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Aiuto:Maiuscolo e minuscolo

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Abbreviazioni
WP:MAIUSCOLO
WP:MINUSCOLO

Questa pagina di aiuto regolamenta l'utilizzo di maiuscole e minuscole nel corpo dei testi appartenenti al namespace principale. Per i titoli delle voci puoi adeguarti a questa linea guida, a meno che non si tratti di titoli di opere dell'ingegno (libri, periodici, opere musicali e film di norma hanno un nome proprio), per le quali si segue una linea guida apposita.

Principi generali

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Usa il maiuscolo il meno possibile: una volta deciso quali parole vanno con l'iniziale maiuscola, è importante comunque conservare un criterio omogeneo.

L'iniziale maiuscola va certamente usata ad inizio assoluto, dopo un punto fermo (o anche interrogativo o esclamativo) e per i nomi propri.

Non scrivere MAI (mai) parole con tutte le lettere maiuscole[1], a meno che non stia riproducendo in tal modo la grafia originale di ciò di cui scrivi (es.: MF DOOM).

In alcuni casi, la maiuscola è necessaria per evitare confusioni:

  • Chiesa (la comunità dei fedeli cristiani);
  • chiesa (l'edificio che ospita il culto);
  • Borsa (o "Borsa Italiana", la società che gestisce il mercato finanziario italiano);
  • borsa (l'accessorio per custodire o trasportare oggetti);
  • Camera (la Camera dei deputati dell'ordinamento italiano)
  • camera (o "stanza", cioè l'ambiente interno di un edificio)

La minuscola va però in genere preferita; per uniformità, tale regola è prescrittiva nella nomenclatura di voci, categorie, ecc.; è invece solo indicativa per il testo delle voci[2].

Nel dubbio tra maiuscolo e minuscolo prevale il secondo.

Entificazione

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Quando una parola o una sequenza di parole indicano un individuo, un ente concreto e unico (come, ad esempio, un ufficio o un organo) e non un concetto, vanno considerate nomi propri e scritti quindi con la maiuscola. Il criterio fondamentale per individuare un'entificazione è la necessità del maiuscolo per distinguere un oggetto particolare da uno generico[3].

Nomi propri composti

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Nei nomi propri costituiti da più parole vale la regola generale che solo la prima parola va in maiuscolo. Vale anche per i titoli di opere dell'ingegno se sono in italiano, mentre per titoli in altre lingue possono esserci altre convenzioni.

  • Il maiuscolo passa necessariamente alla seconda parola se la prima è un articolo (o eventualmente una preposizione) ed è stata sostituita o inglobata in una preposizione della frase. Ad esempio:
I promessi sposi, ma «nei Promessi sposi»
Alla ricerca del tempo perduto, ma «nella Ricerca del tempo perduto»
  • Il maiuscolo talvolta[non chiaro] passa o si estende al primo sostantivo (La Stampa, la Repubblica, il Giornale).
  • Altre parole mantengono il maiuscolo se lo richiedono di per sé (ad esempio, Senato della Repubblica).

Nei titoli di opere dell'ingegno

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Per questo argomento, si veda Aiuto:Titoli di opere dell'ingegno#Maiuscole e minuscole.

Sigle e acronimi

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Le sigle e gli acronimi (cioè le sigle leggibili come un'unica parola) vanno generalmente scritti tutti maiuscoli, senza punti di separazione (es.: FAO, USA o CGIL; non F.A.O., U.S.A. o C.G.I.L.). Coerentemente all'uso comune, alcune sigle possono essere scritte con la sola iniziale maiuscola nel caso di denominazioni proprie (Fiat, Saab, ecc.) o completamente in minuscolo nel caso di denominazioni divenute nomi comuni (laser, radar, nylon). In ogni caso, per imprese e organizzazioni la cui denominazione è una sigla o un acronimo, è preferibile utilizzare la forma ufficiale che l'impresa o l'organizzazione si è data, o comunque l'abbreviazione più diffusa (FIAT, Enel, ONU, IBM).

Usi specifici

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Per tutti gli altri usi della maiuscola, attieniti alle seguenti indicazioni:

I toponimi sono nomi propri e vanno scritti con la prima lettera maiuscola (es.: America, Lisbona, Monviso), ma possono sorgere dei dubbi nel caso di toponimi composti da più parole.

Per convenzione, si adotta la regola di usare la maiuscola per ciascuna parola piena del toponimo composto, ossia a esclusione di preposizioni o altre particelle senza rilievo lessicale (come di, sulla, delle, in ecc.). Il toponimo si intende composto da tutte le parole che fanno parte integrante del nome completo del luogo. Esempi: Monte Bianco, Fiume Giallo, Medio Oriente, Pino sulla Sponda del Lago Maggiore, Valle della Morte, Terra del Fuoco, Bocche di Bonifacio, Punta Baretti. Anche l'articolo in posizione iniziale, se fa parte integrante del nome, va scritto maiuscolo (es.: L'Aquila, L'Avana).

La maiuscola va evitata per quei nomi comuni che, posti all'inizio di alcuni toponimi in funzione di iperonimi, non fanno parte integrante del nome, ma sono precisazioni che potrebbero anche essere omesse: fiume Po, mar Mediterraneo, monte Amiata, oceano Atlantico (chiamati anche soltanto "il Po", "il Mediterraneo", "l'Amiata", "l'Atlantico").

Entità geopolitiche

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Per le entità geopolitiche si seguono regole analoghe a quelle degli altri toponimi (paragrafo precedente), quindi ad esempio Stati Uniti d'America, Regno Unito, Paesi Bassi, Repubblica Democratica del Congo, Australia Occidentale, tranne nel caso in cui l'entità si autoidentifichi formalmente in altro modo (es.: Unione europea).

Architetture civili

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Per le architetture religiose, si veda la sezione #Religione.

I nomi di vie cittadine, strade, piazze e in generale delle vie di comunicazione devono avere sempre il dug (denominazione urbanistica generica) in minuscolo e il toponimo in maiuscolo (ad es.: via Roma, viale XX Settembre, calle del Doge, piazza del Mercato, corso Italia, autostrada del Sole, strada statale Appia, strada statale 1 Aurelia, ferrovia Circumvesuviana). Solo gli acronimi vanno scritti in maiuscolo: SS 1 Aurelia.

  • Sono considerati nomi propri (e vanno quindi in maiuscolo) i nomi di epoche, avvenimenti di grande importanza, secoli, i periodi storici e i movimenti letterari, artistici e filosofici diventati antonomastici (es.: Novecento, Rivoluzione francese, Medioevo, Rinascimento, Riforma protestante, Umanesimo), generalmente per distinguerli da possibili omonimi generici o comunque per entificazione.
  • Per quanto riguarda i nomi di popoli o tribù, vanno in maiuscolo solo i nomi dei popoli antichi (es.: Unni, Longobardi, Sumeri, Cimmeri, Volsci ecc.), in minuscolo gli altri (es.: italiani, francesi, asiatici, africani, polacchi ecc.). La maiuscola rimuoverà in tal modo eventuali ambiguità, come quella tra l'etnonimo e un nome comune (Galli e galli) o quella tra un popolo antico e la sua continuazione moderna: si avranno quindi Romani e Greci antichi da un lato e romani e greci moderni dall'altro. La maiuscola per i popoli antichi va preferita anche in assenza di omonimi moderni.
  • I trattati, gli editti e le leghe vanno in minuscolo: trattato di Campoformio, editto di Nantes, lega delio-attica.
  • Per i millenni, si segua la forma I millennio, con millennio minuscolo.
  • Per i secoli, si segua la forma XX secolo, con secolo minuscolo; nel caso, però, si usi la forma Novecento (o analoghe) si userà l'iniziale maiuscola.
  • Per i decenni, essi vengono indicati nella forma anni settanta e non anni Settanta.
  • I mesi vanno indicati in minuscolo (es.: Il 5 gennaio 1983...), così come i giorni della settimana (es.: Ogni martedì vi si tiene un importante mercato).
  • La parola Costituzione, nel senso astratto ed entificato di fonte normativa del diritto, va sempre in maiuscolo (es.: «La Costituzione italiana entrò in vigore il 1º gennaio del 1948», «secondo la Costituzione francese della Quinta repubblica»); non così nell'uso generico (es.: «tutti i paesi dotati di costituzione scritta»).
  • I nomi di fonti normative vanno in minuscolo (es.: legge, decreto legge, decreto legislativo, decreto ministeriale, regio decreto, codice civile, direttiva, circolare, regolamento ecc.).

Enti e istituzioni

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  • I termini scuola elementare, scuola media, scuola superiore, parlamento, governo, ministero, camera, senato, giunta regionale, consiglio regionale, repubblica, regione, università, facoltà, ateneo, quando usati in modo generico e non come nomi propri, vanno in minuscolo. Così, ad esempio:
L'Università di Perugia[specifico] contiene numerose facoltà[generico] umanistiche. Caratteristica storica dell'ateneo[generico] è la presenza di moltissimi studenti stranieri.
La mia università[generico] è invece quella di Bologna, mentre lei è iscritta all'Università degli Studi di Padova[nome proprio].
  • I nomi di settori, reparti o uffici di aziende e imprese private vanno in minuscolo (es.: direzione del personale, direzione generale, ufficio stampa, ecc.).

Enti e istituzioni con nomi composti

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La regola generale per i nomi composti (solo la prima parola va in maiuscolo) vale anche per i seguenti casi:

  • Enti, istituzioni e organizzazioni di qualsivoglia genere: Chiesa cattolica, Camera dei deputati, Consiglio dei ministri, Corte dei conti, Museo archeologico nazionale delle Marche.
    • facoltà, dipartimenti, istituti universitari e similari prendono la maiuscola; nel caso la denominazione sia del tipo nome + aggettivo, l'aggettivo non prende la maiuscola. Alcuni esempi: Facoltà di Scienze politiche, Facoltà di Medicina e Chirurgia, Dipartimento di Ingegneria strutturale e del territorio. In questi esempi, Facoltà prende la maiuscola perché prima parola di un nome proprio, mentre in Scienze politiche il termine che contraddistingue la facoltà è Scienze e politiche un aggettivo che lo specifica. Altro esempio: Università degli Studi; nella fattispecie, Studi non si riferisce all'atto di studiare, ma all'antica denominazione latina di Studium, che indicava un corpo di studenti e insegnanti, quello che ora si indica come Facoltà (lo studium fiorentino = l'Università di Firenze): Università degli Studi viene a significare "l'insieme delle facoltà".

Conservano il maiuscolo tutti gli enti, le istituzioni e le organizzazioni comunque denominate che siano diffusamente identificati mediante sigle o acronimi: Banca Nazionale del Lavoro (BNL), Organizzazione delle Nazioni Unite (ONU), Fondo Monetario Internazionale (FMI).

In ogni caso, conservano il maiuscolo le denominazioni dei partiti, dei movimenti e delle formazioni politiche, limitatamente ai sostantivi, agli aggettivi, ai pronomi, ai verbi in funzione di sostantivo e agli avverbi, nonché a tutti i termini che seguano trattini o virgolette. Ad esempio: Partito Repubblicano Italiano, Federazione dei Verdi, Democrazia è Libertà - La Margherita, Alba - Coalizione Nazionale, Partito Ecologista "I Verdi".

  • I nomi delle religioni vanno preferibilmente in minuscolo (cristianesimo, ebraismo, islam, shinto, wicca, ecc.): tale convenzione deve essere rispettata soprattutto nei titoli di voci e categorie, mentre nel corpo delle voci è tollerata una maggiore libertà di scelta in base al contesto.
  • Il termine Chiesa, intesa come comunità di cristiani (Chiesa cattolica, Chiesa ortodossa), va sempre scritto in maiuscolo per distinguere dalla chiesa intesa come edificio[4].
  • Vanno sempre in minuscolo i nomi comuni di edifici religiosi (abbazia, basilica, cappella, cattedrale, collegiata, duomo, santuario, sinagoga, ecc.).
  • I fedeli delle varie confessioni religiose vanno indicati in minuscolo (buddhisti, cristiani, musulmani, ecc.)[4].
  • Analogamente ai titoli nobiliari, vanno in minuscolo anche tutti i ruoli e le onorificenze religiose, anche quando accostate a un nome proprio: cardinale, don, monsignor, papa, ecc. (es. papa Francesco, don Gallo, ecc.).
  • I titoli san, santa, santo vanno in maiuscolo quando fanno parte del nome proprio di una chiesa, località o via (es.: «Nella chiesa di Santa Caterina», «Le torri di San Gimignano», «Abito in via San Filippo»). In tutti gli altri casi vanno in minuscolo, anche quando si indica la festa (es.: «La festa del patrono san Costanzo», «Nella liturgia di santa Scolastica») o un'opera d'arte (es. «Estasi di santa Teresa d'Avila»). In ogni caso le parole san, santa, santo non vanno mai sostituite con l'abbreviazione s.
  • Vanno evitate le maiuscole di rispetto o riverenza. Si adotterà perciò la minuscola per termini come celebrazione eucaristica, celebrazione liturgica, comunione, confessione, liturgia, matrimonio, messa, ordinazione sacerdotale, sacramento, che vengono intesi come nomi comuni.
  • La parola dio (e derivati) prende la maiuscola solo se è nome proprio: Dio (nome proprio della divinità delle religioni abramitiche), il dio Osiride, la dea Venere, un dio greco, il dio dei cristiani[5].

I nomi di festività civili o religiose vanno in maiuscolo, anche se composti (es.: Natale, Capodanno, Primo Maggio).

  • I punti cardinali vanno in maiuscolo quando indicano realtà geografiche o politiche e sono quindi nomi propri (es.: il Sud dell'Italia, gli stati dell'Est). Vanno invece in minuscolo quando non indicano nomi propri (es.: Milano è situata circa 120 km a nord-est di Torino).
  • I nomi dei corpi celesti vanno in maiuscolo (es.: la Terra, la Luna). Le parole terra, luna e sole vanno invece minuscole quando non presentano accezione astronomica (es. come in cielo così in terra, chiaro di luna, giornata di sole).
  • Nei nomi scientifici delle forme di vita vanno scritti sempre con l'iniziale maiuscola i generi (primo termine del nome scientifico) anche se abbreviati, ma mai le specie e le sottospecie (secondo e terzo termine) (Canis lupus familiaris, Gryllus campestris o G. campestris); in ogni caso va usato il corsivo. Il nome comune avrà l'iniziale maiuscola se rappresenterà l'intero taxon, altrimenti verrà scritto in minuscolo.
    Esempi:
  • Gli Ominidi sono una famiglia di primati a cui appartiene anche l'uomo.
  • L'uomo è un ominide, quindi appartenente all'ordine Primates.
Vedi anche WP:MDS#Forme di vita.
  • Forze armate: i nomi di specifiche forze armate nazionali citati in italiano vanno con solo il primo termine in maiuscolo (es.: Esercito britannico, Marina militare francese, Aeronautica militare tedesca), mentre qualora ci si riferisca al concetto generico tutte le iniziali vanno in minuscolo (es.: esercito, marina militare, aeronautica militare); le forze armate dotate di denominazioni ufficiali in italiano seguono tale denominazione, che generalmente prevede tutte le iniziali in maiuscolo (es.: Esercito Italiano, Marina Militare, Regia Aeronautica); le forze armate citate secondo il loro nome ufficiale in lingua diversa dall'italiano seguono le regole proprie di ogni nazione (es.: Royal Air Force, Armée de terre, Kaiserliche Marine).
  • Unità militari: i nomi di specifiche unità militari citate in italiano vanno con solo il primo termine in maiuscolo se il nome è preceduto da un numero ordinale in cifre arabe o romane (es.: 1ª Armata corazzata, 16ª Compagnia autocannoni, IV Corpo d'armata); se il nome è preceduto da un ordinale in lettere, è quest'ultimo a prendere l'iniziale maiuscola (es.: Prima armata). Qualora ci si riferisca invece al concetto generico, tutte le iniziali vanno in minuscolo (es.: armata, battaglione, corpo d'armata). Le unità militari dotate di denominazioni ufficiali in italiano vogliono in maiuscolo il tipo e l'appellativo loro riferito, anche quando quest'ultimo non è il nome di una località geografica (es.: Brigata meccanizzata "Sassari", 7ª Divisione fanteria "Lupi di Toscana"; vedi anche la convenzione specifica); le forze armate citate secondo il loro nome ufficiale in lingua diversa dall'italiano seguono le regole proprie di ogni nazione (es.: 75th Ranger Regiment, 12. Panzer-Division, 1er Régiment étranger).

L'uso nei cognomi della particella de e simili

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I prefissi degli, de', dei, de li ecc. dei cognomi dei personaggi anteriori al XIX secolo vanno scritti in minuscolo[6]; per quelli successivi in maiuscolo (es. Ugolino della Gherardesca, 1220-1289; Enrico De Nicola, 1877-1959). Si faccia comunque riferimento alle fonti più autorevoli per eccezioni in un senso o nell'altro.

Titoli nobiliari e altri titoli

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I titoli congiunti a cariche ricoperte in vita vanno sempre in minuscolo quando sono generici o in presenza del nome proprio (es.: papa Giovanni Paolo II, granduca del Lussemburgo, re d'Italia). Questa regola generale vale per:

  • titoli di dignità, titoli ecclesiastici, nobiliari, militari, cavallereschi e di ufficio; cariche pubbliche, politiche, accademiche, scolastiche, professionali e militari, autorità (es.: faraone, sultano, imperatore, re, principe, conte, duca, dottore, avvocato, colonnello, generale, don, monsignore, fra', suor, padre, vescovo, cardinale, papa, assessore, deputato, senatore, primo ministro, professore - quest'ultimo in generale va omesso se c'è il nome, o si indicano eventuali titoli accademici o istituzionali);
  • titoli e appellativi onorifici o di rispetto (anche religiosi) attribuiti alla persona (cavaliere, commendatore, beato, santo).

All'interno di un testo, è possibile indicare il titolo al maiuscolo nel caso ci si riferisca con tale appellativo ad una persona specifica, sostituendone di fatto il nome. Bisogna quindi distinguere frasi come Non era mai stato eletto un papa così rapidamente da Il Papa ricevette in udienza. Oppure: Ogni vero monarchico ama il suo re e Il Re dovette subito affrontare la questione del referendum istituzionale fra monarchia e repubblica.

I nomi dei segni zodiacali vanno in maiuscolo (es.: il Sagittario, lo Scorpione).

I nomi delle lingue si scrivono minuscoli: l'inglese, il tedesco, il greco antico, il swahili, l'esperanto, ecc.

I nomi delle valute vanno scritti in minuscolo (es.: lira, euro, dollaro, ecc.).

Titoli di opere dell'ingegno

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Lo stesso argomento in dettaglio: Aiuto:Titoli di opere dell'ingegno.
  1. ^ Per approfondimenti vedasi Maiuscole e minuscole, su publications.europa.eu. URL consultato l'8 maggio 2019.
  2. ^ Luca Serianni, Giovanni Nencioni, Uso delle maiuscole e minuscole, su accademiadellacrusca.it, www.accademiadellacrusca.it.
  3. ^ Ad esempio, la "Camera" di un parlamento non è la "camera" dove sta il letto, anche se esistono divertenti eccezioni.
  4. ^ a b Vedi discussione.
  5. ^ "Dio" su Treccani
  6. ^ RICA (Regole italiane di Catalogazione per Autore), su sbn-ubo.cib.unibo.it (archiviato dall'url originale il 20 gennaio 2009).

Pagine correlate

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