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venerdì 4 luglio 2014

Il pensatore

E questa è una Università americana. Mi chiedevo da un po' chi raffigurasse la statua.. e scopro ora che è semplicemente un pensatore.
Sempre democratica l'America in apparenza... Al di fuori della politica ecc..., a me l'America piace, comunque.

giovedì 23 agosto 2012

Anomalie e similitudini


".....Durante tutto l'inverno, questo appartamento era la base logistica da cui i miei genitori partecipavano alla vita ricca e alla moda di New York.
Io lo chiesi, anzi, una volta: "Siamo ricchi?"



- Be' ricchi proprio no - rispose Harry. - Certo non come i Ralston  o i Gray. Benestanti, diciamo -

- In termini reali - lo contradisse Sarah che, del resto, lo contraddiceva sempre - noi siamo molto, molto, molto ricchi..."

Gli amici di Sarah e di Harry... Le loro vite si sono smembrate, ormai e da un bel po'!
Ma formavano, allora, un gruppo che pareva fiabesco. Erano gente che non aveva sofferto alcuna tragedia, né privata, né pubblica.
La crisi economica della "depressione" americana non li sfiorava: vivevano, negli anni '30, come sospesi al di sopra delle correnti della storia e, se dovevano parlare di Franklin Roosevelt, dicevano  'costui' parodiando (male) i suoi 'discorsi accanto al caminetto' e (crudelmente) sua moglie Eleanor.

E avevano una certa simpatia per il Duce che faceva arrivare in orario i treni italiani.
Quanto al Furer, commentavano che una cosa, almeno, si poteva dire sul suo conto: che aveva risolto il problema della disoccupazione.  ...."

Da Il castello sulla sabbia  di Mary Ellin Barrett - 1966


La Grande Depressione del 1929 fu la maggiore crisi nella storia degli Stati Uniti, colpendo praticamente tutto il mondo industrializzato. Cominciò nel 1929, e durò circa dieci anni.


La crisi dell’economica americana iniziò nel 1928 con la caduta dei prezzi agricoli e esplose il 29 ottobre del 1929 quando affondò la Borsa di New York. Quel giorno scesero rapidamente gli indici di numerosi titoli e continuarono la loro discesa per tre mesi consecutivi. Le quotazioni continuarono a scendere anche gli anni successivi. Inizialmente la crisi fu un po’ sottovalutata. 

Le banche non avevano soldi e quindi le aziende non ottenevano credito, le produzioni si fermavano, creando disoccupazione. Questa situazione si estese rapidamente anche all’Europa inondata di capitali americani.

In questa situazione nei paesi occidentali e particolarmente negli USA, si iniziò una politica dove lo stato interveniva direttamente nell’economia. Si trattava del “New Deal”, in Europa conosciuto come il Welfare State.

Le cause
Molti fattori contribuirono a questa crisi; nonostante, la causa principale di questo disastro finanziario, conosciuto come il giovedì nero, fu una speculazione esagerata, dovuta alla sovrapproduzione e all'inflazione del credito, così come a causa di una ineguale distribuzione della ricchezza negli anni ’20 e alle speculazioni in Borsa. Le profonde diseguaglianze crearono un’economia instabile.

Fonte

L'immagine è presa dal web

mercoledì 1 febbraio 2012

La mia sola ambizione è servirti


Di Joseph Losey, regista americano nato il  14 gennaio del 1909 a La Crosse nel Wisconsin e morto a Londra il 22 giugno del 1984, conosco bene due film:
Messaggero d'amore e Il Servo.


Sul quotidiano La Stampa di oggi
è scritto fra l'altro quanto segue:


'A Torino la retrospettiva a cura di Emanuela Martini prevede i trentasette lungometraggi e i corti firmati da questo atipico autore (Joseph Losey)cresciuto nella stessa cittadina di un altro dei grandi del cinema Usa quale Nicholas Ray.


Laureatosi all’università di Harvard, giornalista per qualche anno al prestigioso "New York Times" e poi, a partire dagli anni Trenta, approdato nel mondo dello spettacolo prima come regista teatrale e poi cinematografico.
Il suo esordio sul grande schermo risale al 1948: "Il ragazzo dai capelli verdi", metafora in chiave fantastica della crescente intolleranza sociale che rappresentò l’inizio di un’intensa e ricca carriera, non priva di difficoltà. 


Complicazioni derivanti in particolare dal suo esilio: nel 1951 quando era in Italia per girare "Imbarco a mezzanotte", pellicola uscita al cinema con la firma Andrea Forzano, Losey venne infatti chiamato negli Stati Uniti a testimoniare di fronte al Comitato per le attività antiamericane della Camera dei Rappresentanti, il comitato incaricato di "sradicare" i comunisti dall'industria cinematografica. Egli non accolse l’"invito" e scelse di andare a vivere in Inghilterra.


L’impronta teatrale del cinema di Losey deriva dall’influenza che ebbe su di lui Bertolt Brecht, di cui trasferì sul palcoscenico un’acclamata versione di "Galileo" con Charles Laughton mattatore, e dalla collaborazione nata con Harold Pinter, a cui si deve la sceneggiatura di capolavori del cineasta americano come "Il servo", L’incidente" e la Palma d’oro al Festival di Cannes 1971 "Messaggero d’amore".'




giovedì 5 marzo 2009

Luglio 1950


L'estate prima di entrare allo Smith College, Sylvia Plath lavorò in un'azienda agricola del Massachusetts, Lookout Farm.

Questo brano è preso dai "Diari" di Sylvia Plath - Adelphi Edizioni


"Luglio 1950. Forse non sarò mai felice, ma stasera sono contenta. Mi basta la casa vuota, un caldo vago senso di stanchezza fisica per aver lavorato tutto il giorno al sole a piantare fragole rampicanti, un bicchiere di latte freddo zuccherato, una ciotola di mirtilli affogati nella panna.

Ora capisco come la gente possa vivere senza leggere, senza studiare. Quando uno è così stanco, alla fine della giornata ha bisogno di dormire e il mattino dopo, all'alba lo aspettano altre fragole da piantare e così si va avanti a vivere, vicino alla terra. In momenti come questi sarei una stupida a chiedere di più ..."


Nell'autunno del 1962, subito dopo il fallimento del suo matrimonio, la Plath portò a termine la sua opera più importante, Le poesie di Ariel, scritte in un flusso di energia incandescente, trenta in un mese; la prima versione uscì di getto, ma lei lavorò meticolosamente su ognuna in un secondo tempo.

Nessuno aveva visto queste poesie, ma la Plath sapeva - con assoluta certezza - di aver compiuto un salto di qualità.

Il 16 settembre 1962, nel pieno di quel mese straordinario, scriveva alla madre:

"Sono una scrittrice geniale, me lo sento. Sto scrivendo le poesie più belle di tutta la mia vita; mi renderanno famosa ..."

L'11 febbraio 1963, a trent'anni, la Plath si tolse la vita.

America anni Cinquanta: Jack Kerouack



Su Azeta libri trovo un breve sunto sulla strada di Jack Kerouack

"Romanzo dell'amicizia e delle difficoltà dell'amore, della ricerca di sé, del desiderio di appartenenza e della impossibilità a rinunciare al desiderio e al bisogno di rivolta.
Romanzo che sembra dare corpo ancora una volta a tutti i grandi miti dell'America.

... Ma è anche un romanzo della coscienza dell'oscurità, del silenzio


Questo bisogno di ribellione nell'America anni '50 si trova, oltre che in Kerouack, in Allen Ginsberg William Burrougs ... e in un film "Gioventù bruciata" con l'indimenticabile James Dean .


Un film che è un pugno in faccia alla ideologia maccartista e perbenista americana, rivelandoci la crisi dei valori della famiglia e i vizi degli adolescenti.

mercoledì 4 marzo 2009

GLI ANNI CINQUANTA: America e maccartismo



Gli anni Cinquanta portarono a maturazione tutto quello che nel decennio precedente era stato seminato:
il maccartismo, la televisione, la Guerra Fredda.

Nel 1950 le sale cinematografiche videro calare il pubblico del 20%.

Come del resto la società del periodo, anche il cinema si presenta in termini schizofrenici, contraddittori.

Un tema classico del cinema americano è quello della famiglia: da un lato abbiamo deliziose pellicole piene di brio descrittivo che celebrano l'istituzione in termini di elegante e divertente leggerezza, come per esempio "Il padre della sposa" di Vincente Minelli, ma dall'altra questi sono gli anni dei "ribelli senza causa", dei James Dean, e dei Marlon Brando.

Dei due fu il primo in particolare a incarnare la ribellione alla famiglia in pellicole come "Gioventù bruciata" di Nicholas Ray e "La valle dell'Eden" di Elia Kazan.

Diverso il caso di Marlon Brando, la cui inquietudine sembrava incarnare una protesta generazionale che già stava prendendo strade meno dirompenti - ma pur sempre i grande effetto - con l'esplosione del rock & roll.


Fu comunque questo il periodo di quel fenomeno di isteria collettiva patrocinato dal senatore McCarthy che va sotto il nome di "caccia alle streghe".

E il cinema, mezzo di massa per eccellenza, venne sottoposto ad un setaccio ideologico radicale con le famigerate "liste nere" dei cineasti che si supponevano compromessi con la sinistra.


Allontanati uomini di grande rigore morale, la comunità rispose con l'attività di prestanomi che firmarono il lavoro di colleghi ingiustamente licenziati per permettere loro di guadagnarsi da vivere.

Vennero organizzate marce in difesa dei "dieci" di Holliwood e della libertà di pensiero, alcuni (Kazan, Dmytryk) testimoniarono contro i colleghi per semplice paura di perdere il posto.

E l'America si rese conto di essere molto diversa da quel che pensava.


Questo post è una trascrizione delle pagine 101 e 102 del libro "Introduzione al cinema di Hollywood" ed. Mondadori - scritto da Franco La Polla, uno dei principali studiosi italiani del cinema hollywoodiano, professore al Dams di Bologna, mancato il 27 febbraio scorso.


Cinema americano anni '50


Nella vasta e articolata produzione hollywoodiana che sta tra la fine della seconda guerra mondiale e il 1960, emerge un un nuovo impegno politico in senso lato, comune a registri e sceneggiatori, che iniziano ad affrontare esplicitamente con la loro opera temi quali la giustizia, l'antisemitismo, il razzismo, riflettendo le inquietudini sociali e ideologiche che attraversano la società americana di quegli anni.

Si tratta di un tentativo di rinnovamento ideologico e narrativo del cinema hollywoodiano dal suo interno, riflettendo la crisi di una società, ma anche la fine di quell'orizzonte produttivo cinematografico americano che poteva essere definito come "fabbrica dei sogni".


Di origine turca, Elia Kazan, giunge al cinema dopo una significativa attività teatrale con il Group Theatre, che risulterà determinante anche per la concezione drammaturgica alla base del suo cinema, sia nel trattamento della scena, sia nella direzione degli attori.

Le prime opere cinematografiche, tra cui "Un albero cresce a Brooklin" del 1945 e "Pinky, la negra bianca" del 1949 riflettono la necessità di affrontare tematiche sociali.

Kazan comincia una specie di autobiografia indiretta, in cui emorgono eroi negativi, fortemente critici nel loro tentativo di confrontarsi con le strutture sociali.

Coinvolto nella "caccia alle streghe" a Hollywood nel 1952, Kazan fu tra coloro che scelsero la delazione.

Le proprie contraddizioni, il disagio morale ed intellettuale che ne derivavano e che permeavano in generale la società, si riflettono del resto fortemente nelle sue opere degli anni Cinquanta, in una analisi approfondita e complessa della crisi americana.

  • Un tram che si chiama desiderio da Teneessee Williams:
  • Fronte del porto, dramma giovanile sullo sfondo di lotte sindacali;
  • La valle dell'Eden - da Steinbeck - dramma generazionale nella provincia americana sullo sfondo della prima guerra mondiale;
  • Splendore dell'erba.

Al mondo del cinema è dedicato Gli ultimi fuochi (1976) sceneggiato da Harold Pinter, dall'omonimo romanzo di Francis Scott Fitzgerald, in cui, attraverso la denuncia della brutalità della macchina hollywoodiana, si afferma l'impossibilità di essere se stessi.

martedì 3 marzo 2009

Eizenstein scrive su Walt Disney

Eizenstein nacque a Riga in Russia nel 1898. E' stato un grande registra cinematografico e uno dei grandi teorici del film.

A 26 anni girò La corazzata Potemkin, la storia di un ammutinamento avvenuto nel 1905 su una nave da guerra.
Quest'opera esercitò una grande influenza sul realismo cinematografico ed è considerata fra i più bei film della storia del cinema.

La fama di Eizenstein crebbe con Ottobre, girato nel 1927-28 e La linea generale

Andò a Hollywood, ma lì i suoi lavori furono respinti.

Conobbe Walt Disney.
Le parole che seguono qui, sono prese da un libro, pubblicato da SE nel 2004 scritto da Eizenstein con il titolo "Walt Disney"

Comincia così:

"Alma-Ata, 16/11/1941

L'opera di questo maestro è un apporto immenso degli americani alla cultura del mondo.


Giovane, con un paio di baffetti. Molto elegante. Direi una eleganza da damerino. Una somiglianza irresistibile con il suo eroe. In Topolino si ritrova la stessa raffinatezza, l'eleganza, una certa libertà del gesto. Non c'è da stupirsi!

Sembra sia il metodo a richiederlo. Lo stesso Disney recita "la parte", "il ruolo" di Topolino per questo o quel film.

Intorno a lui una decina o forse più, di disegnatori colgono al volo gli sketc comici del loro capo, mentre posa e recita.

E così questi disegni preparatori, infinitamente vivi, pieni di vitalità e in grado di comunicare attraverso l'enfatizzazione del tratto per il solo fatto di essere stati copiati da un uomo in carne ed ossa ... eccoli pronti per un film d'animazione.


Anche il cane Pluto, compagno turbolento del raffinato Topolino, non a caso è così pieno di vitalità: suo modello è un cugino di Walt, da cui si distingue per un modo di fare piuttosto maldestro, rozzo e goffo.

..... Il modesto studio di Disney, talmente lontano, in quegli anni, dal centro città hollywoodiano, dalla sua animazione e dalle sue complicazioni!

La modestia della sistemazione stupisce, se confrontata alla portata colossale della produzione: cinquantadue Topolino Silly Symphonies (tra le quali bisogna includere la Danza Macabra, di inimitabile comicità, con gli scheletri che suonano lo xilofono sulle proprie costole!) ...

Meraviglia anche che la sonorizzazione si effettui a New York, dove vengono spedite le partiture precisissime di musiche definite con esattezza in rapporto ai filmati dei disegni.

.... Sembra che quest'uomo non conosca solo la magia di ogni mezzo tecnico, ma sappia agire anche sulle corde più segrete dei pensieri, delle immagini mentali e dei sentimenti umani.

Egli crea in una zona dell'intimo più profondo e primitivo.

Là dove tutti siamo figli della natura. Crea a livello di rappresentazione dell'uomo non ancora incatenato dalla logica, dalla ragione, dalla esperienza.

E' così che le farfalle creano il loro volo, che i fiori crescono, che i ruscelli si stupiscono essi stessi del loro corso ..."


(Sergej Michallovic Eizenstein - Walt Disney - Edizioni SE)

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