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Parodi Ligure

Coordinate: 44°40′15″N 8°45′35″E
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Parodi Ligure
comune
Parodi Ligure – Stemma
Parodi Ligure – Bandiera
Parodi Ligure – Veduta
Parodi Ligure – Veduta
Il centro storico
Localizzazione
StatoItalia (bandiera) Italia
Regione Piemonte
Provincia Alessandria
Amministrazione
SindacoCarolina Ruzza (lista civica) dal 26-05-2019
Territorio
Coordinate44°40′15″N 8°45′35″E
Altitudine330 m s.l.m.
Superficie12,54 km²
Abitanti649[1] (31-12-2017)
Densità51,75 ab./km²
FrazioniCadegualchi, Cadepiaggio, Cadimassa, Tramontana, Tramontanino
Comuni confinantiBosio, Castelletto d'Orba, Gavi, Montaldeo, Mornese, San Cristoforo
Altre informazioni
Cod. postale15060
Prefisso0143
Fuso orarioUTC+1
Codice ISTAT006126
Cod. catastaleG338
TargaAL
Cl. sismicazona 3 (sismicità bassa)[2]
Cl. climaticazona E, 2 662 GG[3]
Nome abitantiparodesi
Giorno festivo16 agosto
Cartografia
Mappa di localizzazione: Italia
Parodi Ligure
Parodi Ligure
Parodi Ligure – Mappa
Parodi Ligure – Mappa
Mappa del Comune di Parodi Ligure all'interno della Provincia di Alessandria
Sito istituzionale

Parodi Ligure (Paódi nel dialetto locale, Paròd in piemontese) è un comune italiano di 649 abitanti della provincia di Alessandria, in Piemonte, situato sulle estreme propaggini collinari dell'Appennino Ligure.

Storia

È citato come Palode in un documento dell'anno 973, relativo alla sua vendita, assieme ad altri territori, al prete Roprando da parte di Lamberto, figlio del marchese Ildebrando (forse una vendita fittizia orchestrata dalla moglie del marchese allo scopo di impedire che tali territori passassero in eredità ai parenti di lui).

Giunto in possesso dei marchesi della discendenza degli Obertenghi, fu da questi assegnato, nel 1033, al monastero parmense di Santa Maria di Castiglione. Questi monaci benedettini bonificarono la zona e costruirono, nel fondovalle solcato dal torrente Albedosa, il Monastero di San Remigio che raggiunse notevole prestigio nei secoli medioevali.

La Chiesa parrocchiale dei SS. Rocco e Sebastiano, costruita nel XIX secolo[4]

Nell'XI secolo, sullo sperone roccioso più alto, venne edificato un castello in cui si succedettero almeno cinque generazioni di feudatari che si fregiarono del titolo di Marchesi di Parodi. A metà del XII secolo venne costruita una cinta muraria che racchiudeva il castello e tutta la sommità della collina, la zona viene ancora oggi chiamata Reguardia. La giurisdizione dei Marchesi comprendeva una vasta area che arrivava a confinare con la potente Repubblica di Genova, la quale aveva sulla zona mire espansionistiche, non tanto in senso militare quando in senso mercantile mal digerendo i dazi imposti dai feudatari locali. Nel 1148 il marchese Alberto di Parodi, tenuto prigioniero dai signori di Castelletto, venne liberato grazie all'intervento dei Genovesi che ottennero in cambio la vendita del castello. Seguirono alterne vicende e la cessione definitiva di ogni diritto avvenne nel 1223, da allora Parodi seguì le sorti della Repubblica di Genova. Ad oggi quasi nulla rimane del castello e ben poco della fortificazione. I colpi più duri, che portarono al diroccamento di queste costruzioni, risalgono al 1625 durante la guerra mossa da francesi e savoiardi alla (non riuscita) conquista di Genova e al secolo successivo con le ripercussioni della guerra di successione austriaca.

Fino alle metà del XIX secolo Parodi rimase amministrativamente legato a Genova. Nel 1859 il c.d. Decreto Rattazzi staccò la Provincia di Novi, di cui Parodi era parte, aggregandola alla Provincia di Alessandria. Alcuni anni più tardi, nel 1873, il nome del Comune viene modificato da Parodi in Parodi Ligure, a ricordo dei legami storici con Genova.

Nel marzo 1945 fu oggetto di una rappresaglia nazifascista, a causa degli attacchi partigiani nella zona, con l'incendio di numerose case e del municipio. I parodesi, attraversando nottetempo il bosco, si rifugiarono nel vicino borgo di San Cristoforo. Ancora oggi, una lapide affissa all'ingresso del nuovo municipio ricorda l'episodio, nel nome dell'antica amicizia e solidarietà che lega gli abitanti dei due paesi.[5]

Poco dopo la liberazione, le frazioni di Bosio, Capanne di Marcarolo, Costa San Stefano, Maietto, Mogreto, Serra, Spessa, Val Pagani formarono il nuovo comune di Bosio (66,88 km²) portando la superficie comunale da 79,38 km² a soli 12,50 km².

Simboli

Lo stemma e il gonfalone del comune di Parodi Ligure sono stati concessi con decreto del presidente della Repubblica del 14 marzo 2002.[6]

«Di azzurro, alla torre d'oro, sostenuta dal leone dello stesso; al capo d'argento, alla croce di rosso. Ornamenti esteriori da Comune.»

Società

Evoluzione demografica

Abitanti censiti[7]

Amministrazione

Di seguito è presentata una tabella relativa alle amministrazioni che si sono succedute in questo comune.

Periodo Primo cittadino Partito Carica Note
26 febbraio 1987 20 maggio 1990 Gian Carlo Tavella lista civica Sindaco [8]
20 maggio 1990 24 aprile 1995 Bruno Merlo Partito Socialista Italiano Sindaco [8]
24 aprile 1995 14 giugno 1999 Bruno Merlo centro-sinistra Sindaco [8]
14 giugno 1999 14 giugno 2004 Bruno Merlo lista civica Sindaco [8]
14 giugno 2004 8 giugno 2009 Ferruccio Repetto lista civica Sindaco [8]
8 giugno 2009 26 maggio 2014 Ferruccio Repetto lista civica: campanile prato verde Sindaco [8]
26 maggio 2014 26 maggio 2019 Bruno Merlo lista civica: il campanile Sindaco [8]
27 maggio 2019 in carica Carolina Ruzza lista civica: Vivi Parodi - Il campanile Sindaco

Note

  1. ^ Dato Istat - Popolazione residente al 31 dicembre 2017.
  2. ^ Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
  3. ^ Tabella dei gradi/giorno dei Comuni italiani raggruppati per Regione e Provincia (PDF), in Legge 26 agosto 1993, n. 412, allegato A, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile, 1º marzo 2011, p. 151. URL consultato il 25 aprile 2012 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2017).
  4. ^ Chiesa dei Santi Rocco e Sebastiano <Parodi Ligure>, su Le chiese delle diocesi italiane, Conferenza Episcopale Italiana.
  5. ^ Fatti Storici
  6. ^ Parodi Ligure, decreto 2002-03-14 DPR, concessione di stemma e gonfalone, su dati.acs.beniculturali.it. URL consultato il 31 ottobre 2021.
  7. ^ Statistiche I.Stat - ISTAT;  URL consultato in data 28-12-2012.
  8. ^ a b c d e f g http://amministratori.interno.it/

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