interrotta da un blackout che ha convinto il povero Mirco, già impaurito di suo, a non proseguire oltre), e non sono mai riuscita a voler male al remake di Verbinski, nonostante risulti, se paragonato all'originale nipponico, la solita pappetta premasticata e sputata nel piatto del pubblico bue occidentale che abbisogna di spiegoni, retroscena, effetti speciali e make-up ben preciso, così da non lasciare nulla al dubbio o all'immaginazione. Col tempo, fortunatamente, si è attenuata un po' la paura di Samara, sebbene sia la sequenza iniziale che la già citata scena finale mi stringano ancora oggi il petto e non possa quindi dire che The Ring sia un film noioso o poco efficace, eppure riguardandolo qualche sera fa ho dovuto constatare che qualcosa è cambiato in me oppure che gli anni non sono stati proprio clementi con questa pellicola.
Rivedendo The Ring per la quinta volta sono stata colpita come un maglio dalla sua aria "finta". La fotografia è piagata da un filtro che rende ogni immagine verdastra (il che ha senso visto il legame tra Samara e l'acqua) e le immagini dell'acero ripreso al tramonto feriscono gli occhi per quanto sono alterate digitalmente; sicuramente è una scelta stilistica, come se i personaggi dopo aver visto la videocassetta maledetta fossero letteralmente entrati in una dimensione "altra", irreale, però credetemi se dico che i quindici anni passati si sentono tutti. Lo stesso vale per il video di Samara, che a differenza dell'originale giapponese sembra davvero "il lavoro di uno studente di cinema" (come viene detto ironicamente nel film), privo di anima e mai davvero inquietante, per non parlare di alcuni elementi tratti direttamente da esso, come la disgustosa scolopendra in CGI che sembra appiccicata allo schermo (a differenza della mosca. Quella è sempre molto realistica). Purtroppo, anche la sequenza incriminata, ovvero quella in cui Samara esce finalmente dallo schermo, sta cominciando a mostrare il fianco, non tanto per quel che riguarda l'atmosfera quanto proprio per l'effetto digitale che sta dietro alla costruzione della stessa: paradossalmente, nonostante la versione giapponese sia più artigianale, Ringu fa molta più paura, anche grazie all'utilizzo di una colonna sonora capace di fare accapponare la pelle, elemento di cui il film di Verbinski difetta. Quello che è ancora oggi molto apprezzabile è invece la scelta della carismatica Naomi Watts come protagonista, costretta a dismettere gradualmente la sua natura pragmatica man mano che la maledizione comincia ad agire sulle sue percezioni e su coloro che le stanno attorno, e anche il bimbetto che interpreta suo figlio continua ad essere inquietante come la prima volta che l'ho visto, oltre che fastidioso come pochi. Comunque, pur con tutti i difetti e la diminuzione progressiva dei pregi, The Ring ha segnato un'epoca particolare dell'horror (se in maniera positiva o negativa non sta a me dirlo ma punterei il dito su di lui se vi siete stufati, come me, dell'ondata di mostre bianchicce e capellone del cosiddetto J-Horror che per un decennio hanno invaso il mercato occidentale) e ad ogni visione non mi lascia mai insoddisfatta quindi ribadisco il mio voler bene alla creatura di Verbinski. Basta che non me lo chiamate "regista visionario" come nei trailer de La cura dal benessere, ecco. Quello proprio no.
Del regista Gore Verbinski ho già parlato QUI. Naomi Watts (Rachel), Brian Cox (Richard Morgan), Jane Alexander (Dr. Grasnik), Sasha Barrese (una delle due ragazze che fumano con Rachel dopo il funerale di Katie) e Adam Brody (all'epoca solo una comparsa, è il ragazzo che dopo il funerale di Katie racconta a Rachel della cassetta) li trovate invece ai rispettivi link.
Amber Tamblyn interpreta Katie. Figlia di Russ Tamblyn, ovvero il viscido dottor Jacobi di Twin Peaks, ha partecipato a film come The Grudge 2, 127 ore, Django Unchained e a serie quali Buffy l'ammazzavampiri, CSI, Senza traccia, Dr. House e Due uomini e mezzo. Americana, anche produttrice, sceneggiatrice e regista, ha 34 anni e tre film in uscita.
Daveigh Chase interpreta Samara. Americana, ha prestato per anni la voce a Lilo nei film Lilo & Stitch, Stitch! The Movie, Leroy & Stitch e in Lilo & Stitch: La serie e ha doppiato Chihiro nella versione inglese de La città incantata oltre ad essere stata Samantha Darko sia in Donnie Darko che nel sequel S. Darko. Ha partecipato a serie come Sabrina vita da strega, Streghe, ER Medici in prima linea, CSI, Cold Case e Senza traccia. Ha 27 anni.
Il ruolo di Rachel era stato offerto a Jennifer Connelly (che avrebbe poi partecipato al remake di Dark Water) poi a Gwyneth Paltrow, Jennifer Love Hewitt e Kate Beckinsale prima di andare a Naomi Watts mentre Daveigh Chase è diventata Samara dopo che le era stata preferita Kristen Stewart per il ruolo della figlia di Jodie Foster in Panic Room. Altro fatto interessante: Chris Cooper avrebbe dovuto essere presente nel film ed interpretare un killer, probabilmente pedofilo, che all'inizio cerca di convincere Rachel a riabilitare il suo nome mentre sul finale riceve dalla giornalista la copia della videocassetta duplicata dal figlio, un subplot completamente tagliato dalla versione definitiva del film assieme ad un altro finale in cui Rachel nasconde la videocassetta tra i titoli di un videonoleggio. The Ring è stato seguito nel 2005 da The Ring 2 (nel mezzo c'è il corto Rings, girato nello stesso anno, utile ma non indispensabile per capire gli eventi iniziali della pellicola) e tra poco arriverà The Ring 3 mentre per quel che riguarda le versioni giapponesi, The Ring è il remake diretto di Ringu (già remake di un omonimo film TV), il quale ha dato origine alla serie TV in 12 episodi Ringu - Saishuushou, al sequel Ringu 2 e al prequel Ringu 0: Birthday; in realtà, il "vero" sequel di Ringu, in quanto basato sui romanzi di Kouji Suzuki, sarebbe però Rasen, conosciuto come The Spiral, che ha dato vita a una serie TV omonima e ai sequel Sadako 3D e Sadako 3D 2. Se ancora non vi basta, sappiate che esiste anche un remake coreano dal titolo Ring e, come dimenticarlo, Sadako vs Kayako, dove la saga di The Ring si incrocia con quella di The Grudge. Recuperate tutto e... ENJOY!
Trama: dopo la morte della nipote in circostanze misteriose, la giornalista Rachel comincia ad indagare e scopre l'esistenza di una videocassetta che condanna lo spettatore a morire sette giorni dopo averla guardata.
Questo sarà un post strano, diviso tra passato e presente, nel quale cercherò di essere più sentimentale e allo stesso tempo più obiettiva possibile. Cominciamo per l'appunto con un momento amarcord. Quella sera lontana di ormai quindici anni fa, seduta al cinema e pronta a guardare The Ring, non avevo assolutamente idea del fatto che esistessero i film di Hideo Nakata o, meglio, lo sapevo ma non avendoli mai visti ero assolutamente "vergine" e la storia di Samara e della videocassetta maledetta mi aveva colta impreparata e conseguentemente uccisa di paura. Ricordo in particolare (e come faccio a dimenticarlo) di essere quasi morta durante la sequenza finale, quella che mostra il destino di chi arriva al settimo giorno e si ritrova alla mercé della cattivissima ragazzina; l'immagine della mocciosa dai lunghi capelli neri che, tra scatti, freeze frame e stacchi improvvisi di montaggio, usciva dalla TV pronta a ghermire il malcapitato di turno mi aveva sconvolta al punto che, arrivata a casa, avevo staccato le spine di tutti gli apparecchi televisivi e, per buona misura, li avevo anche coperti con un asciugamano, per la gioia di mia madre che si era finalmente resa conto di avere una figlia scema. Dopo quella volta, ho rivisto The Ring almeno in altre 3/4 occasioni, l'ultima assieme al Bolluomo (visione interrotta da un blackout che ha convinto il povero Mirco, già impaurito di suo, a non proseguire oltre), e non sono mai riuscita a voler male al remake di Verbinski, nonostante risulti, se paragonato all'originale nipponico, la solita pappetta premasticata e sputata nel piatto del pubblico bue occidentale che abbisogna di spiegoni, retroscena, effetti speciali e make-up ben preciso, così da non lasciare nulla al dubbio o all'immaginazione. Col tempo, fortunatamente, si è attenuata un po' la paura di Samara, sebbene sia la sequenza iniziale che la già citata scena finale mi stringano ancora oggi il petto e non possa quindi dire che The Ring sia un film noioso o poco efficace, eppure riguardandolo qualche sera fa ho dovuto constatare che qualcosa è cambiato in me oppure che gli anni non sono stati proprio clementi con questa pellicola.
Rivedendo The Ring per la quinta volta sono stata colpita come un maglio dalla sua aria "finta". La fotografia è piagata da un filtro che rende ogni immagine verdastra (il che ha senso visto il legame tra Samara e l'acqua) e le immagini dell'acero ripreso al tramonto feriscono gli occhi per quanto sono alterate digitalmente; sicuramente è una scelta stilistica, come se i personaggi dopo aver visto la videocassetta maledetta fossero letteralmente entrati in una dimensione "altra", irreale, però credetemi se dico che i quindici anni passati si sentono tutti. Lo stesso vale per il video di Samara, che a differenza dell'originale giapponese sembra davvero "il lavoro di uno studente di cinema" (come viene detto ironicamente nel film), privo di anima e mai davvero inquietante, per non parlare di alcuni elementi tratti direttamente da esso, come la disgustosa scolopendra in CGI che sembra appiccicata allo schermo (a differenza della mosca. Quella è sempre molto realistica). Purtroppo, anche la sequenza incriminata, ovvero quella in cui Samara esce finalmente dallo schermo, sta cominciando a mostrare il fianco, non tanto per quel che riguarda l'atmosfera quanto proprio per l'effetto digitale che sta dietro alla costruzione della stessa: paradossalmente, nonostante la versione giapponese sia più artigianale, Ringu fa molta più paura, anche grazie all'utilizzo di una colonna sonora capace di fare accapponare la pelle, elemento di cui il film di Verbinski difetta. Quello che è ancora oggi molto apprezzabile è invece la scelta della carismatica Naomi Watts come protagonista, costretta a dismettere gradualmente la sua natura pragmatica man mano che la maledizione comincia ad agire sulle sue percezioni e su coloro che le stanno attorno, e anche il bimbetto che interpreta suo figlio continua ad essere inquietante come la prima volta che l'ho visto, oltre che fastidioso come pochi. Comunque, pur con tutti i difetti e la diminuzione progressiva dei pregi, The Ring ha segnato un'epoca particolare dell'horror (se in maniera positiva o negativa non sta a me dirlo ma punterei il dito su di lui se vi siete stufati, come me, dell'ondata di mostre bianchicce e capellone del cosiddetto J-Horror che per un decennio hanno invaso il mercato occidentale) e ad ogni visione non mi lascia mai insoddisfatta quindi ribadisco il mio voler bene alla creatura di Verbinski. Basta che non me lo chiamate "regista visionario" come nei trailer de La cura dal benessere, ecco. Quello proprio no.
Del regista Gore Verbinski ho già parlato QUI. Naomi Watts (Rachel), Brian Cox (Richard Morgan), Jane Alexander (Dr. Grasnik), Sasha Barrese (una delle due ragazze che fumano con Rachel dopo il funerale di Katie) e Adam Brody (all'epoca solo una comparsa, è il ragazzo che dopo il funerale di Katie racconta a Rachel della cassetta) li trovate invece ai rispettivi link.
Amber Tamblyn interpreta Katie. Figlia di Russ Tamblyn, ovvero il viscido dottor Jacobi di Twin Peaks, ha partecipato a film come The Grudge 2, 127 ore, Django Unchained e a serie quali Buffy l'ammazzavampiri, CSI, Senza traccia, Dr. House e Due uomini e mezzo. Americana, anche produttrice, sceneggiatrice e regista, ha 34 anni e tre film in uscita.
Daveigh Chase interpreta Samara. Americana, ha prestato per anni la voce a Lilo nei film Lilo & Stitch, Stitch! The Movie, Leroy & Stitch e in Lilo & Stitch: La serie e ha doppiato Chihiro nella versione inglese de La città incantata oltre ad essere stata Samantha Darko sia in Donnie Darko che nel sequel S. Darko. Ha partecipato a serie come Sabrina vita da strega, Streghe, ER Medici in prima linea, CSI, Cold Case e Senza traccia. Ha 27 anni.
Il ruolo di Rachel era stato offerto a Jennifer Connelly (che avrebbe poi partecipato al remake di Dark Water) poi a Gwyneth Paltrow, Jennifer Love Hewitt e Kate Beckinsale prima di andare a Naomi Watts mentre Daveigh Chase è diventata Samara dopo che le era stata preferita Kristen Stewart per il ruolo della figlia di Jodie Foster in Panic Room. Altro fatto interessante: Chris Cooper avrebbe dovuto essere presente nel film ed interpretare un killer, probabilmente pedofilo, che all'inizio cerca di convincere Rachel a riabilitare il suo nome mentre sul finale riceve dalla giornalista la copia della videocassetta duplicata dal figlio, un subplot completamente tagliato dalla versione definitiva del film assieme ad un altro finale in cui Rachel nasconde la videocassetta tra i titoli di un videonoleggio. The Ring è stato seguito nel 2005 da The Ring 2 (nel mezzo c'è il corto Rings, girato nello stesso anno, utile ma non indispensabile per capire gli eventi iniziali della pellicola) e tra poco arriverà The Ring 3 mentre per quel che riguarda le versioni giapponesi, The Ring è il remake diretto di Ringu (già remake di un omonimo film TV), il quale ha dato origine alla serie TV in 12 episodi Ringu - Saishuushou, al sequel Ringu 2 e al prequel Ringu 0: Birthday; in realtà, il "vero" sequel di Ringu, in quanto basato sui romanzi di Kouji Suzuki, sarebbe però Rasen, conosciuto come The Spiral, che ha dato vita a una serie TV omonima e ai sequel Sadako 3D e Sadako 3D 2. Se ancora non vi basta, sappiate che esiste anche un remake coreano dal titolo Ring e, come dimenticarlo, Sadako vs Kayako, dove la saga di The Ring si incrocia con quella di The Grudge. Recuperate tutto e... ENJOY!
giovedì 31 ottobre 2013
Bolla's Top 5 - La paura fa 90
Buon Halloween! Lo so che oggi avrei dovuto parlare delle uscite italiane settimanali, ma che festa sarebbe se non ci si soffermasse invece un po' sull'horror? La classifica odierna verterà sulle scene più spaventose dei film "de paura" e sarà molto soggettiva perché il criterio di scelta è stato la risposta a questa semplice domanda: quando rimango chiusa in un posto buio, o arrivo a casa di sera, o le luci si spengono mentre scendo le scale di qualche condominio, quali sono le scene che mi tornano alla mente bloccandomi come un cervo abbagliato dai fari dell'auto? Se avete cercato di dimenticare questi terribili momenti cinematografici mi scuso per averli riportati in auge ma insomma, questa è la festa più spaventosa dell'anno, quindi occhio agli inevitabili SPOILER e.... ENJOY!
5. L'appartamento della niña Medeiros (REC, 2007)
Angela, la reporter di Mientras usted duerme, è riuscita a sopravvivere per tutto il film alle orde di indemoniati/zombie famelici ed urlanti che infestavano il condominio barcellonese. Alla fine arriva nell'appartamento dove è cominciato tutto, un luogo pericolosissimo e completamente buio, dove l'unico a poter vedere qualcosa è il suo fido cameraman (e, di conseguenza, lo spettatore), grazie alla telecamera configurata per le riprese in notturna. Momenti di panico agghiaccianti mentre una figura mostruosa, deforme, comincia a vagare nelle tenebre brandendo un martello...
4. Pennywise il Clown Ballerino (IT, 1990)
Come si fa a scegliere una sola scena? IT mi ha devastata in più di un momento ma, se chiudo gli occhi, sono due le sequenze topiche che ricorderò finché campo: quella iniziale, preceduta da quel Fur Elise che ora non posso più sentire nemmeno per sbaglio, in cui Pennywise compare tra le lenzuola stese e la bimbetta fiduciosa e deliziata gli corre incontro e, ovviamente, quella in cui il piccolo Georgie viene attirato dal clown vicino alla grata del marciapiede. Nel corso degli anni al terrore visivo si è aggiunto anche quello uditivo perché la voce di Tim Curry è semplicemente agghiacciante: "You'll FLOAT too!!".
3. Toshio e Ayako compaiono nei luoghi più impensabili (Ju-On: Rancore, 2002 - Ju-On: Rancore 2, 2003 - The Grudge, 2004)
Che abbiate visto The Grudge o Ju-On non importa, molto probabilmente capirete comunque di cosa sto parlando visto che le scene in questione sono state comprese in entrambe le versioni. Dal giorno in cui mi è capitato di vedere uno di questi due film, assieme a Ju-On 2, non sono più riuscita a salire tranquillamente né su un ascensore con il vetro esterno (il timore di vedere Toshio avvicinarsi piano dopo piano mi provoca subitanea tachicardia), né a tornare a casa in macchina da sola senza buttare almeno un paio di volte l'occhio nel vano dove dovrebbero trovarsi i piedi di un eventuale passeggero, convinta di trovarci Toshio rannicchiato a fissarmi coi suoi occhi da panda... E ovviamente, ogni volta che vado a letto faccio gli scongiuri sperando di non trovarci dentro Ayako, pronta a trascinarmi nel mondo degli spiriti. Maledetto Takashi Shimizu e le sue idee balzane.
2. Sadako o Samara escono dalla TV (Ringu, 1998 - The Ring, 2002)
Tornata a casa dopo la visione di The Ring misi uno strofinaccio sullo schermo della TV e ancora oggi, la sera, guardo con sospetto il punto da dove potrebbero uscire Sadako o Samara. Sarà un'eresia ma preferisco l'"uscita" americana (tutta fatta a scatti, terribile!!!) a quella originale giapponese (che però ha un soundtrack migliore) ma potrebbe semplicemente essere una questione di imprinting o trauma cinematografico.
1. Gage torna in vita (Cimitero vivente, 1989)
Gage Creed, interpretato dall'incredibile (e poi scomparso nel solito limbo dove spariscono tutti gli attori bambini una volta cresciuti) Miko Hugues è un mostro che farebbe scappare a gambe levate Pinhead, Freddy Krueger e compagnia brutta. Credo non esista nulla di più sconvolgente di un bimbetto a malapena in grado di parlare o camminare che torna dalla morte posseduto da un'entità maligna: sicuramente io non ho mai visto nulla di più terrificante. Con tutte le volte che ho guardato Cimitero vivente (per inciso, Gage a parte, uno degli horror più paurosi e commoventi mai girati) ormai so a memoria ogni dettaglio dell'agguato al vecchio Judd, del regalo a mammina e dell'ultimo confronto col "papà cattivo" ma la risatina e la faccetta malvagia di Gage ogni volta mi tormentano per un bel po' di notti.
Fuori classifica: Bob (I segreti di Twin Peaks)
Fuori classifica per un paio di motivi. Innanzitutto, perché il personaggio compare in una serie televisiva (sì, lo so che esiste anche il film Fuoco cammina con me ma non l'ho mai visto) e poi perché farebbe scappare dalla paura anche Reagan de L'esorcista. Avevo nove anni quando l'ho visto spuntare dietro il letto di Laura Palmer, qualche mese dopo mi si è riproposto scavalcando il divano del salotto dei Palmer: sono quasi scoppiata a piangere per il terrore ed è stato quello il momento in cui mia madre ha capito che forse, nonostante i miei capricci, era meglio non lasciarmi guardare la serie TV del momento (secondo me aveva rischiato l'infarto anche lei). Ancora oggi diffido di letti e divani che non siano saldamente attaccati al muro e, scusate la finesse, mi cago in mano a rivedere queste due scene. Godetevele, prima che le tolgano dal Tubo!
5. L'appartamento della niña Medeiros (REC, 2007)
Angela, la reporter di Mientras usted duerme, è riuscita a sopravvivere per tutto il film alle orde di indemoniati/zombie famelici ed urlanti che infestavano il condominio barcellonese. Alla fine arriva nell'appartamento dove è cominciato tutto, un luogo pericolosissimo e completamente buio, dove l'unico a poter vedere qualcosa è il suo fido cameraman (e, di conseguenza, lo spettatore), grazie alla telecamera configurata per le riprese in notturna. Momenti di panico agghiaccianti mentre una figura mostruosa, deforme, comincia a vagare nelle tenebre brandendo un martello...
4. Pennywise il Clown Ballerino (IT, 1990)
Come si fa a scegliere una sola scena? IT mi ha devastata in più di un momento ma, se chiudo gli occhi, sono due le sequenze topiche che ricorderò finché campo: quella iniziale, preceduta da quel Fur Elise che ora non posso più sentire nemmeno per sbaglio, in cui Pennywise compare tra le lenzuola stese e la bimbetta fiduciosa e deliziata gli corre incontro e, ovviamente, quella in cui il piccolo Georgie viene attirato dal clown vicino alla grata del marciapiede. Nel corso degli anni al terrore visivo si è aggiunto anche quello uditivo perché la voce di Tim Curry è semplicemente agghiacciante: "You'll FLOAT too!!".
3. Toshio e Ayako compaiono nei luoghi più impensabili (Ju-On: Rancore, 2002 - Ju-On: Rancore 2, 2003 - The Grudge, 2004)
Che abbiate visto The Grudge o Ju-On non importa, molto probabilmente capirete comunque di cosa sto parlando visto che le scene in questione sono state comprese in entrambe le versioni. Dal giorno in cui mi è capitato di vedere uno di questi due film, assieme a Ju-On 2, non sono più riuscita a salire tranquillamente né su un ascensore con il vetro esterno (il timore di vedere Toshio avvicinarsi piano dopo piano mi provoca subitanea tachicardia), né a tornare a casa in macchina da sola senza buttare almeno un paio di volte l'occhio nel vano dove dovrebbero trovarsi i piedi di un eventuale passeggero, convinta di trovarci Toshio rannicchiato a fissarmi coi suoi occhi da panda... E ovviamente, ogni volta che vado a letto faccio gli scongiuri sperando di non trovarci dentro Ayako, pronta a trascinarmi nel mondo degli spiriti. Maledetto Takashi Shimizu e le sue idee balzane.
2. Sadako o Samara escono dalla TV (Ringu, 1998 - The Ring, 2002)
Tornata a casa dopo la visione di The Ring misi uno strofinaccio sullo schermo della TV e ancora oggi, la sera, guardo con sospetto il punto da dove potrebbero uscire Sadako o Samara. Sarà un'eresia ma preferisco l'"uscita" americana (tutta fatta a scatti, terribile!!!) a quella originale giapponese (che però ha un soundtrack migliore) ma potrebbe semplicemente essere una questione di imprinting o trauma cinematografico.
1. Gage torna in vita (Cimitero vivente, 1989)
Gage Creed, interpretato dall'incredibile (e poi scomparso nel solito limbo dove spariscono tutti gli attori bambini una volta cresciuti) Miko Hugues è un mostro che farebbe scappare a gambe levate Pinhead, Freddy Krueger e compagnia brutta. Credo non esista nulla di più sconvolgente di un bimbetto a malapena in grado di parlare o camminare che torna dalla morte posseduto da un'entità maligna: sicuramente io non ho mai visto nulla di più terrificante. Con tutte le volte che ho guardato Cimitero vivente (per inciso, Gage a parte, uno degli horror più paurosi e commoventi mai girati) ormai so a memoria ogni dettaglio dell'agguato al vecchio Judd, del regalo a mammina e dell'ultimo confronto col "papà cattivo" ma la risatina e la faccetta malvagia di Gage ogni volta mi tormentano per un bel po' di notti.
Fuori classifica: Bob (I segreti di Twin Peaks)
Fuori classifica per un paio di motivi. Innanzitutto, perché il personaggio compare in una serie televisiva (sì, lo so che esiste anche il film Fuoco cammina con me ma non l'ho mai visto) e poi perché farebbe scappare dalla paura anche Reagan de L'esorcista. Avevo nove anni quando l'ho visto spuntare dietro il letto di Laura Palmer, qualche mese dopo mi si è riproposto scavalcando il divano del salotto dei Palmer: sono quasi scoppiata a piangere per il terrore ed è stato quello il momento in cui mia madre ha capito che forse, nonostante i miei capricci, era meglio non lasciarmi guardare la serie TV del momento (secondo me aveva rischiato l'infarto anche lei). Ancora oggi diffido di letti e divani che non siano saldamente attaccati al muro e, scusate la finesse, mi cago in mano a rivedere queste due scene. Godetevele, prima che le tolgano dal Tubo!
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