Imana: differenze tra le versioni
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Talvolta si evoca l'esistenza di un '''Imana mbi''', un cattivo Imana, chiamato anche '''Rwuba bigati''' o '''Bijunyagu''', Colui che sghignazza, o '''Imana y'imbwa''', Imana dei cani. Sono espressioni blasfeme che denotano la distanza tra la divinità e gli uomini e l'impossibilità di arrivare ad una conoscenza piena di lui e dei suoi disegni. |
Talvolta si evoca l'esistenza di un '''Imana mbi''', un cattivo Imana, chiamato anche '''Rwuba bigati''' o '''Bijunyagu''', Colui che sghignazza, o '''Imana y'imbwa''', Imana dei cani. Sono espressioni blasfeme che denotano la distanza tra la divinità e gli uomini e l'impossibilità di arrivare ad una conoscenza piena di lui e dei suoi disegni. |
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I primi missionari giunti in [[Burundi]] hanno intrudotto il termine [[kiswahili]] ''Mungu'' per designare [[Dio]], termine ambiguo (in [[Lingua kirundi|kirundi]] il termine mungu è associato ad un insetto) ed estraneo alla cultura delle popolazioni locali. Imana era considerato come un dio pagano o tradotto come ''chance'', sorte <ref>F. M. Rodegem, Dictionnaire rundi-français, Tervure, 1970.</ref>. Questa scelta venne cambiata dal [[1960]]: oggi anche i cristiani chiamano Dio col termine [[Lingua kirundi|kirundi]] di Imana, molto più familiare. |
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Versione delle 11:11, 5 apr 2008
Imana, nella credenza tradizionale delle popolazioni del Ruanda e del Burundi, è l'Essere supremo.
Il termine Imana sta a indicare anche le diverse manifestazioni divine come il montone bianco, la bergeronnette (un uccello bianco) e dei boschetti sacri [1].
Etimologicamente deriva dal verbo kubana, vivere insieme a, abitare con. Da qui anche il verbo kumana, essere sospeso, appollaiato.
Quindi Imana è colui che sta al di sopra di tutte le realtà, sia materiali che spirituali, l'Essere per eccellenza, vivente in tutte le cose.
È invisibile, increato, unico, sempre presente, eterno, impersonale, benefico.
Numerosi sono gli appellativi a lui indirizzati: Rugiraviyose (Colui che fa tutto), Rukiza (Colui che guarisce o salva), Rurema (Il creatore), Rugaba (Il donatore), Sebibondo (Il padre dei bambini), Rutunga (Colui che preserva), Indavyi (Colui che veglia), Incanyi (Colui che illumina).
Numerosi sono i proverbi indirizzati ad Imana:
«Agati gatereretswe n'Imana ntigahenurwa n'umuyaga.»
«L'albero fatto crescere da Imana non sarà sradicato dal vento.»
«Umwansi agucira icobo, Imana ikagucira icanzo.»
«Il nemico ti prepara una fossa, Imana ti prepara una via d'uscita.»
Tantissimi altri glorificano la bontà, la forza, la provvidenza di Imana.
Ma non solo i proverbi, anche tantissimi nomi propri evocano le doti di Imana: Nsengiunwa (io prego colui che ascolta), Mbonimpa (io vedo che Lui dona), Ntirampeba (Lui non abbandona), Nahimana (è grazie ad Imana), Havyarimana (è Imana che mette al mondo), Bizimana (Imana conosce) e così moltissimi altri.
Imana è il principio della vita, della fecondità, dell'unione familiare, custodisce i campi e i raccolti, il bestiame e tutto il paese, presereva la salute .
L'azione di Imana però non esclude la partecipazione e la responsabilità personale:
«Imana irafaswa.»
«Imana deve essere aiutato.»
«Imana ikuvyarira siyo ikurerera.»
«Imana ti dona figli, ma non li alleva per te.»
Fino ad arrivare a proverbi più ambigui, in cui traspare una certa impotenza ed ingiustizia:
«Imana y'umworo imurabisha umugongo.»
«L'Imana del povero ha la schiena girata.»
«Imana irarema ntitoranya.»
«Imana crea, ma non distribuisce equamente.»
Imana è in effetti il dispensatore di tutti i benefici, ma anche colui che permette tutte le afflizioni. Comunque però resta impenetrabile alla conoscienza degli uomini.
Talvolta si evoca l'esistenza di un Imana mbi, un cattivo Imana, chiamato anche Rwuba bigati o Bijunyagu, Colui che sghignazza, o Imana y'imbwa, Imana dei cani. Sono espressioni blasfeme che denotano la distanza tra la divinità e gli uomini e l'impossibilità di arrivare ad una conoscenza piena di lui e dei suoi disegni.
I primi missionari giunti in Burundi hanno intrudotto il termine kiswahili Mungu per designare Dio, termine ambiguo (in kirundi il termine mungu è associato ad un insetto) ed estraneo alla cultura delle popolazioni locali. Imana era considerato come un dio pagano o tradotto come chance, sorte [2]. Questa scelta venne cambiata dal 1960: oggi anche i cristiani chiamano Dio col termine kirundi di Imana, molto più familiare.
Note
Bibliografia
- B. Zuure, Croyances et pratiques religieuses des Barundi, Bruxelles 1929.
- B. Zuure, Immana le dieu des Barundi, Anthropos, 1926.
- B. Muzungu, Le dieu des nos pères, Bujumbura 1974.
- S. Barancira, Possession par les esprits,Bujumbura 1990.
- F. M. Paroles de sagesse au Burundi, Louvain 1983.