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sabato 4 marzo 2023

I viscottini cu lavatu di Guardavalle


Non sono le classiche cuzzupe che di solito prepariamo in Calabria per Pasqua anche se l'aspetto è simile. I viscottini cu lavatu in origine si preparavano tutto l'anno aggiungendo all'impasto del pane olio e zucchero e lasciandoli lievitare tutta la notte per poi infornarli nella mattinata. Non avendo uova nell'impasto le massaie guardavallesi li realizzavano anche durante la settimana santa, in questo modo si rispettava il digiuno e l'astinenza quaresimale. Come per il pane veniva utulizzato "u lavatu", un pezzetto di pasta di pane  messo da parte, fatto lievitare e poi rinfrescato che passava da famiglia a famiglia creando così un circuito di condivisione che includeva anche il forno a legna, "u cocipani", che non era presente in tutte le abitazioni. L'aiuto reciproco era alla base di quella vita vissuta con semplicità e rispetto.

I miei viscottini sono preparati con il lievito di birra non avendo un buon rapporto con il lievito madre e non panificando spesso. Sono del parere comunque che il ldb sia può facile da gestire soprattutto per quanto riguarda i lievitati dolci.

Ingredienti

1 kg di farina 00

200 ml di olio di girasole

350 gr di zucchero

scorza di limone grattugiata

10 gr di ldb oppure 300 gr di lievito madre circa

latte q. b.

1 tuorlo + latte per spennellare

Preparazione

Io ho usato la planetaria, ma i viscottini si possono impastare tranquillamente a mano come avveniva di sicuro un tempo.

Sciogliete il lievito in un pò di latte tiepido. Nella ciotola della planetaria versate la farina e lo zucchero e di seguito i liqudi. Il latte va aggiunto a filo in modo che a fine lavorazione l'impasto ottenuto sia morbido ed omogeneo. Fate lievitare fino al raddoppio (conviene impastare la sera e lasciare lievitare tutta la notte). La mattina seguente, a lievitazione avvenuta, fate le forme che desiderate e lasciate lievitare di nuovo (ci vorrà un'ora circa).


 Trascorso il tempo sbattete il tuorlo con il latte e spennellate i viscottini. Infornateli nel forno già caldo a 180° per 25/30 minuti.





giovedì 2 aprile 2020

Sgute calabresi


L'Italia nel Piatto, 2 Aprile: "Mamma, ho fame"

"Il cestino infilato al braccio era un vezzo da signorine al quale non avrei mai rinunciato".
Ognuno di noi ha nel proprio cassetto un cibo che ha in sè dei profumi e dei ricordi che con un solo morso hanno la capacità di portarti indietro nel tempo. E questo cibo per me è la cuzzupa che a seconda dei territori in Calabria prende nomi diversi: sgute, 'ngute, cudduraci, cuculi. Ma qualsiasi nome abbia questo dolce rappresenta la Pasqua, per essere corretti la mia Pasqua, prima di essere stata soppiantata da uova di cioccolato e colombe. Ma ne siamo proprio certi?
Nomi diversi ma anche impasti diversi: possono essere infatti lievitati o biscottoni di frolla.
L'origine di questi dolci è antica e ci ricorda le nostre discendenze greche. Anche le forme richiamano riti millenari che mescolano sacro e profano: 'a palumba (la colomba) simbolo della pace e dello spirito Santo; 'u panaredhu (il cestino) e 'a pupa (la bambola) per noi bambine; 'a cuddura  (la ciambella intrecciata)  simbolo di prosperità.
Durante la Settimana Santa i vicoli dei nostri borghi erano inondati da profumi provenienti dai forni a legna che non riposavano mai; nelle case i bambini si divertivano a decorare i propri dolci con le caramelline colorate mentre tra un'infornata e l'altra si veniva investiti un intenso profumo; tutto mentre nell'aria si sentiva il suono delle "tocche" che invitavano le persone a partecipare alle funzioni religiose.

Ingredienti
1 kg di farina 00
300 gr di zucchero
5 uova medie
150 gr di sugna oppure 100 ml di olio evo
50 ml di latte più altro per spennellare
20 gr di ammoniaca
buccia grattugiata di 1 limone
Per decorare: uova sode e diavolini colorati

Preparazione
Mettete in una ciotola capiente la farina, al centro versate le uova leggermente sbattute, la sugna sciolta e tiepida, il limone grattugiato, lo zucchero e l'ammoniaca sciolta in un poco di latte tiepido. Impastate e se l'impasto vi sembra duro aggiungete del latte. Fate riposare per mezz'ora in frigo. Trascorso questo tempo fate le forme che più preferite, ma ricordate che su questi dolci pasquali bisogna incastonare le uova sode, sempre in numero dispari però! Quindi rivestite le teglie con carta forno, adagiate le sgute, spennellatele con il latte oppure con l'uovo sbattuto e decoratele con i confettini colorati.



Infornate a 180° per 15/20 minuti fintanto che diventano dorati.







E adesso in giro per le altre cucine italiane

Valle d'Aosta: Coniglietti di Mecoulin di Cogne

Piemonte: Tramezzini alla piemontese con salsa tonnata e uova sode

Liguria: Le allegre paparelle ...di riso

Trentino Alto Adige: Wurstel sfiziosi con crauti

Veneto: Cicchetto: uova ripiene di primavera

Friuli Venezia Giulia: Lecca lecca di frico friabile