Gaio Calpurnio Aviola
Gaio Calpurnio Aviola | |
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Console dell'Impero romano | |
Nome originale | Gaius Calpurnius Aviola (in origine Gaius Acilius Aviola) |
Nascita | 11 a.C. circa Ostia? |
Morte | dopo il 41 |
Figli | Manio Acilio Aviola |
Gens | Acilia |
Gens d'adozione | Calpurnia |
Consolato | luglio-dicembre 24 (suffetto) |
Proconsolato | Asia, 37/38 |
Legatus Augusti pro praetore | Gallia Lugdunense, 21 |
Gaio Calpurnio Aviola (in latino: Gaius Calpurnius Aviola; Ostia?, 11 a.C. circa – dopo il 41) è stato un magistrato romano, console dell'Impero romano.
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]Appartenente ad una gens plebea originaria del Latium, se non proprio di Ostia[1], Aviola è stato riconosciuto come un Gaio Acilio Aviola adottato tra il 22 e il 23 da un Gaio Calpurnio[2][3][4], forse un parente del futuro cospiratore di epoca neroniana Gaio Calpurnio Pisone[2], oppure Gaio Calpurnio Bibulo, edile nel 22 a.C.[2], oppure ancora, più probabilmente, un Gaio Calpurnio edile nel 23 a.C.[3]
Il legame con i Calpurnii dovette probabilmente promuovere la carriera di Aviola. Il primo incarico a noi noto sembra essere stato quello di legatus Augusti pro praetore della Gallia Lugdunense[2][3][5], svolto ancora prima dell'adozione, nel 21, durante il quale Aviola, al comando di una coorte di stanza a Lugdunum, distrusse i ribelli Andecavi e Turoni spinti alla rivolta da Giulio Sacroviro[6]. La successiva adozione lo portò ad assurgere presto al consolato, che Aviola ricoprì come suffetto per il secondo semestre del 24 sostituendo Servio Cornelio Cetego e avendo come collega Publio Cornelio Lentulo Scipione, che sostituì Lucio Visellio Varrone[7].
Aviola poi ricoprì il proconsolato d'Asia nel 37/38, durante il quale coniò monete in onore di Caligola e di sua sorella Drusilla[8][9]. Sembra, infine, essere lui[10], piuttosto che il figlio[11], il senatore Aviola che faceva parte del consilium di Claudio secondo gli Acta martyrum Alexandrinorum[12]. Queste due attestazioni rendono quindi assai improbabile[1][4] che sia lui il consolare Acilio Aviola che Valerio Massimo[13] e Plinio il Vecchio[14] raccontano bruciò vivo su una pira funebre, dal momento che l'opera di Valerio Massimo sembra essere stata pubblicata prima della morte di Tiberio nel 37[15].
Con ogni probabilità figlio di Aviola, avuto evidentemente prima dell'adozione, fu Manio Acilio Aviola, console ordinario del 54[1], che sposò Edia Servilia[1][16][17][18], figlia di Marco Edio Balbo, raccomandato al consolato da Tiberio in persona attorno agli anni 20 ma mai assurto all'onore a causa del suo improvviso decesso[19], o di suo fratello Marco Edio Celere, proconsole di Creta e Cirene nel 21[20], e di Servilia, figlia del console del 3 Marco Servilio e sorella dello storiografo amicus di Tiberio Marco Servilio Noniano, console ordinario del 35[17]. La parentela con i Servilii potrebbe aver promosso ancor più Aviola e la sua famiglia agli occhi di Tiberio[9], e questa vicinanza alla famiglia imperiale dovette rimanere forte anche sotto i successori Caligola[9] e Claudio: quest'ultimo nominò il figlio Manio proprio questore personale nel 45 e gli conferì la adlectio inter patricios, elevando la famiglia[1]. Dal matrimonio del figlio Manio con Edia Servilia nacque con ogni probabilità il console suffetto dell'82 Manio Acilio Aviola e forse anche il console ordinario del 91 Manio Acilio Glabrione[1][9].
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b c d e f A. Tortoriello, I fasti consolari degli anni di Claudio, Roma 2004, pp. 453-455.
- ^ a b c d R. Syme, Roman Papers, II (ed. by E. Badian), p. 508; III (ed. by A.R. Birley), p. 1228 e 1331; VI (ed. by A.R. Birley), p. 204; The Augustan Aristocracy, Oxford 1986, p. 378.
- ^ a b c O. Salomies, Adoptive and Polyonymous Nomenclature in the Roman Empire, Helsinki 1992, p. 48.
- ^ a b C. Settipani, Continuité gentilice et continuité familiale dans les familles sénatoriales romaines à l'époque impériale, Oxford 2000, pp. 170-175.
- ^ Dubbi sull'identificazione di Gaio Calpurnio Aviola con il legato Acilio Aviola sono espressi da U. Vogel-Weidemann, Die Statthalter von Africa und Asia in den Jahren 14-68 n.Chr., Bonn 1986, pp. 296-298; M.-Th. Raepsaet-Charlier, Prosopographie des femmes de l'ordre sénatorial (Ier-IIe siècles), Louvain 1987, p. 31 (nota 2); A. Tortoriello, I fasti consolari degli anni di Claudio, Roma 2004, pp. 453-455.
- ^ Tacito, Annales, III, 41, 2.
- ^ Fasti Arvalium (Inscr. It. 13, 1, 24); CIL XV, 4568.
- ^ RPC I 2471-2474.
- ^ a b c d U. Vogel-Weidemann, Die Statthalter von Africa und Asia in den Jahren 14-68 n.Chr., Bonn 1986, pp. 296-298.
- ^ (FR) Chris Rodriguez, Les Acta Isidori : Un procès pénal devant l'Empereur Claude, in Revue historique de droit français et étranger, vol. 88, n. 1, gennaio-marzo 2010, pp. 1-41.
- ^ A. Tortoriello, I fasti consolari degli anni di Claudio, Roma 2004, pp. 453-455 (nota 6).
- ^ A, col. I, ll. 9-10.
- ^ Factorum et dictorum memorabilium libri XI, I, 8, 12.
- ^ Naturalis Historia, VII, 173.
- ^ (EN) John Briscoe, Some Notes on Valerius Maximus, in Sileno, vol. 10, 1993, pp. 395-408.
- ^ CIL VI, 30747.
- ^ a b R. Syme, Ten Studies in Tacitus, Oxford 1970, pp. 91-109.
- ^ G. Camodeca, I ceti dirigenti di rango senatorio equestre e decurionale della Campania romana, Napoli 2008, pp. 71-112.
- ^ CIL IX, 2341; CIL IX, 2342; CIL IX, 2343.
- ^ CIL IX, 2335 = CIL IX, 6517 = AE 2014, 255.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Ronald Syme, Roman Papers, I-VI, Oxford 1979-1991.
- Ursula Vogel-Weidemann, Die Statthalter von Africa und Asia in den Jahren 14-68 n.Chr., Bonn 1986, pp. 296-298.
- Olli Salomies, Adoptive and Polyonymous Nomenclature in the Roman Empire, Helsinki 1992, p. 48.
- Christian Settipani, Continuité gentilice et continuité familiale dans les familles sénatoriales romaines à l'époque impériale, Oxford 2000, pp. 170-175.