Dicloruro di cromo
Dicloruro di cromo | |
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Nome IUPAC | |
cloruro di cromo(II) | |
Nomi alternativi | |
dicloruro di cromo, cloruro cromoso | |
Caratteristiche generali | |
Formula bruta o molecolare | CrCl2 |
Peso formula (u) | 122,902 |
Aspetto | solido cristallino bianco |
Numero CAS | |
Numero EINECS | 233-163-3 |
PubChem | 24871 |
SMILES | Cl[Cr]Cl |
Proprietà chimico-fisiche | |
Densità (g/cm3, in c.s.) | 2,9 |
Temperatura di fusione | 1097 (824 °C) |
Temperatura di ebollizione | 1393 (1120 °C) |
Proprietà tossicologiche | |
DL50 (mg/kg) | 1870 (oral, rat) |
Indicazioni di sicurezza | |
Simboli di rischio chimico | |
attenzione | |
Frasi H | 302 - 315 - 319 - 335 |
Consigli P | 261 - 305+351+338 [1] |
Il dicloruro di cromo, o cloruro di cromo(II) è il composto chimico di formula CrCl2. È noto anche con la vecchia denominazione di cloruro cromoso. In condizioni normali è un solido cristallino bianco inodore, usato per la sintesi di complessi del cromo. CrCl2 è igroscopico; si scioglie in acqua dando soluzioni blu che vengono facilmente ossidate dall'ossigeno dell'aria per formare prodotti contenenti Cr(III).
Struttura
[modifica | modifica wikitesto]Nel cristallo CrCl2 ha una struttura cristallina ortorombica tipo rutilo distorta, con gruppo spaziale Pnnm, simile a quella del cloruro di calcio; le costanti di cella sono: a = 664 pm, b = 598 pm e c = 348 pm.[2] La distorsione è dovuta all'effetto Jahn-Teller generato dalla configurazione d 4 ad alto spin dello ione Cr2+ in campo ottaedrico.
Sintesi
[modifica | modifica wikitesto]CrCl2 viene prodotto riducendo il cloruro di cromo(III) con idrogeno a 500 °C:[3]
- 2 CrCl3 + H2 → 2 CrCl2 + 2 HCl
Su scala minore si può ridurre CrCl3 usando LiAlH4:
- 4 CrCl3 + LiAlH4 → 4 CrCl2 + LiCl + AlCl3 + 2 H2
Questo stesso ione si può ottenere più semplicemente a partire da soluzioni contenenti i comuni sali di Cr(III), per riduzione con amalgama di zinco:
- 2 [Cr(H2O)6]3+ + Zn/Hg → 2 [Cr(H2O)6]2+ + Zn2+ + Hg
Reattività
[modifica | modifica wikitesto]CrCl2 è un composto stabile se mantenuto in assenza di aria e di umidità. Si scioglie in acqua dando soluzioni blu, nelle quali il colore è dovuto alla formazione dello ione complesso esaacquocromo(II), [Cr(H2O)6]2+.
Lo ione [Cr(H2O)6]2+ è fortemente riducente (E° Cr3+/2+= −0,41 V) e in soluzione acida a caldo riduce l'acqua a idrogeno:
- 2 Cr(II) + 2 H3O+ → 2 Cr(III) + H2 + 2 H2O
In soluzione alcalina il cromo forma idrossidi, e in questo caso la reazione di sviluppo di idrogeno è più veloce perché Cr(OH)3 ha una solubilità molto bassa e si sottrae all'equilibrio:[4]
- 2 Cr(OH)2 + 2 H3O+ → 2 Cr(OH)3 + H2
Usi
[modifica | modifica wikitesto]CrCl2 viene usato come precursore nella sintesi di complessi inorganici e organometallici di cromo. Riduce alogenuri alchilici e composti nitroaromatici. I composti organometallici del cromo sono molto versatili, data la moderata elettronegatività del cromo e la varietà di substrati con i quali CrCl2 può interagire.[5] CrCl2 è usato come reagente nella reazione di Nozaki-Hiyama-Kishi.
Sicurezza
[modifica | modifica wikitesto]CrCl2 è fortemente corrosivo per la pelle e le mucose, ed è nocivo se ingerito. Non sono stati effettuati studi approfonditi sulla sua tossicologia. Non risulta classificabile come cancerogeno.[6]
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Sigma Aldrich; rev. del 03.12.2012
- ^ J. W. Tracy, N. W. Gregory, E. C. Lingafelter, J. D. Dunitz, H.-C. Mez, R. E. Rundle, C. Scheringer, H. L. Yakel Jr, M. K. Wilkinson, The crystal structure of chromium(II) chloride, in Acta Cryst., vol. 14, 1961, pp. 927-929, DOI:10.1107/S0365110X61002710. URL consultato il 12 marzo 2011.
- ^ A. B. Burg, R. C. Young, C. Starr, Anhydrous chromium(II) chloride : (chromous chloride), in Inorg. Synth., vol. 3, 1950, pp. 150-153, DOI:10.1002/9780470132340. URL consultato il 14 marzo 2011.
- ^ F. P. Treadwell, Chimica analitica. Volume 1. Analisi qualitativa, 7ª ed., Milano, Vallardi, 1955.
- ^ K. Takai, K., T.-P. Loh, Chromium(II) chloride, in Encyclopedia of reagents for organic synthesis, New York, John Wiley & Sons, 2005, DOI:10.1002/047084289X.rc166, ISBN 978-0-470-84289-8.
- ^ Alfa Aesar, Scheda di sicurezza di CrCl2 (PDF), su alfa.com:. URL consultato il 14 marzo 2011.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- C. E. Housecroft, A. G. Sharpe, Inorganic chemistry, 3ª ed., Harlow (England), Pearson Education Limited, 2008, ISBN 978-0-13-175553-6.
- N. N. Greenwood, A. Earnshaw, Chemistry of the elements, 2ª ed., Oxford, Butterworth-Heinemann, 1997, ISBN 0-7506-3365-4.