Quando insegnavo a Ortona, si percepiva l'eco della sua notorietà. Rocco Siffredi era un supereroe. Piace, dunque, la scelta di raccontarlo come il personaggio di un fumetto: il suo potere lo porterà lontano. Lo interpreta Alessandro Borghi, bravissimo nel catturarne l'accento e la risata nasale; impavido, e a giusta ragione, nel nudo. Sentimentale e animalesco, provinciale e cosmopolita, raccoglie le confessioni dell'uomo dietro il pornodivo: Siffredi è stato un funambolo sospeso tra eros e thanatos; uno degli ultimi testimoni di una generazione folle e trasgressiva, cannibalizzata dall'ignoranza verso la malattia (ruba la scena l'amica storica Moana Pozzi, dagli occhi tristi e dalle parole sibilline). Ottimamente recitata, ma didascalica e discontinua, la serie Netflix si affida troppo al talento dei protagonisti. Delude la sceneggiatura, che parla poco di sessualità; molto di famiglie disfunzionali; troppo di piccola criminalità (il fratellastro Giannini ha una storyline inutilmente ampia). Pop ma seriosi, gli episodi non hanno né la malinconia decadente di Shame, né la verità di Pleasure. Risultano superflui nelle tinte crime e frettolosi nell'epilogo. Affascinanti, invece, i personaggi femminili: donne fittizie (fatta eccezione per la moglie Rosa), che incarnano nei corpi e negli sguardi diverse facce del desiderio, dell'amore, dell'intimità. Se la modella Linda Caridi si conferma incantevole, a restare impressa è la cognata Jasmine Trinca: irraggiungibile, è l'occasione mancata, il chiodo fisso, una vittima del maschilismo che ne ha fatto una prostituta anziché una diva. In una storia di “cazzi e pistole”, insomma, hanno la meglio gli occhi delle donne. Bramati, pretesi, mai compresi (a partire da quelli, inflessibili, di una madre in lutto), fotteranno perfino colui che voleva fottere il mondo. (7)
Cosa ci fa una scienziata alla conduzione di un programma di cucina per casalinghe disperate? Cos'è accaduto affinché una donna solitaria, fredda e razionale si trovasse (autentico scandalo, nei rigidissimi anni Cinquanta) con una figlia a carico e senza un marito? Scopritelo in una serie dolcissima e di buoni sentimenti, di cui invidierete gli outfit dai colori pastello e gli appassionati monologhi sul female empowerment. Certo, a volte la carne al fuoco risulta troppa: femminismo, questione razziale, origini familiari; all'appello c'è perfino un episodio raccontato dal punto di vista di un cagnalone divorato dai sensi di colpa. Ma in Lezione di chimica, dramedy ispirata all'omonimo bestseller edito Rizzoli prontamente finita fra le mie preferite del 2023, l'attrice Premio Oscar Brie Larson si rivela essere una padrona di casa arguta e volitiva, a cui vorrete in fretta un gran bene, e il romantico collega Lewis Pullman una rivelazione ingiustamente snobbata nella stagione dei premi maggiori. La scienza non ha tutte le risposte. In una reazione chimica contano anche l'inevitabile, l'inatteso. E in un incontro, in un amore, conta sempre la predestinazione. La miniserie Apple TV è un chicca per gli spettatori nostalgici di The Marvelous Mrs Maisel, ma anche anche gli orfani inconsolabili di This is us. Ci troverete la stessa energia, la stessa magia. (7,5)