Vai al contenuto

Fala (cane)

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Franklin Delano Roosevelt con Fala alla Casa Bianca (1941)
Le statue di Roosevelt e Fala al Franklin Delano Roosevelt Memorial

Fala (7 aprile 1940 - 5 aprile 1952), uno Scottish Terrier, fu il cane del Presidente degli Stati Uniti d'America Franklin Delano Roosevelt. Uno dei più famosi animali domestici presidenziali, Fala seguì il suo padrone in molti luoghi.[1]

Regalato ai Roosevelt dalla cugina Margaret Suckley, Fala imparò dei giochetti e le sue buffe performance alla Casa Bianca erano frequentemente citate dai media dell'epoca e riportate dal presidente e dalla moglie Eleanor. Fala sopravvisse al padrone per 7 anni e gli fu poi sepolto accanto.

Una statua di Fala di fianco a Roosevelt si trova al Franklin Delano Roosevelt Memorial di Washington, D.C. e ad oggi è l'unico animale domestico presidenziale ad avere ricevuto un tale onore. Un'altra sua statua si trova al "Paseo de los Presidentes" a San Juan.

Gli anni alla Casa Bianca

[modifica | modifica wikitesto]

Fala arrivò alla Casa Bianca il 10 novembre 1940 e vi trascorse molto tempo [2] fino alla morte di Roosevelt nell'aprile 1945. Accompagnò comunque il suo padrone anche nella sua casa di Springwood, in Hyde Park, New York e a Warm Springs, dove il presidente riceveva trattamenti medici per la sua paralisi.

Un film della MGM sulla giornata tipo alla Casa Bianca ebbe Fala come protagonista. Fu anche insignito del grado di Soldato onorario dell'Esercito statunitense, contribuendo simbolicamente con 1 $ allo sforzo bellico per ogni giorno dell'anno e ponendosi come esempio per gli altri sul fronte interno. Durante l'offensiva delle Ardenne, i soldati americani erano soliti chiedersi l'un l'altro il nome del cane presidenziale: era un ulteriore modo per proteggersi da infiltrazioni di soldati tedeschi nei ranghi dell'esercito e "Fala" era come una parola d'ordine di sicurezza.[3]

Fala accompagnò spesso Roosevelt in eventi importanti; viaggiò sulla Sacred Cow, l'aeroplano presidenziale, e sul Ferdinand Magellan, il vagone fatto su misura per Roosevelt, oltre che per nave. Era con Roosevelt al momento della sottoscrizione della Carta Atlantica, alla Conferenza di Québec ed all'incontro con il presidente del Messico Manuel Ávila Camacho a Monterrey.[4]

Nel 1943 Fala fu il protagonista di una serie di vignette politiche di Alan Foster, titolata Mr. Fala of the White House. Nella commedia romantica Princess O'Rourke, dello stesso anno, il ruolo di Fala fu affidato a Whiskers.

Il discorso di Fala

[modifica | modifica wikitesto]
Lo stesso argomento in dettaglio: Il discorso di Fala.

Il 23 settembre 1944 Roosevelt iniziò la sua campagna presidenziale a Washington, D.C., parlando ad una cena con il Sindacato Internazionale dei Camionisti. Tenne un discorso di circa mezz'ora, trasmesso anche che tutte le stazioni radio statunitensi.[5] Nel discorso Roosevelt criticò il Partito Repubblicano ed entrò nel dettaglio delle critiche che gli venivano mosse. Una di queste critiche era che il presidente avrebbe dimenticato Fala sulle Isole Aleutine, mentre era in visita, e che avrebbe mandato un cacciatorpediniere della marina per recuperarlo, con costi esorbitanti per i contribuenti. Roosevelt dichiarò in questo discorso:

«Questi leader repubblicani non si sono accontentati di attaccare me, mia moglie o i miei figli. No, non soddisfatti di questo, ora coinvolgono anche il mio cagnolino, Fala. Bene, di certo, non sono infastidito dagli attacchi e la mia famiglia non lo è, ma Fala sì. Sapete, Fala è scozzese, ed essendo uno scozzese, non appena ha saputo che i romanzieri repubblicani hanno inventato una storia in cui io l'avrei lasciato alle Isole Aleutine e che avrei mandato indietro un cacciatorpediniere per trovarlo - ad un costo per i contribuenti di due o tre, o otto o venti milioni di dollari - la sua anima scozzese si è infuriata. Non è più lo stesso cane da allora. Sono abituato a sentire falsità maliziose su di me... Ma penso che ho il diritto ad infastidirmi, di oppormi, a frasi diffamatorie sul mio cane»

L'idea di girare le accuse dei repubblicani in uno scherzo era stata di Orson Welles.[6] Infatti Welles faceva molta campagna elettorale per Roosevelt e gli mandò occasionalmente idee e frasi che vennero poi incorporate in quelli che Welles definiva come discorsi meno importanti.[7] Uno di questi era appunto il "discorso di Fala". Welles improvvisò questo scherzo per il presidente, che ne fu talmente soddisfatto che chiese al suo staff di inserirne una versione finale nel suo discorso. Dopo la trasmissione Roosevelt chiese a Welles: Come sono andato? Avevo i tempi giusti? [6]

Il pubblico impazzì, ridendo ed esultando e chiedendo di più scrisse la storica Doris Kearns Goodwin. E la risata andò oltre la sala del banchetto; si diffuse nei salotti e nelle cucine di tutta la nazione, dove le persone stavano ascoltando il discorso alla radio. Lo scherzo su Fala era così divertente, osservò un giornalista, che "persino le più dure facce repubblicane si incrinarono in un sorriso".[8].

  1. ^ William Edward Leuchtenburg, In the Shadow of FDR: From Harry Truman to George W. Bush, Cornell University Press, 2001, p. 183. ISBN 0-8014-8737-4.
  2. ^ Video: Allies Win Sea, Air Battle In Fight For Africa (1944), Universal Newsreel
  3. ^ Charles MacDonald, A Time for Trumpets: The Untold Story of the Battle of the Bulge. New York: Harper Perennial, 1997, p. 226. ISBN 0-688-15157-4
  4. ^ Biography of Fala D. Roosevelt, su fdrlibrary.marist.edu, Franklin D. Roosevelt Presidential Library. URL consultato il 7 dicembre 2012 (archiviato il 7 dicembre 2012).
  5. ^ FDR Preparing Radio Address, su news.google.com, The Miami News (United Press), 21 settembre 1944. URL consultato il 3 giugno 2014 (archiviato dall'url originale il 9 settembre 2015).
  6. ^ a b Barbara Leaming, Orson Welles: A Biography, New York, Viking, 1985, ISBN 0-670-52895-1.
  7. ^ Frank Brady, Citizen Welles: A Biography of Orson Welles, New York, Charles Scribner's Sons, 1989, ISBN 0-385-26759-2.
  8. ^ Doris Kearns Goodwin, No Ordinary Time, Simon & Schuster, 1995, ISBN 978-0-684-80448-4.

Altri progetti

[modifica | modifica wikitesto]
Controllo di autoritàVIAF (EN308229617 · LCCN (ENn2014021790