Visualizzazione post con etichetta Piccola Meraviglia. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Piccola Meraviglia. Mostra tutti i post

lunedì 21 maggio 2018

Vivere ogni attimo



Se tu rallenti
rallenti il tuo agire
in quelle lente movenze
ti sentirai danzare la vita
– non più schiacciato dal condizionamento,
dalla necessità, automatizzato-
e darai significato e gusto
a ogni più minuto ricciolo di realtà.
In quella lentezza
ci sarà posto per la Consapevolezza
che darà luce e spazio
al tuo vissuto al di là
di ogni apparente banalità.

(Silvio Anselmo, “Il viaggio. Desiderio d’infinito – Poesie“,
da zeninthecity.org)
Ci sono consapevolezze che arrivano all'improvviso, come farfalle che si posano appena sulla spalla. O come frasi dette da qualcuno che non sta proprio pensando, incastrato nella fretta degli incastri e dei programmi cadenzati che precedono un giorno importante.
In quel momento capisci cosa vuoi davvero tu. Cosa sei cosciente che ti perderai se non cominci subito a invertire la rotta. Cosa rischi di dimenticare se non fai qualcosa subito, ora.

In questi giorni mi sono osservata: ci sono una Prima Comunione e una festa di fine materna che saranno celebrate nei prossimi giorni e sono stata perfettamente capace di non farmi travolgere dagli eventi, di non farmi trascinare da quelle orribili filosofie stile "si fa perché va fatto", "eh, ma lo fanno tutti, che fai, non lo fai anche tu?", di non menarmela tra vestiti e mise da sfoggiare, di resistere alla follia della cerimonia da curare nei minimi dettagli tranne che in quello più importante.

Ho preparato scenografie per il piccolo, riempito veli di confetti per la grande, scelto e assaggiato con gioia le portate della festa che faremo dopo la messa, con le amiche del cuore, tenendo sempre a mente una sola cosa:
vivi ogni attimo, sii presente in ogni momento
Credevo l'avessero capito anche i miei compagni di viaggio, ma oggi è arrivato il messaggio che temevo, quello che dice "se ci facciamo incastrare anche lo scambio dei regali perché se non si fa ora non c'è più tempo. Anche una cosa veloce, giusto per."
Quindi la superficialità, le cose fatte giusto per fare, il non vivere pienamente un momento che ha un significato troppo importante: la chiusura di un ciclo, l'ingresso in qualcosa di superiore.

E un po' sono delusa, sì, ma sono sempre più convinta che di quel giorno, di quei giorni, voglio godermi ogni attimo. Senza pensare al vestito, alla carnagione mozzarella che vedranno, alla piantina che sta su oppure troppo giù, alla stella ritagliata più o meno bene, alle nuvole che saranno d'oro invece che azzurre, al cielo che speriamo stia appeso, altrimenti la recita non sarà perfetta, alla coroncina sui capelli sciolti e ribelli invece che lisciati dal parrucchiere "che ho preso l'appuntamento tre mesi fa".

Quel giorno, quei giorni, saranno pieni di noi, del tempo vissuto a costruire cose con amore, a immaginare fiori e colori e emozioni e tutto quello che ruoterà intorno sarà molto meno importante.
Spero - mi auguro davvero - che lo capiranno anche loro, i diretti interessati, i protagonisti di quelle giornate. Che crescono ad una velocità incredibile e mi meravigliano ogni giorno di più.
[...] ti sentirai danzare la vita
– non più schiacciato dal condizionamento,
dalla necessità, automatizzato-
e darai significato e gusto
a ogni più minuto ricciolo di realtà.
Leggo e rileggo queste parole e le sento molto più mie di quanto avessi mai immaginato, fino a qualche tempo fa.
Voglio che nella nostra Vita siano sempre di più i riccioli di realtà a cui dare significato e gusto, voglio che danzare la vita rallentando, non più condizionati, non più schiacciati dall'esterno, sia la Via da perseguire, sempre.
 
E questo auguro a loro, il futuro.

martedì 2 agosto 2016

Indipendence Day Summer Edition: ancora una volta pole-pole-pole... :)


Wow! Un orto allo Stop! :)
L'autoproduzione è la vera rivoluzione. L'autoproduzione è una grande idea sovversiva. È sovversiva persino all'interno di quelli che si considerano culturalmente i sovversivi, perché prima o poi la dovrete piantare di parlare e basta, dovrete ficcare nella terra quelle manine che conoscono solo la tastiera e piantarvi il vostro cibo! [Scappo dalla città. Manuale pratico di downshifting, decrescita, autoproduzione, Grazia Cacciola] 


Eccoci ad un'altra edizione dell'Indipendence Day! Ovvero come cucinare indipendenti dal mondo della grande distribuzione, utilizzando solo l'autoproduzione e i prodotti a km 0.

pole-pole-pole arrivo a raccontarvi la giornata che abbiamo organizzato per l'iniziativa di Francesca: meglio tardi che mai, vero? So di essermi guadagnata sul campo il soprannome che mi sono scelta: è proprio fatto per me, sì sì! :)


il logo dell'iniziativa di Francesca

Quest'anno ho deciso di mettere insieme un unico menù, quello condiviso con i vicini a pranzo: ci siamo divertiti a combinare e sperimentare, e abbiamo puntato su ricette preziose, fatte anche di storia e tradizione. 
[n.b.: a colazione e a cena abbiamo comunque consumato: yogurt autoprodotto con il latte della fattoria, avanzi del pranzo e uova della gallina della nonna dell'amico... :) stiamo facendo grandi passi, anche se non riusciamo ancora ad essere completamente autosufficienti!]

[Poi ci si è messa la camera del telefono a fare i capricci - sì, lo so, non dovrei fare le foto col telefono, ma lui è sempre a portata di mano e allora... - e le foto sono sparite. E considerando i miei tempi, se aspetto di ripreparare tutto quanto, fotografarlo e caricarlo nel post, arriviamo all'estate prossima. Facciamo che mi prendo l'impegno di inserirle qui appena le preparo di nuovo? :) ] 


Ecco dunque il nostro menù a pranzo:

APERITIVO


Le olive piccanti del CircoloVizioso


La preparazione delle olive, quelle del nostro albero leccino, arrivato dalla mia amata Puglia e curato e amato più che mai, la trovate qui: le raccogliamo ogni anno, le teniamo in acqua dolce per cinque giorni, cambiandola ogni giorno, e le mettiamo in una salamoia con la ricetta segreta preparata dalla PM. Da quando ho imparato a farle seguendo questo metodo - in versione piccante - ne preparo grandi scorte, che conservo in un barattolo in frigo, ricoperte di un olio che è una delizia se usato sugli spaghetti cotti al dente!

Insieme alle olive abbiamo assaggiato il pane lavash, arrivato fresco fresco con la sorella della vicina di casa, dal suo paese d'origine: l'Armenia!
È un pane non lievitato, buonissimo da accompagnare a qualsiasi cosa, dal salato al dolce. Ho chiesto alla mia vicina di provare a farlo insieme, ne faremo un post a due voci, magari proveremo a prepararlo nelle prossime vacanze, chissà... :)

PRIMO


Pancondito a modo mio

Una mia amica fa il pane da sola, io ancora non ho avuto il coraggio ma devo farlo, assolutamente. Intanto mi godo il suo, fragrante, toscano e parecchio 'sciapo', come lo fanno qui. Prossimamente mi ha detto che proverà a farlo nella versione che preparano sulle montagne qui vicine, quelle della Garfagnana, con aggiunta di patate: magari ne farò un post, se riesco a fotografarlo prima che finisca, tanto è buono!
Quando il pane della mia amica diventa raffermo (e succede poche volte, perché finisce sempre prima!) lo uso per fare il pancondito, usando quello che rimane in dispensa e in frigo: 
  • pane tagliato a dadini e abbrustolito in forno, bagnato il giusto in acqua e aceto: non deve essere una panzanella morbida, per intendersi, ma mantenere un po' di croccantezza
  • verdure crude, avanzi di formaggi (il pecorino della pastora di paese), il tutto tagliato a dadini piccoli piccoli piccoli
  • una bella girata d'olio piccantino (fatto con l'olio pugliese dello zio e millemila peperoncini dell'orto immersi) e un po' di salcondito del CircoloVizioso (che conoscete già, vero?)

SECONDO

Verdure alla brace

Quelle dell'orto, non c'è altro da dire, no? ;)

DOLCE

Da un po' di tempo avevo in mente una torta di cui avevo la ricetta una vita fa e che ho perso chissà dove ('nnaggia, c'è stato un periodo della mia vita in cui mi rifiutavo di raccogliere e conservare, ma perché?). Ricordavo il miele, la sua dolcezza e il profumo della salvia. 
Allora ho fatto un po' di ricerca sul web e ho usato come base questa ricetta, che però ho modificato così:

Torta di ricotta e miele al profumo di salvia

Ingredienti

  • 550 g di ricotta (della pastora di cui sopra)
  • 100 g di miele (bio, di un'azienda agricola qui vicina)
  • 2 uova intere (ringraziamo le galline della nonna dell'amico...)
  • 3 tuorli (dividete gli albumi, che andranno montati a parte)
  • 80 g di zucchero (ma se ne può fare anche a meno, aumentando un pochino il miele)
  • 1 limone (e qui i grazie vanno alla suocera del collega del marito!)
  • 1 pizzico di sale
  • 5 foglie di salvia (quella è del CircoloVizioso, e se ne sta insieme a tutte le altre aromatiche nel giardino dietro casa!)
  • zucchero a velo per spolverizzare

Preparazione

  1. Lavorare la ricotta in una terrina a bordi alti con la frusta elettrica (si può fare anche a mano, ma mi raccomando: deve diventare una crema liscia e senza granuli)
  2. Unite il miele, scaldato a bagnomaria insieme alle foglie di salvia e continuate a mescolare con un mestolo di legno
  3. Aggiungete le uova intere, una alla volta, facendo amalgamare bene ogni ingrediente aggiunto prima di metterne altri
  4. Aggiungete poi i tuorli e la scorza grattugiata del limone
  5. In un'altra terrina montate gli albumi a neve fermissima con un pizzico di sale, poi aggiungetelo all'impasto di ricotta mescolando molto delicatamente dal basso verso l'alto per non far smontare il composto
  6. Versate tutto in una teglia a cerniera foderata con carta forno bagnata e strizzata e cuocete in forno caldo per 50 minuti a 180°
  7. Servite spolverando di zucchero a velo al momento e decorando con le foglie di salvia e un filo di miele
Allora, che ne pensate? Provate anche voi a organizzare un'intera giornata autoprodotta! È un divertimento e una soddisfazione per tutti quanti, ve lo garantisco!

Un nuovo grazie a Francesca, che con le sue idee e le sue riflessioni ispira sempre cose buone... :)

lunedì 12 ottobre 2015

10 giorni di scoperte

 
La Corsica mi aveva incantata già dieci anni fa, ma allora era tutto diverso: eravamo ragazzini innamorati, partivamo alla scoperta di un posto sconosciuto, per di più con una tenda, all'avventura, senza prenotazione.

la tendina
E non conoscevamo nemmeno il francese. Per niente. Ma avevamo un fidato vocabolario del turista, con noi!

Les Calanques
E ci avevano allarmati con commenti angoscianti sul carattere "particolare" del popolo corso e sull'opportunità di visitare l'isola bella (Kallíste, dicevano i Greci: Καλλίστη, la più bella) percorrendola in senso orario, visto che le strade costiere sono un po' strette e hanno strapiombi da paura (e sono altrettanto belli, da paura!).

 
Però il vento, il profumo di macchia, il sole e il sale, i sassi e le spiagge deserte ci hanno conquistato nel profondo. La scontrosità e la gentilezza, le parole in italiano buffo per aiutarci a capire, le mucche al pascolo brado a ogni curva. Gli odori e i sapori.

La tour di Porto
E poi quel paesino che ci è rimasto nel cuore, il suo centro arroccato, la spiaggia di ciottoli e le facce e i profili che vedevamo solo noi in quegli scogli sul mare.

lo vedete anche voi, vero?
E il Martini ogni sera nell'unico bar del paese. E il Pastis. E la Pietra. E le parole che non capivi ma che erano musica.


la testa mora
Questa volta il nostro cuore era ancora più grande,
questa volta anche la compagnia era più ricca.


In otto alla scoperta di un'isola così bella che gira la testa anche solo a ripensarci.
Dopo tanti programmi e tanti studi pre-partenza, abbiamo deciso di lasciarci vivere dalle emozioni del momento e di cercare di scoprire ogni giorno qualcosa, liberi di scombinare tutti i piani appena fatti se solo un cartello ci avesse convinti a cambiare direzione.

c'è ancora chi usa le cartine stradali, sappiatelo! ;)
E è successo, più di una volta, grazie soprattutto alle code infinite sulla strada da percorrere, che ci hanno fatto scoprire luoghi alternativi a quelli troppo famosi (e troppo frequentati e sfruttati)*.


le piscine naturali del Solenzara
In dieci giorni, grazie al traffico che non abbiamo voluto affrontare, abbiamo scoperto piccoli tesori che nemmeno stavano scritti sulle cartine turistiche, abbiamo fatto la conoscenza con animali bellissimi e docilissimi, abbiamo imparato a vivere un po' come i corsi, fuggendo il caos e prendendo il fresco in luoghi d'incanto, nelle pinete che circondano i fiumi cristallini di montagna. Sempre con le nostre fidate baguette sotto braccio.
Lagune di smeraldo...
... e spiagge nere

E poi abbiamo scoperto sapori inaspettatiparole nuove da leggerepercorsi da seguire un giorno prima o poi, la presenza fitta e costante dei vigili del fuoco (i bambini erano esaltati!)una natura forte e terribile (e un albero fulminato nel mezzo alla pineta non te lo scordi per un bel po')un silenzio incredibile e pieno di Vita, un Tempo che non credevo di avere e invece era lì.



Bello ripensare a queste vacanze a più di un mese di distanza. Bello perché prendere le misure aiuta sempre a osservare le cose da un punto di vista più... obiettivo. :)






* Santa Giulia, Pinarello, Palombaggia, Cala Rossa, San Ciprianu, a sud, verso la Sardegna, sono davvero meravigliose e fanno respirare bellezza a ogni passo, ma sono troppotroppotroppo affollate, troppotroppotroppo cariche di acchiappaturisti e troppotroppotroppo stracolme di barche e yacht. Ok, lo so che agosto è il periodo peggiore per andare in vacanza. Lo so.

lunedì 21 settembre 2015

Summer Manifesto 2015. Puntata n° 5.

hands

Il diritto all'uso delle mani
a piantare chiodi, segare e raspare legni, scartavetrare, incollare, plasmare la creta, legare corde, accendere un fuoco.

Mani che lavorano veloci, mani che corrono svelte sulla tavola e danno vita a piccoli tesori da gustare. Mani candide di farina, spoglie di anelli per lavorare senza indugi. Mani di rughe di vita, macchiate dal tempo e dal lavoro, mani consumate e piene di vita.
Mani che hanno piantato, lavato, zappato, cucito, estirpato, imbiancato, ricamato, cucinato, strizzato, arato, macellato, raccolto, accarezzato, cardato, rivestito, murato, spaccato, dipinto, sepolto. Mani che hanno spento fuochi, con tenacia e disperazione. Mani che hanno costruito recinti. Mani che hanno sfogliato pagine e nascosto segreti. 
Mani mai ferme.

Se penso alle mani di mia nonna le ricordo così: è uno dei ricordi più cari di quando ero bambina e con lei imparavo l'arte delle orecchiette
O quando mi insegnava a cucire e creava per me mille animali con gli avanzi di stoffa. 
O quando raccoglievamo erbe nella macchia, insieme, e mi insegnava a distinguerle. 
O quando bruciava le carte nel camino e scaldava quella cantina fredda di paese in attesa della cena
O quando la aiutavo a raccogliere e seccare i fichi e a riempirli di mandorle. 
O anche quando pestava col suo mortaio.

Fanno tanto, le mani, soprattutto quando sono le mani di persone che hanno il raro e prezioso dono della creatività, quelle persone instancabili che sanno come usare le mani per creare meraviglie.
Voglio che i miei figli imparino da quelle mani, anche se non hanno potuto conoscere la loro bisnonna, voglio che arrivi a loro quel fremito che le teneva sempre vive. 

Oggi seminiamo erbe e rastrelliamo il prato. Oggi togliamo le erbacce. Oggi grattiamo il tavolo del portico e lo dipingiamo di nuovo. Oggi - se riusciamo a fare tutte queste cose in tempo - lavoriamo vasetti col das per regalarli a Natale.

Oggi, 21 settembre, usiamo le mani.
Oggi, equinozio di un autunno che nelle nostre menti è ancora estate.

giovedì 27 agosto 2015

Summer manifesto 2015. Puntata n°4

ah,  i fumetti!

Il diritto al dialogo
ad ascoltare e poter prendere la parola, ad interloquire e dialogare

Un'estate all'insegna del detox: niente televisione, niente telefono, niente nintendo, niente tablet, niente rete. 
Non eravamo connessi col mondo ma lo siamo stati - moltissimo - tra di noi. 
E è stata una bella scoperta, soprattutto per i piccoli di casa, così abituati ad accendere finestre ovunque e a osservare un po' meno il mondo reale che ci circonda. 
A dire il vero non siamo mai stati troppo tecnologici nemmeno a casa, nel quotidiano, ma ammetto che ultimamente soffro di una forte allergia a tutto quello che si trasmette attraverso gli schermi. E allora tutto il tempo che non posso dedicare al materiale, al toccare con mano, al fare reale mi sembra tempo in parte sprecato.

Abbiamo parlato tanto, quest'estate. A volte, lo ammetto: avrei voluto azzerare il volume e godermi il silenzio dei luoghi deserti che abbiamo trovato sul nostro cammino, ma ho resistito e ho ascoltato. E ho scoperto di avere figli che sanno dialogare, che hanno voglia di scoprire e bisogno - forte - di sapere. Dialogare è qualcosa di più che il semplice chiedere e rispondere, dialogare significa saper ascoltare (ringrazio Dio di averglielo saputo insegnare!), saper usare e scegliere le parole giuste, saper rispettare i tempi, rispettare le idee degli altri e le loro parole, anche quando disturbano. Dirglielo, gentilmente. Dialogare significa saper vivere con gli altri.
Passare due settimane in otto, sempre insieme, con quattro bambini tra i tre e gli otto anni, è stata un'esperienza importante per tutti, fondamentale per i bambini: imparare a rispettare i tempi propri e degli altri, a mantenere i propri spazi, ad aspettare il proprio turno per parlare. Lezioni che ogni tanto dobbiamo ripassare anche noi adulti. 

Tempo per vivere insieme che abbiamo sfruttato per conoscere, scoprire, imparare una nuova lingua, assaggiare una cultura ricca e poco conosciuta, dialogando tra noi e con chi abbiamo incontrato sulla nostra strada.

mercoledì 5 agosto 2015

Summer Manifesto. Puntata n° 3


morguefile.com


Il diritto agli odori
a percepire il gusto degli odori e riconoscere i profumi offerti dalla natura

Oggi prepariamo il pesto.
Raccogliamo le foglie di basilico una a una di mattina presto, approfittando di una strana sveglia molto anticipata, le puliamo leggermente, le mettiamo nel mortaio di nonna.
Ci piace tanto questo rito del raccogliere, e allora scopriamo che nel prato dietro casa sono cresciute delle piantine di portulaca (perché non trasformare in pesto anche lei?), che i vasi accuratamente annaffiati hanno regalato una quantità impressionante di menta - che mamma e papà usano per il mojito e noi per il the freddo, però siamo curiosi di scoprire questa ricetta qui -, che la salvia ha un profumo buonissimo e quando la assaggiamo fritta è uno spettacolo, però vogliamo mettere via un po' per preparare questi biscotti che devono essere buonissimi e profumatissimi!
Visto che ci siamo raccogliamo anche rosmarino, timo e origano fresco, così prepariamo il Salcondito del CircoloVizioso, che è già finito. Le mani profumano di buono, sembra di averle infilate nell'arrosto di nonna...
Poi arriva la vicina coi suoi profumi armeni, ci racconta del basilico nero e della cucina fatta di erbe fresche, tante. Porta con sé il pane, preparato dalla mamma, lo apre: è un grande foglio, quasi un lenzuolo. Il suo profumo ci apre il cuore.
Parliamo di luoghi lontani e andiamo a cercarli sul mappamondo, ascoltiamo i ricordi, annusiamo l'aria e sentiamo profumo di pulito, di purezza, di storia.
Assaggiamo il pane, lo proviamo con tanti diversi condimenti, lo finiamo tutto, in un caleidoscopio di profumi e sapori e parole e suoni.
Il pesto è pronto, il mortaio sprigiona un'aroma invitante, i profumi si trasformano in sapori come fossero musica, lentamente e dolcemente, senza strappi.
Andremo ancora a raccogliere erbe, magari ci faremo accompagnare dalla signora che conosce "gli erbi dei campi", quelli che servono per la torta coi becchi, ci saranno ancora profumo e sapore e musica e storie da ascoltare!

giovedì 23 luglio 2015

Richard Chamberlain, Uccelli di rovo, la mia infanzia e i coming out

L'uccello con la spina nel petto segue una legge immutabile; è spinto da non sa cosa a trafiggersi, e muore cantando. Nell'attimo stesso in cui la spina lo penetra, non ha consapevolezza della morte imminente; si limita a cantare e a cantare, finché non rimane più vita per emettere una sola altra nota. Ma noi, quando affondiamo le spine nel nostro petto, sappiamo. E lo facciamo ugualmente. Lo facciamo ugualmente. [Uccelli di rovo, Colleen McCullough]
Leggo pochi blog ultimamente, dedico alla rete poco tempo ma cerco di scegliere cose che mi facciano pensare profondo.

Le parole verranno mi ha fatto ricordare di quel bellone di Richard Chamberlain, signoramia quant'era bello! Scopro gugolando che l'autrice del romanzo è morta qualche mese fa e ancora che lui, uno dei modelli d'uomo mammamia che avevo all'epoca... ehm, ha fatto coming out, anche lui.

Automatico cercare subito il romanzo, oggi vado in biblioteca, sono sicura di trovarlo lì pronto ad aspettarmi, il mio padre Ralph! Lo affiancherò alla lettura di un altro, appena caricato sul reader, un tale Grey che va tanto di moda, di cui non ho letto ancora niente e so quel tanto che mi basta per capire che non è il mio genere. Ma magari chissà.

E automatico riguardarsi qualche scena della serie (scopro che a rivederla non è proprio da bambini!) e riascoltare questa musica che rievoca lacrime e singhiozzi e sogni di bambina. (E qui dovrebbe venirmi in aiuto la mia amica patita degli anni 80 almeno quanto me)
E avevo 10 anni, quasi 11. Soli? E i miei mi permettevano di guardare certe sporcaccionerie? ussignur!
Tante domande si fanno strada nella mia testolina, appena sconvolta dall'idea che io, che mi proclamo tanto "mamma con idee libere", non farei vedere queste scene a mia figlia mancomorta, nononononseneparlanemmeno. Già mi sembra troppo avanti così com'è.
Penso agli amici che ho e a qualcuno di loro che non avrà mai il coraggio di mostrarsi per come è, di dire quello che davvero gli piace, di parlare a voce alta di quello che ama. Penso a chi ha camminato duro, consumato strade e piedi fino a capire che questa è l'unica vita che abbiamo e dobbiamo viverla come siamo, senza maschere. Scontato e banale. Ma vero. Penso alle mamme che smorfiano sconvolte quando si parla di Leggere liberi da stereotipi e di libri per bambini. Penso al sindaco di Venezia e alla sua lista nera, che fortunatamente sta diventando una lista di consigli letterari. Penso ai libri che devo ancora leggere, penso che non mi basterà tutta la vita, nonostante stia adoperando anche buona parte della notte per leggere. Penso che non ho mai amato i romanzi troppo "rosa", quelli dei sospiri e delle passioni tenute nascoste. E penso che è tanto forte vedere e trovare il bello e il buono in tutti ma alcuni proprio lottano per metterti i bastoni tra le ruote e risultarti antipatici da morire. Penso a quelle sere a guardare Uccelli di Rovo, con la testa sul cuscino del divano e anche chissàdove. A mia figlia, sette anni e mezzo, che mi bacchetta perché non mi trucco e guarda Clio con tanto interesse. E io glielo lascio fare. E la guardo anch'io, per imparare.

martedì 21 luglio 2015

Summer Manifesto 2015. Puntata n° 2

morguefile.com
Il diritto a sporcarsi
a giocare con sabbia, terra, erba, foglie, acqua, sassi, rametti

Vorrete mica dirmi che non vi ricordate quando l'avete fatto anche voi? Che non vi ricordate quando giocavate a fare le torte di terra decorate con i rametti, i sassi, le foglie, i fiori? Che non vi ricordate dei pomeriggi lenti d'estate nella polvere del cortile?
Ditemi la verità, vi mancano quei giorni, vero?
Anche a me.
E allora prendiamo un giorno d'estate e impolveriamolo di terra, rinfreschiamolo con foglie verdi appena volate, fermiamo il tutto con due o tre sassolini rotolati e alla fine tuffiamoci nell'arcobaleno dell'acqua che annaffia il prato!

Oggi lo abbiamo fatto e ci siamo divertiti tantissimo: scalzi, mezzi nudi, coi capelli legati per avere meno caldo. Abbiamo raccolto e trasportato cose, terra, sassi e foglie. Abbiamo tagliato erbe e annusato il loro profumo. Abbiamo riso a bocca aperta sotto una pioggia verde fino a farci venire il singhiozzo.
Ma lo faremo ancora, e cammineremo su sentieri di terra senza curarci della polvere, metteremo le mani nelle pozzanghere, raccoglieremo rami e pigne per decorarci i capelli. 
Oh, come sono poetica, sarà il ritorno alla terra che ha questo effetto? :)

lunedì 6 luglio 2015

Diario di una vita normale

Preparatevi a sorbirvi una di quelle lunghe chiacchierate a senso unico, devo raccontarvi cosa mi sta accadendo, tra un colpo di calore e una cocomerata, in questa fantastica estate 2015 (notate prima di tutto che non c'è alcuna ironia in questa ultima frase, nonono!)

Son tornata al lavoro (retribuito, che anche senza guadagnare ho sempre lavorato), speriamo che chi deve metta mano al portafogli che le tasse incombono. E già qui ci sarebbe da dirne di cotte e di crude, da raccontarvi di crisi di mezza età e di figli ingrati (non i miei) e di gente che non sa quello che si perde e di tutti quelli che credono che i soldi si trovino ancora sotto i sassi. Perché fidatevi, c'è gente che lo crede davvero, ma la verità è che purtroppo esistono i figli di papà.
Intanto però - che stavolta non voglio mica restare di nuovo con un palmo di naso - mi sto organizzando un'attività creativa con prospettive di esigui guadagni economici ma abbondanti soddisfazioni da incastrare tra lavorocasafigliuolimaritovita, secondo voi ci sta? Avete suggerimenti per il modo migliore di incastrarle o mi lasciate a cavarmela da sola?
E poi ho un'amica che mi ha chiesto di pensare a un restyling del suo negozio, vediamo che ne vien fuori e vediamo se la passione che abbiamo - un po' annuvolata dalla routine e dalle tasse sempre in agguato, che spengono la voglia di fare e investire e inventare - si risveglia e dà vita a qualcosa di meraviglioso.
Ah, e ho anche concluso con soddisfazione la ristrutturazione del bagno a casa dei miei, voglio raccontarvelo, un giorno! 
E non vorrete mica perdervi le mie letture a voce alta alla materna? Con 'sta storia della lista dei libri vietati a scuola, ci sarà da ridere tantissimo! Oppure no.

Poi.
Avevo anche un altro progetto, quello del blog che parlasse di Abitare, vi ricordate? Non è morto, il progetto. L'idea c'è sempre, l'entusiasmo pure, ma il fatto che non riusciamo a partire mi dice che forse non è la via giusta. Anche se Proprio perché quello che abbiamo in mente non è il solito blog di architettura e di foto patinate, è difficile trovare il modo giusto di raccontarvelo senza sembrare la solita imitazione di tanti altri. Ma lo troveremo il modo, lo troveremo!

Intanto c'è la vita normale, la PM che termina il primo anno di scuola e Piccolo Che che inizia a settembre il suo percorso con la materna. Uh che ansia, uh che ansia! Ci sono i grembiulini da ricamare e il sacchetto da preparare, se inizio ora forse ce la faccio! :D 

E poi i progetti per il Summer Manifesto 2015, la preparazione delle nostre vacanze, la spesa al supermercato da fare con i dovuti tagli, il guardaroba che sta cercando di adattarsi alle forme che cambiano, il #condominiodifferente in cui ho la fortuna di vivere che voglio proprio raccontarvi... uh, che estate!

mercoledì 24 giugno 2015

Summer Manifesto 2015. Puntata n° 1

morguefile.com

Il diritto all'ozio
a vivere momenti di tempo non programmato dagli adulti

Cominciamo così, con un sano diritto all'OZIO.
Che tra l'altro è uno dei vizi preferiti del CircoloVizioso, lo sapete già.

Parliamo di compiti, di attività sportive, di riempitivi per tenere impegnate le menti dei nostri figli in ogni minuto della loro vita: l'estate è il momento in cui la scuola italiana va in vacanza e tutti i genitori - che lavorano, e giustamente devono trovare il modo di sistemare i loro ragazzi da qualche parte - hanno già trovato campi estivi, centri ricreativi, gruppi sportivi dove dirottare i bambini nelle ore di lavoro. Doppiamente utile questo dirottamento, perché da una parte i genitori possono lavorare in totale tranquillità, affidando i propri figli a educatori che sanno come gestirli (ce lo auguriamo sempre!), dall'altra i ragazzi possono sfruttare il tempo libero per imparare nuove tecniche, per fare sport, corsi di cucina e attività artistiche e creative, per studiare e fare i compiti.

Già. I compiti.
"una volta imparato ad andare in bicicletta, mica ci dimentichiamo come si pedala se restiamo per un po' senza farlo - e lo stesso vale per le tabelline, per l'inglese e per la storia e la geografia."
Per me bambina non è mai stato un problema farli, i compiti, però non è per tutti la stessa cosa e non si può pretendere di essere tutti uguali, che mondo sarebbe?
Mettiamola così: è possibile trovare un compromesso all'esagerazione di certi insegnanti e decidere di fare qualche paginetta, sì, ma che sia un divertimento e non una sofferenza!

Veniamo all'ozio: Piccolo Che e Piccola Meraviglia, degni figli del CircoloVizioso, amano passare del tempo sdraiati nell'erba a guardare le nuvole, imbambolarsi di fronte al vento che muove l'erba nei campi davanti casa, seguire il volo degli insetti, riempire pagine e pagine di ghirigori senza senso, annoiarsi
Che poi - lo sappiamo bene - non è mai un annoiarsi vero e proprio, quello dei bambini: sanno sempre trovare un gioco da fare, sanno sempre farsi venire in mente un'idea esplosiva! Basta avere a disposizione cose semplici e non troppi divieti e una scatola diventa astronave-casa-sottomarino-grotta-navedeipirati. Basta poter usare i mezzi a disposizione e poterli vedere da altri punti di vista. Basta poter usare la fantasia.
L'importante è che non si ricorra - sempre, ogni volta, senza via di scampo - alla televisione tappabuchi.

mercoledì 17 giugno 2015

I DIRITTI NATURALI DI BIMBI E BIMBE: Summer Manifesto per l'estate 2015


I DIRITTI NATURALI DI BIMBI E BIMBE

Il diritto all'ozio
a vivere momenti di tempo non programmato dagli adulti

Il diritto a sporcarsi
a giocare con sabbia, terra, erba, foglie, acqua, sassi, rametti

Il diritto agli odori
a percepire il gusto degli odori e riconoscere i profumi offerti dalla natura

Il diritto al dialogo
ad ascoltare e poter prendere la parola, ad interloquire e dialogare

Il diritto all'uso delle mani
a piantare chiodi, segare e raspare legni, scartavetrare, incollare, plasmare la creta, legare corde, accendere un fuoco

Il diritto ad un buon inizio
a mangiare cibi sani fin dalla nascita, bere acqua pulita e respirare aria pura

Il diritto alla strada
a giocare in piazza liberamente, a camminare per le strade

Il diritto al selvaggio
a costruire un rifugio-gioco nei boschetti, ad avere canneti in cui nascondersi, alberi su cui arrampicarsi

Il diritto al silenzio
ad ascoltare il soffio del vento, il canto degli uccelli, il gorgogliare dell'acqua

Il diritto alle sfumature
a vedere il sorgere del sole e il suo tramonto, ad ammirare nella notte la luna e le stelle

Vi ricordate? Ne ho parlato in questo post, una vita fa. Ma non vi ho mai fatto vedere il risultato di tutto quell'entusiasmo. Questa è l'occasione giusta per farlo e per raccontarvi il progetto che sto mettendo in atto per l'estate che sta arrivando!

Anche perché oggi - 9 giugno 2015 - ho letto questo Summer Manifesto 2015 e me ne sono innamorata letteralmente. E ho deciso di dedicare VERAMENTE del tempo sano ai miei bambini, di stare con loro e divertirci insieme il più possibile, non solo programmando cose da fare insieme ma anche lasciando loro la libertà di fare-decidere-scegliere al posto mio anche per me. Quante volte vi siete sentiti chiedere "Mamma, giochi con me?" E quante volte avete pronunciato un "sì" sentito e divertito e impegnato?
Be', io ci ho ragionato un po' su e ho scoperto che la fretta, le mille cose da fare, a volte mi hanno fatto trovare scuse o mi hanno portato a dire di sì ma senza alcuna partecipazione reale al gioco. 


Ecco, il mio Summer Manifesto 2015 dice che:
VOGLIO GIOCARE CON TE!

Piccolo Che inizierà la materna a settembre, la Piccola Meraviglia invece ha appena terminato il suo primo anno di scuola elementare e dovrà fare i conti con i compiti delle vacanze (a proposito: siete pro o contro? io ricordo con tanta nostalgia e nessuna angoscia quei libri delle vacanze, freschi e profumati di stampa, tutti pronti da riempire di parole, numeri e disegni...) ma anche con il tanto tempo libero a disposizione e vogliamo viverlo nel modo più libero e educativo possibile.

Perché non sfruttare i Diritti Naturali dei Bambini, allora? vivere il più possibile a contatto con la natura e investire il nostro tempo anche nell'ozio e nella discussione creativa? costruire, creare con le proprie mani, usare tutti i sensi per sentirsi sempre più vivi?
Partiremo allora da questi diritti naturali (che dovremmo esercitare anche noi grandi, il più spesso possibile, a dirla tutta) così bene raccontati da Gianfranco Zavalloni, per meditarci sopra e cercare di restituire ai ragazzi quello che ogni tanto rischiamo di togliere loro: la libertà di esistere con tutti i sensi!
Che ne dite di partecipare tutti insieme, come tempo fa fecero Piccola Lory e tanti altri?

[credits: morguefile.com]

Seduti al bar del CircoloVizioso

Seduti al bar del CircoloVizioso
Ovvero: avete tempo per una birra? Il nostro bar è nato per conservare e ricordare i tanti "posticini del cuore" che ci hanno lasciato un'emozione. Per chi ha bisogno di trovare il suo, di posticino del cuore. Per evadere 10 minuti dalla routine quotidiana, per conoscere posti che magari non avete mai visto, per fermarsi a meditare su un'immagine, per bersi una birretta ghiacciata in compagnia degli amici... Tornate quando volete, il bar è sempre aperto!

argomenti viziosi

#10minutiPerMe #ioscelgolagentilezza #miregalolentezza #OperazioneUnPassoAllaVolta 2018_laBussola 5 stelle della P.M. A caccia di felicità con album scrap A piccoli passi accidia Afrodita alla fermata del tempo che non ho amici ancora amici antidolorificomagnifico appunti di vita vissuta architetti e architetture armadi baby babyy benvenuti a tutti blog candy e give-away buone feste Caccia al tesoro caro diario cartoline Casa Cena dell'Allegra Compagnia chi l'avrebbe mai detto? cioccolata dappertutto coccole con le mani in pasta con poche parole coronavirus costruire di felicità Di Semplicità Virtù Eco-sostenibile entusiasmo Flat Stanley fotografia giochiamo? gola grazie Happy Week Art Journal HappyWeekJournal2013 i supernonni i talenti Il gioco dei vizi il marconista Il Nostro Personale Giorno del Ringraziamento il vizio di leggere il vizio di riflettere il vizio di scrivere ilcircolovizioso ingenua insegnamenti Io me stessa e me iomivizio ItaliaNostra la grande transumanza dei segnalibri La mia agenda la supernonna la vittima lavoro LeggiAmo 2013 LeggiAmo 2014 LeggiAmo 2015 Liberiamo una ricetta 2013 Liberiamo una ricetta 2014 Lista delle Cose da Fare 2015 Lussuria mare MenoStressPiùFarfalle mi vizio con... Natalia Cattelani natura nodi che vengono al pettine non ci posso credere nonna Iolanda nuove amicizie Nutella Oggi vorrei proprio essere qui oroscopo ozio parliamone parole famose PECC pensieri e parole personaggi PestiPossibili Piccola Meraviglia piccolo Che piccolo-spazio-pubblicità PIF Pippi Calzelunghe Plastic Guerrilla poesia polepole al lavoro POLUCHINA posticini del cuore premi Project 10 books raccolte Ri-Vivere Ricette per la Cena ricette rubate rivelazioni S.A.L. scatole di latta scusa sogni e bisogni storia e storie di culture diverse strani vizi Summer Manifesto 2015 superbia swap tanti auguri a te Tatti Turisti a casa propria Una Casa a Modo Mio vecchi tempi VisteRiviste vizi Voglia di Creare voglia di viaggiare voglia di... writing tuesday ZEBUK zen zibaldone

...chi ha vizi come me...

Il Vizio di Leggere

Il Vizio di Leggere
Per non perdere il vizio, nonostante le mille cose da fare, per trovare il tempo da dedicare ad una buona lettura, per scoprire nuove emozioni e sensazioni, di quelle che solo un buon libro è capace di regalare a chi lo apre con passione e curiosità.

Il vizio di riflettere

Il vizio di riflettere
... il mio modo di Guardare e non solo Vedere ciò che ci circonda...