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Crassula bergioides

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Crassula bergioides
Infiorescenza di C. bergioides
Stato di conservazione
Specie non valutata
Classificazione APG IV
DominioEukaryota
RegnoPlantae
(clade)Angiosperme
(clade)Mesangiosperme
(clade)Eudicotiledoni
(clade)Eudicotiledoni centrali
(clade)Superrosidi
OrdineSaxifragales
FamigliaCrassulaceae
SottofamigliaCrassuloideae
GenereCrassula
SpecieC. bergioides
Classificazione Cronquist
DominioEukaryota
RegnoPlantae
SottoregnoTracheobionta
SuperdivisioneSpermatophyta
DivisioneMagnoliophyta
ClasseMagnoliopsida
SottoclasseRosidae
OrdineRosales
FamigliaCrassulaceae
GenereCrassula
SpecieC. bergioides
Nomenclatura binomiale
Crassula bergioides
Harv., 1862[1]
Sinonimi

Crassula aristata
Schönland
Crassula pusilla
Schönland

Areale
Distribuzione di C. bergioides[2].

Crassula bergioides (Harv., 1862) è una pianta succulenta appartenente alla famiglia delle Crassulaceae, endemica della Provincia del Capo Occidentale, in Sudafrica[3].

L'epiteto specifico bergioides deriva dal latino -oides, "simile a", e bergia, nome che si riferisce all'omonimo genere appartenente alla famiglia Elatinaceae, ad indicare le somiglianze morfologiche tra queste specie[4].

C. bergioides è una pianta annuale a portamento erbaceo, costituita da un stelo centrale ancorato al terreno grazie a fini radici fascicolate e fittamente ricoperto da foglie. Questo stelo può raggiungere un'altezza compresa tra 2 e 6 centimetri, è in genere scarsamente ramificato e, laddove presenti, le ramificazioni laterali saranno di dimensioni più contenute.

Le foglie carnose sono sessili e dalla forma da lanceolata a triangolare, lunghe 4-8 millimetri e larghe circa la metà. Hanno delle estremità acute, con una punta rigida ed il margine papilloso, ricoperto da una fine peluria. Inoltre presentano la pagina superiore piatta e quella inferiore convessa, sono (ad esclusione del margine) in massima parte glabre e di un colore da verde, quando sono più giovani, a marrone.

L'infiorescenza a tirso si sviluppa in posizione ascellare tra i mesi di settembre e di ottobre ed è fittamente ramificata in numerose dicasia anche se, in alcuni casi, può degenerare, sviluppando una singola dicasia.

I fiori, pentameri, sono composti da un calice con sepali a forma triangolare, carnosi, lunghi 2–3 mm e con le estremità acute. Presentano della peluria in posizione terminale e sono di colore verde. La corolla, di una forma variabile da tubolare ad a coppa, è composta da 5 petali, brevemente fusi tra loro alla base, di colore bianco e tendenti al marrone. La loro forma è da triangolare a lanceolata, le estremità acute e leggermente ricurve, e sono lunghi circa la metà dei sepali. Gli stami portano delle antere di colore giallo[1][5][6].

Distribuzione e habitat

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C. bergioides è una specie endemica della Provincia del Capo Occidentale e, nello specifico, è diffusa nell'area del bacino del fiume Breede, con la maggiore concentrazione che viene raggiunta tra le città di Worcester e Caledon. Si stima che ne esistano una ventina di popolazioni ripartite su una EOO (Extent Of Occurance) di circa 5000 km² ma, nonostante l'ampia diffusione, viene considerata una specie prossima ad essere minacciata in quanto il suo areale è in continua riduzione a causa dell'espansione dei vigneti presenti nella zona.

È una pianta diffusa soprattutto tra la vegetazione del fynbos sudafricano, prediligendo i dolci pendii ghiaiosi delle alture presenti nell'area[2].

  1. ^ a b (EN) William Henry Harvey, Otto Wilhelm Sonder e William Turner Thiselton-Dyer, Flora capensis: being a systematic description of the plants of the Cape colony, Caffraria, & Port Natal, vol. 2, Londra, Kent, 1862, p. 352.
  2. ^ a b Threatened Species Programme | SANBI Red List of South African Plants, su redlist.sanbi.org. URL consultato il 25 dicembre 2020.
  3. ^ (EN) Crassula bergioides Harv., su Plants of the World Online, Royal Botanic Gardens, Kew. URL consultato il 25 dicembre 2020.
  4. ^ (EN) Urs Eggli e Leonard E. Newton, Etymological Dictionary of Succulent Plant Names, Springer Science & Business Media, 29 giugno 2013, p. 25, ISBN 978-3-662-07125-0. URL consultato il 14 dicembre 2020.
  5. ^ (EN) Urs Eggli, Illustrated Handbook of Succulent Plants: Crassulaceae, Springer Science & Business Media, 6 dic 2012, p. 40, DOI:10.1007/978-3-642-55874-0, ISBN 978-3-540-41965-5.
  6. ^ International Crassulaceae Network, su crassulaceae.ch. URL consultato il 25 dicembre 2020.

Voci correlate

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Altri progetti

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