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martedì 20 febbraio 2018

#IoScelgoLaGentilezza. Ancora. Sempre.

credits: Pinterest

Da sempre, da sempre - a costo di risultare noiosa più del Grillo Parlante - lo dico, lo ripeto e cerco di metterlo in pratica in ogni occasione, cercando di mostrare esempi positivi anche ai miei figli.

Gentilezza, anche verso chi non sa averne.
Non per una specie di piacere masochista nel non esser corrisposti ma proprio perché sono convinta che sia l'unico modo per vivere felici, in pace con se stessi. Che sia l'unica via per migliorare il mondo in cui viviamo.

Ma non parlo mica di cose assurde e complicate da fare, eh! Parlo di cose semplici, che per alcuni sono il naturale modo di vivere, mentre per altri sono uno spreco di tempo, addirittura la dimostrazione che sei un perdente, uno che pensa alla forma e non ai soldi. Questi i comportamenti in cui ci imbattiamo ogni giorno, purtroppo. Questa la realtà in cui viviamo. Eppure. Eppure ci sono ancora persone che sanno praticare atti di gentilezza senza aspettarsi niente in cambio. Ci sono, sì.
E scopro anche che questi atti di gentilezza casuali (RAK, Random Act of Kindness) si stanno aprendo strade, che ci sono bambini che ne parlano e sanno praticarli meglio degli adulti 😊, che nelle scuole c'è chi li mette in atto (lo proporrò subito anche alle nostre insegnanti!).

Ma di cosa parlo, in pratica?
ZigZagMom qui dà un suo elenco di suggerimenti, qui invece parla di come vivere in modalità gentilezza. Io ho parlato diverse volte del dire grazie, qui e qui e qui e qui della gentilezza e del modo di vivere di August, il fantastico Wonder. Poi mi sono anche ricordata di quella bella frase qui sopra e di una iniziativa di Beatrice di Podere Argo e mi è venuta la voglia di copiarla... ;)

Intanto, dopo aver letto l'elenco di ZigZagMom e le sue dritte e le indicazioni e i link, aggiungo qualcosa di mio: piccole azioni gentili che a quanto pare sembrano essere a rischio di estinzione...
  1. Aspettare il proprio turno per parlare - sembra quasi una perdita di tempo per alcuni. Per alcuni è naturale comportarsi così, una volta si chiamava Buona Educazione, invece pare che la fretta, la frenesia, non permettano più di attendere il proprio turno e ascoltare gli altri...
  2. Mettere in atto l'ascolto - quello vero, attivo e attento. Ci sono tante persone che hanno bisogno di sentirsi ascoltate e non hanno nessuno che vada a trovarle per parlare con loro. La vicina, per esempio, quella che vive da sola e non esce mai: da quanto non la vedete? Perché non andate a trovarla?
  3. Preparare una festa a sorpresa senza un motivo a una persona a cui tenete. Non occorre che sia il suo compleanno, o la festa degli innamorati o quella dell'amicizia: preparate un dolce e presentatevi a casa sua con una scusa e poi raccontate quanto tenete a quell'amicizia
  4. Ringraziate con un sorriso quando qualcuno in auto si ferma per farvi attraversare sulle strisce: non è mica una cosa così scontata, sapete! :)
  5. Avvertite con un semplice biglietto cortese e gentile chi per sbaglio ha parcheggiato in un posto riservato senza averne il diritto. I miei figli vorrebbero regalare cacche ai tanti maleducati, come fanno a Striscia la Notizia, ma sto cercando di convincerli che la gentilezza paga sempre...
Se poi avete voglia di approfondire, grazie a ZigZagMom ho scoperto il sito della Random Acts of Kindness: potete iscrivervi e ricevere ispirazioni e non solo. Qui per esempio c'è un bellissimo calendario scaricabile, pieno zeppo di suggerimenti ;)

lunedì 12 dicembre 2016

10 auguri di Buon Natale - Anno Secondo

  1. Ti auguro la gioia dell'esserci, qui, ora
  2. Ti auguro la dolcezza degli sguardi amici
  3. Ti auguro la consapevolezza dell'essere chi vuoi davvero essere
  4. Ti auguro di dire grazie molto spesso
  5. Ti auguro la fatica condita dal raggiungimento dell'obiettivo
  6. Ti auguro la forza nei giorni più deboli
  7. Ti auguro il riposo, prezioso e amico
  8. Ti auguro le risate coi bambini
  9. Ti auguro l'ingenuità di un cuore puro
  10. Ti auguro il bene che hai fatto agli altri
[credits: morguefile.com]

lunedì 7 settembre 2015

3 progetti per settembre

Un Passo Alla Volta
Ho una gran voglia di camminare, quest'anno.

Sarà per le belle camminate che mi sono regalata in vacanza - parliamo della gran botta alla caviglia dopo aver percorso in equilibrio tuuuuuutto quel bianchissimo tronco spiaggiato, ancora mi fa male ma ne valeva la pena:

non era questo, il tronco, ma la spiaggia deserta, quella sì!
sarà perché sento il bisogno di tirar giù quel peso in più - colpa delle birre alla castagna? o delle mille cose da assaggiare che trovavo ad ogni angolo di paese? -, sarà perché a tutti, in questo periodo, sembra esser venuta una gran voglia di correre e io devo per forza andar controcorrente.
Io cammino, lo preferisco da sempre.
Non corro, vado piano e mi godo il panorama.
Sono cosciente del fatto che così facendo mi perdo un sacco di cose, arrivo tardi agli appuntamenti, non agguanto i treni in corsa, perdo alcune occasioni fondamentali.
Ma il mio sguardo continua, imperterrito, a osservare, a guardarsi in giro.
E scopro cose. E vedo persone. E gusto sensazioni. Proprio non ci riesco, a correre.
Ci perderei troppo.

Credo anche che quelle che chiamiamo coincidenze servano sempre a regalarci una scusa plausibile per qualcosa che già abbiamo in mente.
Da un po' di tempo a questa parte trovo nella mia vita un sacco di farfalle, mi accorgo della loro presenza in tante occasioni diverse - ho dedicato loro anche una rubrica apposita, chi mi segue lo sa: Meno Stress Più Farfalle
Qualcosa vuol dire di sicuro. In alcuni periodi della vita abbiamo tutti bisogno di un po' di leggerezza, in certi momenti quella leggerezza è proprio vitale. 
Poi ci sono i momenti per cui dire Grazie. A me piace tanto dire Grazie. E sento di doverlo dire, ancora una volta, a tante persone e a tanti fatti sparsi che mi sono capitati ultimamente.

Veniamo ai progetti, dunque.
  1. Inizierò a camminare sul serio, più spesso. Magari cercando luoghi dove potermi guardare in giro con più curiosità. Magari coinvolgendo anche il CircoloVizioso, a volte, nella #OperazioneUnPassoAllaVolta.
  2. Durante questo gran camminare avrò tempo per pensare ed essere grata. Ogni pensiero felice avrà una farfalla dedicata. Le raccoglierò tutte in una gabbia aperta, per farle volare quando ne avranno voglia.
  3. Smetterò - almeno per il momento - di fare altri progetti.
Lo so, all'ultima non ci crede nessuno. Io per prima! :)

lunedì 5 gennaio 2015

Barattoli di felicità

Barattoli di felicità
Volo sfarfallando leggera tra i post di questi primi giorni dell'anno e trovo Rossella Grenci e il suo vecchio progetto di un Barattolo della Felicità
Leggo con piacere che sta pensando di riproporlo anche quest'anno e io voto per il sì: segnare e ricordare piccoli momenti di felicità, per me, lo sapete, è una questione fondamentale!
Lo faccio da qualche anno a questa parte con l'Happy Week Journal, che in un primo tempo era un appuntamento "pubblico" mentre nell'ultimo periodo - complice la mia evidente mancanza di organizzazione, oltre che la volontà egoista di conservare solo per me certe piccole felicità - è diventato un fatto privato, con qualche accenno ogni tanto.

Ora, questa Happiness Jar mi gira e rigira per la testa, mi scopro a giocare con la mente e la incastro come in un tangram con i sassolini del mio Non-Progetto e... ecco: ho preso una decisione (e non è cosa da poco in questo periodo, quella di sentirmi così decisa e convinta di qualcosa). 
Ho deciso che su questo blog, quest'anno, non posterò il mio Happy Week Journal 2015 - perché è davvero troppo MIO, quest'anno, per renderlo pubblico - ma tutti i piccoli pensieri felici che mi salteranno in testa li metterò in un barattolo virtuale, dove saranno raccolti anche tanti e tanti dei pensieri felici che ci sono stati da quando il blog ha aperto i battenti. Sto già lavorando al barattolo e alla sua etichetta, li vedrete presto. La felicità mette in moto la mente più di ogni altra cosa al mondo, lo sapete? ;)


Questa la mia tecnica, quest'anno, questo il mio primo Non-Progetto per il 2015.

Insomma, la regola numero cinque del Non-Progetto è questa: provate a trovare anche voi la vostra tecnica per raccogliere Felicità, provate a raccogliere sassolini da mettere nel vostro barattolo: provate a guardare qui e qui e qui e qui, da chi ha inventato forse questa abitudine, e anche qui e qui e lasciatevi ispirare!

Regola numero cinque: Trovate la vostra tecnica!

lunedì 22 dicembre 2014

10 auguri di Buon Natale


  1. Ti auguro sorrisi ogni giorno
  2. Ti auguro leggerezzacapriole e coccole e tante carezze
  3. Ti auguro scelte, a fare quelle giuste sarà il tuo cuore
  4. Ti auguro persone che ti amano con tutti i tuoi difetti
  5. Ti auguro persone che ti amano soprattutto per i tuoi difetti
  6. Ti auguro vita, e una strada da percorrere
  7. Ti auguro silenzi che fanno ritrovare la strada
  8. Ti auguro traguardi che vuoi raggiungere
  9. Ti auguro amore, nel cuore e nell'anima
  10. Ti auguro il bene che hai fatto agli altri
[image credits: http://mrg.bz/Z5Guj3]

    giovedì 13 novembre 2014

    Scusi, sa indicarmi la strada?

    morguefile 
    Ieri sera avevo in mente mille parole per scrivere questo post. Le ho dettate alla mia segretaria interiore, le ho lette e corrette, sistemate con quella voglia di precisione millimetrica che mi sta inseguendo ultimamente (ma tanto non mi prende). Ho dato il mio consenso alla pubblicazione. Poi ho dormito e tutte quelle parole sono scomparse, puff.
    Prima di dormire leggiamo sempre, noi tre. A volte anche tutti e quattro. Stretti stretti nel letto di sotto, che è poco più largo, io nel mezzo, la Piccola Meraviglia da un lato e il Piccolo Che dall'altro. Ieri sera era la volta di un libro sui totem indiani e sugli animali guida, fatto proprio per i bambini. Lui che chiedeva ad ogni istante di pausa "e il lupo? cosa fa? e l'aquila?", lei che si scocciava perché faticava a mettere insieme tutte le lettere di quelle parole, con gli occhi già mezzi abbottonati dalla stanchezza e lui che ancora la distraeva. In quasi due mesi di scuola ha imparato a leggere quasi perfettamente, per l'occasione ha voluto anche comprarsi il suo primo giornalino di fumetti, e io la ascoltavo e pensavo a quanto sono fiera di lei. E di lui, che la imita in ogni sua mossa e che grazie a lei conosce già cose che non dovrebbe ancora sapere.
    Ci sono giorni in cui mi prende l'angoscia del domani e stento a trovare la giusta direzione, ma per la maggior parte del tempo sto imparando a viaggiare leggera, con la testa ad un solo obiettivo: liberarmi dai fardelli, liberarmi dal rumore.
    Ci si riesce, è possibile. E quando la sera ti sistemi tra quei due, in quel letto stretto stretto,  in tutto quel rumore che fanno, passa tutto quanto. E vedi la giusta strada.

    giovedì 30 ottobre 2014

    Ri-trovarsi

    ph. credits: Morguefile.com

    Ultimamente scrivo post altalenanti tra la piena soddisfazione di una bella giornata trascorsa con chi amo e lo sconforto di quando prendi coscienza di un qualcosa che hai sempre evitato di affrontare.
    Succede e succederà ancora, la vita è fatta anche di questo: alti e bassi che ti insegnano dove stia l'equilibrio.
    Quello che però scopro, anzi ri-scopro, ancora e ancora e ancora, è la gioia delle piccole cose, quelle che all'apparenza sono insignificanti e invece quando ti soffermi a pensarci  impari una gran lezione di vita:
    sono le piccole gioie, i piccoli pensieri positivi, la vera forza che fa girare tutto quanto! L'albero che costruisci sulla porta con i tuoi bambini, il sorriso di uno sconosciuto che incontri ogni mattina - ognuno di voi col suo percorso ogni-giorno-uguale-a-se-stesso, la voce di un'Amica che ti sorprende perché non avevi mai sentito prima.
    Ancora una volta comprendo quanto sia davvero possibile trovare Amicizie reali mediante la rete. Che virtuale lo è solo in parte.

    Anche grazie a loro oggi mi ri-trovo, in un periodo che - diciamolo - per tutti quanti è un bel po' mesto.
    Per tutte queste piccole gioie, oggi c'è un grazie. 

    Perché sì, hanno nominato anche me in quel giochino che gira su FB sulle 3 cose belle per 5 giorni e io - visto che già ogni giorno trovo cose belle per cui ringraziare - mi sono presa l'impegno di mantenere la promessa. Ma di rielaborarla a modo mio (che ancora non so semplificarmi la vita, io...)
    E allora dico grazie a quelle persone che mi hanno aiutato a ri-trovarmi. Non tutte hanno un blog, non tutte sono sul web, alcune di loro non posso nominarle per motivi che non vi dirò. Qui ce ne sono solo alcune tra le più importanti, in ordine più o meno casuale. Oggi dico GRAZIE a loro!

    Vi ricordate di MenoStressPiùFarfalleConviviamo sotto lo stesso tetto, io e quel voluminoso raccoglitore di bei momenti, di bei pensieri, di piccole gioie, di cose leggère. La prima volta che ho sentito letto quelle parole ero da Lizzy e questo è quello che mi inventai di getto, subito dopo: da quel momento è stato tutto un rincorrersi di pensieri positivi, di disegnini, di schizzi, di pezzetti di immagini raccolti e appiccicati e conservati per uno scopo ben preciso, quello di costruire ogni giorno, ogni settimana, pensieri felici e leggeri. Ora Lizzy sta qui e lei è una di quelle piccole gioie.

    Poi c'è Gabri.
    Che è uno dei miei pensieri positivi quotidiani. Parliamo ci scriviamo quasi ogni giorno, abbiamo anche rischiato di vederci, finalmente, quest'estate. Discutiamo di libri, bambini, ricette di cucina nascoste dentro ai libri. Di vita. Ma non avevo ancora, mai, sentito la sua voce.

    E ci sono le donne di Zebuk. Potrei non dire grazie a loro?

    E poi c'è una persona che ha capito quanto avessi bisogno di lei e mi ha proposto quello che io non avevo il coraggio di chiederle. 
    Ha già fatto un piccolo miracolo e forse nemmeno lo sa.

    giovedì 19 dicembre 2013

    Povero Natale

    Luci, cene di lavoro, impegni e inviti per le imminenti feste natalizie.
    Pacchi natalizi, panettoni, spumanti e torroni. 
    Ma dove? 
    I siti e le newsletter (che "ricevi perché sei iscritto alla newsletter di PincoPallino") mi parlano, come ogni anno, delle feste e dei mille impegni mondani che tutti noi dovremmo avere. Del poco tempo che non abbiamo da dedicare ai regali - che per la maggior parte saranno inutili, indesiderati e ingombranti - da fare a Tizio e Caio. Loro si occuperanno di noi, loro ci aiuteranno a decidere tutto e noi dovremo solo fare clic, tutto arriverà direttamente a casa del destinatario in confezione regalo con tanto di biglietto augurale.

    Spot che ci parlano di vacanze di natale da passare nei posti più caldi, al riparo dalle preoccupazioni e dallo stress del lavoro.
    Pubblicità di situazioni paradisiache, di famiglie in pace col mondo, di titolari e dipendenti che si vogliono tanto tanto bene. Di clienti che non vedono l'ora di saldare i conti.

    Ma davvero?
    Io non posso pretendere di sapere cosa succeda veramente nelle altre famiglie, negli altri paesi, nelle altre città. Leggo nei siti e nei blog lo stesso calore e la stessa fiducia nel mondo intero degli altri anni, nonostante tutto. Facciamo finta di niente, ci nascondiamo dietro alle luci dell'albero: è Natale e dobbiamo essere tutti felici. E ci credo, e sono convinta, sono davvero convinta che nelle singole persone ci sia del bene, che ci sia bontà e volontà, che ci sia amore per il prossimo.

    Ora vi dico cosa succede qui da noi.
    Niente di tutto questo, quest'anno. Niente bagliori scintillanti, poche feste e ancora meno voglia - o modo - di fare regali materiali.
    Sembra che la crisi, di cui tutti sembrano essersi momentaneamente dimenticati - sotto l'effetto edulcorato dei biscotti allo zenzero e dei panettoni in preparazione su tanti foodblog che seguo (e meno male che ci sono loro) - si sia impossessata di noi, sembra che non ci sia spiraglio all'orizzonte, che tutto sia nero e buio e oscuro.
    Facciamo sorrisi tirati, ci aggiriamo tra luci e ghirlande là fuori, mentre sappiamo che dovremo tirare avanti chissà ancora per quanto stringendo i denti, tirando la cinghia e affidandoci alla clemenza del clima economico.
    Programmiamo menù risparmiosi, ci inventiamo ricette che limitino le spese e riempiano la pancia.
    Quando uno ha provato la "paura di diventare povero" certe cose le teme di più, lo so.
    E non che si sia mai scialacquato, eh, lasciatemelo dire. E' che col tempo ci si fa prendere dalla foga, ci si fa coinvolgere dal mondo che gira intorno e - a volte - si perde l'obiettivo principale.
    Quello di essere felici. Senza oggetti ma con tanti affetti.

    Un Povero Natale.
    Questo è quello che stiamo facendo, che stanno facendo, al Natale come lo sentivamo da piccoli: la magia, l'amore, il sentimento di speranza e di salvezza che stava dietro al momento più atteso dell'anno da molti di noi, sono spariti e c'è rimasta solo la "Lista di Natale", come l'ho sentita chiamare da qualche bambino.
    Capito?
    Non più la letterina, ma la "lista". 
    Babbo Natale mica si ringrazia più per quel che abbiamo, per i regali che ci ha portato lo scorso anno, per gli affetti e per la famiglia, no. A Babbo Natale si spedisce la lista.
    E guai se non vengono spuntati tutti gli articoli elencati lì sopra.

    E ora un bel luogo comune. Che non è mai stato tanto vero quanto lo è ora.
    Mi sono svegliata, stamani, e ho guardato la mia famiglia. L'ho guardata mentre dormiva e mi è sembrato il miracolo più bello che Dio potesse fare per me. Ho ascoltato i loro respiri e ho ringraziato per quello che ho. 
    Ho anche pensato - e fissato nell'anima, per sempre - che non desidero altro dalla Vita che la loro Vita.
    E nella mattinata passata a fare conti sono tornata mille volte col pensiero a quest'immagine. Ho fatto più di un esame di coscienza e mi son resa conto che quest'anno non c'è davvero niente altro da desiderare, nessun regalo di Natale, nessun libro (il mio primo pensiero tra gli oggetti), nessun gioiello (e quando mai), nessun vestito.

    Loro.
    Loro sono il mio Natale.
    E la consapevolezza di essere, con loro, Una Cosa Sola.

    Serenità, tanta serenità a tutti voi.

    lunedì 25 novembre 2013

    "La città delle donne", La giornata internazionale contro la violenza sulle donne e... una coccola per tirarsi su.

    Torta morbida di pere e "La città delle donne"
    Lunedì mattina presto. Molto presto, per i miei standard.
    Addirittura mi prende il chiribizzo di spolverare (devo stare proprio male, sì) e in quattro e quattr'otto sistemo il soggiorno, mentre tutto in casa tace.
    Preparo il caffè e sveglio il maritino, che invece non c'è proprio, stamani: è proprio tutta al rovescio questa giornata, in cui per forza di cose me ne devo stare a casa, segregata e isolata dal mondo perché "infettiva"...
    Loro ancora dormono, e allora mi prendo del tempo per me: ieri abbiamo preparato una torta nuova insieme, per tenerli occupati e passare del tempo "di qualità" (e che qualità! la torta si è intrisa delle nostre risate ed è rimasta morbida di tutti quei baci che ci siamo dati: ma era tutto vero o stavo sognando?)
    Me ne taglio una fetta, l'accompagno col caffellatte delle migliori occasioni e con una fiaba a caso presa da un classico della mia biblioteca: Le più belle fiabe popolari italiane, rilegato in pelle, con tanto di lettere dorate.

    Apro una pagina a caso e trovo "La città delle donne", una storia che viene dal Veneto, raccontata con tempi che non tornano (un po' al presente, un po' al passato, un po' imperfetto: sembra proprio di ascoltare il racconto di una di quelle nonnine di una volta, tipo la mia, col fazzoletto sui capelli quando usciva di casa per non sfare la piega e non prendere l'umido, con le mani macchiate di vita, con i pensieri rimescolati dal tempo...) 
    La città delle donne narra di un mondo dove le donne governano e qualsiasi uomo trovato in giro per la città viene imprigionato e poi ucciso, raggiunte le 100 unità (il numero massimo contenibile nella prigione?). La Regina doveva avere dei forti rancori, per essere diventata così crudele, per avercela così tanto con gli uomini...
    Un giorno nella Città delle donne arriva però un ragazzo che riesce a conquistare la Regina Cattiva - che in realtà cattiva non era -, con le sue doti ed i suoi doni ma anche con l'astuzia. 
    Di questo giovane c'è una cosa che apprezzo: la gentilezza, la cortesia con cui ha saputo guadagnarsi mezzi magici e amore, mentre i suoi fratelli, con la loro brutalità e la violenza, erano riusciti ad ottenere solo pan per focaccia (e così dovrebbe essere, sempre...). Lui non ha usato violenza contro alcuno, ha saputo parlare col cuore e così ha conquistato la sua bella, eliminando la violenza da quella parte di mondo.

    Ci sarebbe molto da parlarci su. 
    Sui perché e sui percome, su quello che è giusto e quello che non lo è. Invece voglio solo cogliere il segno di una fiaba del genere oggi, lunedì 25 novembre, Giornata Internazionale contro la violenza sulle donne.

    Ognuno la racconta come vuole, questa giornata. Ognuno cerca di trovare le parole che più si adattano al suo modo di vivere. Perché è giusto parlarne, è giusto che non sia il silenzio a vincere, è giusto che chi usa violenza sia solo. E punito.


    Barbara ce lo dice così, per esempio. E mi piace quello che dice, perché è quello che ho sempre pensato anch'io:
    Un uomo che ti picchia, non ti ama.
    Un uomo che ti insulta, non ti ama.
    Un uomo che sminuisce le tue capacità, non ti ama.
    Tu NON meriti questo uomo.
    Meriti una vita felice e piena di amore!*
    * Grazie Barbara!


    La coccola facciamo che ve la racconto un altro giorno. Oggi è meglio finirla qui. FINIRLA.

    martedì 22 ottobre 2013

    Mamma, cos'è la vita?

    Parco dell'Orecchiella, 2009
    Tu sei lì che guidi come al tuo solito - di corsa la mattina? nooo! -, cantando a squarciagola la colonna sonora originale dell'ApeMaia (che è la migliore maniera per svegliarsi la mattina, fidatevi!), tua figlia è ancora mezza addormentata nel seggiolino posteriore - cinture allacciate e naso all'insù, con la sua bambola Martina stretta tra le manine.
    Ti fermi al semaforo. 
    Rosso.
    Guardi di fronte a te la chiesa del paese, in cima a quella salita di pietre scivolose. E ti illumini al ricordo del tuo matrimonio.
    Dai anche uno sguardo dallo specchietto (noo, mica al trucco! E chi si trucca, la mattina?) a tua figlia.
    E lei, pronta, ti dice:
    Mamma, cos'è la vita?






    Il panico che s'impossessa di te. In un millesimo di secondo ti passa di fronte tutta la tua esistenza: i belli e i brutti momenti, le risate, le vacanze, gli schizzi d'acqua sui tronchi del Luna Park, poi le lacrime per quel brutto voto, il campeggio tutti insieme dopo la maturità, la stanchezza delle mattine all'alba per prendere il treno, e i sorrisi, gli abbracci, le farfalle nello stomaco.
    Il tuo primo amore.
    Il pulcino rosa che ti regalarono da piccola. Vivo.
    I conigli dell'amica a cui davi da mangiare quando lei non c'era.
    Le pagine scritte fittefitte dei tuoi diari di scuola. Con tutte quelle cose appiccicate e il profumo nuovo spruzzato in un angolo.
    E le camminate per arrivarci, a scuola, sotto la pioggia, sotto il diluvio, col tuo Invicta tutto disegnato sulla spalla destra. E la scarpina appesa.
    Il pezzetto di stoffa del vestito da sposa che ti ha cucito mamma, bello che più bello non si può.
    La grande quercia dove ti nascondevi quando le cose non andavano come volevi tu, il prato dove si faceva merenda, dopo i compiti... e il mare, le gite in moto, il sale sulle labbra...
    Mamma?...
    Allora tu la guardi, la riguardi, le sorridi e poi le dici
    La vita è il giorno che sei nata tu!

    lunedì 26 agosto 2013

    Quando tutti dormono

    "Si cambia"
    "Si cresce!"
    Una risposta che mi ha sempre dato da pensare. Da quella sera, davvero, ci ho pensato mille e mille volte.
    E' proprio così: i modi diversi di reagire a certe situazioni, a certi stimoli esterni, dipendono dalla nostra maturità, dall'esperienza e dalla velocità di reazione, che cambia con l'età.
    Una volta avrei sofferto per certe parole sentite, per certi atteggiamenti. Una volta avrei subìto le pressioni (e le oppressioni). Una volta avrei ridotto me per dare spazio alla prepotenza e alla violenza  che stavano fuori.
    Oggi ascolto, respiro, prendo atto.
    E vado avanti per la mia strada. Col sorriso stampato sulla faccia e in testa l'obiettivo che mi sono posta. Serena.

    Pensieri che passano per la testa mentre tutti dormono, finalmente, e io posso permettermi di pensare, di leggere un libro, di osservarmi, lucida e completamente onesta con me stessa.
    Un bel momento, uno di quelli che non mi prendevo da un po'.
    Ho meditato - profondamente - ho preso coscienza, ho respirato. Ho ascoltato il Silenzio.
    Il silenzio che mi ha accompagnato per tutta questa vacanza: l'ho sentito, l'ho assaporato, l'ho cercato, me ne sono beata. Grazie al silenzio, finalmente, son tornata completamente io.
    Grazie al silenzio ho ricostruito storie, momenti di vita passata. Grazie al silenzio ho rimesso insieme domande e risposte che si erano disperse. Grazie al silenzio ho imparato.

    Grazie al silenzio ho capito.

    martedì 30 aprile 2013

    I miei primi quarant'anni


    si sono sbagliati. 
    All'anagrafe, intendo.
    Che mica è vero, cioè, è proprio impossibile che sia successo a me! Quand'ero piccola e vedevo quelli di 40 anni li consideravo già 'arrivati' e invece, ora... oggi...

    Tutto da fare, ancora. 
    Tutto da cominciare, anche. 
    Niente da rifare, però, perché se davvero si potesse tornare indietro rifarei pari pari le stesse identiche cose. Tutte. Niente rimpianti, niente rimorsi. Farei gli stessi errori, anche sapendo a cosa portano. Perché questa sono io e lo sono diventata grazie anche a quegli errori.
    Un po' come per le rughe della Magnani.
    "Sì ma.. e tutto quello che ancora non hai?"
    E chi l'ha detto che lo avrò mai? La vita è il percorso che facciamo verso uno obiettivo, non l'obiettivo ultimo; non solo quello, almeno. L'ho imparato in corsa, durante il viaggio, quando tutta tesa solo e soltanto all'obiettivo finale non mi accorgevo che la vita mi correva accanto e io non la vivevo.
    Sì, molto probabilmente sono io che non riesco a fare più di una cosa alla volta, lo ammetto. Molto probabilmente il mio difetto più grave è proprio l'infiammarmi per mille cose diverse, iniziarle tutte insieme e poi non portarne a fine nessuna, se non con tempi dilatati. Molto dilatati. 
    Continuo a rimandare certi obiettivi. Per prolungare l'agonia. No, per godermi il percorso. E per un misto di paura e nonsocosa. Per il timore che arrivata ad un certo punto io mi trovi a dire: e ora?
    L'importante è accettarsi per come si è, senza rinunciare al miglioramento - quello mai! - ma senza logorarsi se il risultato tarda ad arrivare.

    Sono una donna fortunata, molto fortunata, moltissimo fortunata: la vita mi ha dato molto più di quello che forse meritavo. O forse no, sono io che mi accontento di poco. O forse no, e la vita e le persone che mi stanno intorno, soprattutto, sono state così buone con me perché io potessi imparare a vivere nel modo giusto. Ho imparato a vivere con leggerezza. E non iniziando a pensare come una di quelle oche ma distinguendo tra le cose importanti per me e quelle che no. Imparando il sorriso. Imparando a dare a Cesare quel che è di Cesare e a me quel che è mio.
    In tutti i casi niente e nessuno mi porterà via quello che ho imparato finora: non cederò di un passo.

    Piccoli passi fin qui.
    Da oggi imparerò a vivere leggera. Che è diverso dal vivere con leggerezza. E non è così facile, soprattutto per me, che tendo ad accumulare (e non parlo solo di rotolini sui fianchi).
    Intanto continuo a scontrarmi ogni giorno con il mio più grande nemico; ora però finalmente ho capito come affrontarlo e non mi scalfiscono più le sue parole i suoi modi i suoi gesti. Come mi disse una Grande Amica un giorno, a questo punto posso dimettere la corazza che mi ero costruita per non soffrire.
    E oggi festeggio nuda da quella corazza.
    Con tutti quelli che mi amano nonostante i miei mille difetti.
    Mi voglio bene. 
    Questo è il mio più grande successo! (dopo i miei figli, naturalmente)

    p.s.: questo post è stato scritto e programmato giorni fa, poi Mumtrioska ha pubblicato questo portandomi a realizzare quanto a volte si possa surfare su onde vicine... un Grazie anche alle sue conclusioni e un pensiero al suo amico. Mi sa che davvero noi due dobbiamo incontrarci al più presto...

    lunedì 25 marzo 2013

    Vanno... vengono... a volte ritornano...

    Ci sono così tante cose che vi devo raccontare... così tante di cui discutere insieme... così tante che mi passano per la testa, in questo periodo...


    Prendiamoci tempo
    e fermiamoci a guardare le nuvole.

    Intanto sono qui!


    lunedì 16 aprile 2012

    Meno male che ci sono i Nonni...

    Sapete cosa? Il tempo è davvero tiranno. Cuoricino ha già due mesi e io non ho ancora finito di rendermi conto che è nato...

    C'è tanto da fare, con due bimbi in casa: l'aiuto più grande è quello che danno i nonni, sempre presenti e a disposizione, che ci sia da correre a prendere l'una all'asilo o che ci sia l'altro da tenere sotto controllo mentre mamma va in biblioteca con la grande, dato che piove e il parco è off-limit.
    E meno male che ci sono loro, i Nonni: altro che un monumento, andrebbe fatto ai Nonni!
    Loro che ora che finalmente si potevano godere la pensione (si fa per dire, è chiaro...), meritatissima anzi di più, son disposti a rinunciare al dormire un po' di più la mattina, a fare le passeggiate senza meta e senza orario per le vie della città, a prendersela comoda quando fanno la spesa, alle partitine da commentare al bar, al leggere finalmente tutto quello che c'è da leggere, al dedicarsi a tutte quelle attività che non hanno mai avuto tempo di fare prima... tutto per due marmocchietti (ogni tanto) urlanti e piangenti e (sempre) carichi di un'energia misteriosa, infinita e invincibile, anche con 40° di febbre...
    I Nonni, mentre fanno giocare il piccolo placidamente disteso sulla sdraietta, sono in grado di: lustrarti la casa, lavare e stirare la quantità di biancheria giornaliera di un albergo con 400 camere, farsi una precisa opinione sullo stato della politica attuale leggendo e documentandosi, preparare i biscotti con la piccina tornata da scuola, ricreare una vecchia cornice per adattarla al disegno della tua nuova famiglia, provvedere al pane e alla focaccia quotidiani (passeggiando fino al forno del paesello), controllare se son già fiorite le fragole piantate insieme, e - nel frattempo - imparare da quasi autodidatti a navigare su internet.
    Tu, libera professionista in maternità ma con qualche lavoro da seguire nonostante tutto, - in quello stesso tempo - hai mandato due mail.

    E non ti dico come ti senti.

    martedì 14 febbraio 2012

    Libera un libro per Zebuk! Le avventure di Pinocchio



    Oggi per noi è un giorno speciale, lo sapete: è il 2° compleanno di Zebuk! (ah, sì, è anche San Valentino, ma quello, per gli innamorati veri, è tutti i giorni... o no? ;))

    Le avventure di Pinocchio, liberato in una copisteria...

    E proprio oggi il CircoloVizioso libera un libro a cui tiene particolarmente, per tanti e tanti motivi diversi: Le avventure di Pinocchio, di Carlo Collodi.


    Intanto perché è il libro che mi ha fatto sognare, fin da piccola. 
    Poi perché ho avuto modo di leggerlo direttamente nei luoghi in cui è stato pensato, concepito, immaginato.
    Perché ho camminato nel parco che è stato ideato per celebrare il burattino più famoso di tutti i tempi e proprio lì ho immaginato, e vissuto, mille avventure insieme a quella piccola peste, che aveva un cuore tanto buono e grande... con la sua buona Fatina dai capelli turchini, col suo amato Geppetto, con quei due brutti ceffi del Gatto e la Volpe, con la sua ingenuità di bambino (che a volte ritroviamo pari pari anche in noi, ormai adulti), con la sua volontà di sistemare sempre tutto che puntualmente si scontra con le distrazioni e le tentazioni del mondo là fuori.
    Perché spero, infine, che venga accolto da qualche altro bambino (piccolo o grande che sia) e che sia l'inizio di un'amicizia che duri per sempre!

    Mille grazie a PinocchioGrazie per quello che mi ha insegnato, grazie perché mi ha fatto capire di non essere sola, grazie perché mi ha insegnato a crescere e a diventare 'grande', nel senso più pieno del termine.

    Sono certa che il nostro non sarà un addio, piuttosto un arrivederci... :)


    mercoledì 1 febbraio 2012

    Keep calm and wait the moon...


    Meglio che per qualche tempo fermi la pubblicazione dei post, va'. Dato che a quanto pare ci siamo quasi e che sarebbe meglio mi riposassi un po' e che se non mi decido a mettere l'adsl a casa non so quandocomedove collegarmi e che  in questi ultimi giorni dovrei dedicarmi un po' di più a me stessa e alla PM e al maritino, che poi ci sarà molto meno tempo a disposizione...
    Ecco.
    Allora, per questo periodo, questo sarà il mio motto: keep calm and wait the moon.
    Nel senso che magari con la luna nuova prevista per il 6 febbraio... qualcosa succederà. Oppure no, e allora aspetteremo ancora un po'.
    Nel frattempo passerò, ogni volta che sarà possibile, a trovarvi e a leggervi... :)

    Intanto Cuoricino sembra essere in ottima forma: scalcia e balla anche più di prima (ma non dovevano starci un po' più stretti, verso i nove mesi?!) e si da un gran da fare, lì dentro, con quel benedetto calcagnino...
    Io la valigia l'ho fatta (ma chissà quante cose fondamentali ho dimenticato...) e sono spiritualmente pronta. Il maritino un po' meno. La PM è felice come una Pasqua, per ora.

    Non riesco a immaginare... ho solo una gran voglia di vederlo, questo esserino che mi ha già conquistata col suo primo calcetto. Ho solo una gran voglia di ricoprirlo di baci e di carezze. Ho solo una gran voglia di stendermi lì vicino alla sua culla e sentire il suo respiro...

    martedì 27 dicembre 2011

    Aspettandoti

    Non manca tanto, ormai.
    Poco meno di due mesi e tu, piccolo nuovo Cuoricino, sarai qui con noi.
    E io ancora non riesco a credere a questo miracolo, a questo splendido miracolo che è la vita. 
    E me ne sto lì, stesa e assorta a guardare quella pancia che si muove di continuo, quella pancia abitata che non smette mai di farsi sentire. E vedere.


    Ti aspetto, Cuoricino.
    Ti parlo anch'io di continuo, ti racconto le coccole e le carezze di papà e i baci e le grida della sorellona, che già ha programmato tutte le tue giornate, dal cambio del pannolino alla passeggiata al parco ai giochi sul tappeto nella vostra cameretta.
    Ti racconto quanto sarà bello stare tutti e quattro insieme, vicini vicini in questa casetta che nessuno di noi vuole lasciare, sebbene cominci a starci stretta davvero...
    Ti racconto che ci sarà sempre posto per le risate e le coccole, in questa minuscola casetta, e che faremo di tutto per farvi crescere felici
    Ti parlo anche dei momenti meno gioiosi, che ci saranno, ma che affronteremo insieme, in un abbraccio solido e forte
    E anche quando sarai triste, saprai che vicino a te ci sarà sempre qualcuno.


    Tu ti muovi e ti fai sentire, anche ora che sto scrivendo. 
    E io continuo a guardare incantata questa pancia, aspettandoti.


    E ti parlo dei disegni che PM fa per te,
    della scatola tutta decorata che abbiamo preparato insieme e dove abbiamo messo le sue cosine, quelle che ha deciso di prestarti quando sarai nato
    ti descrivo gli attimi in cui la trovo assorta
    e, se le chiedo a cosa pensa, mi risponde che pensa a te, a quando nascerai, a quando sarai con noi...
    Mi sciolgo in un abbraccio quando parla così
    perché mi sembra così piccola e così grande insieme


    Un altro giro su te stesso
    e sei ancora lì a farmi sentire la tua presenza


    Mi avvolgo intorno a te
    e scopro di nuovo la voglia di nido
    di coccole calde
    e di stoffe morbide
    di dolci cioccolate e profumi delicati


    Ancora una volta
    una serenità infinita
    mi invade


    Ti aspetto, Cuoricino mio
    ma tu stattene qui in questa pancia ancora per un po', ancora per tutto il tempo che serve
    non aver fretta di uscir fuori
    tu cresci e continua a muoverti
    e fatti tutti i giri che vuoi
    preparati alla vita


    Anche noi, intanto, ci stiamo preparando per te

    giovedì 3 novembre 2011

    Writing Tuesday: SEMPLICE





    Una carezza appena sveglia
    un bacio tenero sulla guancia
    niente grugniti e sguardi persi nel vuoto.


    Far colazione insieme tra sbadigli, coccole e briciole
    invece del caffè di corsa,
    bevuto ad occhi chiusi.


    Sorridere al risveglio,
    anche vestirsi e farsi belle, addirittura,
    è diventato semplice
    da quando ci sei tu!





    ...
    Questo post partecipa ai Writing Tuesday di Silbietta. 
    Per vedere l'elenco completo dei contributi clicca qui


    martedì 1 novembre 2011

    NOVEMBRE: coccole

    Coccole [fonte]

    Ne sentiamo tutti un gran bisogno, diciamoci la verità.
    Tra problemi di tutti i tipi che si presentano ogni giorno, sentimenti in crisi, lavoro chevvelodicoaffare, freddo che arriva... be', è davvero arrivato il momento di farsi tante belle coccole, ora.

    Coccole golose, coccole viziose, coccole preziose per quei momenti in cui tutto sembra esser negativo.

    Io ne sento la mancanza, a volte, lo ammetto con molta sincerità. 
    Soprattutto ora che - come mi ha detto una grande amica - dovrei starmene tutta accoccolata intorno al mio centro vitale, pensando solo a quello e parlando solo con quello e non lavorando e mettendo in stand-by ogni parte di me che non sia il cuore...
    Certo, non posso isolarmi dal mondo in cui vivo e non posso permettermi di 'non esistere' per chi mi sta intorno, nemmeno per dieci minuti dieci. 
    E allora mi tuffo nelle coccole. Quelle che fanno bene al cuore e alla mente (ma anche al fisico, perché no?). 
    Dimenticare per qualche momento quello che sta fuori, le complicazioni, le burocrazie assurde, la mancanza di civiltà, il degrado morale, la cattiveria e la violenza. Dimenticare tutto il brutto di cui siamo circondati e cercare nel mondo solo ciò che ci fa piacere. Non per chiudere gli occhi ma per aprirli in modo diverso.
    E allora via: cominciamo a regalarci momenti e attimi per noi, trascuriamo la casa e stiamocene una giornata intera a non far niente, senza spendere un euro (che non ce ne sono d'avanzo, tanto...) ma guadagnandoci tanto in salute mentale e in calore umano, giochiamo come quando eravamo bambini e ridiamo di gusto per ogni cosa che ai grandi sembra stupida e senza senso!
    Saltiamo il consueto pasto a tavola e troviamoci tutti in un posto insolito per mangiare, organizziamo un picnic improvvisato sul tappeto del soggiorno con tanto i tovaglia e cuscini, parliamo e scherziamo, festeggiamo anche senza apparente motivo, doniamo un sorriso in più e una mano sulla spalla all'amico. 
    Prepariamo con le nostre mani, togliendo tempo a qualcosa di meno utile, un biglietto d'auguri, anche se non ne siamo capacissimi.
    Chiamiamo chi non sentiamo da tempo, per tanti motivi diversi, o scriviamo una lettera a qualcuno a cui teniamo e che vediamo tutti i giorni.

    Coccoliamoci. 
    Perché fa bene al cuore e all'anima.

    p.s.: e tanti, tanti auguri al mio papà... :)

    Seduti al bar del CircoloVizioso

    Seduti al bar del CircoloVizioso
    Ovvero: avete tempo per una birra? Il nostro bar è nato per conservare e ricordare i tanti "posticini del cuore" che ci hanno lasciato un'emozione. Per chi ha bisogno di trovare il suo, di posticino del cuore. Per evadere 10 minuti dalla routine quotidiana, per conoscere posti che magari non avete mai visto, per fermarsi a meditare su un'immagine, per bersi una birretta ghiacciata in compagnia degli amici... Tornate quando volete, il bar è sempre aperto!

    argomenti viziosi

    #10minutiPerMe #ioscelgolagentilezza #miregalolentezza #OperazioneUnPassoAllaVolta 2018_laBussola 5 stelle della P.M. A caccia di felicità con album scrap A piccoli passi accidia Afrodita alla fermata del tempo che non ho amici ancora amici antidolorificomagnifico appunti di vita vissuta architetti e architetture armadi baby babyy benvenuti a tutti blog candy e give-away buone feste Caccia al tesoro caro diario cartoline Casa Cena dell'Allegra Compagnia chi l'avrebbe mai detto? cioccolata dappertutto coccole con le mani in pasta con poche parole coronavirus costruire di felicità Di Semplicità Virtù Eco-sostenibile entusiasmo Flat Stanley fotografia giochiamo? gola grazie Happy Week Art Journal HappyWeekJournal2013 i supernonni i talenti Il gioco dei vizi il marconista Il Nostro Personale Giorno del Ringraziamento il vizio di leggere il vizio di riflettere il vizio di scrivere ilcircolovizioso ingenua insegnamenti Io me stessa e me iomivizio ItaliaNostra la grande transumanza dei segnalibri La mia agenda la supernonna la vittima lavoro LeggiAmo 2013 LeggiAmo 2014 LeggiAmo 2015 Liberiamo una ricetta 2013 Liberiamo una ricetta 2014 Lista delle Cose da Fare 2015 Lussuria mare MenoStressPiùFarfalle mi vizio con... Natalia Cattelani natura nodi che vengono al pettine non ci posso credere nonna Iolanda nuove amicizie Nutella Oggi vorrei proprio essere qui oroscopo ozio parliamone parole famose PECC pensieri e parole personaggi PestiPossibili Piccola Meraviglia piccolo Che piccolo-spazio-pubblicità PIF Pippi Calzelunghe Plastic Guerrilla poesia polepole al lavoro POLUCHINA posticini del cuore premi Project 10 books raccolte Ri-Vivere Ricette per la Cena ricette rubate rivelazioni S.A.L. scatole di latta scusa sogni e bisogni storia e storie di culture diverse strani vizi Summer Manifesto 2015 superbia swap tanti auguri a te Tatti Turisti a casa propria Una Casa a Modo Mio vecchi tempi VisteRiviste vizi Voglia di Creare voglia di viaggiare voglia di... writing tuesday ZEBUK zen zibaldone

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    Il Vizio di Leggere

    Il Vizio di Leggere
    Per non perdere il vizio, nonostante le mille cose da fare, per trovare il tempo da dedicare ad una buona lettura, per scoprire nuove emozioni e sensazioni, di quelle che solo un buon libro è capace di regalare a chi lo apre con passione e curiosità.

    Il vizio di riflettere

    Il vizio di riflettere
    ... il mio modo di Guardare e non solo Vedere ciò che ci circonda...