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sabato 5 luglio 2014

Maturità 2014

"Forse è un segno vero della vita: intorno a me fanciulli con leggeri moti del capo danzano in un gioco di cadenze e di voci lungo il prato della chiesa..

Pietà della sera, ombre riaccese sopra l’erba così verde, bellissime nel fuoco della luna!


Memoria vi concede breve sonno: ora, destatevi. Ecco, scroscia il pozzo per la prima marea.


E tu vento del sud forte di zàgare, spingi la luna dove nudi dormono fanciulli, forza il puledro sui campi umidi d’orme di cavalle, apri il mare, alza le nuvole dagli alberi: già l’airone s’avanza verso l’acqua e fiuta lento il fango tra le spine, ride la gazza, nera sugli aranci”.


(Salvatore Quasimodo)



zagare, fiori dei limoni in Sicilia

venerdì 25 gennaio 2013

Per un fine settimana di gennaio, in clima elettorale



Tabaccheria

Non sono niente.
Non sarò mai niente.
Non posso voler essere niente.
A parte questo, ho dentro me tutti i sogni del mondo.

Finestre della mia stanza,
della stanza di uno dei milioni al mondo che nessuno sa chi è
(e se sapessero chi è, cosa saprebbero?),
vi affacciate sul mistero di una via costantemente attraversata da gente,
su una via inaccessibile a tutti i pensieri,
reale, impossibilmente reale, certa, sconosciutamente certa,
con il mistero delle cose sotto le pietre e gli esseri,
con la morte che porta umidità nelle pareti e capelli bianchi negli uomini,
con il Destino che guida la carretta di tutto sulla via del nulla.

Oggi sono sconfitto, come se conoscessi la verità.
Oggi sono lucido, come se stessi per morire,
e non avessi altra fratellanza con le cose
che un commiato, e questa casa e questo lato della via diventassero
la fila di vagoni di un treno, e una partenza fischiata
da dentro la mia testa,
e una scossa dei miei nervi e uno scricchiolio di ossa nell'avvio.

Oggi sono perplesso come chi ha pensato, trovato e dimenticato.
Oggi sono diviso tra la lealtà che devo
alla Tabaccheria dall'altra parte della strada, come cosa reale dal di fuori,
e alla sensazione che tutto è sogno, come cosa reale dal di dentro.


Sono fallito in tutto.
Ma visto che non avevo nessun proposito, forse tutto è stato niente.
Dall'insegnamento che mi hanno impartito,
sono sceso attraverso la finestra sul retro della casa.
Sono andato in campagna pieno di grandi propositi.
Ma là ho incontrato solo erba e alberi,
e quando c'era, la gente era uguale all'altra.
Mi scosto dalla finestra, siedo su una poltrona. A che devo pensare?
Che so di cosa sarò, io che non so cosa sono?
Essere quel che penso? Ma penso di essere tante cose!
E in tanti pensano di essere la stessa cosa che non possono essercene così tanti!

venerdì 28 dicembre 2012

Qualche parroco, non sa


Donna

Foto da Open Art


 Nessuno può immaginare

 Quel che dico quando me ne sto in silenzio

 Chi vedo quando chiudo gli occhi

 Come vengo sospinta quando vengo sospinta

 Cosa cerco quando lascio libere le mie mani.

 Nessuno, nessuno sa

 Quando ho fame quando parto

 Quando cammino e quando mi perdo,

 nessuno sa che per me andare è ritornare, 
e ritornare è indietreggiare

 che la mia debolezza è una maschera 
e la mia forza è una maschera

 e quel che seguirà è una tempesta.

 Credono di sapere

 Ed io glielo lascio credere

 E creo.


Hanno costruito per me una gabbia affinché la mia libertà fosse una loro concessione

E ringraziassi e obbedissi

Ma io sono libera prima e dopo di loro, con e senza di loro

Sono libera nella vittoria e nella sconfitta

La mia prigione è la mia volontà!

La chiave della prigione è la loro lingua

Tuttavia la loro lingua si avvinghia intorno alle dita del mio desiderio

E al mio desiderio non impartiscono ordini.

Sono una donna.

Credono che la mia libertà sia loro proprietà

Ed io glielo lascio credere

E creo.


Questa poesia proviene da: Poesie di Joumana Haddad 


venerdì 14 dicembre 2012

Ma le stagioni poi passano




Questa poesia, del poeta Mogane Wally Serote, africano, a me sembra meravigliosa.
L’ ho scoperta leggendo il blog di Sileno, Frammenti, che consiglio caldamente di visitare.   


E’ un’arida stagione bianca
le foglie scure non durano,
si seccano le loro brevi vite
e con il cuore spezzato si tuffano
gentilmente verso la terra
senza nemmeno sanguinare.

E’ un’arida stagione bianca, fratello,
solo gli alberi ne conoscono la pena
quando stanno ancora eretti
ma secchi come acciaio,
con i rami secchi come fili di ferro,
davvero, è un’arida stagione bianca
ma le stagioni poi passano…

Mudimbe Vumbi Yoka

giovedì 13 dicembre 2012

Ancora un re-post

Dicembre e Robert Louis Stevenson



Ho sempre provato stupore, leggendo Stevenson, per la versalità dei sui romanzi, romanzi dove affronta generi letterari molto diversi.



Cito le sue opere di cui ho un ricordo chiaro:

L'isola del tesoro,
Lo strano caso del dottor Jekyll e del signor Hyde,
La freccia nera,
Il signore di Ballantrae,
Il ragazzo rapito ... 

Senza contare le poesie.

E proprio una poesia voglio riportare qui, forse perché si intitola "Dicembre"o  perché sono affascinata dalle brughiere, ma soprattutto perché apre la porta alla Speranza.


Una nuda casa, una spoglia brughiera,
una pozza rabbrividente davanti all'uscio
un giardino senza fiore e frutto,
con pioppi che ne segnano il confine.
Tale è il luogo ove vivo,
triste fuori e nudo dentro.

E tuttavia la tua aspra brughiera
riceverà la pompa della sera,
e si disegnerà la gloria dorata dell'alba
dietro il tremolio dei tuoi alberi.
E quando il vento di luogo in luogo
sospinge i galeoni di nubi disancorati,
il tuo giardino splenderà di nuovo
di sole ardente, di lucida pioggia.

Qui salirà la maga luna al cielo, nel finire cremisi
del declinante splendore del giorno, qui
apparirà l'armata delle stelle.

Le conche intorno, umide o secche,
la primavera colmerà di fiori,
spesso le muse del mattin vedranno
allodole levarsi di fra l'erica
e indiamantate d'ogni ragnatela
le ruote e i fili magici.

Quando le margherite se ne andranno
di brina argenterà le foglie d'erba
l'inverno. Il gelo incanterà la pozza,
e farà belli i solchi dei carretti.

Quando di neve lucente s'estenderà la brughiera,
i bimbi come batteran le mani!
Per far la Terra il nostro romitaggio,
una mutevole ed allegra spiaggia,
basta la macchina di Dio, complessa
di giorni e di stagioni luminosa.


Da qui:

venerdì 23 novembre 2012

Per una musica

infanzia


Per una musica


Non so più dove né quando
lasciai il bambino che ero
né se quel giorno fui
più infelice o contento.

Di quel bambino lontano
porto l’attesa eccessiva.

Né più m’è dato vederlo,
ma ne odo il riso e il richiamo
se un altro giorno saluto,
se a un altro giorno m’avvio.

Elio Pecora

Dal Portale di Rai Edu - Letteratura

Immagine dal web


giovedì 8 novembre 2012

Sera

Stagioni dalla finestra


Per tutto il giorno
ho avuto gli occhi di chi parla solo
e il cuore premuto dal silenzio.
Presto verrà la sera
e io non so che mi aspetta
se non il mio patire
e il mio vagare incerto
tra le case affogate nel sonno.

Se in questa oscura notte che si spande
tu potessi apparire 
come nel vano di una finestra
che la spalanca il vento,
io nella penombra di una porta
non saprei se ridere o piangere
dopo un giorno di lacrime e fatica.

Alberto Arcioni - 13 poesie - Palombi editori 2006

domenica 21 ottobre 2012

Ottobre, domenica, poesia



Early-autunn


Ora il fuoco d’autunno brucia lento lungo i boschi,
e giorno dopo giorno le foglie cadono e s’impoltigliano
e notte dopo notte il vento minaccioso geme
nelle serrature e racconta di campi vuoti,
di montane solitudini, di ondate ampie e cupe.

Ora si sente la potenza della malinconia, più tenera nei suoi umori d’ogni gioia
Che elargisce l’indulgente estate.

William Allingham





giovedì 18 ottobre 2012

Tienimi per mano




Tienimi per mano al tramonto,
quando la luce del giorno si spegne e l'oscurità fa scivolare il suo drappo di stelle...
Tienila stretta quando non riesco a viverlo questo mondo imperfetto...
Tienimi per mano... portami dove il tempo non esiste...
Tienila stretta nel difficile vivere.
Tienimi per mano... nei giorni in cui mi sento disorientata...
cantami la canzone delle stelle dolce cantilena di voci respirate...
Tienimi la mano, e stringila forte prima che l'insolente fato possa portarmi via da te...
Tienimi per mano e non lasciarmi andare... mai...

Hermann Hesse

martedì 9 ottobre 2012

Attenzione! E' Bukowski


Auto-invitati

Va bene, mettimi le mutande al contrario, telefona in Cina,
fai volar via gli uccelli,
compra un quadro di una colomba rossa e ricordati
di Herbert Hoover.

Quel che cerco di dire è che sei delle ultime
otto sere abbiamo avuto ospiti, tutti autoinvitati,
e come dice mia moglie: "Non vogliamo farli restar male".

Sicché ci sediamo e li ascoltiamo, certuni famosi
e certuni mica tanto, certuni piuttosto svegli
e divertenti, certuni mica tanto
ma finisce tutto in chiacchiera, chiacchiera, chiacchiera,
parole, parole, parole, un garbato mulinello di suoni
che rivela innanzi tutto solitudine: in un modo o nell'altro
chiedono tutti di essere accettati,
di essere ascoltati, e ciò è comprensibile,
ma io sono uno di quelli che preferirebbe
starsene tranquillo a casa con la moglie e i suoi sei gatti
(o di sopra da solo a fare niente).

L'impressione è che sia un egoista
e mi senta sminuito dalla gente
ma non ho l'impressione che loro
si sentano vuoti, ho l'impressione
che li diletti il movimento
delle loro bocche.

E quando se ne vanno quasi tutti accennano
a un'altra visitina.

Mia moglie è carina, li saluta con calore,
ha un cuore d'oro, così d'oro che quando, che so,
andiamo al ristorante e scegliamo un tavolo
lei prende il posto da cui si può "veder la gente"
e io quello da cui non è possibile.

D'accordo, sono un figlio del demonio;
l'intera umanità mi annoia e no, non è
paura, sebbene qualcosa in loro mi spaventi,
e non è invidia perché non voglio nulla
di ciò che loro vogliono, è solo che
in tutte quelle ore di
parole parole parole
non sento niente di davvero buono coraggioso o nobile,
e che valga un briciolo del tempo in cui mi hanno impallinato
le cervella.

Te lo ricordi quando avevi l'abitudine di buttarli fuori
dalla porta invece di fargli scaricar le batterie
sui tuoi divani,
quei tipi malinconici sempre a caccia di compagnia,
e ti vergogni di te stesso per esserti arreso
alle loro insane fesserie
ma altrimenti tua moglie direbbe:
"Pensi di essere forse l'unico essere umano
sulla terra?".

Vedete, ecco come il diavolo
mi acchiappa.
Perciò io ascolto e loro si sentiranno
realizzati.

Charles Bukowski

giovedì 4 ottobre 2012

La magnolia


La magnolia che sta giusto nel mezzo
del giardino di casa nostra a Ferrara è proprio lei
la stessa che ritorna in pressoché tutti
i miei libri

Epitaffio di Giorgio Bassani

La piantammo nel ’39
pochi mesi dopo la promulgazione
delle leggi raziali con cerimonia
che riuscì a metà solenne e a metà comica
tutti quanti abbastanza allegri se Dio
vuole
in barba al noioso ebraismo
metastorico

Costretta fra quattro impervie pareti
piuttosto prossime crebbe
nera luminosa invadente
puntando decisa verso l’imminente
cielo
piena giorno e notte di bigi
passeri di bruni merli
guatati senza riposo giù da pregne
gatte nonché da mia
madre
anche essa spiante indefessa da dietro
il davanzale traboccante ognora
delle sue briciole

Gatto


Dritta dalla base al vertice come una spada
ormai fuoresce oltre i tetti circostanti ormai può guardare
la città da ogni parte e l’infinito
spazio verde che la circonda
ma adesso incerta lo so lo
vedo
d’un tratto espansa lassù sulla vetta d’un tratto debole
nel sole
come chi all’improvviso non sa raggiunto
che abbia il termine d’un viaggio lunghissimo
la strada da prendere che cosa
fare

Da "Epitaffio" di Giorgio Bassani, Mondadori, 1974

venerdì 28 settembre 2012

Onomastico di Michele, auguri e ... poesia

Prima di trascrivere una poesia che mi piace molto, voglio augurare un bellissimo onomastico al nostro amico blogger Michele di Pianeta tempo libero per domani, appunto il giorno di San Michele.

Onomastico di Michele, auguri e ...poesia

Concerto in do minore n. 1 di J. S. Bach

Mattino d'autunno nella vigna
fila per fila ceppo per ceppo e i ceppi si ripetono
e i grappoli sui ceppi e gli acini sui grappoli
e la luce sugli acini.

La notte nella casa grandissima e bianca
una luce dentro ciascuna
le finestre si ripetono

tutte le piogge che cadono si ripetono
sul suolo sull'albero sul mare
sulla mia mano il mio viso i miei occhi
e le gocce si schiacciano sul vetro

rinnovamento dei miei giorni
simili gli uni agli altri
differenti gli uni dagli altri

ripetersi dei punti a maglia
ripetersi nel cielo stellato
in tutte le lingue ripetizioni dei "t'amo"
e nelle foglie il rinnovamento dell'albero
e in ogni letto di morte il dolore
per la vita troppo breve

ripetersi della neve
che cade
della neve che cade leggera
della neve che cade a fiocchi
della neve che fuma come la nebbia
disperdendosi nella tempesta
che imperversa
ripetersi della neve che mi sbarra il cammino
i bambini giuocano nel cortile
nel cortile giuocano i bambini una vecchia passa nella strada
una vecchi passa nella strada
nella strada una vecchi passa
passa una vecchi nella strada.

La notte nella casa grandissima e bianca
una luce dentro ciascuna
le finestre si ripetono

sui grappoli, rinnovamento di acini
sugli acini, la luce

camminare verso il giusto e il vero
combattere il giusto, il vero

le tue lacrime mute e il tuo sorriso, mio amore,
i tuoi singhiozzi i tuoi scoppi di risa, mio amore,
il ripetersi del tuo riso
dai denti bianchi 
brillanti

il mattino d'autunno nella vigna
fila per fila nodo per nodo i ceppi si ripetono
sui ceppi, i grappoli
sui grappoli, gli acini sugli acini, la luce
nella luce, il mio amore,

Il miracolo del rinnovamento, mio cuore,
è il non ripetersi del ripetersi.

1958

Da: HIKMET Poesie - Grandi Tascabili Economici Newton

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