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sabato 13 ottobre 2012

Ci risiamo: torna l’ammazza-blog


Ci risiamo: torna l’ammazza-blog

Per favore, fate girare il più possible

Ci risiamo. Deve essere davvero irresistibile per alcuni Parlamentari italiani la tentazione di imbavagliare il web costringendo la blogosfera al silenzio.
Non si spiega diversamente perché, ciclicamente, in Parlamento faccia capolino l’idea liberticida di assoggettare tutti i “siti informatici” all’obbligo di rettifica previsto dalla vecchia legge sulla stampa.

48 ore per procedere alla rettifica a pena di una sanzione pecuniaria a quattro zeri per i gestori di tutti i siti informatici.

E’ questo il contenuto di una pioggia di emendamenti presentati al Disegno di Legge in materia di diffamazione che il Senato sta discutendo, in questi giorni, a ritmo serrato, sull’onda emotiva del caso Sallusti.

E’ tri-partisan l’ostinata volontà di imbavagliare la Rete o, almeno, l’ignoranza dell’impatto che il provvedimento avrà sull’informazione online: Caliendo, Mugnai e Mantovani i Senatori firmatari di emendamenti in tal senso per il Pdl, Casson e Maritati per il Pd e Mura e Mazzatorta per la Lega.
Nessuno sembra capace di resistere alla tentazione.

Neppure, a ben vedere, i primi firmatari del disegno di legge, Chiti e Gasparri che, dopo averlo depositato, ci hanno ripensato, ed oggi propongono di aggiungervi anche una disposizione volta proprio ad estendere l’obbligo di rettifica a tutti i “gestori di siti informatici di natura editoriale”.

Peccato che la specifica “natura editoriale”, significhi poco o nulla, complice una disciplina dell’editoria scritta male e “ritoccata” peggio, per effetto della quale, ogni sito informatico potrebbe considerarsi avente natura editoriale e, come tale, soggetto all’obbligo di rettifica.

Sembra un autentico paradosso: il Parlamento, lavorando ad un disegno di legge a difesa della libertà di informazione, minaccia – poco conta quanto consapevolmente – di massacrare le forme più moderne e penetranti di esercizio della libertà di informazione sul web.

E’ inutile ricordare che se venisse introdotto un obbligo di rettifica, entro 48 ore, per tutti i gestori di siti informatici, il giorno dopo centinaia di migliaia di cittadini, produttori di informazione online rinuncerebbero per non correre il rischio di incappare nelle pesanti sanzioni previste per l’ipotesi di inadempimento all’obbligo di rettifica o, peggio ancora, inizierebbero a rettificare le informazioni pubblicate a prescindere dalla fondatezza o infondatezza della richiesta.

E’, importante, sventare immediatamente questo nuovo gravissimo attacco alla libertà di informazione online come, sembra, si accingono a tentare di fare i Senatori Vita e Vimercati, presentando dei contro-emendamenti.

Si vota, in Commissione Giustizia, al Senato, Martedì. Fino ad allora, l’imperativo categorico è parlare della questione il più possibile perché, almeno, nessuno, il giorno dopo, in Parlamento, possa dire che non si era accorto di quanto stava per accadere.
Di bavagli al web, nel secolo della Rete, non vogliamo più sentir parlare.

Fate girare più possibile e salviamo la libertà d'informazione


Fonte: http://websulblog.blogspot.it/2012/10/ci-risiamo-torna-lammazza-blog.html



venerdì 20 aprile 2012

L’incredibile ritorno dell’ammazza-blog


norma-ammazza-blog.jpg

La norma ammazza-blog è tornata:
il testo è stato riproposto pari pari nel dl Intercettazioni portato avanti dal Ministro della Giustizia Severino.


Inizia tutto dalle parole dell’on. Antonio Di Pietro, pubblicate dall’ANSA:


È grave che nella bozza sulle intercettazioni sia rispuntata l’odiosa norma ammazza blog, voluta già dal governo Berlusconi. Il web è un baluardo della democrazia, uno dei pochi spazi che consente ai cittadini di avere informazioni e di dire la propria. L’Italia dei Valori si batterà affinché sia rispettato l’articolo 21 della Costituzione.


La questione contro cui il leader dell’Italia dei Valori punta il dito è quella di una norma già bocciata dalla storia, già stralciata dopo la sollevazione popolare e già francobollata come antidemocratica, vetusta e fuori dai canoni odierni del concetto di libertà di espressione. 


Quel che è comparso nella bozza del dl Intercettazioni proposto dal ministro Severino, infatti, altro non è se non la riproposizione fedele di quanto già anzitempo portato avanti dalla bozza di decreto firmata dall’ex-ministro Angelino Alfano (ed aspramente osteggiato nel pubblico dibattito in virtù della parificazione tra qualsivoglia sito Web ed un giornale cartaceo, attribuendo sproporzionate responsabilità a quanti portano online la propria opinione e facendo pendere una Spada di Damocle sulla libertà di opinione – rappresentata dal timore di poter incorrere in pericolose sanzioni in virtù di una norma semplicemente mal strutturata e di conseguenza pericolosa).


Il confronto tra i due testi può essere facilmente visualizzato parallelo contenuto nel link sopra riportato e comunque
La  differenza tra i due testi è limitata a tre scarni dettagli:


Se nella prima bozza il tutto è all’articolo 28, nella seconda bozza l’articolo di riferimento è il 25;
Se nel primo testo si fa riferimento al testo unico della televisione, nel secondo si fa più esteso riferimento al testo unico dei servizi di media audiovisivi e radiofonici;


Nella bozza Severino al punto d) viene aggiunto quanto segue: «ivi compresi i giornali quotidiani e periodici diffusi per via telematica». Che nulla cambia, e anzi aggiunge, rispetto alla regolamentazione del mondo online.


La norma che era stata denominata "ammazza-blog", insomma, torna a far capolino nel dl Intercettazioni sperando di riuscire a farla franca dopo le polemiche dei mesi passati. Un tentativo deprecabile da parte di una qualche fonte anonima che ha tentato di inserire nel testo un principio già ampiamente discusso, bocciato e stralciato. La stessa Paola Severino, ministro della Giustizia del Governo Monti, dovrà qualche spiegazione per l’accaduto oltre ad un necessario impegno affinché l’articolo possa fuoriuscire dalla bozza.


Soltanto l’attenzione con cui la bozza è stata letta ed un immediato attivismo hanno consentito di identificare il problema, renderlo noto ed evidenziarne l’infida natura. Ed è con tutta evidenza in questo aspetto il lato peggiore della vicenda: il dibattito collettivo sul testo non è servito per impedire la riproposizione dello stesso medesimo testo in modo silente, a 
distanza di tempo, come nulla fosse successo. E tutto ciò senza che nessuno metta avanti un nome o un volto a sostegno del principio che tale intervento legislativo sembra voler imporre con ogni mezzo.


Con le parole di Fabio Chiusi:


Ora, le cose sono due: o c’è una precisa volontà politica, e allora (quel) qualcuno dovrebbe prendersi la responsabilità di esprimerla apertamente (invece di infilare il comma di nascosto in una legge sulle intercettazioni); o questa volontà politica non c’è. E allora sarebbe il caso di mettere fine una volta per tutte a questo progetto di legge insensato, nocivo e retrogrado.


Fonte





giovedì 4 dicembre 2008

La Rete fa paura


Siamo di nuovo alle solite, tenteranno di chiuderci la rete?

Facciamo attenzione, Levi ha ritirato la sua proposta, ma dopo di lui ce ne sono altri che proveranno, uno di questi è il nostro Presidente del Consiglio che ha già avvisato che bisogna sistemare la rete .....

Cliccate il link di sotto:

http://ammazzablog.wordpress.com/4-dicembre/

venerdì 21 novembre 2008

Dall'ammazzablog a ...

Per finire gradevolmente la settimana, posto dal blog di Grillo quanto segue:

"L'Italia sta fallendo. Le famiglie arrivano alla terza settimana del mese prima. Due milioni di nuovi disoccupati entro un anno. E le nostre Marie Antoniette, prima Levi (PDmenoelle), ora Cassinelli (PDL) non hanno niente di meglio da fare che lavorare notte e giorno, PAGATI DA NOI, per mettere il bavaglio alla Rete.

Appena Levi ha "dichiarato" di aver ritirato la sua proposta ammazzablogger, ecco che s'avanza Cassinelli con una nuova legge fottiblogger. La differenza è sostanziale. Se Levi ammazzava i blogger, Cassinelli prima li fotte dicendo che li salva e poi li ammazza come spiega l'articolo di Punto Informatico.

Io veramente non capisco più questi politici. A quale punto di esasperazione popolare vogliono arrivare. Riusciranno a trasformare gli italiani in conigli mannari. Le aziende chiudono, i risparmi di una vita sono bruciati, tre assassinati sul lavoro al giorno. Mentre ciò avviene, questi irresponsabili discutono dell'ammazzablogger, di Villari e della sorveglianza RAI. Bisogna chiuderla la RAI insieme a Mediaset. Sono lezzo, CO2 mischiato a menzogne e a interessi privati.

Questa politica è tenuta in piedi dai media. Senza chiude in un giorno. Per questo si preoccupa della Rete e tiene sotto controllo la televisione. Cassinelli, non rompere i co....ni. La Rete non ha bisogno delle tue leggi. Non ha bisogno di nessuna nuova legge. E' in buona salute e sputtana ogni giorno, ogni ora, ogni minuto, ogni secondo le porcate del tuo partito, di Forza Italia. Non ci rappresenti, nessuno ti ha eletto.

Invito i blogger a lasciare un commento alla proposta di legge di Cassinelli nel suo blog: robertocassinelli.blogspot.com o (se i vostri commenti non vengono pubblicati) una mail a: cassinelli_r@camera.it

No all'ammazzablogger. Il mandante ha cambiato nome. Da Levi a Cassinelli, ma si legge sempre Veltrusconi.
Loro non molleranno mai, noi neppure.

Da La rete di Grillo

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