È una delle serie dell’anno corrente, ma lo sarebbe stata anche di quello passato. L’ho recuperata in ritardo, con ben due stagioni a disposizione. The Bad Guy non è ciò che sembra. Vedi Lo Cascio, leggi “mafia”, immagini la solita serie italiana: un giudice coraggioso, una lotta prometeica, una morte gloriosa. Dimenticatelo. Perché Nino, da anni impegnato nella caccia al latitante Suro, viene incastrato. Creduto morto, torna con una nuova identità. Non vuole vendicarsi soltanto del boss, ma dello Stato. Intrigante come il Conte di Montecristo, caustico come Walter White, un brillante Lo Cascio compie una rapida ascesa al fianco dei cattivi. Riuscirà a non sporcarsi le mani, tra pizzi, appalti e clan da aizzare l’uno contro l’altro? Dirige un duo, ma, nonostante lo splatter e l’ironia pungente, non si tratta dei Coen. Vulcanici e con ambizioni internazionali, Fontana e Stasi guidano un cast in stato di grazia – al suo meglio Pandolfi, sorprendente Catania, folgoranti Maenza e Caramazza – in una commedia nera che immagina un covo criminale in un parco acquatico e perfino il ponte sullo Stretto. Tra una risata e l’altra, non mancano cenni all’attualità né invettive. Nemmeno il Ministro degli Interni è senza colpe: ha assoldato il sicario Accorsi per mettere a tacere ogni dissenso. Il più buono, insomma, ha la rogna. Il più cattivo, invece, si è meritato una serie così. (8,5)
venerdì 27 dicembre 2024
Made in Italy: The Bad Guy | Storia della bambina perduta | Qui non è Hollywood | Hanno ucciso l'Uomo Ragno
lunedì 28 dicembre 2020
[2020] Top 10: Le mie serie TV
10. Little Fires Everywhere: Washington e Whiterspoon sul ring di un dramma familiare con molta carne al fuoco. Nonostante non sia tutto oro ciò che luccica, lo scontro tra primedonne solleva fumo e scintille. Conturbante, come lo spettacolo del fuoco vivo.
9. This is us – Stagione 4: Dopo una terza stagione tutt'altro che entusiasmante, era lecito aspettarsi un'ulteriore battuta d'arresto. Con la famiglia Pearson, invece, la magia è sempre di casa. Il loro ritorno in gran spolvero è il miracolo che nessuno si aspettava.
8. La regina degli scacchi: Una ricostruzione storica meticolosa e frizzante per raccontare le gioie e i dolori di una campionessa sulla bocca di tutti. Che Beth Harmon sia un personaggio d'invenzione, francamente, si fatica a crederlo. Il merito spetta alla performance iconica di Anya Taylor-Joy.
7. Sex Education – Stagione 2: Il secondo tassello di un'educazione sessuale e sentimentale per affrontare i tabù senza volgarità. La scena cult: le protagoniste sedute insieme all'ultima fila dell'autobus in nome del girl power, contro le molestie subite.
6. Kidding – Stagione 2: Giunto alla seconda stagione nell'anonimato, cancellato dai palinsesti senza grandi rumori, questo è il gioiello invisibile a cui tutti dovreste dare un'altra possibilità. Dopo un esordio già soddisfacente, il sodalizio televisivo tra Carrey e Gondry torna a regalare lacrime e risate, con un arco di episodi di genialità superiore.
5. Tales from the Loop: Se la pacatezza dei racconti di Kent Haruf conoscesse la fantascienza anni Cinquanta. Una serie poetica e incantevole, senza né incastri né spiegazioni, ma con immagini di un lirismo che commuove nel profondo.
4. We are who we are: Un teen drama d'autore ambientato in tempo di guerra, ma interessato a raccontare l'amore: soprattutto quello verso sé stessi. Il ritratto di una generazione diversissima dalla mia. Non la riconosco, ma mi affascina, al pari degli alieni o degli angeli.
3. Years and Years: Un'affiatata famiglia inglese sullo sfondo di un futuro distopico che somiglia tantissimo al nostro presente. La serie più rappresentativa del 2020, con una morale in cui confidare incrociando le dita: tutto passa – compreso l'irreparabile –, ma noi no.
2. L'amica geniale – Storia del nuovo cognome: Il romanzo è sempre meglio della trasposizione? Costanzo e le sue protagoniste sono pronti a farvi ricredere nella serie che il mondo ci invidia. Ansie e speranze per la terza stagione: il cambio di cast e regista si fa temere.
1. Normal People: Connell e Marianne, Marianne e Connell... Cronaca straordinaria di un amore ordinario, il best-seller della giovane Sally Rooney rivive in tutta la sua piccola epicità in una miniserie così compiuta sembrare un'epopea dei giorni nostri. Romantica, struggente, indie: sui social è già cult.
sabato 21 marzo 2020
Serie da recuperare in quarantena: Storia del nuovo cognome | The Good Place
lunedì 15 luglio 2019
Recensione: Storia di chi fugge e di chi resta, di Elena Ferrante
Lenù, comprimaria assorta al ruolo di protagonista suo malgrado, prende posto ai margini: mentre gli altri si schierano in prima linea, lei ha i suoi quotidiani da spulciare; i suoi quaderni d'appunti. Reduce dal tour promozionale di un esordio inaspettatamente controverso – come se non bastassero, poi, le nozze con l'integerrimo professor Pietro: scandalose giacché celebrate con il rito civile –, collabora con L'unità e cade vittima della sindrome post parto. Invidiosa, guarda Lila dall'alto al basso. Tutt'intorno va infatti affermandosi un modello femminile che, tanto inconsciamente quanto brillantemente, la spregiudicata migliore amica incarna da anni. Che Lenù possa avere la sua rivalsa, per quanto impigrita dalla maternità e dal blocco dello scrittore, con la comparsa dell'indimenticato Nino?
venerdì 8 marzo 2019
Mr. Ciak: Io sono Mia | Lontano da qui | Non è romantico? | Come ti divento bella | Ricomincio da me
lunedì 11 febbraio 2019
I ♥ Telefilm: Sex Education | La compagnia del cigno | The Kominsky Method
lunedì 14 gennaio 2019
Recensione: Storia del nuovo cognome, di Elena Ferrante
Queste cinquecento pagine scarse contengono i sei anni immediatamente successivi.
All'una tocca accettare a malincuore le leggi non scritte del rione – gli schiaffoni, le logiche economiche, l'aggressività di quel degno erede di Don Achille che in casa getta via la maschera – e, riposta la solita superbia, si scopre che a poco servono il lusso della vasca da bagno, la gigantografia nel negozio a Piazza dei Martiri, i privilegi di scoprirsi la moglie di un munifico salumiere sempre con le mani in pasta, contro la paura e la tentazione della “smarginatura”. Lila si vergogna, si annoia, e per capriccio rovina ogni cosa – le relazioni, i pranzi e le cene, le vacanze al mare – quando non è lei l'anima della festa.
Quanta verità c'era in quella frase, leitmotiv della loro lunga complicità: quello che fai tu, faccio io? Mentre la sua amica geniale si ferma alla terza elementare, Lenù – raisoneur intellettuale, osservatrice ai margini dell'azione, confidente per eccellenza – punta prima alla maturità a pieni voti, poi a Pisa, infine a Milano. Ci si allontana dal rione, infatti, soltanto per merito o per la leva obbligatoria. E lei ha scelto di brillare studiando per non diventare come le donne del quartiere: vittime dei padri padroni e dei fratelli, dei mariti, e perfino di una forza di gravità che inevitabilmente ne amplia i girovita e ne appesantisce i seni.
Fa bene cambiare aria, però, e c'è il mare che guarisce ogni cosa: i ventri aridi, la nostalgia. Appiana i divari. Le amiche del cuore di Elena Ferrante, benché abbiano cuori enormi e un po' cattivi, si concedono una villeggiatura nella parte più emozionante dell'intero romanzo: la leggerezza che ogni estate dei diciotto anni si merita, le confidenze in una Ischia da viversi non più in solitaria, le onde che restituiscono a riva le apparizioni dell'amato Nino Sarratore e i segni premonitori della tempesta imminente. Lenù resta sotto l'ombrellone, impacciata nel costume intero che stringe impietoso sulla silhouette di cui si cruccia; Lila impara a nuotare. E nuota meglio di lei, forte e lontano: irraggiungibile?
Storia del nuovo cognome è il tassello immancabile di una saga al femminile che cresce di volume in volume, un sì decisivo. Una scatola salvata alla furia dell'Arno per ricostruire coi brividi a fior di pelle gli amori e gli odi alterni; le sofferenze tenute segrete, i traguardi ostentati, e viceversa; le parole che non si sono mai dette. Quello che sono diventate quando, purtroppo o per fortuna, lontane. Nel cuore dell'azione, nei ventricoli della vita, nel sangue dei ricordi.