Khazaria

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Khazaria
Khazaria - Stemma
Khazaria - Localizzazione
Khazaria - Localizzazione
Dati amministrativi
Nome completoImpero di Khazaria
Gran Khanato di Khazaria
Khaganato di Khazaria
Khanato di Khazaria
Lingue ufficialiKhazaro (Khazarico o Khazariano)
Lingue parlateEbraico, Uiguro, altre lingue turche
CapitaleItil (Atil o Khazaran)
Altre capitaliBalanjar, Samandar
Dipendente daCaliffato Abbaside (730-740)
Politica
Forma di StatoStato Patrimoniale
Forma di governoGran Khanato
Gran Khan e Gran Khan BekElenco dei Sovrani di Khazaria
Nascita618 con Tong Yabghu
CausaVittoria di Tong Yabghu contro i Göktürk nella terza guerra persiano-turca
Fine1016 con Georgius Tzul
CausaCattura di Georgius Tzul da parte dei Kipčaki
Territorio e popolazione
Bacino geograficoEurasia
Territorio originaleCaucaso
Economia
ValutaYarmaq, Dirham
ProduzioniCeramica, vetro
Commerci conImpero cinese dei Tang, Europa occidentale
EsportazioniMiele, pellicce, lana, miglio, cereali, pesce, schiavi
Religione e società
Religioni preminentiEbraismo, Islam
Religione di StatoEbraismo
Religioni minoritarieTengriismo, Sciamanesimo, Nestorianesimo, Monofisismo, Zoroastrismo, Paganesimo finnico, Paganesimo germanico
Evoluzione storica
Preceduto daGrande Bulgaria Antica

Gran Khanato Turco Occidentale
Impero bizantino

Succeduto daSteppe Pontiche dei Polovci

Khanato Pecenego
Impero bizantino

Il Gran Khanato di Khazaria o Khanato di Khazaria o Impero di Khazaria (6181016) deriva il suo nome dai Khazari, una popolazione di idioma turco, che si era insediata nelle steppe del sud-est russo a partire dal VII secolo. Il Gran khanato confinava a sud-ovest con l'Impero Bizantino, a nord-ovest con la Rus' di Kiev, a nord con le terre abitate dai Bulgari del Volga e a sud-est con il Califfato abbaside.

Posto in un punto strategico (qui passavano le rotte fluviali della via variago-greca che dal Mar Nero conducevano sul Mar Baltico, qui arrivavano mercanti norreni, greci, arabi, bulgari, persiani diretti al nord e ad ovest), il Khanato di Khazaria fu un importante centro economico e politico, luogo di incontro e di reciproco influsso tra lingue, culture e religioni diverse (Islam, Cristianesimo, Animismo, Ebraismo).

La loro capitale era Itil (o Atil) alla foce del fiume Volga, 10 miglia dall'attuale città di Astrachan'. Un'altra importante città era Sarkel, costruita insieme ai Bizantini nei pressi del fiume Don per controllare le incursioni dei Rus' a sud di Kiev. In questa città i Cazari obbligarono i Bizantini a non costruire alcuna chiesa, ma costruirono una loro sinagoga. A nord-est, nel periodo di massimo splendore, anche i Bulgari del Volga furono vincolati da una specie di semi-vassallaggio.

Nel X secolo il Khanato inizia il suo declino dovuto agli attacchi dei Vichinghi-Variaghi della Rus' di Kiev e di altre tribù turche. La sua influenza politica diminuisce fino a scomparire del tutto nel XII secolo, con l'invasione dei Mongoli.

Nel 913 gli Arabi erano arrivati nei pressi di Itil; nel 965 il principe di Novgorod e Kiev, il variago Rus' Svjatoslav abbatte Sarkel sul Don e sembra che abbia anche sconvolto Itil, provocando il disfacimento dello stato khazaro. L'Impero si frantuma così e i diversi livelli (capi locali) non rispondono più al kaghan supremo come era stato fino ad allora e creano nuove realtà politiche o rafforzano le vecchie come la Bulgaria del Volga sotto l'emiro Almys conosciuto con nome musulmano di Ja'far bin Abdallah.

La conversione alla religione ebraica

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Tra l'VIII secolo ed il IX secolo, consistenti nuclei di ebrei semiti, dopo aver attraversato il Caucaso, entrarono in contatto con i Khazari.[1] I sovrani di quest'ultimo popolo imposero, per motivi di stabilizzazione politica, la conversione del Khanato alla religione ebraica. Questo fatto è stato alla base dell'elaborazione di diverse teorie, la più nota delle quali vuole gli ebrei askenaziti discendere direttamente dai Khazari (il romanziere ebreo Arthur Koestler sostenne in modo particolare questa tesi).

Recenti studi genetici sembrano però dimostrare che elementi genetici originari del Medio Oriente dominano la linea maschile degli Askenazi[2][3][4] (il cosiddetto cromosoma Y Aaron),[5] ma la linea femminile potrebbe avere una storia diversa.[6][7] Da ciò alcuni hanno dedotto che uomini del Medio Oriente abbiano sposato donne locali, il che significherebbe che gli Askenazi non siano imparentati con i Khazari[8] o che questi rappresentino solo una parte degli antenati degli attuali Askenaziti.[9] Ciò confermerebbe la tesi del professor Gumilev esposta nel suo libro From Ancient Russia To Imperial Russia (Ot Rusi k Rossii in russo)[10], secondo cui gli attuali ebrei ashkenaziti non sono khazari di stirpe, ma invece discenderebbero da un gruppo di ebrei armeni (ashkenaz sta per armeno) mescolati alla nobiltà khazara. In effetti solo una piccola parte dei khazari si è realmente convertita all'ebraismo, mentre il resto ha continuato a professare il proprio credo animistico e pagano, con una piccola minoranza di cristiani e musulmani.

Cronotassi dei sovrani

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I sovrani del Gran Khanato di Khazaria sono stati, dal 618 al 1016, i seguenti, secondo la leggendaria Storia di Gia'far (XVI secolo in tataro annotata da Bariev) e in mancanza di conferme incrociate non ha al momento alcun valore storiografico fino a Bulan:

  • 618-628: Tong Yabghu Qaghan (Ziebel, T'ung Yabghu, T'ung Yabgu, Tun Yabghu, Tun Yabgu, Ton Yabghu, Ton Yabgu, Tong Yabghu "Gran Khan", Tong Jabgu "Gran Khan", Tong Yabgu Kağan, Tong Yabğu, Tong Jabgu "Gran Khan", Tun Yabgu Khan, Tongyehu, Tǒngyèhù Khan, Tǒngyèhù Kěhán, Tŏngyèhùkĕhàn, T'ung-yeh-hu k'o-han, Зибел, Тун Джабгу хан, Тун-Джабгу хан, Тон Ябгу, Тунъеху, 統葉護可汗, 统叶护可汗, 统叶护, とうようこかがん, تون جبغو خان یا تونشخو)
  • 628-650: Böri Shad (Böri Şad, Böri Šad, Bùlì Shè, Pu-li She, 步利设, 步利設, , Il sovrano-lupo)
  • 650-665: Irbis
  • 665-668: Khalga
  • 668-690: Kaban
  • 690-715: Busir Glavan (Busir, Ibuzir Glavan, Ibouzir Gliabanos, Ibousiros Gliabanos, İbuzir Gliavan, Ιβούζηρος Γλιαβάνος, Ибузир Гляван)
  • 715-731: Barjik (Il figlio del Gran Khan)
  • 731-736: Bihar (Viharos, Вирхор)
  • 736-737: Prisbit (Parsbit, Парсбит, La madre del Gran Khan)
  • 740-760: Bulan (Bulan Sabriel, Пăлан, Пăлан ĕмпӳ, Булан, Булáн, בולאן)[11]
  • 760-786: Baghatur (Bagatur, Bogatur, Boghatyr, Boghatir, Batu, Batur, Bator, Batar, Batoer, Batyr, Bahādur, Bahadur, Baatur, Baatar, Bahadır, Batır, Bagatır, Ba'atur, Baturs, Bağatar, батур, баатар, Баатар, Багатур, Баатыр, Bạt Đô, Baγatur, βαγατουρ βογοτορ, バガトル, 巴特尔, بهادر, ᠪᠠᠭᠠᠲᠦᠷ)[12]

Di qui comincia l'elenco sui cui nomi si hanno più riscontri:

  • 786-809: Obadiah (Obadiyah Xaqan, Обадия, Обадий, Овадия, 俄巴底亚, עבדיה);
  • 825-840: Khan-Tuvan (Khan-Tuvan Dyggvi)
  • 840-850: Tarkhan (Tarkhan, Re dei Khazari, Tarqan, Darqan, Darkhan, Darhans, Dorhans, Tarkan, Tarkhaan, Tarchan, Tarxan, Tarcan, Targan, Tarhans, Tarkán, Tarẖan, Török, Tarχan, Tarcanii, Tărcanii, Tárkányok, Tárkány Magyarság, Таркан, Tархан, Дарқан, Дархан, Tурхан, タルカン, 達干, 达干, 答剌罕, თარხანი, თარხუნთი, თავისუფალი, თავისუფალი ხელმწიფე, თავისუფალი ბატონ)
  • 850-860: Hezekiah (Hezekiah ben Obadiah)
  • 860-861: Zachariah (Zekeriya)
  • 860-865: Manasseh I (Menasseh I, Menasseh ben Hezekiah, Манассия, Манассия I, Манассия бен Иезекия, מְנַשֶּׁה)
  • 865-870: Chanukkah (Hanukkah, Chanukkah ben Obadiah, Hanukkah ben Obadiah, Ханукка)
  • 870-875: Isaac (Isaac ben Hanukkah)
  • 875-880: Zebulun (Zevulun ben Isaac)
  • 875-900: Menahem (Menahem ben Aaron)
  • 880-890: Manasseh II (Menasseh ben Zebulun, Moshe, Moses)
  • 880-920: Benjamin (Benyamin, Вениамин, Вениами́н)
  • 890-900: Nisi (Nisi ben Menasseh, Nisi ben Mose, निसी)
  • 900: Aaron I (Aaron ben Nisi)
  • 920-940: Aaron II (Aaron, Aaron ben Benjamin, II. Aaron, Аарон II, Ааро́н II, бек, хамалех)
  • 940-965: Joseph (Yusuf, Joseph ben Aaron, Yusuf ben Aaron, Иосиф, Ио́сиф, Йосеф, Иосиф бен Аарон, יוסף); che è l'ultimo sovrano khazaro documentato
  • 985-1000: David (David di Taman, Principe dei Khazari)
  • 1000-1016: Georgius Tzul (Georgios, Георгий Цуло)
  1. ^ (EN) Brook, Kevin Alan, The Jews of Khazaria, 3ª edizione, Lanham, MD, Rowman and Littlefield Publishers, 2018, p. 81, ISBN 978-1-5381-0342-5.
  2. ^ (EN) Brook, Kevin Alan, The Maternal Genetic Lineages of Ashkenazic Jews, Boston, Academic Studies Press, 2022, pp. 4–7, DOI:10.2307/j.ctv33mgbcn, ISBN 978-1644699843.
  3. ^ (EN) Almut Nebel, Dvora Filon, Bernd Brinkmann, Partha P. Majumder, Marina Faerman e Ariella Oppenheim, The Y Chromosome Pool of Jews as Part of the Genetic Landscape of the Middle East, in The American Journal of Human Genetics, vol. 69, n. 5, novembre 2001, pp. 1095–1112, DOI:10.1086/324070, PMID 11573163.
  4. ^ (EN) Michael F. Hammer, Alan J. Redd, Elizabeth T. Wood, M. R. Bonner, Hamdi Jarjanazi, Tanya Karafet, A. Silvana Santachiara-Benerecetti, Ariella Oppenheim, Mark A. Jobling, Trefor Jenkins, Harry Ostrer e Batsheva Bonné-Tamir, Jewish and Middle Eastern non-Jewish Populations Share a Common Pool of Y-chromosome Biallelic Haplotypes, in PNAS, vol. 97, n. 12, 6 giugno 2000, pp. 6769–6774, DOI:10.1073/pnas.100115997, PMID 10801975.
  5. ^ (EN) Michael F. Hammer, Doron M. Behar, Tatiana M. Karafet, Fernando L. Mendez, Brian Hallmark, Tamar Erez, Lev A. Zhivotovsky, Saharon Rosset e Karl Skorecki, Extended Y chromosome haplotypes resolve multiple and unique lineages of the Jewish priesthood, in Human Genetics, vol. 126, n. 5, novembre 2009, pp. 707–717, DOI:10.1007/s00439-009-0727-5, PMID 19669163.
  6. ^ (EN) Brook, Kevin Alan, Capitoli 2, 4, in The Maternal Genetic Lineages of Ashkenazic Jews, Boston, Academic Studies Press, 2022, DOI:10.2307/j.ctv33mgbcn, ISBN 978-1644699843.
  7. ^ (EN) Marta D. Costa, Joana B. Pereira, Maria Pala, Verónica Fernandes, Anna Olivieri, Alessandro Achilli, Ugo A. Perego, Sergei Rychkov, Oksana Naumova, Jiři Hatina, Scott R. Woodward, Ken Khong Eng, Vincent Macaulay, Martin Carr, Pedro Soares, Luísa Pereira e Martin B. Richards, A substantial prehistoric European ancestry amongst Ashkenazi maternal lineages, in Nature Communications, vol. 4, 8 ottobre 2013, DOI:10.1038/ncomms3543, PMID 24104924.
  8. ^ (EN) Doron M. Behar, Mait Metspalu, Yael Baran, Naama M. Kopelman, Bayazit Yunusbayev, Ariella Gladstein, Shay Tzur, Havhannes Sahakyan, Ardeshir Bahmanimehr, Levon Yepiskoposyan, Kristiina Tambets, Elza K. Khusnutdinova, Aljona Kusniarevich, Oleg Balanovsky, Elena Balanovsky, Lejla Kovacevic, Damir Marjanovic, Evelin Mihailov, Anastasia Kouvatsi, Costas Traintaphyllidis, Roy J. King, Ornella Semino, Anotonio Torroni, Michael F. Hammer, Ene Metspalu, Karl Skorecki, Saharon Rosset, Eran Halperin, Richard Villems e Noah A. Rosenberg, No Evidence from Genome-Wide Data of a Khazar Origin for the Ashkenazi Jews, in Human Biology, vol. 85, n. 6, dicembre 2013, pp. 859–900, DOI:10.3378/027.085.0604, PMID 25079123.
  9. ^ (EN) Brook, Kevin Alan, The Maternal Genetic Lineages of Ashkenazic Jews, Boston, Academic Studies Press, 2022, pp. 7, 16–17, 85–86, 140–141, DOI:10.2307/j.ctv33mgbcn, ISBN 978-1644699843.
  10. ^ Gumilev From Ancient Russia To Imperial Russia, ISBN 978-5-17-041671-4
  11. ^ Bulan è il primo sovrano che sceglie il Giudaismo come religione dello stato khazaro
  12. ^ Da notare che Baghatur et sim. è un titolo sogdiano che significa semplicemente Figlio di Dio (Bagha-puhr) v. articolo di Samping Chen (Multicultural China in the Early Middle Ages, Chapter 6, Son of Heaven and Son of God, Pennsylvania Press Philadelphia 2012) e non risulta attribuito come nome, tanto meno a un sovrano. Lo stesso dicasi per Tarhan che era un titolo e un incarico militare. Quanto alle relazioni etnico-culturali dei Khazari con gli Askenaziti, non ne esiste alcuna prova storica, salvo il fatto dei Karaim traslocati nel XV secolo da Vytautas, principe di Lituania, a far da guardia d'onore nel suo castello di Trakai (Vilnius). Questi Karaim furono prelevati dalla Crimea, sono ancora oggi di religione giudaico-settaria e parlano un turco di tipo "r", ma hanno origini molto incerte
  • (RU) Mihail I. Artamonov, Istorija Hazar, San Pietroburgo: Lan', 2001
  • (EN) Kevin Alan Brook, The Jews of Khazaria, 3ª edizione, Lanham: Rowman and Littlefield Publishers, 2018
  • (EN) Douglas M. Dunlop, The History of the Jewish Khazars, New York: Schocken, 1967
  • (EN) Peter B. Golden, Khazar Studies, Budapest: Akadémiai Kiadó, 1980
  • (RU) Lev N. Gumiljov, Otkritie Khazarii, Mosca: Nauka, 1966
  • (RU) Lev N. Gumiljov, Drevniaia Rus i Velikaia Step, Mosca: Tovarischestvo "Klyshnikov, Komarov i Ko.", 1992
  • (RU) Svetlana A. Pletnjova, Hazary, Mosca: Nauka, 1976
  • (DE) Andreas Roth, Chasaren, Neu Isenburg: Melzer Verlag, 2006
  • (EN) Boris Zhivkov, Khazaria in the 9th and 10th Centuries, Leiden: Brill, 2015
  • Aldo C. Marturano, Mescekh. Il paese degli ebrei dimenticati, Poggiardo: Atena, 2004

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