Visualizzazione post con etichetta stagioni. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta stagioni. Mostra tutti i post

venerdì 14 dicembre 2012

Ma le stagioni poi passano




Questa poesia, del poeta Mogane Wally Serote, africano, a me sembra meravigliosa.
L’ ho scoperta leggendo il blog di Sileno, Frammenti, che consiglio caldamente di visitare.   


E’ un’arida stagione bianca
le foglie scure non durano,
si seccano le loro brevi vite
e con il cuore spezzato si tuffano
gentilmente verso la terra
senza nemmeno sanguinare.

E’ un’arida stagione bianca, fratello,
solo gli alberi ne conoscono la pena
quando stanno ancora eretti
ma secchi come acciaio,
con i rami secchi come fili di ferro,
davvero, è un’arida stagione bianca
ma le stagioni poi passano…

Mudimbe Vumbi Yoka

domenica 28 ottobre 2012

Le stagioni dei cinni


Giovedì scorso, girellando per Bologna, di mattina, sono passata vicino ad una edicola che, quando ancora abitavo in città, frequentavo spesso, per la varietà delle pubblicazioni.
Il chiosco è ancora giallo come lo ricordavo.
Ho girato intorno a tutte le vetrine e ho notato con piacere che la qualità non è diminuita.
Anzi, ho notato un libro che non ho potuto lasciare.
Ne riporto unn piccolo stralcio.

Dal Prologo

Claudio Bolognini


Al tempo dei cinni, i mesi scivolavano lentamente, settimana dopo settimana, giorno dopo giorno, ora dopo ora, persino i minuti duravano un’eternità e le stagioni, come d’incanto, recavano con sé una nuova meraviglia. Il primo giorno dell’anno era riservato agli auguri casa per casa. Era concesso unicamente ai maschi perché tutti dicevano che le femmine portavano sfortuna solo a vederle per strada. La notte più lunga era quella in attesa della Befana. […..]In genere appariva sul tetto della vecchia casa dei nonni.I nonni avevano l’orologio a cucù, con le catenelle di metallo e due pesi a forma di pigne.L’uccellino dell’orologio appariva e spariva tanto rapidamente, che nessuno riusciva mai ad osservarlo con attenzione. 
Erano gli anni in cui il tempo aveva il suo valore e ogni secondo veniva scandito da orologi autorevoli e chiassosi come la sveglia di metallo con il suo implacabile ticchettio. Quasi a rimarcare che il tempo deve essere assaporato lentamente, con giudizio.

Tutto era cadenzato dal lieve mutare della natura, gli unici orari rigidi erano quelli del pranzo e della cena, che un bambino saltava se aveva fatto il birichino finendo a letto senza mangiare per punizione.

Ma dietro l’angolo c’era sempre un nuovo e stupefacente gioco.
I giochi arrivavano all’improvviso.
Appariva il primo fucile a elastici? Ecco che di colpo ne sbucavano decine per poi scomparire all’arrivo di una nuova cerbottana, un tirino o un cariolino di legno. Quei giochi, una volta abbandonati, attendevano pazientemente l’anno successivo per ricomparire puntuali, come la neve a Natale o il solleone in agosto.
Con la bella stagione i mille giochi all’aperto, ritornavano con eccitata semplicità. Come sospinti da un medesimo richiamo, tutti si accingevano a fare gli stessi giochi…
La fine dell’estate era decretata dalle prime radiocronache di tutto il calcio minuto per minuto. L’inizio ufficiale dell’autunno, invece, era sancito dal primo giorno di scuola. Anche se il calendario gregoriano reclamava fin dal ventun settembre il suo diritto alla stagione autunnale, il primo d’ottobre, con l’apparire dei primi scolari, ufficializzava l’inizio dell’autunno.

Prima, infatti, era sempre e comunque estate perché estate stava a significare “vacanze scolastiche”.

Il grappolo d’uva si mangiava solo in autunno, le ciliegie solo a maggio e solo come premio. Le fragole si mangiavano unicamente a fine aprile e non tutto l’anno, ogni stagione portava con sé il suo esclusivo sapore.
……



Tratto da: Le stagioni dei cinni di Claudio Bolognini – Minerva Edizioni






mercoledì 10 ottobre 2012

Dalla finestra in Ottobre

Nel retro del mio giardino, spiccano con il loro rosso acceso, le foglie superiori dell'acero giapponese.

acero giapponese


Gli altri alberi, il tiglio, l'acero norvegese, il liquidambar sono ancora verdi, con rarissime eccezioni di giallo
e qualche foglia è già caduta sul prato.

Scrivevo nel 2009, sempre su questo blog, di questa stagione di mezzo che è per noi l'Autunno.


Nella Medicina Tradizionale Cinese si dice che all’estate, stagione di grande espansione dell’energia, del sole forte e della gioia, segua la stagione del richiamo, del rientro dell’energia: la stagione di mezzo, la quinta stagione (Indian summer, in Nord America).
Si dice anche che, per l’uomo, questo è il momento più critico dell’anno; ricondurre i soffi verso l’interno e verso il centro richiede
impegno e azione, richiede volontà: più naturale è, per l’uomo comune, muoversi e allargarsi, lasciarsi incantare e disperdersi
in ogni direzione.
Stagioni dalla finestra

“ I pensieri si attardano sui ricordi e, dolcemente, complice la natura, mi avvio all’interno, nel regno del mezzo e dell’azione, (medit-azione), ritrovando l’incommensurabile piacere della calma, del silenzio in quel Centro che è l’unico luogo dove non devo fare nessun sforzo per esistere, dove semplicemente sono - Uno.”

http://estateincantata.blogspot.it/2009/10/indian-summer.html

mercoledì 9 maggio 2012

Il Sud e le stagioni


A volte mi fermo a leggere gli articoli di Aldo Cazzullo sul Corriere della Sera.


Un paio di mesi fa, mi è capitato di leggere quanto copio sotto che avevo salvato per poterlo rileggere con calma


Napoli è la primavera, la Sicilia è come l'estate: storia di affinità elettive

Viaggio nel Sud di Marina Valensise
 Marina Valensise, "Il sole sorge a Sud", pp. 363, € 22 è pubblicato da Marsilio editore
Il viaggio comincia nel cortile di un'infanzia calabrese e finisce nella Napoli inorgoglita dei neoborbonici. È un viaggio nello spazio e nel tempo, andando incontro ai contemporanei e ricordando i morti, i grandi viaggiatori da Goethe a Stendhal, gli autori dimenticati del passato. Lo pubblica oggi Marsilio (Il sole sorge a Sud). 
L'ha scritto una tra i più colti giornalisti italiani, Marina Valensise - allieva e traduttrice di François Furet -, che però non ha rinunciato al gusto del reportage e dell'inchiesta. La sua è una tecnica diametralmente opposta a quella dell'opinionista, convinto che i confini del mondo coincidano con quelli della propria testa; la Valensise invece viaggia, parla con le persone, si misura con la realtà, ma non si limita a raccontarla, la teorizza con un taglio netto, con uno spunto di partenza - la sensazione che il Sud sia una terra sconosciuta alla maggior parte di noi, e meriti invece un trattamento nuovo - e con un obiettivo: ricostruire l'autostima dei meridionali e trasformare quello che a oggi appare un problema insolubile in un'opportunità.

venerdì 16 marzo 2012

A proposito di Primavera

Il ciclo delle stagioni si rinnova di anno in anno e nonostante questo, ogni stagione, al suo ritorno, porta a noi sempre qualcosa di nuovo o di intramontabile.


A volte ci sono testi di canzoni che raggiungono la nostra interiorità, forse meglio di una poesia famosa.
Certo, anche la musica che accompagna il testo ha una sua importanza.


Comunque oggi ripropongo questo testo, sapendo che in tanti sapranno riconoscerlo.
Ma in fondo al testo metterò anche il link per poterla ascoltare....





La stagione del tuo amore 
non è più la primavera 
ma nei giorni del tuo autunno 
hai la dolcezza della sera 
se un mattino fra i capelli      
troverai un po' di neve 
nel giardino del tuo amore 
verrò a raccogliere il bucaneve 

passa il tempo sopra il tempo 
ma non devi aver paura 
sembra correre come il vento 
però il tempo non ha premura 
piangi e ridi come allora 
ridi e piangi e ridi ancora 
ogni gioia ogni dolore 
poi ritrovarli nella luce di un'ora 

passa il tempo sopra il tempo 
ma non devi aver paura 
sembra correre come il vento 
però il tempo non ha premura 
piangi e ridi come allora 
ridi e piangi e ridi ancora 
ogni gioia ogni dolore 
puoi ritrovarli nella luce di un'ora 


Il link per chi voglia ascoltarla:
http://youtu.be/sAAqcKmWB0s


LinkWithin

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...

Visualizzazioni totali